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Autore: jezzy    01/03/2006    2 recensioni
questo racconto l'ho scritto un po' di tempo fa, per me è troppo sdolcinato ma chissà..magari a qualcuno piace!!! niente di ciò che è scritto è autobiografico (neanche l'età!!)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è un racconto che avevo scritto tempo fa e che trovo un po

Questo è un racconto che avevo scritto tempo fa e che trovo un po' troppo sdolcinato ma magari a voi piace!!!...fatemelo sapere!!!      A proposito praticamente niente di quello che c'è scritto è successo veramente, la scrittura in prima persona era solo un "esperimento"...chissà se è riuscito oppure no...beh fatemelo sapere!!!

 

Ora vivo in un appartamentino con la mia migliore amica.

Io mi chiamo Jessica, lei Agnese, tutte due ventenni con un sacco di voglia di indipendenza e un po’ di libertà, senza genitori che ancora ordinano lavoretti domestici ad ogni occasione! Almeno adesso abbiamo dei turni precisi, certo da rispettare, ma sicuramente nessuno fa storie assurde per  UNA volta che saltano!...bhè...l’importante è che ce l’abbiamo fatta, i soldi non sono molti, abbiamo appena smesso di studiare! Comunque non è un problema, abbiamo sempre vissuto con pochi ...e siamo ancora qui!

 La casa non è molto grande, due camere da letto, letti rigorosamente portati da casa dei nostri genitori, una cucina dove prendono vita i nostri manicaretti ( soprattutto i suoi ), un salone che abbiamo constatato essere molto adatto a feste, e, ovviamente un bagno! La maggior parte dei mobili sono di recupero, gli altri sono dell’Ikea, mobili stupendi ad un costo accessibile. La mia moto è parcheggiata nel garage accanto alla macchina della mia amica.

La mia camera è tappezzata di poster tipo Nirvana, Vasco e Red Hot, ok ho 20 anni ma mi piace un sacco la mia camera così, molto personale! Vicino al letto c’è la mia chitarra con cui imito i gruppi rock che adoro, rigorosamente dalle 16.00 alle 20.00, gli orari condominiali!

La camera della mia amica è ancora in fase di  assemblaggio, ma sicuramente non mancherà la sua pianola super- mega- iper ecc ecc.

I nostri stili musicali sono diversi io sono per il rock (W Vasco & Nirvana), invece lei per la musica classica e boy band tipo Backstreet Boys (+_+ bleah +_+) e quindi l’uso dello stereo diventa complicato! Ormai so a memoria ogni suo CD, anche se lo odio dal più profondo e per lei è lo stesso.

In una casa che si rispetti, soprattutto nella nostra casa, non può mancare un computer, sistemato in soggiorno in modo che tutti possano usarlo, carico di immagini di cui non vogliamo disfarci, fanno parte della nostra adolescenza e ci siamo affezionate!

 

Dopo aver comprato la cucina e qualche altro mobile abbiamo deciso di dare una festa per inaugurare la nostra nuova casetta che non sarà il “Palazzo d’oro di Edoras” o il palazzo dei Re di Minas Tirith (palazzi del Signore degli Anelli, una passione in comune ), ma è tutta nostra!

Per prima cosa abbiamo invitato tutti i vicini, cercando di evitare così le proteste per il rumore di quella notte, poi una buona parte degli amici e delle famiglie. È stata una nottata stupenda e, quando se ne sono andati tutti abbiamo deciso che avremo messo in ordine il giorno dopo, eravamo troppo stanche, così siamo andate a letto!

La mattina dopo, domenica, ci ritroviamo a risistemare tutto! Che impresa!

«Che faticaccia!» esalo quando abbiamo finito.

«Infatti» mi dà ragione Agnese che si è già appropriata del divano.

«Io vado a prepararmi» annuncio e, notando l’occhiata perplessa aggiungo «Ti ricordi che oggi dobbiamo trovarci con la Vero?»

«Ah si, è vero!» conferma Agnese continuando a stare seduta, intanto vado in camera a scegliere cosa mettere, jeans e maglietta bianca, tanto per cambiare! Mi vesto e sono pronta un quarto d’ora prima dell’appuntamento, come sempre in perfetto orario! Vado in salotto e...

«INSOMMA VESTITI! NON POSSIAMO ARRIVARE PERENNEMENTE IN RITARDOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!» urlo notando Agnese ancora nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata mezz’ora prima.

«Ok» è la risposta mooooolto esauriente che ricevo mentre lei si alza e sparisce in camera sua.

«Prendiamo la mia macchina?» mi chiede dall’altra stanza.

«Se vuoi salire dietro sulla mia moto!» rispondo.

