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Autore: Lilith82    10/06/2011    7 recensioni
Nonostante il titolo, questa è una long-fic su Taylor Lautner!
Taylor è a LA per Halloween, ospite della famiglia del suo migliore amico che sta organizzando una festa degna dell'evento.
Tutto perfetto, ma... il "ma" di Taylor si chiama Cristina ed ha gli occhi color del cielo! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Eccomi qua.
Con la penultima parte...
Mi spiace che la storia non abbia avuto molto seguito.
Io pensavo che le Taylorine si sarebbero entusiasmate :-(
(o anche che mi avrebbero criticato ferocemente... ;-) )
ad ogni modo grazie a Laena e Rosaly per i loro commenti! <3 <3 ed a tutte/i coloro che l'hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate! <3
vi abbraccio <3
a venerdì per l'"epilogo provvisorio" :-P
ed ora al cap per il quale il raiting di MV è arancione! ^_^
Lilla ;-)

...la nostra chance...

“SMETTILA! Smettila di urlare, maledizione!”
Questa volta... sono mie le nocche che percuotono l’uscio blindato.
Cristina rabbrividisce, da capo a piedi, appiattendosi tra la superficie liscia a cui ha voltato le spalle ed il poco spazio che il mio corpo le concede.
“Non può sentirti! Non può sentirti nessuno, qui! Quindi, SMETTILA!”
Vorrei trattenermi, dovrei...
“COSA PENSI CHE SUCCEDA, EH?!”
Vorrei trattenermi, dovrei...
Ma, quando la trasformazione è innescata, non puoi più arrestarla.
“E’ questo che pensi di me?! Che approfitterò di questa... ridicola... situazione?! E’ questo?! Pensi che io non sia in grado di...”
...trattenermi, dovrei proprio...
Deglutisco.
Chiudo gli occhi e poggio i pugni serrati ai lati della sua testa.
Faccio entrare l’aria nei polmoni.
La faccio uscire.
Un’ altra volta... e un’altra ancora...
Quando sollevo le palpebre, lei è lì!
Vicinissima... ed ancora schiacciata alla porta.
Schiacciata...
 ...tra me e la porta!
Vicinissima...
col respiro ansante, le labbra schiuse per l’affanno che non riesce a s.cacciare.
...dovrei...
Vicinissima...
e in attesa.
In attesa di una mia mossa.
Vicinissima... spaventata ed in attesa.
In attesa...
In attesa di cosa?!

Mi riscuoto, allontanandomi.
Vorrei scusarmi, dovrei...
Chino il capo e mi volto.
E il silenzio torna ad incombere su di noi.
“Non succederà niente! Non ti farò niente...” mi esce più basso e cupo di quello che vorrei.
Un’altra espressione che non avevo mai preso in considerazione, qualcosa che non avevo mai sentito prima...
...l’anima in-cupi-rsi...
La mia anima nera!
...come quella di un vampiro!


“Non ti toccherò”
Anche se è tutto ciò che desidero.
“Non ti parlerò”
Anche se ne sento più bisogno che di respirare.
“Non ti guarderò nemmeno”
Anche se ti vedrò in ogni singolo attimo, che i miei occhi siano aperti o meno.
“Contenta?!”
Concludo... esausto... lasciandomi sedere su questo... assurdo, scontato, irritante... materasso blu.
Strattono il mantello e lo faccio cadere ai miei piedi.
...nero...
...ridicolo...
...calpestato...
...esausto...
...come me!


“Contenta?!”
La sua voce arriva d’improvviso, mandandomi il cuore dritto in gola.
“Contenta...” ripete scettica “Se qualcosa riguarda te, io sono sempre... contenta... e non posso mai esserlo!”
Rialzo di scatto la testa, puntandola.
Ma Cristina ha lo sguardo basso, verso i suoi piedi.
Non si è mossa; è ancora adagiata alla barriera che separa questa cantina dal resto del mondo... alla barriera che separa me e lei dal resto del mondo!
Ma cos’è che separa me da lei... o lei da me?!
Dov’è... la nostra barriera?!
Dov’è... la nostra chance?!

Giocherella nervosa, colle dita, quasi carezzando la superficie liscia... poi fa leva su di essa, muovendo un passo in avanti.
...nera...
“Sono contenta che tu faccia il lavoro che ti piace?” prosegue “Certo! E... no! Non lo sono... Non sono felice di non vederti per mesi... Sono contenta che tu possa fare tante esperienze stimolanti? Certo che lo sono! E... no! Non lo sono... perché le fai senza di me!”
Muove un altro passo nella mia direzione, quasi fosse casuale...
...ridicola...

