Kuroshitsuji
Quel
maggiordomo, un altro finale.
In una Londra in fiamme, riesce a tornare il conte Ciel Phantomhive, accolto in malo modo dai suoi compaesani.
Ciel Phantomhive ha appena perso la sua pedina più importante e ha ordinato ai suoi servitori di abbattere il cane demoniaco Pluto.
Pluto ha
completamente perso il senno e su ordine di Ash procede la sua opera di
distruzione… fino a che una parola del nobile conte lo butta
nel abisso della morte.
-Abbattetelo!-
il conte è forte e non ha rimpianti, la domestica, il cuoco
e il giardiniere obbediscono con grande dolore.
Ciel viene
salvato da morte certa molte volte perché
impossibilitato… per compiere la sua vendetta su coloro che
gli hanno lacerato la sua infanzia e strappato per sempre il sorriso
dalle sue labbra.
-Come
maggiordomo della famiglia Phantomhive, se non sapessi fare questo che
accadrebbe?- Già, cosa accadrebbe se non ci fosse LUI al suo
fianco come un ombra?
Sebastian
Michaels, il maggiordomo nero
esegue ultimo ordine del giovane conte.
-Uccidi
l’angelo!- Ciel si leva la benda dall’occhio e il
sigillo si illumina.
Perso un braccio
e ferito alla schiena, il maggiordomo non si ferma e chiede per la
prima e ultima volta un favore a Ciel: -Chiudi gli occhi e conta a 10.-
Il perfetto
maggiordomo diventa un maggiordomo demoniaco.
Londra
è libera dall’inferno ma a scapito di creature
valorose morte nel fior degli anni: Ciel, Meirin, Baldroy,
Finnian, il cane Pluto e anche molte altre morti.
Qui mi fermo
e chiedo a voi lettori, secondo voi valeva la pena? Io dico
di no!
Quindi è giusta avere una riparazione? Io dico di sì!
Un'ombra nera
vaga in mezzo ai vicoli di Londra e osserva da lontano
l’operato degli Shingami tra cui Greil il
“fidanzato” di Sebastian e Undertaker, il fascinoso
Shingami leggendario falciare le
anime dei defunti, quindi sa che non è troppo tardi.
Egli giunge alla
colonna ove giacciono quattro anime, alza un braccio guantato e dona loro la
vita ma sono ancora addormentati… lui sorride e la sua
attenzione si sposta su Pluto il cane demoniaco. L’ombra nera
si inginocchia di fronte al cane e con una stretta spezza il collare di ferro,
portatore di disgrazie… il cane ritorna uomo e a differenza
degli altri, si sveglia abbaiando e leccando il viso a lui molto
familiare.
L’ombra
si allontana lasciando l’uomo-cane in guardia ai tre.
Quest’ombra
giunge nel fiume Acheronte camminando nell’acqua quando
incontra uno spirito a lui amico.
-Triste, tanto triste... una schiera di dispiaceri. Come te anch'io sono ricolmo di tristezza. La battaglia porta la morte e la morte porta dispiacere. Forse i vivi non li sentono. Le loro voci non penetrano orecchi sordi, ma non sbagliare... i morti non stanno zitti.- Lo spirito fissa l’ombra con i suoi occhi glaciali, una lacrima scende fino alla guancia, una lacrima insanguinata spezza il vetro della lente dei suoi sottili occhiali.
-The Sorrow, sai
tu se sono passati di qua due anime? - Lo spirito sorride. L'ombra lo prende per un sì.
Sebastian ha
appena divorato l’anima del giovane conte.
-Ciao…-
Sebastian si volta in direzione della forma umana.
-Tu sei il
demone?- L’uomo albino di una 20ina di anni, con voce pacata
si rivolge al maggiordomo.
-Sì.-
Sebastian provava qualcosa di familiare in lui, quasi
fossero simili.
-Sono avanzati i pezzi dell’anima del conte?- dice l’albino. -Sì, ma sono riservati ai corvi.- dice il nero.
-Dammeli.-
l’albino alza la mano con
il palmo rivolto verso l’alto, quasi un invito.
Sebastian
consegna a lui piccoli frammenti di luce appartenenti al conte.
-Questi
frammenti mi permetteranno di portarlo in paradiso.- l’albino
con voce sicura li stringe a sé -Grazie Sebastian. Non sei
così cattivo come dicono.-
-Forse
perché siamo simili.- L’albino sorrise
all’affermazione del maggiordomo.
-Forse…-
L’albino gli da le spalle e inizia ad allontanarsi.
-Aspetta!- il
maggiordomo aveva ancora una domanda per lui. -Qual è il tuo
scopo?-
L’albino
sorrise. -Buffo che un demone come te si interessi a
un’anima. Comunque… voglio assemblarlo e creare
per lui un piccolo paradiso.-
Il cielo tuona e
gocce di pioggia scendono sulle rovine.
-Guarda sulla
pozzanghera, quello sarà il suo paradiso.- il demone
roteò i suoi occhi di sangue e osserva la pozza.
Un bimbo di sei
anni con la sua famiglia giocherà nel giardino della villa e
al posto di Sebastian ci sarà il vecchio maggiordomo Tanaka.
-Non manca
nessuno, vero? La madre, il padre, la zia Red e ovviamente il cane
Sebastian.- L’albino notò negli occhi del demone
un certo fastidio. –Se vuoi, invece del cane ci
sarà un gatto dal pelo nero, che dici?-
-Dico che mi va
bene.- L’albino ridacchia e infine si appresta ad andarsene.
-Qual è il tuo nome?- L’albino mosse le labbra impercettibilmente e infine sfodera la sua Katana e menò un fendente per poi sparire dentro un varco di luce.
Rimasto solo, il maggiordomo demoniaco mentre abbandonava la sua forma umana per tornare da dove veniva pronunciò queste parole: -Grazie per tutto, Vergil!-