Si affaccia con lo sguardo terrorizzato lanciandomi dietro qualcosa di non ben precisato che non mi sfiora neanche e cade per terra. Ci guardiamo e ci mettiamo a ridere, un po’ per la sua scarsa mira, un po’ per la sua paura ingiustificata di me che guido la moto.

Comunque dopo dieci minuti è pronta e saliamo in macchina.

«Il cellulare!!!!» urlo. L’avevo lasciato in casa dopo aver ricevuto la telefonata della Vero. «Vado e torno».

Infatti dopo poco torno e così possiamo partire per andare in città dalla nostra amica, la puntualità per noi è una cosa fuori da ogni prospettiva.

 

«Ma è possibile che si mette sempre nei casini?!?» comincia Agnese appena entriamo in macchina dopo aver girato per tutto il giorno ascoltando le ultime dalla Vero.

«Sembra che abbia la calamita!» confermo io, e in effetti è vero! Ci ha raccontato che il suo ragazzo, un figo semi sconosciuto, l’aveva lasciata dopo averla vista mentre era in atteggiamenti sospetti con un altro, che a quanto ricordo era uno schifo totale!...chissà perché l’ha fatto, non lo sa nemmeno lei a quanto abbiamo capito. Comunque l’argomento di discussione in casa per un po’ di tempo è rimasto fermo sulla Vero.

 

La mattina dopo, sveglie alle 7.30, è lunedì, bisogna lavorare! Metto su il CD di Grease, che piace a tutte due, mentre ci prepariamo. Alle 8.00 siamo pronte, io prendo la mia moto per andare ad aprire il negozio in cui sono commessa, è un negozio di vestiti, ciò significa vestiti sotto costo per me! Agnese sale in macchina, lei lavora come commessa in un negozio di abiti per bambini, proprio il lavoro adatto a qualcuno che non li sopporta!...Precisando: i nostri sono lavori temporanei.

Agnese vorrebbe lavorare in qualche posto dove mettere in uso i 5 anni di lingue imparate a scuola, io ho studiato lingue per viaggiare e quindi non m’importa trovare un lavoro che abbia a che fare con questo, anche se non mi dispiacerebbe e sicuramente il lavoro come commessa non è la mia massima aspirazione nella vita!

All’una c’è pausa pranzo e si torna a casa a mangiare, poi alle tre il negozio riapre. La sera si esce! Chiaramente non tutte le sere ma di solito almeno 4 sere su 7 ci si ritrova con amici vari.

 

Per citare il “Signore degli anelli” le settimane passano piene del loro andirivieni con cambiamenti che avvengono lentamente, sempre che avvengano, fino a quando, un sabato mattina, mentre ero ancora a letto, Agnese si catapulta in camera mia urlando qualcosa che a quell’ora non riesco a capire e buttandomi giù dal letto.

«Cosa accidenti...?» comincio sorpresa, ma mi blocco quando noto la sua espressione sull’ebete sognante... fa’ quasi paura!

«Bhè...che ti succede?» riesco a dire dopo essermi ripresa da quella sveglia brusca che mi ricorda vagamente mia nonna.

«Guarda!» mi urla lei tendendomi una busta che doveva essere arrivata con la posta, la prendo,  è indirizzata ad Agnese Marini.

«Leggi!» mi urla notando il mio sguardo perplesso-assonnato mentre guardo la busta. Obbedisco e sfilo il foglio che c’è dentro. Quando finisco di leggerlo sono del tutto sveglia, è una lettera d’amore... “che antiquato sto tipo” penso.

«Allora?» mi chiede Agnese.

«Allora cosa?» rispondo perplessa.

«Cosa ne pensi della lettera? Non è romantico?» mi dice guardandomi speranzosa.

« E’ antiquato, non romantico. Comunque o qualcuno si è preso una cotta per te oppure è uno scherzo di cattivo gusto...non c’è la firma!»

«....a....ok......» mi dice demoralizzata.

«Che c’è?» rispondo un po’ seccata.

Dopo una buona mezz’ora riesco a farmi dire cosa c’è:

«C’è che....pensavo che.....magari tu.....potresti....» comincia a dire.

«Vuoi che scopra chi te l’ha mandata?!? E si può sapere come faccio? Tra l’altro non credo che lo vengano a dire a me, lo sanno tutti che sono la tua migliore amica, figurati se pensano che non te lo dico...spero che non sia un idiota così grande!»

 

Ed eccomi qui che invece di godermi la serata devo fare il 007 delle lettere d’amore! Comincio con i ragazzi che mi sembrano più “romanticamente antiquati”, ma non arrivo a niente. Continuo con quelli che mi sembrano potenziali corteggiatori della mia amica, ma anche questa volta faccio un buco nell’acqua. Provo con tutti gli altri e anche stavolta è una sconfitta.

