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Autore: NorthStar    13/06/2011    7 recensioni
Ed è in giornate come queste che vorrebbe eclissarsi,
Prendere e sparire. Ritirare il suo fondo per il college e partire.
Non ha importanza dove. Perchè certi giorni ovunque è meglio che lì.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La noia è una brutta bestia, ma l'insonnia è anche peggio xD

Nasce per caso, considerazioni che si sono un po scritte da sole... Niente di chè ma ho pensato di condividere con voi...

Buona lettura



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Santana Lopez non rimane mai sola.
Santana Lopez ha bisogno di voci attorno a sè.

Il rumore non basta.

Ha bisogno di qualcuno a cui parlare. Qualcuno da ascoltare. Qualcuno da insultare.
Chiunque le tenga il cervello impegnato, chiunque non le faccia sentire la sua voce interiore.

Perchè quando poi arriva il silenzio, arriva quella voce.
E l'ultima cosa che Santana vuole è ascoltare i suoi stessi pensieri.

Così in assenza di Britt (
in vacanza chissà su quale lago, chissà da quali parenti, per altre due interminabili settimane) Santana passa le sue giornate tenendo compagnia a Puck (che aveva ripreso il suo lavoro estivo da lava-piscine), aiutando Quinn a ridimensionare la sua camera da letto, ed uscendo con Tina e Mercedes ed il resto del gruppo.

Ma il silenzio nonostante tutto, prima o poi, arriva.
Arriva la sera nella sua camera, quando sdraiata sul letto non può fare altro che contare i ricordi sparsi attorno a Lei.
Troppi. Davvero troppi.

Ci sono quelle sere in cui i pensieri non sono facili da ignorare.... Perchè non sono sussurri. Sono grida.
E quelle sere, se proprio deve arrendersi al silenzio, non lo farà nella sua camera, immersa da mille memorie.
Così esce silenziosa e cammina nella notte per raggiungere quel fiumiciattolo, a mezzora da casa.

Si siede a terra e respira. L'odore umido e freddo della notte... Oramai quasi confortante: è un posto sicuro.
Si concentra sui fievoli rumori notturni ed infine si arrende alle mille voci portate dal silenzio.
Si fa trasportare dalle voci del silenzio.

Il rumore dell'acqua di fronte a se è la prima cosa che coglie.
Si concentra sui riflessi increspati della luna fra le piccole onde.

Quell'acqua che scorre a volte quasi piatta, a volte veloce, a volte impetuosa. Ma scorre, sempre e comunque.

Vorrebbe che la sua vita scorresse così.

Ed invece è sempre la solita storia, sempre i soliti pensieri, sempre le solite persone, sempre i soliti problemi.

Non scorre nulla, in realtà. E quel poco che scorre, scorre troppo velocemente e rischi di perdere tutto solamente perchè nel frattempo ti domandi se vale la pena, se è giusto, se si puo' fare.

Pensi, e tutto ti scorre davanti. E proprio come l'acqua di quel ruscello, il momento passato non potrà mai essere recuperato.

Santanta lo sa. 
E per questo vorrebbe avere le palle che tutti pensano abbia. 
Dice a sè stessa che vorrebbe avere le palle per fare tutto quello che si ripromette di fare e che, guarda un pò,  non ha il coraggio di fare.

Perchè non è nemmeno un problema di "Chissà cosa penserà" o "Finirai per litigare con tuo padre" o "Non puoi mica andartene e lasciare tutti qui", consapevole che quel tutti in realtà è una Lei.
Il resto non conta.

Ma Santana conosce la verità.
No. Non sono questi i problemi sotto sotto.

E' che manca proprio la spinta dentro.
Quelle sono solo le cazzate di cui si autoconvince per giustificare il fatto che sa di  non essere abbastanza per ottenere quello che vuole.

E tutto quello che vuole è Britt.

E pensando al loro ultimo incontro, l'ultimo giorno di scuola Santana si ripete ancora una volta che evidentemente Lei non era abbastanza. O forse semplicemente si era lasciata sfuggire il momento giusto.

Altrimenti le parole di Britt, quel giorno, sarebbero state diverse.
Erano state belle,  giuste.
Ma non erano le parole che voleva sentire. 

Non voleva una proposta di matrimonio in pieno stile romanzo rosa. 
Ma non voleva nemmeno tornare al semplice status di migliore amica. Che amava più di quanto non avesse mai amato nessun altro, ma pur sempre, solo, migliore amica.

