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Autore: d r e e m    14/06/2011    1 recensioni
Quanti cuori saprebbero battere all'unisono racchiusi in un medesimo scrigno? Quante persone riuscirebbero a sentirli? Esse sono custodi di due anime ben più fragili delle loro, eppure dove sono finiti i loro cuori? Pensano di averli persi?
{Raccolta di OPV di "Whitin a man's heart"}
2- Stefan:
“Come mai non indossi qualcosa di nero?”
Sospirai maledicendomi per essere venuto in quel luogo.
“Esistono altri colori oltre al nero come grigio, rosso, blu hai presente?” dissi gesticolando col dito indice, non capendo dove volesse arrivare.
“Dove l’hai lasciato il mantello?”
Strabuzzai gli occhi.
“Ti sembro Batman forse?!”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Jar of hearts;

1- MAYBE IN YOUR DREAMS – MAYBE IN MY NIGHTMARES

(ATTENZIONE: questo extra contiene riferimenti del capitolo 5- Who’s believed to be that bitch? Perciò onde evitare confusione consiglio una rilettura di quel capitolo.)

C’erano tre cose di cui non ero perfettamente sicuro: punto primo che Stefan fosse realmente andato in Alaska a cercare delle informazioni per aiutare me, punto secondo che in 145 anni non abbia mai incontrato creature come i mezzi vampiri, punto terzo che stessi realmente baciando Elena.
Dischiude le labbra e si stacca dalle mie mentre cingo i suoi fianchi morbidi e lisci.
Sa che sono completamente andato per via dell’alcol, di questo ne sono ben certo a causa di uno strano bruciore alla gola.
Mi guarda con i suoi occhi color nocciola e il suo respiro irregolare a causa dei miei baci mi provoca una leggera felicità.
Felicità, non c’era termine più appropriato per descrivere quello che stavo sentendo.
La avvolgo tra le mie braccia e la porto stretta al mio petto cullandola dolcemente.
Eppure qualcosa non andava, era tutto così irreale, così lontano. Si scioglie dal mio abbraccio. Si alza sulle punte e continua a baciarmi a fior di labbra, insinuando le mani fin sotto la camicia, tastando ogni singolo centimetro della mia pelle.
Di lei tutto mi faceva impazzire: la sua pelle, i suoi capelli, i suoi occhi, il suo respiro, lei, la stessa
lei che io non avrei potuto mai avere. Non le importavano i miei sentimenti, forse non le importavo neanche io ma era giusto che fosse così.
Se per qualche strano motivo lei e Stefan un giorno si sarebbero lasciati non avrei sopportato di tenerla stretta tra le mie braccia, sarei stato solo un
ripiego e nient’altro.
Avrei preferito cento volte morire, buttarmi sotto un treno, avvelenarmi ma niente avrebbe mai comparato il dolore atroce che il suo amore per lei mi procurava.
Ma avevo pur sempre un fottuto cuore e una vita che non avevo scelto di vivere quindi tanto valeva farsi male per bene.
Interrompe bruscamente il bacio e si stacca da me addossandosi alla parete. Dai suoi occhi traspare paura e terrore e sembrava che l’essere da cui stava scappando fossi proprio io.
Non ho il tempo di chiedere che cosa sia successo che il dolore alla gola si accentua e sembra quasi che possa soffocarmi.
Mi accorgo che c’è qualcuno alle mie spalle che si avvinghia alla mia schiena e succhia avidamente il sangue dal mio collo procurandomi quel dolore infernale.
Mi dimeno ma le forze mi abbandonano, cerco di scrollarmelo di dosso ma è più forte di me. Sento la rabbia invadermi dentro e la testa girarmi inspiegabilmente.
Il dolore è diventato adesso fuoco e mi brucia il cervello facendomi inginocchiare a terra.
Poi una paura mi assale. “Elena” sussurro e la mia voce sembra rimbombare tra le pareti della stanza.
Apro gli occhi leggermente e finalmente la vedo: i suoi occhi sono iniettati di sangue e i denti ben affilati mi sorridono maleficamente.
Si avvicina con passo disinvolto e in un attimo è di fronte a me. Era Katherine? O forse Elena?
Mi sussurra qualcosa che non riesco a comprendere e anche lei affonda i suoi canini proprio dove poco prima aveva lasciato una scia di baci e carezze.