“Che faticaccia inventarsi delle scuse per spostare il discorso su quell’odiosissima lettera!” penso in un angolo del garage degli amici che ci invitano ogni tanto per fare un po’ di casino.

«Qualcosa non va?» mi chiede il Nico, questo ragazzo fighissimo che è entrato da poco nella compagnia. Deve aver notato la mia faccia sbattuta, causa il poco sonno e la ricerca dell’ammiratore anonimo!

«No, tutto ok» gli assicuro «non è che per caso ultimamente hai scritto qualche lettera??»...dal suo sguardo perplesso capisco che non è stato lui e per tutto il resto della notte non facciamo che parlare tra noi, è un tipo molto simpatico!

 

«Scuuuuusa! É che io e il Nico ci siamo messi a chiacchierare e non ho più pensato al tuo ammiratore! Ho anch’io una vita privata, oltre a quella di 007!» dico ad Agnese il giorno dopo. Scoppiamo a ridere e, visto che sono le 11.00 di domenica mattina dobbiamo inventarci qualcosa da fare... e cosa meglio delle agenti di polizia? Ritiriamo fuori la lettera e ci mettiamo a riflettere.

«La scrittura! Puoi farti scrivere qualcosa dai principali indiziati» propone Agnese.

«E va bene!....ma vorrei proprio sapere chi me lo fa fare!»  rispondo scoraggiata.

La sera mi faccio scrivere qualcosa, ma la prova calligrafica dà esiti negativi... mi sento tanto la poliziotta che indaga in un crimine terribile...peccato che questo sia un affare di cuore!

   

La settimana passa senza nuovi sviluppi e la curiosità sale.

«Che senso ha confessare tutto se non ti firmi? Insomma, non lo sa, magari ti piace! Che ragazzo scemo!» commento una sera.

«Io lo trovo romantico» sospira Agnese.

« Se lo trovi tanto romantico perché vuoi scoprire chi è?» dico alzando un po’ la voce.

«Bhè...perché magari mi piace davvero» risponde lei.

«Allora sei d’accordo...è da idiota non firmarsi se potrebbe piacerti!»

«Non so, sono combattuta» è la sua risposta.

«Ok, io ci rinuncio!» dico mentre accendo la TV e mi disinteresso di quella odiosa lettera e di quel ragazzo che non trovo romantico neanche la metà di quanto è stupido!

 

...e per 2 settimane del ragazzo si perse ogni conoscenza...scusate...quello era l’Anello.  Comunque di questo misterioso ammiratore non parlammo più, fino a quando, durante una serata tra amici, credo di aver capito chi sia il ragazzo. Mi catapulto correndo dalla mia amica.

«Agnese! Agnese! Non ci crederai mai! Vieni!» dico trascinandola fuori dal locale per parlare più tranquillamente.

«Ho scoperto chi è il tuo ammiratore segreto!» dico prima che lei possa chiedermi qualsiasi cosa. «Bhè...che aspetti a dirmelo?»

«Bhè....non è proprio così facile.....» l’entusiasmo di poco prima era svanito, come facevo a dirglielo?!?

«Allora?» mi chiede dopo un po’.

«Non so se è una buona idea» dichiaro dopo un attimo di riflessione.

«E perché?»

«Perché probabilmente aveva i suoi buoni motivi per non fartelo sapere» rispondo.

«COSA?!?! Non eri tu che dicevi che era uno stupido a non firmarsi?!?» comincia ad alzare la voce Agnese «e ora dici che aveva dei buoni motivi?!? Non è che hai bevuto un po’ troppo stasera?»

«Lo sai che non bevo quando devo guidare!» rispondo un po’ seccata.

«Non è questo il punto! Dimmi chi è!» ora sta proprio urlando, ma io non posso dirlo! Che situazione stupida! Perché anche questa volta non ho pensato prima di parlare?!?

«Non potrei...» comincio ma vengo interrotta perché proprio in quel momento arrivano un sacco di poliziotti che si fermano fuori dal locale e ci intimano di allontanarci da lì. Ovviamente seguiamo il loro  “consiglio” sperando che non siano successi casini che coinvolgano i nostri amici. A quel punto siamo troppo preoccupate per pensare al nostro battibecco e osserviamo la scena da lontano. I poliziotti sono entrati e poco dopo escono con delle persone ammanettate, cosa diavolo è successo lì dentro?!? Siamo preoccupate al massimo, quando arriva un’ambulanza ad accrescere le nostre paure. Vediamo che sulla lettiga dell’ambulanza c’è una persona insanguinata e sembra che non sia del tutto cosciente. La guardo meglio.

«Il Nico!» urlo e riesco a reggermi in piedi solo appoggiandomi al muro dietro di me. “Non è possibile! Cos’è successo?!?”mi chiedo disperata.

