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Autore: Sparrowhawk    10/06/2011    2 recensioni
Flippy/Flacky
"Lasciami uscire per un pò. Lasciami divertire."
Se lo avesse fatto poi cosa sarebbe successo? Cosa avrebbe fatto, l'altro se stesso, alla persona che più amava solo ed esclusivamente perché alla ricerca di un pò di divertimento?
Era stanco di non ricordare cosa faceva, ritrovandosi poi a dover fuggire dalle urla degli altri quando lo incontravano, dagli sguardi pieni di terrore e dai pettegolezzi che giravano sul suo conto. L'altro era abbastanza forte da prendere il suo posto anche definitivamente, lo sapeva.
Eppure, se ci pensava, c'era un cosa per cui avrebbe lottato sino alla fine. Una cosa che Fliqpy non avrebbe mai saputo apprezzare davvero.
Una cosa a cui non avrebbe mai rinunciato. Una cosa a cui non poteva rinunciare.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Lei, che con un solo sorriso riesce a cambiare tutto.
Fandom: Happy Tree Friends
Personaggi: Flippy; Flacky
Rating: Verde
Genere: Romantico; Fluff; Introspettivo
Altro: Missing Moments; One-shot
Note: Penso sia ovvio quanto io adori questa coppia. Per quanto Flippy sia pazzo e pericoloso, il fatto che -almeno nella mia mente, eh- Flacky se ne infischi e gli rimanga accanto mi sbalordisce. Sono belli insieme.


Lei, così bella. Così dolce. Così timida.
Lei, che non aveva mai una parola cattiva per gli altri e che era sempre pronta ad aiutare.
Lei, che gli sorrideva sempre come se nulla fosse, donandogli ogni volta un'emozione diversa.
Ormai era ovvio. Quando stava con lei era innegabile che, Flippy, si sentisse enormemente felice.
Anche solo guardarla era appagante. Gli bastava rimanere là, fermo immobile, seduto di fronte a lei all'altro capo del tavolo in legno d'acero che stava nel centro della sua sala da pranzo, e tutto quanto il resto sfumava del tutto.
Si sentiva felice. Si sentiva sereno. Ogni cosa brutta ed ogni singolo orrore che aveva vissuto in passato svaniva semplicemente dietro ad una nube dolce e rosata, permettendogli di dimenticare, anche se per poco, le cose che era stato capace di fare.
Sì, Flippy la amava, e per quanto ancora faticasse a credere che una persona così dolce e magnifica come Flacky ricambiasse i suoi sentimenti, non avrebbe mai smesso di ringraziare il cielo per avergli mandato il suo più bell'angelo.
«T-Ti va di mangiare qualcosa?» gli chiese d'improvviso la ragazza, arrossendo un poco, come sempre quando parlava con lui. Flippy si riscosse dai suoi soliti -adoranti- pensieri e la guardò dritta negli occhi. «O forse...forse preferisci qualcosa da bere?»
Lui sorrise, amabile. «Ammetto di avere un certo languorino.»
«Ci sono delle mele! Potrei tagliartene una, che ne dici?»
Flippy annuì, sempre con quel sorrisetto stampato in volto, accompagnandola con lo sguardo mentre la vedeva alzarsi per dirigersi poi verso il piano cottura della sua cucina.
La casa di Flacky era davvero accogliente. Con quelle tinte pastello e quella mobilia, scelta con tanta cura, era assai difficile sentirsi a disagio o trovare una nota stonante nell'insieme dell'arredamento. Chiunque ci avrebbe passato volentieri un sacco di tempo, là, magari in sua compagnia.
Ma per fortuna nessuno sembrava avere la fortuna di essere tanto apprezzato quanto lo era lui. O, beh, almeno lo sperava.
L'ex soldato gongolò raggiante di fronte a quel pensiero e, cercando di nuovo gli occhi di Flacky, si sentì improvvisamente desideroso di stabilire con lei un nuovo contatto visivo, uno di quelli che si scambiavano da che si conoscevano e che, alla fine, avevano la strana facoltà di mozzargli il fiato. Avevano fatto molti discorsi, loro due, soli, senza mai muovere le labbra o lasciar uscire un singolo suono dalle proprie bocche. Si erano detti tantissime cose così, in silenzio. Con gli occhi.
Dire "ti amo" non era mai stato così facile per due timidoni come loro.
Nel momento in cui però scorse la sua figura, il sangue di Flippy gli si gelò nelle vene.
Non c'era nulla di strano in lei. Niente che non andasse nei suoi capelli fucsia, lunghi e sempre tutti spettinati. Niente che gli desse fastidio nei suoi vestiti. Nulla di poco attraente nel suo aspetto...
