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Autore: Fira    12/06/2011    9 recensioni
Mi svegliai d'improvviso, spaventata, in un letto non mio. Mi misi a sedere, e iniziai a guardarmi intorno impaurita, e il simbolo del Centro Pokèmon appeso al muro, mi fece intuire dove mi trovassi. Mi lasciai abbandonare sul letto, tranquilla. Non sapevo come fossi arrivata lì. Effettivamente, non sapevo neanche chi fossi. Ricordavo solo il mio nome, Vivian, e due enormi occhi viola che mi guardavano come se sapessero che quella sarebbe stata l'ultima volta che mi avrebbero vista.
« Chi sono io? Chi sono io? »
Ripeteva la mia mente, come un registratore, consapevole che quelle non erano parole mie. Non sentivo il bisogno di sapere chi fossi. Sentivo invece, che era meglio non ricordare ciò che era la mia vita fino a quel momento, e che invece dovevo trovare uno scopo, qualcosa per andare avanti. E quel qualcosa, erano quegli occhi viola.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Prima di iniziare, vorrei fare una piccola premessa. Come avete letto nella descrizione, questa FF è una "What if?". La parte di trama che ho cambiato, risiede nel primo film dei Pokèmon "Mew vs Mewtwo", "Mewtwo colpisce ancora", "Il ritorno di Mewtwo", chiamatelo come volete. Ciò che ho cambiato, lo capirete da soli, spero, leggendo. Per qualsiasi dubbio o chiarimento, basta commentare. Siate clementi, è la mia prima FanFiction. Questo primo capitolo è, come dire, un assaggino di quello che poi succederà dopo. La fict, non tratterà di Vivian(la protagonista) bambina, questa è solo un'introduzione. 
Ah. I Pokèmon non sono di mia invenzione, nemmeno i Personaggi tranne Vivian, i diritti sono del loro inventore, eccetera, eccetera, eccetera.
PS: mi farebbe molto piacere sentire il vostro parere sulla Fict. Se avete voglia, recensite, in modo che io possa farmi un'idea di ciò che sto portando avanti.
Buona lettura passerotti <3

PS2: Per coloro che leggono la FanFict da fuori, e quindi non da EFP, per vedere gli altri capitoli basta cliccare sul bottoncino sotto il titolo della Fict, dove c'è il titolo del capitolo, e spunteranno gli altri titoli :3