La notte passa tra vari interrogatori, da quanto mi racconta una mia amica scopro che è scoppiata una rissa mentre io e Agnese eravamo fuori e uno ha tirato fuori un coltello e ha colpito il Nico.

«Voglio andare in ospedale!» dico ad un poliziotto «io e la mia amica eravamo fuori quando c’è stata la rissa, quindi non abbiamo visto niente!».

«E va bene, lasciate nome, cognome e indirizzo e poi potrete andarvene tutte due» risponde l’agente.

Sto salendo sulla mia moto, quando una mano mi afferra la spalla, mi giro, è Agnese.

«Non puoi guidare in questo stato! Ti accompagno io in ospedale» mi dice e ci avviamo verso la sua macchina. Effettivamente sono molto scossa e le mie mani tremano, non mi ero resa conto che il Nico fosse tanto importante per me, mi stavo già chiedendo cosa avrei fatto se non avessimo più potuto parlare insieme, incredibile, io lo consideravo niente più di un amico, invece... Le lacrime mi scendevano ininterrotte sulle guance mentre Agnese guidava verso l’ospedale.

Arriviamo e tento di chiedere informazioni all’infermiera che continua a ripetermi di stare calma, cosa che ovviamente non mi riesce! Intanto torna Agnese che ha appena parcheggiato la macchina e da lei l’infermiera ottiene maggiori risultati che con me. Scopriamo che lo stanno operando, cosa che avrei già sospettato se fossi stata in condizioni normali. L’infermiera ci fa vedere dove possiamo sederci, intanto ci chiede di “avvisare i parenti del paziente”, ricercare il numero sulla rubrica ci tiene impegnate per un po’.

I parenti arrivano e insieme a loro aspettiamo quasi tutta la mattina, mi accorgo di essere stanca morta e di sembrare uno spettro a causa del mio viso bianco. Non sto più piangendo, rassicurata dai medici che il Nico non ha niente di tanto grave, anche se lo terranno dentro per un po’.

Verso le quattro del pomeriggio ci dicono che possiamo andare a salutarlo, velocemente, perché deve riposare. Non so se sia il caso di farmi vedere in queste condizioni indecenti, ma appena provo a dirlo c’è una sollevazione popolare contro di me, quindi entro. Il Nico è disteso su un letto, ha una fasciatura dalla spalla fino al fianco destro, ma non sembra stare eccessivamente male. Dopo aver rassicurato i parenti, lui chiede se possono lasciarci soli per un po’ e tra i sorrisetti maliziosi se ne vanno tutti.

«Perché ci siete solo tu e la tua amica? Gli altri?» già e gli altri?, dov’erano finiti?

«Credo che siano ancora impegnati con la polizia, io non ho visto niente quindi mi hanno lasciata andare» dico e la mia voce si incrina man mano che tiro fuori una parola dopo l’altra.

«Cos’hai?» mi chiede notando la mia voce.

«No...niente» comincio, ma la lacrime cominciano a scendere dai miei occhi «è che avevo paura di non rivederti più!»

Mi prende una mano nella sua e mi attira verso di lui, lo assecondo e lo abbraccio, facendo attenzione a non appoggiarmi troppo. Stiamo abbracciati per un po’, finché qualcuno bussa e l’infermiera entra, cacciandomi fuori in malo modo.

Lo vado a trovare praticamente tutti i giorni per circa un mese, finché non lo dimettono.

 

Suonano alla porta, Agnese non c’è, diceva di avere qualcosa che non ricordo da fare. Nel mio look da casa, composto da ciabattone rosa, pantaloni scoloriti e una maglia larghissima vado ad aprire, pensando al solito vicino che ha qualcosa da ridire. Apro la porta e...

«Nico!» urlo, sono troppo felice di vederlo e lo abbraccio.

«Ehi! Ciao!» mi risponde abbracciandomi a sua volta. Dopo un po’ mi accorgo che siamo ancora sulla porta e sciogliendo l’abbraccio gli chiedo se vuole entrare.

«Va bene»

Lo faccio sedere sul divano, intanto vado a prendere qualcosa da bere.

«Allora come va?» comincio senza sapere che altro dire.

«Come se tu non lo sapessi! Sei sempre stata in ospedale con me!» a queste parole arrossisco violentemente, ma non può vedermi, sono ancora nell’altra stanza, fortunatamente.

«È vero, domanda stupida!» mi scuso, intanto torno con dei bicchieri pieni di succo di Ace, credo, ha fatto la spesa Agnese, non so cosa sia veramente.

Mi siedo vicino a lui, mi sento un po’ a disagio, mi sta guardando, vorrei urlargli che mi piace un casino! Mentre  sto pensando a questo il Nico posa il bicchiere sul tavolino e, dopo aver fatto lo stesso con il mio prende il telecomando e accende la TV.