“Sono contenta che tu stia riscuotendo tanto successo facendo ciò che ami fare?”  l’intonazione è leggera e regolare, quasi parlasse tra sé... “Certo! E... no! Non lo sono... Come faccio ad essere... entusiasta... dell’influenza collettiva da... addominalidiTaylorLautner?!”
Questa volta l’inclinazione della sua voce è lievemente isterica.
Non posso fare a meno di sorridere.
Poi mi accorgo che è praticamente davanti a me.
Si lascia cadere ai piedi il mantello.
...calpestata...
“Sono contenta che tu sia cresciuto?” fa un lungo sospiro, poi solleva le braccia e lascia uscire: “Certo! E no... non lo sono! Come... io... come faccio... ora... a...” biascica, finché non cade quasi, seduta accanto a me.
..esausta..

Lei è...
...nera...
...ridicola...
...calpestata...
...esausta...
...come me!


Gli occhi di giada si sollevano, specchiandosi nei miei.
Lei è...
...in attesa...
...come me!


http://www.youtube.com/watch?v=kN1TolrbwLk

Questa volta... non si ritrae, al tocco dei miei polpastrelli sul dorso della sua mano, ma... espira forte come se sciogliesse(ro) una tensione a lungo trattenuta.
Questa volta... non scappa via quando l’altra mano si allunga verso il suo viso, ma... sento le unghie grattare contro il materiale gommato come a voler stringere delle lenzuola che non ci sono.
Questa volta... non s’irrigidisce mentre mi avvicino, ma... lascia andare la testa sul mio palmo aperto socchiudendo gli occhi.
Questa volta...
“No...”
“Ma...”
Le apro una palpebra.
“Non posso lasciartele tenere... sono... sono un affronto!”
Sorride.
“Ma...”
Mi stringe i polsi nella piccola morsa delle sue mani.
...bianche, lunghe, sottili...
“Ehi... non ti fidi di me?!”
Delle mie mani...
...grandi, scure, pesanti...
“NO” risponde d’istinto.
E rido.
Rido del suo imbarazzo, del suo orgoglio... delle sue barriere e del mio entusiasmo.
Rido perché la amo...

“Dammi una chance!”
...la nostra chance...
“The kids don’t stand a chance” risponde citando la musica che arriva fino a noi, seppure attutita.
E ride.
Ride della nostra posizione, di questa specie di lotta... del mio entusiasmo e delle sue barriere.
Ride...

“Potrebbe esserci un’eccezione” incalzo.
“Una sola” soffio sulle sue labbra.
Si rilassa e ne approfitto.
Per sfilarle quella odiosa lente a contatto!
“Ecco!” acclamo vittorioso, gettandola via “Ora l’altra...”
“NO!”

“Ma l’abbiamo già fatto!” mi lamento.
Cristina scoppia a ridermi in faccia.
“Ok... il doppio senso ci stava tutto... lo ammetto!”
“Beh...” fa, riprendendosi “...magari la seconda volta non viene bene come la prima...”

La scruto di sbieco, mentre arrossisce anche sulla punta del naso.
Perché anche qui... il doppio senso ci sta tutto!
Distendo le dita attorno al suo collo e l’avvicino.
..lentamente..
Solletico le sue labbra colle mie.
..lentamente..
Premo.
Un’ altra volta.. e un’altra ancora..
E poi avverto il suo respiro sulla punta della lingua.
E poi... non c’è più niente che sia lento!
Le lingue... non sono lente... mentre... cercano, scavano, trovano...
Le mani... non sono lente... mentre... cercano, esplorano, trovano...
I corpi... non sono lenti... mentre... cercano, cadono, trovano...
I respiri... non sono lenti... nemmeno quando il bisogno d’aria ci costringe a separarci... schiacciati... l’uno sull’altra...
Scivolo
su un fianco.
Vorrei trattenermi, dovrei...
“Come...?!” domando.
Fa spallucce.
“Non ne ho idea! Non sono stata molto attenta...”
Sorrido compiaciuto ed avvicino le dita all’altro occhio.
Sta per bloccarmi ma la fisso truce.
Non ha più scuse... ora che sa che la seconda volta può essere solo meglio della prima!
“Finalmente!” esulto lasciando andare la lente e ri-accostandomi a lei.
“Ehi, no! Ora tocca a te!” comanda.
“Agli ordini, generale Silvestri!” la canzono.
“Mi chiamate ancora così?” chiede tranquilla.
“Perché avremmo dovuto smettere?!” le rispondo sollevando le spalle coll’espressione da “bambino-monello”.
Lei mi fa la linguaccia.
“mmm...” mi esce solo mentre spingo il suo petto contro al mio torace e mi lancio sulla suddetta... linguaccia...
“No...” mugugna mentre prova a s.cacciarmi... e mentre vuole farsi prendere...
“L’altra...” ri-prova tra un bacio e l’altro.
“Dopo...” scivola dalle mie labbra, mentre scivolo sul suo corpo, mentre le dita scivolano sul bustino, mentre i denti scivolano sul suo collo.
“Dopo...” esala mentre imprimo il mio passaggio sulla pelle... bianca, sottile, sensibile... dietro il suo orecchio.
“Dopo...” mi soffia sul lobo prima di prenderlo fra i denti.
...scuro, spesso, sensibile...
“Dopo...” ripeto roco mentre scivolo... scivolo, schiaccio, premo...
“Dopo, quando?!”
Allarmata, punta i palmi contro la mia camicia.
“Cristina...” ...non capisco!

