Il fucile è carico, lo è da sempre.
Non lascia nulla al caso, lui: appena sveglio carica il fucile, contando mentalmente quanti di quei bastardi ammazzerebbe senza pietà.
Uno: mira alle cervella, farà più impressione.
Due: mira al cuore, per verificare se lo posseggono.
Tre: mira allo stomaco, lascia che agonizzino a terra.
E così via. Ogni proiettile una parte diversa, in un sadico divertimento.
E anche masochistico, certo: perché sa bene che quello stesso proiettile potrebbe essere rispedito al mittente e allora tanti saluti a tutti.
In fondo però è proprio il pericolo a divertirlo così tanto.
No, non si è arruolato per la gloria o per il fottutissimo senso della patria o chissà quali altre cazzate.
Lui si è arruolato per puro e mero divertimento. Lui, le cazzate, le lascia agli altri.
Non è una pedina di un potere superiore o altre cose così; non chiede di essere protetto dalla divisa per giustificare tutte le morti passate e future.
A lui, Gilbert Weillschmidt, piace uccidere.
E fanculo a tutti quanti.

La frusta è lì, pronta ad essere usata.
Lui non è né il primo né l' ultimo ad essere accarezzato da lei, implacabile e per nulla docile. E' la punizione per chi non vuole parlare, per chi si permette ancora di essere testardo e ostinato.
E non si lascia pregare nell' usarla, l' aguzzino. La lascia scivolare sulla schiena del suo prigioniero, violento e sadico, ridendo divertito.
Eppure non serve molto, visto come se la ride il prigioniero.
Allora lascia cadere la frusta, passando alle maniere forti.
Vodka e il suo corpo. Bastano questi.
L' alcool a bruciare la pelle, il suo corpo a disonorarlo.
Non è più così divertente, eh, piccolo bastardo?
Basta però, bisogna sapere cosa succede.
Sapere, ma non per sopravvivere. Sapere per prolungare quella lenta agonia che è la tortura legalizzata.
Perché, da, farlo per divertimento è bello, ma farlo per dovere è ancora più bello.
Perché lui, Ivan Braginski, lo fa principalmente per dovere, per onore della patria, per rispetto alla patria.
E chi non lo capisce, come quel tedesco, merita solo la morte.