“Cosa accidenti sta facendo?” mi domando.

«Sei venuto a guardare la TV o hai qualcosa da dirmi?» gli chiedo moooooolto confusa.

«Sono venuto per stare un po’ con te, mi piace, mi metti a mio agio» mi risponde con quel suo sorriso che farebbe sciogliere un intero ice-berg in 20 secondi.

“Tu invece mi rendi incredibilmente nervosa!” penso mentre lui ride per i cartoni animati e appoggia la testa sulla mia spalla. Solo in quel momento mi rendo conto di come sono conciata, nel mio “fantastico” look da casa e capelli tirati su alla bell’e meglio! “Non serve a niente agitarsi, tanto ormai se n’é accorto! Cretina! Cretina!” mi dico, ma poi una vocina più sensata si fa largo in me “Non è venuto per i tuoi vestiti, cretina, è qui per te!”. In quel momento mi accorgo che è vero e la mia tensione sparisce, così mi trovo perfettamente in sintonia con lui, senza troppe storie inutili!

 

Quando la sera racconto tutto ad Agnese lei, con un sorrisino strano mi dice:

«Almeno ne è valsa la pena di andare a trovare mia madre!»

«Vuoi dire che te ne sei andata per lasciarci da soli?» chiedo in adorazione.

«Certo!...ma ora mi devi qualcosa...»

«Eccola! Lo sapevo! Comunque è giusto! Cosa vuoi?»

«Il mio ammiratore segreto solo a me...chi è?...sputa il nome!» mi ordina lei.

«Come vuoi!.....Alessio»

«COOOOOOSAAAA?????» mi risponde inorridita.

«Hai capito perché non volevo dirtelo?».

Alessio è il ragazzo più insopportabile della compagnia e di tutto il mondo conosciuto, per quanto mi è dato sapere.

 

Agnese mi sta raccontando che Alessio ha scoperto che ho spifferato tutto. Abbiamo deciso che gli parlerà e, per tirargli un po’ su il morale gli dirà che tante ragazze aspettano soltanto che lui si faccia avanti. Ok, è una bugia, ma a volte una bugia a fin di bene è meglio della verità.

 

Io e il Nico ci stiamo frequentando da qualche settimana, più o meno 2 settimane, 3 giorni e 12 ore, quando, mentre siamo a casa mia mi chiede se voglio andare da qualche parte.

«Ok, dove?» chiedo io.

«Ti va se andiamo al lago? Visto l’orario non ci sarà traffico, staranno tornando tutti a casa!» mi dice, è una scusa bell'e buona quella che non ci sia nessuno adesso...sono appena le 19.00!

«E coma faccio a rispondere no a quegli occhioni?!?...Scherzo! Ho troppa voglia di andare al lago!».

Prendo una borsa, ci infilo un paio di teli, mi metto il costume e lascio il bagno libero per lui che si mette il suo costume, l’aveva lasciato lì qualche settimana prima. Intanto scrivo un biglietto per Agnese: “sono al lago con il Nico, non credo di tornare per cena visto che è già ora di cena!Ciao Ciao tvb By Jé.”

Andiamo con la mia moto, guido io anche se il Nico tenta di opporsi!

Stiamo per un po’ sdraiati al sole che sta calando. “Un tramonto con lui!” penso in preda al romanticismo.

Mi siedo a guardare il sole tuffarsi nelle acque, il Nico mi imita e mi abbraccia, non sono mai stata così felice!!!!! Il disco giallo è ormai sparito quando lui si alza in piedi e mi tende una mano. Notando il mio sguardo dubbioso sussurra:

«Vieni che lo raggiungiamo!» a questo punto mi alzo anch’io e ci tuffiamo di corsa verso il sole.

A un certo punto ci fermiamo nel bel mezzo del lago, non tocchiamo il fondo ma sappiamo nuotare molto bene, e ci guardiamo negli occhi.

«Non ce l’abbiamo fatta, è già sparito!» dico senza distogliere lo sguardo.

Lui mi si avvicina e mi abbraccia. Mi sembra di stare sospesa fuori da spazio e tempo, lì, in mezzo all’acqua, niente sopra né sotto, solo noi due abbracciati stretti. Ad un certo punto e non tanto per caso, i nostri visi si sfiorano e le nostre labbra si scambiano un bellissimo, dolcissimo e lunghissimo bacio.  Restiamo per un po’ ancora abbracciati, poi decidiamo di tornare a riva.

Andiamo a mangiare qualcosa in un posto pieno di gente dove preparano dei panini divini. Stiamo mangiando quando un tipo si avvicina al Nico:

«Sei in giro con la tua ragazza? Scommetto che lei non si sarebbe fatta colpire in quel modo da mio fratello!» non ho capito niente, ma il Nico evidentemente si, dal momento che ha steso l’altro tipo con un pugno.