E’ divertente vedere come si è ribaltata la situazione nel giro di pochi giorni: chi avrebbe mai detto che io Damon Salvatore dovessi trovare un vampiro per farmi da baby-sitter? Roba da matti!
Chiusi la manovella della doccia e avvolsi l’asciugamano attorno al mio corpo. Ne presi un altro per asciugare i capelli e mi avviai verso il letto. La televisione era accesa sul notiziario e Mystic Falls sembrava essere tranquilla visto che da un po’ di tempo non si verificavano furti o omicidi.
“Tirate questo sospiro di sollievo, tra un po’ Damon Salvatore verrà nuovamente a guastarvi la festa” dissi a me stesso indossando i jeans e facendo passare la cinghia attraverso gli occhielli dei pantaloni.
Il sorriso che avevo dipinto in volto pian piano scemò alla consapevolezza di ciò che avevo detto: quel Damon Salvatore non avrebbe più fatto del male alle persone di questa città, non avrebbe più causato problemi e preoccupazioni a suo fratello, sarebbe stato diverso, un uomo migliore.
Mi meravigliai di quanto fossi cambiato da quando ero diventato umano e la cosa iniziava in un certo senso a seccarmi: non volevo diventare “Stefan- l’amico degli animali- il ritorno”! Questo pensiero urtò gravemente il mio animo così mi diressi verso la cassettiera alla ricerca di una maglietta.
Aprii il primo cassetto e con mia grande sorpresa trovai una bella bottiglia di Tequila il che mi procurò un leggero sorriso: ahi carramba era da un po’ che non mi facevo una sana bevuta…da umano. Posi la bottiglia sul letto e andai alla ricerca di una maglietta da mettermi.
Dal secondo cassetto tirai fuori una maglietta grigia ma mentre lo feci cadde a terra una pacchetto contenente un liquido rossastro: sangue. Lo raccolsi e cominciai ad osservarla meglio: era sangue 00, il mio preferito, che avevo lasciato nel cassetto in caso di emergenza. La vista di quel liquido denso mi procurò una forte fitta allo stomaco e trattenni un conato di vomito: avevo dimenticato che da umano ero sensibile al sangue.
Rigettai la sacca dentro il cassetto e lo chiusi con irruenza facendo tremare lo specchio adiacente il che tremò anche la mia figura riflessa in esso. Quando lo specchio smise di tremare osservai meglio e mi meravigliai di ciò che vidi o meglio di chi.
“Ma guarda, hai così tante prelibatezze e non ne offri neanche un po’?” la voce che proveniva alle mie spalle mi lasciò alquanto sorpreso: che diavolo ci faceva qui Katherine?
Non mi girai ma un sorriso beffardo comparve sul mio volto.
“Ma che maleducato che sono, serviti pure…oh già dimenticavo, non sei la benvenuta qui!” dissi con sarcasmo voltandomi con ancora in mano la maglietta che non avevo avuto il tempo di indossare. Speravo che quella fosse una visita di cortesia perché nelle mie condizioni potevo fare ben poco: non poter uccidere Kat, una delle tante cose che non puoi fare da umano, da aggiungere alla lista.
“Ho incontrato Elena prima” disse guardandomi dritta negli occhi, giocando con un ricciolo. Ahi, ecco invece una delle cose peggiori che ti può capitare quando sei umano. Il mio sorriso di poco prima scomparve, ma mantenni la calma cosa non facile visto che ero maledettamente umano e che sentivo le emozioni riversarsi come un fiume in piena. Purtroppo si accorse della mia agitazione e si avvicinò a me con velocità vampiresca.
“Tranquillo stanno bene, lei e la sua amichetta”.
“Oh ma che gentile, volevi farmi un regalo?”.
“No perché mi hanno dato una notizia interessante che volevo assolutamente verificare” mi sussurrò avvicinando le sue labbra alle mie che automaticamente si dischiusero.
Di male in peggio: quando Katherine voleva verificare non era mai per buoni motivi.
Accarezzai la sua nuca fino a poggiare le mie mani sui suoi fianchi modellandoli e palpandole i glutei.
Fu un attimo che mi fece girare la testa: lei mi sbatté con violenza contro il muro provocandomi un leggero dolore alla schiena, impaziente di rincollare le nostre labbra.
Ero consapevole del fatto che non avrei potuto batterla nel mio stato attuale perciò tanto valeva accontentarla: tanto una volta tornato vampiro sarei venuto a cercarla e le avrei staccato la testa a morsi così come era giusto che fosse.
Le nostre lingue si scontrarono in un turbinio di emozioni forti, le nostre labbra erano legate indissolubilmente. Chiusi gli occhi mentre rimanevo intrappolato tra lei e il muro, le sue gambe aperte si erano aggrovigliate alle mie. Non ricordavo più cosa fosse significato per me Katherine quando ero ancora umano, forse perché non era stato vero amore o forse perché lei continuava a soggiogarmi. Non riuscivo più a ricordare cosa avessi provato quando lei sfiorava solo la mia pelle e adesso riuscivo a sentire tutto, ancora una volta, di nuovo da umano.
Pensai veramente di finirla, ormai aveva controllato abbastanza e non c’era bisogno che quella sceneggiata continuasse oltre, nonostante non mi desse alcun dispiacere. La alzai facilmente e lei incrociò le mie gambe dietro la schiena. Voleva fare un checkup completo a quanto pare.
