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Autore: braver than nana    11/06/2011    5 recensioni
Sospirò rumorosamente mentre si sistemava sul cornicione notando all’improvviso un’altra figura appollaiata sulla finestra.
«Che fai qua fuori, Blaine?»
«Parlo alla luna, non si vede?» [Piccola Klaine senza pretese]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Talking to the Moon.

I know you're somewhere out there
Somewhere far away
I want you back
I want you back

 
Nonostante fosse arrivato Giugno il cielo era coperto da spesse nuvole scure che nascondevano le stelle e una buona parte della luna. Il caldo continuava a farsi sentire ed era afoso, l’umidità si attaccava alla pelle rendendola appiccicosa e lucida; neanche un filo di vento quella sera per respirare, pensava David mentre con ancora un bicchiere in mano usciva sul balcone della stanza di Richard, il prescelto di quella sera per ospitare l’ultima festa dell’anno.
Erano tutti un po’ tristi e molti, soprattutto quelli dell’ultimo anno, assurdamente ansiosi per gli esami che si sarebbero svolti durante tutta la settimana successiva. Come al solito affogavano i loro problemi in quei bicchieri rossi di carta riempiti di chissà cosa e, stranamente, qualcuno aveva già iniziato a versare le prime lacrime. La scuola stava finendo e i Warblers non sarebbero stati più li stessi una volta iniziato l’anno nuovo. Un altro consiglio, nuovi piccoli Usignoli da formare, niente più Thad, niente più Wes, l’inizio di qualcosa di totalmente diverso e spaventosamente nuovo. Sospirò rumorosamente mentre si sistemava sul cornicione notando all’improvviso un’altra figura appollaiata sulla finestra.
«Che fai qua fuori, Blaine?»
«Parlo alla luna, non si vede?»
Ridacchiò alla risposta assurdamente seria che il solista aveva dato ma una quando riuscì a intercettare il suo sguardo, solo per qualche secondo, capì che c’era qualcosa di profondamente triste negli occhi color nocciola di Blaine. E quando iniziò a cantare, sottovoce e con il viso verso il cielo riuscì a capire di cosa stesse realmente parlando.
«At night when the stars light up my room I sit by myself… »
«Ti manca da quanto è tornato al McKinley?»

Lui non rispose, cercò solamente lo sguardo del suo amico, tenendolo incatenato al suo per qualche secondo, cercando di fargli capire quanto, realmente, sentisse la mancanza di Kurt in quel momento. La scuola stava finendo e avrebbe avuto tutto il tempo che volevo per arrivare fino a Lima per vederlo ma non era la stessa cosa di averlo a scuola, tutto per sé.
Poi continuò a cantare, perché era la cosa che sapeva fare meglio e che meglio riusciva ad esprimere quello che aveva dentro. Chiuse leggermente gli occhi, era convinto che Kurt stesse sentendo e apprezzando quella canzone solamente per lui.

 
Try to get to You in hopes you’re on the other side talking to me too

 
Avrebbe dovuto smetterla, decisamente, anche perché i loro vicini iniziavano a guardare Kurt in maniera decisamente ambigua, ancora di più di quando facessero normalmente per colpa della sua eccentricità. Eppure, ogni volta che provava a parlare con lui gli rispondeva sempre che non riusciva a fermarsi, che arrivava un momento ogni sera da quando era andato via dalla Dalton in cui qualcosa gli diceva di smettere di dedicarsi per qualche momento alla sua cura del viso, di appoggiare la crema esfoliante e di andare a sedersi sul cornicione della grande finestra che aveva nella sua stanza e cantare. Finn alla fine non provava neanche più a spiegarselo, e ogni volta si alzava, quando sentiva la sua voce arrivare fino in salotto, e gli portava un bicchiere di latte caldo.
Una volta gli aveva raccontato che Blaine, quando ancora vivevano insieme all’accademia, gli aveva fatto una promessa e per quello si alzava e cantava alla luna. Perché sicuramente, ovunque si sarebbero trovati, avrebbero capito che la lontananza si era fatta troppo pesante e che entrambi avevano bisogno di parlarsi, di stare insieme, e quello era l’unico modo. Era una loro connessione speciale e i cellulari diventavano inutili perché ascoltare la voce dell’altro senza potersi sfiorare era ancora più doloroso, quindi si erano promessi semplicemente di cantare.
Quella sera, era decisamente molto tardi quando il quarterback era entrato nella stanza del fratello con un vassoio pieno di biscotti e latte caldo, e Kurt era già sul cornicione totalmente immerso nei suoi pensieri. Solo quando chiuse la porta un po’ troppo rumorosamente, si girò a fissarlo con un sorriso triste nascosto nelle iridi chiare dei suoi occhi.
«Credo che il gatto della la signora Thompson apprezzi veramente tanto le tue doti canore.»
«Ai gatti piace la luna, vero?»
Mentre addentava un biscotto alla cannella che lo stesso Kurt aveva fatto quel pomeriggio annuì solamente, sapendo che quando era in quello stato il suo fratellastro era solito dire cose un po’ senza senso e che aveva solamente bisogno di essere ascoltato.
«Do you ever hear me calling? Cause every night I’m talking to the moon Still trying to get to you»

La sua voce era cristallina come al solito, cantava sempre la stessa canzone e da un po’ di tempo Finn aveva deciso che era davvero molto bella e che gli piaceva il modo in cui il tono quasi femminile dell’altro armonizzava quelle parole così tristi. Portò il bicchiere tra le sue mani e lui lo tenne stretto tra le dita fino a quando non finì la canzone e poté chiudere gli occhi rassicurato dal fatto che sicuramente Blaine aveva capito che stava cantando per lui.

 In hopes you’re on
the other side
Talking to me too
Or am I a fool
who sits alone
Talking to the moon
I know you’re somewhere out there
Somewhere far away

Fine.

 
Non chiedetemi da dove esce questa storia perché la mia unica risposta sarebbe: andate ad ascoltarvi la canzone di Bruno Mars. Lo amo e amo questa canzone quindi mi andava di scrivere qualcosa su Blaine e Kurt che hanno questo legame speciale, che sentono. Non è molto chiaro, immagino ma non importa. Non è betata quindi ci saranno milioni di errori. Ho scelto David per Blaine perché secondo me è il più calmo, che ascolta senza fare troppe domande. Finn, beh, spero di averlo tenuto abbastanza in carattere nonostante sia più intelligente del solito.
Grazie per aver letto, un bacio.
Nacchan.

   
 
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