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Autore: Atelo_Phobia    10/06/2011    8 recensioni
Eccomi qua, di nuovo, con un'altra (buongiorno ripetitività) piccola fanfic su Santana e Brittany. Che devo dire? Io ho fatto del mio meglio... che poi abbia fallito miseramente (sai la sorpresa) questo è tutto un altro discorso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una Caramella Al Limone



 

"San!" trillò Brittany dall’altra stanza.
"Dove sei?" continuò con una punta d’impazienza.
"Arrivo subito, Britt" rispose la mora alla disperata ricerca del sacchetto di caramelle al limone scomparso in tutto quel disordine. Ma dove diavolo era andato a finire? Sospirò roteando gli occhi: propositi per il nuovo anno: diventare ordinata, si annotò mentalmente. Peccato fosse solo aprile, pensò arricciando le labbra in uno sbuffo, alla continua ricerca di quel benedetto sacchetto.
Caramelle al limone, sorrise poi scuotendo la testa. Si chiedeva se Brittany avrebbe mai smesso di andarne pazza; erano solo una di quelle cose che proprio non riusciva a spiegarsi della sua migliore amica - lei le trovava semplicemente disgustose -; ma nella tanto agognata attesa, pensò, avrebbe continuato a riempirle ogni giorno le tasche degli shorts di caramelle, fino alla pensione, se necessario, sebbene ogni tanto si chiedesse il perché, non trovando risposta, o forse, semplicemente cercandola nel posto sbagliato.
Poi, in un istante un ricordo le si affacciò nella testa, e le fece ricordare il motivo per cui anche la più aspra delle caramelle al limone, le scaldava il petto come il più dolce degli abbracci.