Un ricciolo mi solleticò la guancia e per un momento pensai al sogno e ad Elena, ai suoi capelli morbidi e i suoi occhi dolci esattamente in quella stessa posizione, in quello stesso luogo: probabilmente sarei stato diverso, felice forse.
A quei pensieri poco puri, l’inquilino del piano di sotto si fece sentire e mostrò tutta la sua contentezza al riguardo. Non era di certo quello l’orario dell’alzabandiera!
“Oh merda” imprecai tra un bacio e l’altro.
Lei stupita si staccò da me ed entrambi riprendemmo fiato. La allontanai subito da me tentando di riprendere il controllo di me stesso. Da quando in qua io perdevo il controllo?
“Ora che hai verificato, comincia a scappare perché quanto prima ti verrò ad uccidere”.
Mi guardò con i suoi occhi marroni e quasi avvertii un senso profondo di tristezza.
Poi sorrise come una bambina.
“Ma abbiamo un letto grande qui e dovremmo approfittarne” disse inclinando la testa in direzione del letto e sorridendomi maliziosamente.
Uscii dalla stanza, sapendo che tanto mi avrebbe sentita lo stesso.
“Sai bene che non ho problemi riguardo ai posti in cui farlo” scesi velocemente le scale, chiudendo la zip dei pantaloni.
Mi diressi verso il salone, ma lei fu lì prima di me.
“Oh andiamo Damon, non farne una tragedia: in fondo ora che sei umano è un po’ come essere ritornati ai vecchi tempi!” mi disse bloccandomi e piantando il palmo della sua mano proprio sul cuore.
“Già devo anche ricordarti che fine ho fatto?” dissi sarcasticamente afferrandola per il polso e togliendo la mano dal mio petto.
“Che cosa hai combinato di così grave per ridiventare umano?”.
“Oh niente ho cercato di portarmi a letto una donna, ho bevuto il sangue e puff sono diventato umano” dissi mentre mi versavo un po’ di wisky nel bicchiere e aggiungevo un po’ di verbena che tenevo nella tasca dei pantaloni.
“I soliti disastri alla Damon” concluse e si fermò davanti a me.
Bevvi un sorso e poi allungai il polso nella sua direzione, mostrando la linea bluastra delle vene.
“Vuoi provare?”. Katherine mi guardò torva con la braccia strette al petto, i boccoli cascanti sulle spalle seminude.
“Nei tuoi sogni forse” mi uccise con lo sguardo.
“Forse nei miei incubi, non definirei sogni quelli in cui ci sei tu” ribattei io riuscendo a resistere al suo sguardo truce.
Si liberò in una risata cristallina e si buttò a peso morto sul divano.
“Oh Damon, Damon, Damon”.
Le offrii un bicchiere che lei non rifiutò.
“Astuto da parte tua assumere verbena per non farti soggiogare”.
“Prendo sempre delle precauzioni, sai non sono più ingenuo come una volta” le presi il bicchiere semivuoto e bevvi quello che era rimasto.
“Stefan ti ha lasciato solo soletto con Elena” disse accavallando le gambe e giocando con un soprammobile posto sul tavolino accanto.
“Sai come è fatto Stefan: aiutare i gatti a scendere dagli alberi, far attraversare i bambini a scuola e salvare i fratelli cattivi” dissi gesticolando anche se effettivamente la sua costatazione mi aveva turbato: Stefan mi aveva lasciato solo con Elena? Forse non rappresentavo più una minaccia nei suoi confronti o forse è sicuro che Elena non provi qualcosa per me…o forse non ci aveva pensato neanche lontanamente.
Mi ammutolii, rimuginando su questo pensiero.
Poi mi venne un dubbio.
“Di la verità: a te fa comodo questa situazione, non è così?” chiesi con fare circospetto. Katherine è furba e sicuramente aveva trovato dei vantaggi in questa situazione, vantaggi a suo favore.
“La piccola Elena ha firmato la sua condanna a morte conoscendo i fratelli Salvatore-” si alzò e sinuosamente mi si parò davanti “-peccato che tra i due uno solo vivrà in eterno, ed Elena deve rimanere umana”.
“Cosa stai cercando di dire?”.
“Sto dicendo: Elena può ancora salvarsi dalla vostra maledizione se sceglie il fratello umano”.
All’improvviso mi spinse facendomi cadere sul tappeto mentre lei mi sovrastava parlando a pochi centimetri dalla mia faccia.
“Peccato Damon eri un gran bel vampiro” mi sussurrò all’orecchio.
Sentimmo aprire la porta e ci girammo contemporaneamente verso l’ingresso: Elena entrò seguita da Caroline. Mi guardò fisso per un momento: aveva gli occhi vacui e distanti.
“Mi dispiace per te Damon ma non intendo ridiventare umana. Senza di te, Stefan ed io potremo stare finalmente insieme, per l’eternità” calcò l’ultima parola e fuggì senza voltarsi indietro.
Non ebbi neanche il tempo di alzarmi che fui scaraventato dall’altra parte della stanza. Imprecai mentalmente sentendo le schegge di legno conficcarsi nel palmo della mano.
Quella sera Elena mi avrebbe sentito e nonostante l’amassi nel modo più sbagliato possibile avrei dovuto arrabbiarmi con lei per essere stata così pazza e incosciente.
E forse poi la bottiglia di Tequila mi avrebbe aiutato a fare sogni migliori.

