E Kassie-Faye?
Kassie-Faye era incantevole. La creatura più deliziosa su cui avessi mai posato gli occhi.
Kassie-Faye era aggraziata, era intelligente.
A Kassie-Faye piaceva moltissimo Harry Potter, il latte appena tornata dalle lezioni di danza, sentirmi suonare il piano con la luce del tramonto e il profumo del gelsomino.
Kassie-Faye guardava incuriosita il mondo con quei suoi occhioni celesti.
Quando Kassie-Faye dormiva, io mi incantavo. E quando provava a cantare con me, mi scioglievo.
Kassie-Faye aveva sorriso candido e innocente, una risata limpida e frizzante come una mattina estiva.
Kassie-Faye era tutta la mia vita. La prima volta che la vidi, me ne innamorai. L’unica femmina di cui mi sia mai innamorato.
Cosa mi stregò tanto di quella frugoletta? Non lo so. Però so cosa mi ha spinto a volerla con me per sempre. Non ho mai creduto in Dio, eppure interpretai come un segno divino la prima cosa che notai di Kassie-Faye.
Ciuffetti. Sulla sua testa, così piccola e fragile, vidi dei ciuffi. E quei ciuffi erano ricci neri.
Innumerevoli erano state le ore passate a riflettere sulla vita che Kassie-Faye avrebbe avuto, quando ancora non sapevo che si chiamasse così o che aspetto avesse. Sarà felice?, mi chiedevo. Saremo capaci di renderla felice? La prenderanno in giro perché non è veramente nostra figlia?
Con quei riccioli neri, sarebbe sembrata figlia almeno di uno di noi.
Così lo feci: “Lei, ti prego” dissi a Blaine, posando una mano sul suo petto, come facevo ogni volta che volevo qualcosa di dispendioso o faticoso. Blaine giurò di non aver mai visto nei miei occhi una convinzione più grande per qualcosa, nemmeno per quel paio di scarpe comode ma elegantissime due anni prima. Nessuna decisione, nessun desiderio in vita mia è stato più grande e forte.
Volevo lei.
Non posso dire che Blaine mi accontentò. Anche a lui piaceva quella bambina, non poteva negare che fosse bellissima e le volle un’infinità di bene.
L’unica cosa più bella di Kassie-Faye, era lei stessa tra le braccia di Blaine. La visione divina per eccellenza. La prima volta che godei di quella vista, capii che quella bambina sarebbe stata amata come nessun essere umano al mondo.
Capii che Kassie-Faye era un autentico miracolo quando, a poche ore di vita, aprì gli occhi e mi guardò per la prima volta: le sue iridi erano di un colore molto simile al mio. Nonpoteva essere una coincidenza.
Nomino così tanto la piccola Kassie-Faye perché la chiamai io così: ero molto fiero di un nome così originale e raffinato, era come indossare uno dei miei vestiti. Lei era il mio miglior accessorio.
Impossibile che la sua prima parola fosse “Mamma”. Ma se fosse stata “Papà”, penso che tra me e Blaine sarebbe nato un conflitto non da poco. Invece, la sua prima parola fu “Latte”. La chiamavamo la nostra micia.
Quando imparò a parlare, decise prima di me e Blaine che doveva distinguerci – a meno di un anno, era già più intelligente di noi! Anche col passare del tempo, ero e rimanevo Daddy-Key. Blaine era Daddy-Bi.
Quando era neonata non potevo notarlo, ma Kassie-Faye possedeva un vero cuore d’oro, me lo dimostrò più di una volta. L’amavo principalmente perché è stata l’unica persona a non avermi mai giudicato perché ero gay. Sapevo che i miei amici e i miei familiari mi volevano bene e mi accettavano, chiunque io volessi essere. Ma Kassie-Faye era diversa. Kassie-Faye non mi giudicò mai nemmeno per un secondo, non mi guardò mai come un diverso, non notò mai nell’essere gay alcuna differenza con gli altri esseri umani, fu educata spontaneamente perché non la pensasse mai così.
Kassie-Faye era perfetta.