Quelle parole erano sembrate troppo distaccate. Come se stavolta fosse stata Britt a mettere dei paletti per distanziarsi da Lei.

What goes aroud, comes around.

Hai perso il tuo momento.

Si dice Santana. E lo sa bene.

Ed è in giornate come queste che vorrebbe eclissarsi,
Prendere e sparire.
Ritirare il suo fondo per il college e partire.
Non ha importanza dove. 
Andrebbe bene anche andare in Burundi (anche se non è sicura se il posto esiste davvero o è solo l'ennesimo nome divertente inventato da Britt).

Perchè certi giorni ovunque è meglio che lì.

 
E per mille motivi fa finta di niente. Dimentica i suoi pensieri e guarda avanti cancellando i resti di quelle stupide idee.
Fa finta di niente perchè è la cosa più facile.

L'importante è non farsi rompere le scatole. E non farsi fare domande scomode.

Quindi Santana sorride, scherza ed esce con i suoi amici.

E poi?

Quando la sera ritorna a letto, a cosa è servito?
Tutto è di nuovo li.
Non basta chiudere gli occhi e ficcarsi le cuffie nelle orecchie.

Anche chiusi gli occhi, i ricordi sono tutto ciò che vede.
Ricordi di qualcosa che non sà se potrà mai riavere esattamente come era prima.

Ma Santana non è una che si fa disintegrare dai suoi stessi pensieri e li combatte, dicendosi che in fondo è un periodo. Un periodo lungo. Ma sempre un periodo.
E sa che passerà. Lo sa.

Ma finchè si trova nel bel mezzo del periodo cosa deve fare?
Non ha la risposta. E fruga nella borsa per distrarsi.

Un fazzoletto con delle paperelle disegnate. Non poteva che essere di Britt.

Tempo fa l'aveva portata con Lei in quel posto nella speranza di combinare qualcosa di più degli sweet lady kisses a cui erano confinate i giorni in cui c'erano i loro genitori a casa.
Ma Britt si era fatta talmente prendere dalle anatre che sguazzavano felici dall'altra riva del fiumiciattolo che si era dimenticata del motivo per cui erano arrivate fin lì. E le idee di Santana erano andate a farsi friggere, ma non le importava davvero nulla finchè poteva avere Britt sorridente e spensierata davanti ai suoi occhi.

Quel giorno aveva capito di volerla con se. Di volerla per se, per sempre.
E allora fanculo tutto e tutti.
Ne valeva la pena.

Il giorno dopo Britt aveva scelto Artie.

Santana, nonostante la delusione e la rabbia nei confronti di Britt, aveva capito che non avrebbe mai smesso di amarla. Era più forte di lei. Si era arresa di fronte all'evidenza dei suoi sentimenti, ed ancora una volta si era detta che le cose si sarebbero sistemate.

Quel giorno con Britt non c'era nemmeno una foglia sui rami.

Quella sera invece voltandosi a guardarsi intorno si accorse che gli alberi erano rigogliosi e stracolmi di foglie verdi, mentre qualche giorno prima c'erano ancora dei rami vuoti.

Il passaggio da una stagione all'altra sembra graduale ma invece avviene all'improvviso, totalmente inaspettato.

Un giorno le foglie rosse, il giorno dopo rami vuoti. Un giorno rami vuoti, il giorno dopo una foresta di verde. Un giorno una foresta verde, il giorno dopo una tempesta di colori.

Così Santana si trovò a pensare che in fondo il suo periodo non era altro che una "stagione dell'animo" e che forse, proprio quando meno se lo sarebbe aspettato le cose sarebbero cambiate.

Per un momento si chiese se non si fosse inspiegabilmente reincarnata in Rachel Berry, quando pensò che il solo sapere che sarebbero tornati i fiori sui rami della sua anima le bastava ed avanzava. 

Aveva solo bisogno di un piccolo qualcosa che glielo ricordasse ogni giorno


E come se l'universo volesse darle un segnale, alzandosi da terra senti il telefono vibrarle in tasca: "un nuovo messaggio da Britts"

"Siamo seduti in riva al lago. Ci sono delle paperelle. Mi hanno fatto pensare a te :D"



Era decisamente più che sufficiente, si disse Santana, per guardare avanti almeno fino a domani.

   
 
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