Solo quel coltello, quello che stringeva fra le mani candide e minute, era stato in grado di attirare la sua attenzione.
Il cuore cominciò a battere fortissimo, più di quanto avrebbe voluto e più di quanto non avesse mai fatto quando si riscopriva sempre più innamorato della sua Flacky. Il respiro questa volta non gli era morto in gola per l'emozione, ma per l'improvvisa ansia che stava cominciando a provare. Gli occhi si erano sbarrati, sconvolti, inorriditi, mentre nella testa rivedeva tutti i flashback della sua vita come militare.
Le persone uccise, gli interi giorni passati nel buio in attesa di un attacco da parte del nemico, il sangue che aveva visto scorrere sotto ai piedi e sulle sue stesse mani. Tutto, stava rivedendo tutto.
"Avanti, Flippy..."
Riconosceva quella voce. La riconosceva perché era la sua.
"Lasciami uscire per un pò. Lasciami divertire."
Le mani presero a tremargli e lui, disperato, se le accoccolò in grembo stringendole fra le gambe. Voleva fermarle, voleva che la smettessero di muoversi senza il suo permesso.
"Cosa vuoi che sia farlo ancora una volta? Solo una."
Flippy entrò in iperventilazione e, finalmente, anche Flacky -la quale era tutta impegnata a tagliare la buccia della mela che aveva fra le mani- si rese conto di ciò che stava succedendo.
«...Flippy?» mormorò, guardandolo a sua volta.
Forse, se era una volta sola. Una e poi avrebbe smesso. Non avrebbe più fatto del male a nessuno se avesse ceduto ora, no?
Si alzò, lentamente, gli occhi ora di un giallo scintillante ed intenso. La stava fissando con una tale insistenza da rischiare perfino di sciuparla con lo sguardo. In quelle iridi si riflettevano tutte le sue emozioni, tutti i suoi desideri, tutti i pensieri orribili che stava facendo su di lei. La vedeva ora come una preda perfetta, una di quelle che mai si sarebbe opposta di fronte alla sua forza e che gli avrebbe permesso di fare di tutto con il suo fragile corpicino. Flippy era un'artista nel suo campo, e l'idea di imbrattare i muri di quella casa con la tinta più bella di tutte, la tinta rosso sangue della sua adorabile Flacky, lo stava inebriando di eccitazione.
Allungò una mano verso il suo viso.
«F-Flippy...?» ripeté lei, gli occhi già lucidi di lacrime e la voce incrinata dall'agitazione.
Il giovane si protese in avanti e la strinse forte fra le braccia, affondando il viso nella sua spalla ed inalando con profondi respiri il suo unico profumo, quello che tanto amava. Chiuse gli occhi, stringendoli con decisione e forza, tentando disperatamente di ricacciare indietro ciò che voleva solo dimenticare per sempre.
Non avrebbe ceduto. Questa volta non si sarebbe permesso di rovinare tutto. Non poteva. Non voleva.
Il sorriso di Flacky era la cosa più importante del mondo, adesso, e sapeva bene che lasciandosi andare a quei desideri impuri lo avrebbe perso senza mai più ritrovarlo. Quel dolce sorriso si sarebbe fatto vincere dalle lacrime e allora a che cosa si sarebbe aggrappato, lui?
Anche Flacky lo abbracciò a sua volta, circondando quel corpo muscoloso con le sue braccia magroline e praticamente inerti. Lo sentiva singhiozzare là, nascosto addosso a lei, pieno di sollievo per essere riuscito a fermarsi in tempo e di timore per ciò che sarebbe potuto succedere solo il giorno dopo. O addirittura poco più tardi.
Il futuro era un'incognita così angosciante per Flippy.
«È tutto ok, Flippy.» disse, cercando di sorridere.
"No, non lo è e tu lo sai, Flippy."
«È tutto ok.»
"Tornerò Flippy, e la prossima volta potresti non essere abbastanza forte da fermarmi."
Oh. Sapeva bene che sarebbe tornato.
...ma per il momento poteva forse sperare nel contrario.
Solo per un pò. Solo per un istante. Il tempo di perdersi in quell'abbraccio e fare finta che al mondo esistessero solo lui e Flacky.
Flacky, così bella. Così dolce. Così timida.
Flacky, che non aveva mai una parola cattiva per gli altri e che era sempre pronta ad aiutare.
Flacky, che gli sorrideva sempre come se nulla fosse, donandogli ogni volta un'emozione diversa.

  
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