«Che accidenti stai facendo?!?» gli chiedo ampiamente scandalizzata. Intanto l’altro si è rialzato e sta attaccando rissa con il Nico!

«Smettetela! Cosa state facendo? Cosa succede? Fermatevi!» continuo ad urlare io e alcune altre persone del locale.

Finalmente qualcuno riesce a separarli.

«CHE TI È PRESO?!?» urlo  tentando di trattenermi dal mollargli uno schiaffo.

«Suo fratello è quello che mi ha accoltellato» mi risponde il Nico ampiamente sanguinante. Mi viene da piangere e ho una gran voglia di spaccare la faccia all’altro tipo, ma cerco di fare la persona civile e porto fuori il Nico.

Ci allontaniamo dal locale e lo faccio sedere vicino ad una fontanella, tiro fuori un fazzoletto e comincio a pulirgli la faccia dal sangue.

«Scusa» mormora ad un certo punto, tiene i pugni chiusi e la testa bassa.

«Non hai niente di cui scusarti» lo rassicuro «Se l’avessi saputo prima ti avrei dato una mano a fargli del male!»

In quel momento alza la testa, sta piangendo! Mi inginocchio e lo abbraccio forte, solo adesso mi rendo conto che non abbiamo mai parlato dell’accaduto.

«Ora torniamo a casa» dico dopo un po’ alzandomi, ma lui mi prende una mano e non accenna a seguirmi, credo che stia ancora piangendo.

«Cosa...» comincio.

«Ascoltami» dice e mi guarda negli occhi «scusami, no lasciami parlare!» aggiunge notando che sto per dirgli che non deve scusarsi «La giornata è stata stupenda, stare con te è sempre così, ma oggi, quel  bacio è stato......è stato fantastico! E ora mi metto a fare a botte come un ragazzino e rovino tutto! Scusami!»

«Ti ho detto che non c’è niente da scusare! Gliel’avrei spaccata io la faccia a quello! Capito?L' hai capito?!? E poi questo non ha rovinato la magia di quel bacio!» dico per rassicurarlo, è tutto vero, niente avrebbe potuto rovinare quella serata!

Il Nico si alza.

«Vuoi che andiamo a casa?» mi chiede.

«Forse è meglio» rispondo e ci avviamo verso la mia moto.

Durante tutto il viaggio non faccio altro che pensare che avremo dovuto parlare di quella sera in cui è stato accoltellato.

Siamo sotto casa mia.

«Vuoi restare un po’ qui?» propongo.

«Tu vuoi parlare di quello che è successo, vero?».

«Se tu vuoi!»

«Certo, credo che sarebbe meglio» acconsente lui.

«Comunque se non te la senti, stasera potremmo semplicemente guardare la TV» dico per rassicurarlo un po’, mi sembra un bambino che non sa cosa fare, e come dargli torto?!? D'altronde neanch'io so cosa fare per farlo stare meglio!

Saliamo, Agnese sta dormendo, sono le quattro del mattino! Il più silenziosamente possibile ci mettiamo a guardare la TV, non c’è niente a parte film vietati ai minori, quindi spegniamo e restiamo a fissare il vuoto.

 

Il mattino dopo mi risveglio appoggiata al Nico e con Agnese che ci fissa con aria maliziosa. Vicino a me sento che anche lui si sta svegliando.

«Che c’è?» chiedo alla mia amica.

«No, no, niente, è solo che mi sembrate due sposini che si addormentano guardando insieme la TV» dice lei sfottendo spudoratamente.

Il Nico si è svegliato completamente.

«Bhè...io vado, ci sentiamo, ciao Agne» dice e se ne va.

«Ma cos’ha?» mi chiede la mia amica, effettivamente di solito era più espansivo.

Le racconto tutto.

«Wow!!!! Vi siete baciati?!?!?»

«Ma mi hai sentita?!?» rispondo leggermente seccata.

«Si, ma non saprei che dirti, parlagli!»

« È quello che farò» rispondo.

«Io sarei annegata, ma è molto romantico come vi siete dati il primo bacio!» constata Agnese e così cominciamo a parlare di discorsi altamente romantici e sdolcinati, lasciando momentaneamente da parte l'argomento più difficile che avrei dovuto affrontare con il Nico.

 

«Parliamo!» mi dice il Nico presentandosi a casa mia una domenica mattina alle dieci, Agnese è uscita,  penso.

«Ti ascolto!» dico dopo un po’ di silenzio.

«Non ce la faccio così, mi sembra di essere in analisi!».