 
*
"Britt, che ti succede oggi?" chiese Santana preoccupata vedendo l’amica un po’ giù di corda.
"Niente." sussurrò l’altra stringendosi nelle spalle "Non importa".
"Importa eccome!" insistette Santana afferrandole il braccio e costringendola a voltarsi verso di lei.
Ma quando vide gli occhi lucidi dell'amica, lasciò andare dolcemente la presa, cercando di sorriderle 
"Ehi, Britt, sono io, San, a me lo puoi dire."
Brittany alzò lo sguardo su di lei fissandola con i suoi occhioni azzurri. Poi si strinse nelle spalle con l’aria più triste e tenera che Santana avesse mai visto. "Io e la mamma oggi abbiamo parlato e..."
"Va tutto bene? C'è forse qualcosa che non va?" chiese Santana tutto d'un fiato, la preoccupazione in volto.
"...e mi ha detto che la fatina dei denti non mi verrà mai più a trovare, perché sono troppo grande per queste cose..." e scoppiò a piangere, coprendosi il volto con le mani.
Santana sorrise dolcemente, mentre all’improvviso il cuore prese a batterle forte nel petto, senza che riuscisse a spiegarsi il perché. Era uno strano dolore, che la scaldava nel petto come gli abbracci della sua migliore amica.
"Va tutto bene."  riuscì faticosamente a dire, cercando di non scoppiare a piangere di fronte a Brittany: non voleva renderla più triste di quanto già non fosse; e poi, pensò, era suo dovere proteggerla, e consolarla. La strinse forte e sé, e ne approfittò per infilarle in tasca una disgustosa caramella al limone che un qualche ragazzetto le aveva regalato. Non sapeva il perchè di quel gesto, non aveva senso; era solo la prima cosa che le fosse venuta in mente per provare almeno a fare star meglio Brittany.
"Non capisci" singhiozzò Brittany "Non entrerà mai più nella mia stanza mentre dormo, per rubarmi i miei dentini e lasciarmi dei soldi sul comodino. Non avrò mai l’occasione di vederla... I-io ho sempre cercato di stare sveglia quando perdevo i denti, ma alla fine mi addormentavo sempre e..." ma si interruppe, perché l’amica la strinse più forte.
Santana non disse niente per un po', ma la strinse più forte, nella speranza che lei capisse che non l'avrebbe mai lasciata. Poi, quasi all'improvviso, la sua voce ruppe il silenzio:"Ehi, Britt" le sussurrò all’orecchio "C'è una cosa che devi sapere, anche se ho giurato che non l’avrei detta a nessuno. Vedi, il mese scorso ho visto la fatina dei denti..."
"Davvero?" la interruppe Brittany sospresa.
Santana annuì con convinzione. "Sai, il mio vicino di casa, Derek, il ragazzetto alto così..." indicò la statura del bambino con la mano, rivolgendo a Brittany uno sguardo eloquente.
Ma  quest'ultima la fissava poco convinta. Scosse la testa.
"Ma dai che lo conosci" insistette Santana "Quello con i capelli scuri e gli occhiali..."
"Ah!" saltò su la bionda, annuendo vigorosamente. "Derek!"
"Sì, ecco... Be’, il mese scorso una sera non riuscivo a dormire, perché continuavo a sentire dei rumori strani... poi all’improvviso l’ho vista lì, di fronte a me, che mi fissava e..."
"Chi, Derek?" chiese Brittany, confusa.
"Ma no, Britt, la fatina dei denti." la corresse Santana, ridendo.
La bionda spalancò gli occhi azzurri per la sorpresa, il volto disteso per la prima volta in quella giornata, in un sorriso sincero e limpido. Brittany sorrise incantata e Santana per un momento si interruppe, incapace di continuare, ammaliata dagli occhi azzurri dell’amica. Per un istante ebbe la strana sensazione che sarebbe potuta rimanere ad osservarla per sempre, senza riuscire a volgere lo sguardo su nient'altro, senza aver bisogno di null'altro per riuscire a respirare. Ma un secondo dopo quella sensazione fluttuò via, diventando soltanto un'eco indecisa, e Santana scoprì di non conoscere le parole di quella melodia di cui era testimone.
"E...?" chiese Brittany impaziente, afferrandole la mano.
"Co-cosa?" riportata improvvisamente alla realtà dalla percezione lievedella mano dell'amica sulla propria. 
"Cos’è successo dopo?"
"Oh, certo..." Santana si schiarì la voce sbattendo le palpebre per cercare di recuperare la concentrazione, e allontanare quello strano impulso di stringersi a Brittany e chiudere gli occhi.
 "Be’, all’inizio sembrava confusa, e continuava a ripetere che stava cercando la cameretta di un certo Derek, allora ho capito che si trattava del mio vicino e le ho spiegato che si era sbagliata. Lei mi ha chiesto scusa, ma poi mi ha detto che le sembrava di avermi già visto, anche se da me non passa lei ma suo marito, l’angelo dei denti e..."
"Oh, non sapevo fosse sposata..."
"Già..." confermò Santana, non sapendo che aggiungere.
"E lui com'è?" insistette la bionda.
Santana fece per rispondere, ma non sapendo che dire, rimase un attimo interdetta. "Lui è..." inziò con titubanza guardandosi intorno alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarla a descrivere l'angelo dei denti...
"San" mormorò Brittany prendendole dolcemente il braccio e costringendo la latina a guardarla "Sono qui."
Santana annuì, tenendo lo sguardo fisso su quello dell'amica. "Lui..." iniziò con voce lenta ma decisa " Lui ha due bellissimi occhi azzurri." mormorò abbassando improvvisamente lo sguardo. "E, be', anche dei denti stupendi." aggiunse. 
Ma Brittany non l'ascoltava più: sorrideva, perché aveva appena scoperto che l'angelo dei denti avevagli occhi come i suoi: "Davvero?" chiese gioiosa "Come me?"
Santana alzò lo sgaurdo su di lei annuendo appena. La sua voce si era fatta improvvisamente roca."Già." riuscì a sussurrare "Esattamente come te." Poi abbassò di nuovo gli occhi, cercando di nascondere il proprio imbarazzo fissandosi insistentemente le scarpe, ma ancora una volta, Brittany la costrinse a guardarla: "San? Continua, ti prego."
"La storia, giusto" si riprese Santana "Dunque, dov'ero rimasta?... Ah, già, all'angelo dei denti. Be', all’improvviso si è ricordata che mi aveva visto perché in camera tua ci sono un sacco di nostre fotografie, ed è diventata improvvisamente così triste che è scoppiata a piangere..."
"Piangeva?" mormorò Brittany dispiaciuta, mordendosi il labbro.
"Sì" asserì la latina "E io non sapevo che fare; poi mi ha spiegato che era tanto triste perché tu le stavi davvero simpatica, eri una delle bambine in assoluto che preferiva andare a trovare, e avrebbe voluto rivederti ancora, anche se sapeva che non avrebbe più potuto."
Una lacrima scivolò silenziosa sulla guancia di Brittany, e Santana provò il desiderio di stringerla forte, il bisogno di non lasciarla mai andare.
"Così mi ha detto che ogni notte sarebbe entrata nella tua camera, e nelle tasche ti avrebbe messo una caramella al limone, perché sono le sue preferite, così non ti saresti dimenticata di lei..."
"Davvero?"
Santana annuì, ma Brittany scosse la testa convinta. "Ma io non ho mai trovato nessuna caramella al limone..."
"Be'... Forse non hai cercato bene... Prova a guardare nella tua tasca." suggerì Santana.
Brittany la guardò speranzosa e poi cautamente controllò i jeans alla ricerca di una caramella.
Rovistò per un po' con un'aria concentrata che Santana trovava buffissima e che la rendeva più bella di quanto già non fosse; poi all'improvviso si immobilizzò, lo sguardo fisso su qualcosa che stringeva nel pugno.
Con la caramella in mano le sorrise, radiosa, e la abbracciò forte. Santana si limitò ad un semplice: "Che ti avevo detto?" fingendo di non avere visto gli occhi di Brittany più scintillanti del solito, e abbassando con difficoltà lo sguardo dalla sua figura che si allontanava radiosa, saltellando con il pugno sollevato, come se quella caramella fosse il suo personale trofeo. 