Avevo dieci anni quando lo vidi per la prima volta. Stava lì, dentro una grande capsula, tutto rannicchiato e attaccato a dei tubi, e faceva quasi tenerezza. Era così piccolo, e sembrava indifeso, legato alla vita per un sottile filo. Ricordo che fu mio padre a portarmi al laboratorio, per la prima volta. Era il giorno del quarto compleanno di Silver, e mi chiedevo perchè fossimo là, così lontani da casa nostra, dalla nostra famiglia in festa. Non volevo star lì, volevo essere a festeggiare insieme a tutti quanti il mio adorato fratellino.
« Un giono anche tu lavorerai qui, per portare avanti il mio grande progetto »
Mi disse lui poi, guardandomi con il suo solito sguardo completamente diverso da quello di un padre. Mi spiegò che l'esserino dentro quella capsula, Mewtwo lo chiamò, era la sua più grande scoperta, e che di lui ne avrebbe fatto grandi cose. Ciò che lui denominava "grandi cose", erano solo scopi egoistici, per un desiderio puramente egoistico, ma io ancora non potevo capirlo. Guardavo mio padre come se fosse un esempio da seguire, un modello. Pensavo che ogni cosa lui facesse, fosse quella giusta, ma mi sbagliavo. Subito dopo si avvicinò alla capsula di Mewtwo, ridendo di gusto, tenendo le braccia incrociate, mentre io iniziai a girare per il laboratorio. Ciò che mi spinse ad allontanarmi da mio padre, fu semplice curiosità bambina. Girando per la grande sala piena di computer e altre atrezzature, notai che c'erano altre capsule oltre quella di Mewtwo. Tre contenevano dei pokèmon, e la quarta, una strana luce colorata, meravigliosa.
Mi avvicinai a quella capsula, curiosa.
« Amber »
Sussurrò una voce dietro di me, che mi fece girare. Era il dottore che dirigeva il laboratorio. Mi sorrideva dolcemente, come un papà. Uno sguardo mai visto negli occhi di mio padre. Uno sguardo che però lasciava intravedere malinconia, tristezza, e un pizzico di speranza, speranza per la sua Amber, attaccata a delle macchine. Io piegai la testa, non sapendo di cosa stesse parlando.
« Chissà, quando tornerà da noi, potreste essere amiche, tu e lei »
Lei? Quindi qui dentro c'era una bambina? Una bambina come me? All'idea i miei occhi si illuminarono. Mi avvicinai sorridente alla capsula contenente Amber, e sorrisi, iniziando a guardarla, colta dalla stessa speranza di suo padre.
« Vivian, vieni qui! »
Urlò poco dopo mio papà. Io mi avvicinai lentamente a lui, sicura che mi dovesse rimproverare. Lo guardai. Sorrideva beffardamente, e teneva gli occhi fissi su Mewtwo. Mi tranquillizzai, sicura ormai che io non avessi combinato niente. Mi rimproverava spesso, sottolineando ogni mio sbaglio, ripetendo quanto non fossi simile a lui.
« Guardalo, il mio progetto. Sta andando avanti meravigliosamente. Ancora qualche anno, e poi sarà pronto per essere al mio servizio. Guardalo Vivian, guardalo! Haha! E' così piccolo eppure già i risultati degli esami sottolineano la sua grande potenza! »
Esclamò gonfiando il petto e lasciando che la superbia gli colmasse quel suo cuore così sporco. Continuò a parlare, convinto che lo stessi ascoltando, di risultati positivi, conquista del mondo, e altre cose che a me non interessavano, mentre io mi limitavo a guardare, nascosta dietro la sua gamba, Mewtwo. L'unica cosa che in quel momento mi incuriosiva, era quel piccolo essere indifeso. Mi avvicinai sempre di più alla capsula, sentendo dentro di me il bisogno di un contatto, e poggiai la mano sul vetro. In quell'istante Mewtwo aprì gli occhi, e mi fissò intesamente. Io mi spaventai e indietreggiando, caddi a terra, spaventata.
« Non fare la stupida e alzati, Vivian. »
Sentenziò mio padre, prendendomi per un braccio e tirandomi sù. Io mi nascosi dietro la sua gamba, come prima, sempre stata il mio punto di salvezza, la mia principale difesa, e guardai di nuovo la capsula. Gli occhi di Mewtwo erano chiusi, serrati. Pensai che forse la mia immaginazione mi avesse giocato un brutto scherzo, ma mi allontanai lo stesso dalla capsula, per precauzione. Un'ora dopo, partimmo da quell'isolotta, diretti verso casa.


Tornai lì a diciassette anni, dopo anni di studio intensivo, che secondo mio padre, servivano per portare avanti il suo progetto, che ancora a quell'età non avevo ben capito, o forse mi rifiutavo di capire. Sapevo benissimo che quello che avevo studiato, non mi sarebbe servito in parte a nulla, visto che avrei dovuto iniziare davvero a lavorare sul campo pratico per avere risultati. Il padre di Amber, la quale non sopravvisse, insieme agli altri tre pokèmon, all'interno della capsula, non era tanto convinto della mia presenza lì, a causa della mia giovane età, ma mio padre insistette così tanto, che alla fine si rassegnò. Mi sentivo come un oggetto, una marionetta di mio padre, che voleva che assomigliassi troppo a lui, cosa che io non volevo.
« Non deludermi Vivian. »
Mi disse quell'uomo austero e così freddo che era mio padre, prima di risalire sull'aereo che lo avrebbe portato a casa, lontano da me. All'inizio, non essendo molto pratica del lavoro che mi assegnarono, capitò di combinare qualche guaio, ma non venivo mai rimproverata. Ciò mi dava molto fastidio. Qual'era il loro problema? Non potevano rimproverarmi solo perchè ero la figlia di Giovanni? Erano convinti che sarei andata subito a lamentarmi da mio padre, provocando così la sua ira? Si sbagliavano. Io ero diversa da lui. Ero diversa anche da mio fratello Silver, che stava crescendo come se fosse la sua copia.
Erano pensieri che mi assillavano sempre, anche quando iniziai a prendere mano, e a non sbagliare nei calcoli e nell'ottenere i risultati delle analisi di Mewtwo. Era quello il mio lavoro, e non cambiò, fino a quando un giorno, successe ciò che segnò l'inizio della mia nuova vita.