“Cioé... dopo, quando?! IO... io...”
Un’altra barriera...
“Ok... aspetta...” mi ri-sollevo e mi sfilo la lente rimasta.
Espiro.
“Spiegami”
Stringe le braccia attorno al corpo, voltando il capo.
Le carezzo una spalla.
“Cristina, spiegami”
“Io... io... io...”
Lancia un’occhiata quasi impercettibile alle... scorte...

“Oh... no! Cioé... sì! Certo che sì! Ma... ok.. non ora... cioé... non c’è nessuna... urgenza...”
Sorride.
“A me sembrava che ci fosse... una grande... urgenza...”
“Oh... tu! Io... ehi! Sono un uomo, io!” mi giustifico.
“Certo, capisco...” s’incupisce.
Le sollevo il volto, carezzandole il mento.
“Cristina, sono io, Taylor, e tu sei, Cristina, sei la mia eccezione, la ragazza che è cresciuta con me... insieme a me... e questo...” deglutisco “...succederà...” deglutisco ancora “...al momento giusto...”
“Faremo anche questo, insieme!” sancisco.
Sembra rilassarsi, poi mi scruta, nuovamente preoccupata.
“Ma tu... voglio dire... oh... scusa! Non dovrei chiederlo!”

Mi ci vuole un secondo intero per capire.
“Oh... ehi! Certo che... Ehi! Ho quasi diciannove anni, io!”
“Oh... certo...” quasi delusa..
“Solo con una persona... e... temo di non essere stato un granché...”
E’ imbarazzante ma voglio essere sincero.
Basta barriere.
“Oh... Taylor...”

“Dimmi.”

“Quella... Taylor...” spiega.
“Oh... no! Quella è fredda come una cella frigorifera... no!”
Resta in silenzio, in attesa...
Basta barriere.

“Con Selena, lei è... così diversa da te... che ho pensato... che avrebbe funzionato... che ti avrei... dimenticato...”
Sussulta alla mia confessione.

“Invece?” riesce a chiedere.
“Te l’ho detto: non sono stato un granché...”
Sospira, quasi di sollievo...
Poi prende a risalire i bottoni della camicia colle dita, le insinua nel colletto, e poi c’insinua il naso e poi le labbra e poi...
“Ehi... adesso tocca a te!” protesto.
Basta barriere.
Nasconde il viso nella mia spalla.
“Solo due...”

“Solo due volte?”
Muove la testa da una parte all’altra.
Il mio cuore si ferma.

Se ne accorge.

“Ehi... ho quasi venticinque anni, io!” sdrammatizza.
“Ehi... ho quasi due omicidi sulla fedina penale, io invece...”
Provo a tenere un tono scherzoso, ma non sembra riuscirmi bene...
“Ehi... non sono stati un granché!”
“E questo dovrebbe costituire un’attenuante?!”

Sorride, rialzando il viso all’altezza del mio.
“No... volevo solo dissuaderti dallo sporcarti la fedina penale...”
“Non ci riusciresti mai!” decreto.
Inarca un sopracciglio.
“Davvero?”

Mi guarda con quei suoi grandi, immensi... occhi color del cielo...
Colle pupille che sanno..
...di luce e d’ombra...
...d’innocenza...
...e di peccato...

Rabbrividisco da capo a piedi.
“Io... cioé... Cris...”
Ed in una mossa mi ha sotto di sé.
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma è a cavalcioni su di me...
“Cris...”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...colle lunghe gambe attorno ai miei fianchi...
“Cris...”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...coi lunghi capelli che mi sfiorano la faccia ed il collo...
“Cris...tina...”
Vorrei trattenermi, dovrei..
...ma riesco appena a serrare le palpebre, inorridito ed, al tempo stesso, estasiato dalla visione che sta giusto in mezzo alle sue lunghe braccia...
...bianche, sottili, sensibili...
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma...

“Questo non sta aiutando per niente la mia... urgenza...
O altrimenti detta... Maggiore Taylor!

“Oh... no?” finge sbalordimento.
Ringhio.
Vorrei trattenermi, dovrei...
“E questo?”
...ma mi bacia la fronte...
“Cris...tina”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma mi pizzica coi denti la fossetta del mento..
“Cris...”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma lecca l’interno delle mie labbra...
“C...”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma insinua il viso, il naso, la bocca...  nella fossetta tra le clavicole...
“...”
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma mi sbottona la camicia...
ODDIO! M.T. SE TORNI GIU’, SARO’ IL TUO SCHIAVO IN ETERNO, PROMESSO!
“mmm...” mormora, forse, constatando che sono già.. totalmente ed incondizionatamente... schiavo di M.T.... e di lei!
“E questo?”
Vorrei trattenermi, dovrei..
...ma soffia sulla cicatrice del mio ombelico...
NO!

Questo no!!
Vorrei trattenermi, dovrei...
...ma non ci riesco!

  
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