 
*
"San!" la chiamò di nuovo Britt.
"Sto arrivando!" urlò lei in risposta, ma sorrideva, perché le era bastato chiudere gli occhi un attimo per ricordarsi il motivo per cui, ogni mattina, infilava una piccola caramella al limone nelle tasche della persona più importante della sua vita.
E poi scorse qualcosa di giallo dietro un paio di bottiglie di coca cola. Oh, grazie al cielo le aveva trovate, pensò tirando un sospiro di sollievo, e infilandone una negli shorts dell’amica. Propositi per il nuovo anno: Brittany. E, diavolo, che importanza aveva che fosse solo Aprile? Lei era un impegnoa lunga scadenza.
"SANTANA!" strillò per l’ennesima volta Brittany, e stavolta Santana corse da lei.

*

Quella fu una brutta giornata per Santana. Gli usignoli cantavano, il sole splendeva e Rachel si era ammalata: per essere perfetta sarebbe bastata solo la notizia di una complicazione della sua semplice influenza che l’aveva resa muta, aveva necessitato il suo trasferimento, o che, perchè non pensare in grande, l'aveva uccisa il più lentamente possibile; ma per qualche ragione sconosciuta sentiva un peso nel petto, e dovunque andasse avvertiva il profumo di Brittany sulla sua pelle, che le faceva scintillare gli occhi.
Se solo si fosse lasciata accarezzare da quei raggi del sole che non riuscivano ad illuminarle gli occhi, e avesse avuto il coraggio di ascoltare quegli usignoli di cui cercava di coprire il canto tendendo l'orecchio per cogliere il vuoto che si stendeva trai suoi passi; se avesse avuto la forza di leggere il nome che aveva inciso nel suo cuore mesi, forse addirittura anni, prima, quel macigno che le schiacciava il petto sarebbe diventato di cartone, pesando poco più dei sospiri di Brittany sulla sua pelle.
Ma era più facile nascondersi. Era più facile fingere.
Al suono della campanella che segnava la fine delle lezioni, le due si ritrovarono fuori scuola. Santana le sorrise, cercando di celare dietro a un’aria allegra quel senso di vuoto che la lasciava senza respiro, ma Brittany si accorse subito che c’era qualcosa che non andava in quel sorriso, non era quello della sua Santana.
"Tutto bene, San?"
"Certo, Britt." risposa l’altra, allargando il sorriso.
Brittany la fissò intensamente per un istante, poi la attirò a sé, e la strinse.
"Ma che...?" fece Santana ma l’altra la zittì con un leggerissimo bacio sulla bocca.
Fu un istante, e poi volò via.
Brittany la lasciò andare: "Ti ricordi quella volta in cui mi ho trovato una caramella al limone nella tasca? Per la prima volta? Ti ricordi?" 
Santana annuì, un mezzo sorriso stampato sulle labbra laddove Brittany l'aveva baciata.
"Sai, come mi avevi promesso, un angelo ogni notte entra in camera mia e mi mette una caramella in tasca..."
"Brit, guarda che non era un angelo, ma la fatina dei denti..." le ricordò Santana.
Brittany scosse la testa guardandola negli occhi. "No. E’ un angelo... Lo vedo ogni notte, a volte dorme accanto a me, a volte compare nei miei sogni; ed è bellissimo."
"Come vuoi..." borbottò Santana, sapendo che ema eglio non discutere con l'amica. 
Brittany rimase in silenzio per un po’, poi all’improvviso alzò di nuovo lo sguardo su di lei. "Sai, certe volte anche gli angeli hanno bisogno di mangiare caramella."
E posando un'ultima volta lo sguardo su di lei, le lasciò la mano, scoprendo di essersi dimenticata del momento in cui gliel'aveva stretta. 
"Eh?" Santana la fissò con sguardo interrogativo, il braccio lungo il fianco, la distanza tra loro due sempre più ampia man mano Brittany si distaccava da lei.
Ma mentre la osservava allontanarsi, mise una mano nella tasca dei pantaloni, e trovò una piccola caramella al limone.
  
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