***

Ma salve cari lettori,
come vedete ho pensato bene di creare questa raccolta di one-shot ognuna con un punto di vista diverso da quello di Elena! Le one-shot saranno un po' i missing-moments della long fic "Within a man's heart" e in ognuna di esse verrà indicato anche il capitolo a cui fa riferimento, ovviamente in ordine cronologico (così se qualcuno volesse leggerlo, io non mi offendo xD). In questa prima shot il punto di vista è di Damon (forse un tantino OOC?) u.u la parte in corsivo all’inizio è il sogno che fa Damon dopo essere stato trasformato in umano ed essendo un sogno non deve avere per forza una spiegazione logica. Per il resto il capitolo mostra le vere intenzioni di Katherine, che si scopre essere una sostenitrice Delena e finalmente si scopre cosa è successo mentre Elena e Caroline erano in viaggio verso casa Salvatore. Bene spero vivamente che questo capitolo abbia suscitato un po’ il vostro interesse! Il prossimo è già pronto, datemi il tempo di ricontrollarlo ;) Se volete posso anche accettare richieste: mentre leggete Within a man's heart e vi domandate "ma mentre Elena sta pensando/ è lì con quello/ dorme ilpersonaggiodavoiscelto che cosa sta facendo?", potete informarmi e io vedrò di scriverci qualcosa di azzeccato o altrimenti proseguire per non dilungare troppo la storia ;)
Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti e seguite e coloro che recensiscono.
Alla prossima

dreem

   
 
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