«Ok, vieni» dico e, prendendolo per mano lo porto in camera mia dove accendo un CD dei Nirvana, mi siedo sul letto e lui sulla poltrona e, come al solito prendo la mia chitarra e cerco di andare a tempo con Kurt. Cominciamo a parlare di musica, libri e altre cose di questo tipo. Ad un certo punto butto il discorso sulle serate in disco, che ho sentito che sono pericolose e lo stato si propone di fare andare a casa tutti molto presto. Figurarsi, è da quando avevo 15 anni che parlano di fare una cosa del genere! Lui si alza, si siede vicino a me, mi prende la chitarra e la appoggia per terra, incrocio le gambe e lui appoggia la sua testa.

«Ho avuto paura di morire» comincia guardandomi dalla sua posizione, ha gli occhi un po’ lucidi, scommetto che anche i miei lo sono.

«Non fatico a crederti! Ho visto sangue ovunque, anch’io ho avuto paura di perderti!» dico io.

«Però se non fosse successo chissà quando avremmo capito di stare così bene insieme!...Sai, sei stata la prima persona a cui ho pensato quando ho ripreso conoscenza»

«Lo sai che sono rimasta in ospedale dalla sera alle quattro del pomeriggio?!?» dico io.

«Si, me l’hanno detto» mi dice con un accenno di sorriso.

«Ma com’è cominciata la rissa?» domando, anche se ormai lo sapevo!

Mi racconta tutta la storia, è come l’hanno raccontata a me, uno spintone di troppo! Parliamo ancora di questo, molto, molto a lungo. Qualcuno apre la porta, Agnese è tornata! Fa irruzione in camera mia:

«Sei ancora lì che ti rigiri nel...» «oh...scusate..vado a fare da mangiare...ti fermi per il pranzo?» chiede rivolta al Nico.

Lui ed io ci guardiamo e sorridiamo. La mia amica ha un’aria abbastanza perplessa.

«Va bene, posso aiutarti?» risponde lui.

«Si, potete aiutarmi TUTTI E DUE!» mi tira in mezzo Agnese.

 

Dopo circa un mese che è rimasto da noi il Nico decide che è ora di tornare dai suoi, anche se un altro inquilino con cui dividere le spese ci farebbe abbastanza comodo. Ci vediamo tutti i giorni, durante la pausa pranzo, o con delle visite sul posto di lavoro.

   

«Jè, Jè!!!! È SUCCESSA UNA COSA STUPENDA!!!!!» urla una notte Agnese facendo irruzione in camera mia mentre stavo parlando con il Nico.

«Cosa?» domando con un certo interesse.

«Sai che stasera sono andata alla festa»

«Ssssi! Tessssoro, lo ssso! E allora?» rispondo imitando Gollum, un personaggio del “Signore degli Anelli”, ogni tanto facciamo anche cose del genere.

«Sono insieme a MATTEO!» urla lei.

«GRANDE!...aspetta, Matteo chi?» chiedo un po’ stranita.

«Quanti ne conosci?!?» risponde la mia amica su di giri.

Il Nico capisce che è meglio togliere il disturbo e lasciarci spettegolare ancora un po’ sulla novità. Così se ne va promettendomi che domani, lunedì, sarebbe venuto a trovarmi mentre lavoravo. Infatti il giorno dopo, mentre sto mentendo spudoratamente ad una cliente «Quel vestito le sta benissimo, mi creda!» arriva lui e noto con una certa soddisfazione che mentre passa tutte la ragazzine per strada si girano a guardarlo. Gli faccio cenno di aspettarmi mentre convinco la cliente a comprare quel costosissimo vestito che la fa sembrare un sacco di patate. Quando riesco a liberarmi vado da lui e ci mettiamo a parlare di com’è andata la giornata, “è strano oggi! Cos’avrà?” mi chiedo mentre chiacchieriamo.

La sera lo scopro.

Siamo sul balcone che si affaccia verso le lucette sulle montagne, effettivamente c’è una bella vista considerando di essere in piena città. In casa ci sono la mia amica e il suo nuovo ragazzo.

Il Nico mi si avvicina e mi passa un braccio attorno alle spalle.

«Sei bellissima» dice guardandomi, penso che deve avere bevuto troppo, visto anche il mio ormai famoso look da casa.

«Anche tu lo sei» gli dico, anche lui è vestito molto sportivo, con degli abiti che aveva lasciato a casa mia.

«Ti amo» mi dice e io lo abbraccio.

«Anch’io ti amo» gli rispondo.

«Sei la prima persona a cui lo dico e non ci ho dovuto pensare neanche troppo, mi è venuto spontaneo, sei una persona speciale» mi confida e io arrossisco violentemente, pensandoci neanch’io avevo mai permesso a nessuno di scoprire i miei sentimenti, ma con lui tutto è molto diverso.

Restiamo abbracciati finché Agnese viene a chiederci se ci va di andare da qualche parte con lei e Matteo.

