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Autore: Infinite Sky Driver    12/06/2011    3 recensioni
Questa storia non ha senso, semplice.
Uan famiglia, un cane, un canarino, 18 figli, cosa si vuole di più? un materasso con genitore omaggio? Ovvio!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho trovato nei meandri dei miei armadi, un compito delle scuole medie, questo testo. Visto che in molti mi han chiesto cos'ho nella testa per creare o ipotizzare situazioni strane e demenziali...beh...questa "cosa" ambigua è un esempio di ciò che penso, quando non so che fare.
spero vi piaccia xD



In un piccolo mondo, c'erano solo piccole città, piccoli paesi, piccole case. In una di queste, c'era una famiglia....enorme.
La loro casetta bastava a malapena per tre persone, un cane, due pesci ed un canarino in una gabbia che non doveva superare i 10 cm2.
La famiglia invece, era composta da tre genitori (uno l'avevano trovato in omaggio con il loro materasso matrimoniale, così avevano dovuto comprare un altro materasso per lui e rifiutare l'offerta dell'altro genitore in omaggio); avevano 18 figli: 8 della madre, separata, 8 del padre, separato anche lui, e 2 del terzo genitore, preso in omaggio.
Avevano anche una domestica, che dormiva in cantina. Avrebbero comprato pure a lei un materasso, ma se ne acquistavano altri, avrebbero dovuto prendersi in omaggio un altro genitore.
Questa povera donna si era sposata con il terzo genitore, quindi i genitori erano diventati quattro, ma pur di non acquistare altri materassi, mandarono anche il terzo genitore a dormire in cantina.
Si faceva chiamare sempre “terzo genitore”, infatti continuano a chiamarlo così.
Il loro garage conteneva due auto, due moto e 18 biciclette. I vicini continuavano a chidersi come facesse a starci tutta quella roba, ci pensavano giorno e notte, si ammalarono, andarono all'ospedale per lo stress accumulato, e morirono in pochi giorni.
Dopo solo due anni di matrimonio, la domestica morì di depressione e il marito fu chiuso in manicomio dopo un tentato suicidio.
I figli non avevano un nome. I genitori li chiamavano con nomi come “hei tu..” “tu, vicino al forno..” ecc.
Le stanze potevano contenere poche persone alla volta, così la giornata era divisa in fasce orarie per ogni gruppo in cui era suddivisa la famiglia: una parte pranzava dalle 12:30 alle 14:30, una parte dalle 15:00 alle 16:00 e l'ultima parte non pranzava, perchè ormai si era fatta sera.
Così, per giustizia, l'ultimo gruppo cenava, dopo quello, cenava il secondo, e il gruppo che aveva pranzato dalle 12:30 alle 14:30 non cenava affatto, ma solo per giustizia.
Tutto questo processo andava avanti da parecchi anni.
Durante tutte le ore della giornata, qualcuno accendeva la tv, qualcuno lo stereo, qualcuno faceva la doccia, quindi le bollette che arrivavano a fine mese erano altissime. I due genitori però erano disoccupati, quindi per pagare usavano i soldi dell'eredità del terzo genitore, che ormai era in manicomio.
I due figli del “terzo genitore” se ne andarono di casa e si fecero rinchiudere in manicomio col padre, per passare un po' di tempo con lui.
Tutti gli altri figli invece, scapparono di casa nella notte di capodanno e andarono a vivere sotto un ponte. La moglie, si separò dal marito il giorno dopo, e andò a lavorare al cimitero, per far compagnia alla domestica, morta.
Finalmente il padre restò solo nella cosa, così riuscì a realizzare il suo sogno: chiamò i suoi genitori a vivere con lui, si prese una cane, due pesci e un canarino in una gabbietta da 10 cm2.

  
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