Stavo guardando la capsula dove Mewtwo, ormai cresciuto, dormiva, quando dopo aver poggiato la mia mano, a distanza di otto anni, sul vetro, aprì gli occhi. Non sembrava più così indifeso e piccolo. Mi faceva quasi paura. Come successe anni prima, indietreggiai, però senza cadere. Iniziò a guardarci tutti quanti, uno ad uno, finchè fermò lo sguardo su di me, e richiuse gli occhi.
« Professore! Guardi qui! Onde celebrali, si intensificano! »
Decretò un'assistente entusiasta, mentre guardava dei valori sullo schermo di un computer. Erano tutti intenti, tranne me rimasta a osservare timorosa Mewtwo, a guardare lo schermo del computer che mostrava valori troppo alti, quando il vetro della capsula iniziò a fare delle crepe, riducendosi successivamente in mille pezzi. Io mi allontanai subuto, mentre gli altri si girarono, sbalorditi.
« Chiamate l'elicottero di Giovanni! »
Disse un assistente, correndo verso il telefono del laboratorio, con cui spesso chiamavo mia madre vista la mia permanenza lì da più di un anno. L'idea dell'arrivo di mio padre mi rincuorò in un certo senso. Stavo per rivederlo.
« Aspettate! Esaminiamo i suoi poteri psichici! »
Urlò il dottore, stuzzicando la curiosità di Mewtwo che alzò lo sguardo prima fisso nel vuoto verso di lui.
« Per anni abbiamo tentato di clonare Pokèmon con successo per dimostrare le nostre teorie. Tu sei il primo esemplare che sopravvive. Quello è Mew, il più raro tra tutti i pokèmon!-disse indicando un'immagine di Mew appesa al muro- Dal suo DNA abbiamo creato te, Mewtwo! »
Le parole del dottore, così entusiaste e piene di soddisfazione, non sembravano provocare nel Pokèmon sensazioni positive, al contrario, sembravano confonderlo, o quasi infastidirlo.
« Mewtwo? Sono quindi solo una copia, nient'altro che l'ombra di Mew? »
Disse infatti, con un velo di rabbia nella voce. Lo guardai con compassione.. Sembrava così sperduto.
« Tu sei migliore di Mew! Sei stato perfezionato grazie all'ingegno umano! Abbiamo usato nuove tecniche per incrementare i tuoi temibili poteri psichici! »
Temibili? Il dottore era dunque a conoscenza che i suoi poteri fossero davvero pericolosi? E nonostante questo ha continuato a portare avanti questo progetto? Avevo davvero paura, una paura matta di quell'essere che non sembrava affatto felice per le parole del dottore.
« Insomma sono il risultato di un vostro esperimento? Che ne sarà di me ora che si è concluso?»
Chiese Mewtwo, spaurito. Me lo chiedevo anche io. E mi chiedevo anche cosa ne avrebbe voluto fare mio padre, e se sarebbe riuscito a controllare i suoi "temibili poteri psichici" che tanto mi spaventavano.
« Oh l'esperimento non è finito, siamo solo agli inizi, gli esami veri cominciano adesso! »
Rispose il dottore, con aria di superiorità che infastidì Mewtwo, e anche me. Detestavo il modo in cui lo considerava. Era un essere vivente in primis, non solo un esperimento voluto da mio padre per i suoi scopi. Lo conosideravo diverso, il dottore, pensavo che volesse creare un essere vivente per far rivivere Mew, non come se volesse solo appagare la sua voglia di sperimentare cose nuove. Tutti che pensavano ai loro scopi, ai loro desideri. Mio padre, il dottore, tutta l'equipe. Pensavano solo a loro stessi, e non a ciò che avevano creato, a quell'essere il cui cuore batteva, e batteva forte. Subito dopo iniziarono tutti a congratularsi tra loro, ed erano felici, soddisfatti, entusiasti di aver creato un essere che non consideravano nemmeno vivo, ma solo un esperimento. Restai ferma immobile, presa dall'ira, con i pugni chiusi, a trattenere la mia rabbia.
« Basta! Non vi importa niente di lui! E' questo lui? Solo un esperimento? Una cavia da laboratorio? Mewtwo è molto più di tutto ciò! »
Urlai io, furiosa di quello scempio che mi si presentava davanti.
Tutti si zittirono, girandosi verso di me, e iniziarono a ridere.
Mi sentii presa in giro, come se quelle parole non fossero servite a nulla. Con gli occhi bassi, arresa, mi avviciai a Mewtwo, e lo guardai. Non sapevo che dire. Non avevo infondo nulla da dirgli in quell'occasione. Mi guardò, come quella volta di undici anni prima, ma questa volta non arretrai. I suoi occhi, così viola, profondi, malinconici, rabbiosi. Fu un istante e poi vidi tutto nero.












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Sì, il disegnino(la schifezza) qui presente, è stato creato dalle mie manine xD
  
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