«Devo parlare un attimo con la tua amica» risponde il Nico e io comincio a preoccuparmi “Cosa vorrà dirmi?  Non che non mi vuole più vedere? Ma mi ha appena detto di amarmi!”

«Come volete» risponde Agnese lanciandomi un’occhiata di incoraggiamento e poco dopo la nuova coppietta se ne va, lasciandoci soli in casa.

«Cosa devi dirmi?» chiedo dopo un attimo di silenzio, la mia voce è tesa.

«Non preoccuparti, non è niente di tanto grave!» mi rassicura con uno dei suoi sorrisi più incoraggianti.

«Allora?» dico, mi sono calmata un bel po’, è incredibile come con una parola questo ragazzo riesca a mettermi a mio agio!

«Sai, è un dilemma, dei miei parenti lontani abitano in una casa enorme sull’Oceano» mi dice e si interrompe.

«E...?» chiedo.

«E hanno invitato me e la mia famiglia a passare le vacanze da loro.»

«Quale sarebbe il problema?!?» chiedo scandalizzata.

«Bhè...tutti portano la loro ragazza, mia sorella, mio cugino e io una ragazza non ce l’ho neanc’ora» dice. Sono confusa, non riesco a capire dove vuole arrivare “Può portare me! Ok non sono la sua ragazza, ma ci frequentiamo da un bel po’! Mi conosce abbastanza!” penso cominciando a scaldarmi.

Deve aver notato la mia faccia che lotta per reprimere i miei pensieri perché mi guarda e si mette a ridere.

«Che c’è da ridere?» chiedo facendo l’offesa.

Smette di ridere e mi gira verso di lui, ho voglia di tirargli uno schiaffo!

«Vuoi essere la mia ragazza?» mi dice, così dolcemente che ne resto sorpresa. Per un bel po’ resto stupita a guardarlo, poi un sorrisone si fa spazio sulle mie labbra, gli getto le braccia attorno al collo in un abbraccio e lo stringo fortissimo.

«SI CHE VOGLIO ESSERE LA TUA RAGAZZA!!!» urlo.

Ci guardiamo e ci scambiamo un altro bacio, è il secondo tra noi due, ma in un certo senso è il primo da quando stiamo insieme.

«Mi stavi prendendo in giro!» urlo più tardi «Devo parlare alla tua amica, c’è un problema» dico imitando la sua voce e scoppiamo a ridere.

«Curiosità, su che Oceano vivono i tuoi parenti?» chiedo con aria maliziosa.

«Pacifico, Santa Barbara, California, su questo non stavo scherzando,visto?»

«Wow!» riesco a balbettare.

 

«Wow!» riesce a balbettare Agnese quando le racconto tutto «E quando partite?»

«Tra una settimana!» sono troppo felice! È fantastico!

La settimana trascorre in preda ai preparativi e all’eccitazione più completa, anche la Vero partecipa a questa settimana, ora è più felice perché è ritornata insieme al ragazzo che l’aveva lasciata, il suo vero amore del momento.

«Oggi partiamo!!!» dico andando a svegliare Agnese.

Poco dopo arriva il Nico in macchina e andiamo all’aeroporto scortati da Agnese, Matteo e dalla Vero con rispettivo ragazzo. Ci salutiamo e saliamo sull’aereo. Sono al settimo cielo ^-^battutaccia, lo so^-^.

Arriviamo, sole, mare, spiagge, un sacco di gente strana....VOGLIO VIVERE QUIIIIII!!!!!!!

Andiamo a casa dei parenti del mio ragazzo, che bello, ora posso chiamarlo così!

«Accidenti! È davvero enorme questa casa!» esalo stupefatta. I suoi parenti sono simpatici, e anche se non lo fossero non ci sarebbero problemi, in questa casa è difficile incontrare qualcuno, è immensa!

 

Chiamo Agnese per riferirle le ultime notizie, dopo un po’ che parlo a macchinetta mi ferma.

«Ho una cosa da dirti» dice su di giri dall’altro capo del filo.

«Io e Matteo ci siamo baciati!!!!»

«DETTAGLI!» chiedo io e rimaniamo a parlare per una buona mezz’ora, sto per rimanere senza soldi!!!

Poi chiamo la Vero, tutto bene anche a lei, il ragazzo la sopporta ancora e questo giova alla sua salute mentale.

 

L’estate l'ho passata tutta con il Nico e altri amici americani. Quando sono tornata tutto era come era sempre stato. Dopo qualche anno il Nico mi chiede di andare a vivere con lui, così “abbandono” Agnese, anche se continuiamo a sentirci molto spesso e troviamo un bell’appartamentino, i poster spariscono dalle mie pareti per lasciare il posto a un sacco di foto di amici e amiche, ma soprattutto a quelle dove io e il Nico siamo insieme.

 Jé

 

 

  
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