- Jar of hearts;
1-
MAYBE IN YOUR DREAMS – MAYBE IN MY NIGHTMARES
(ATTENZIONE:
questo extra contiene riferimenti del
capitolo 5- Who’s believed to be
that
bitch? Perciò onde evitare confusione consiglio
una rilettura di quel
capitolo.)
C’erano
tre cose di cui non ero perfettamente sicuro: punto primo che Stefan
fosse
realmente andato in Alaska a cercare delle informazioni per aiutare me, punto secondo che in 145 anni non abbia
mai incontrato creature come i mezzi vampiri, punto terzo che stessi realmente baciando Elena.
Dischiude
le labbra e si stacca dalle mie mentre cingo i suoi fianchi morbidi e
lisci.
Sa
che sono completamente andato per via dell’alcol, di questo
ne sono ben certo a
causa di uno strano bruciore alla gola.
Mi guarda con i suoi occhi color
nocciola e il suo respiro irregolare a causa dei miei baci mi provoca
una
leggera felicità.
Felicità, non c’era
termine più appropriato per descrivere quello
che stavo sentendo.
La avvolgo tra le mie braccia e la porto stretta al mio
petto cullandola dolcemente.
Eppure qualcosa non andava, era tutto così
irreale, così lontano. Si scioglie dal mio abbraccio. Si
alza sulle punte e
continua a baciarmi a fior di labbra, insinuando le mani fin sotto la
camicia,
tastando ogni singolo centimetro della mia pelle.
Di lei tutto mi faceva
impazzire: la sua pelle, i suoi capelli, i suoi occhi, il suo respiro,
lei, la
stessa lei che io non
avrei potuto mai avere. Non le importavano i miei
sentimenti, forse non le importavo neanche io ma era giusto che fosse
così.
Se
per qualche strano motivo lei e Stefan un giorno si sarebbero lasciati
non
avrei sopportato di tenerla stretta tra le mie braccia, sarei stato
solo un ripiego e
nient’altro.
Avrei preferito cento volte
morire, buttarmi sotto un treno, avvelenarmi ma niente avrebbe mai
comparato il
dolore atroce che il suo amore per lei mi procurava.
Ma avevo pur sempre un
fottuto cuore e una vita che non avevo scelto di vivere quindi tanto
valeva
farsi male per bene.
Interrompe bruscamente il bacio e si stacca da
me addossandosi alla parete. Dai suoi occhi traspare paura e terrore e
sembrava
che l’essere da cui stava scappando fossi proprio io.
Non ho il tempo di
chiedere che cosa sia successo che il dolore alla gola si accentua e
sembra
quasi che possa soffocarmi.
Mi accorgo che c’è qualcuno alle mie spalle che si
avvinghia alla mia schiena e succhia avidamente il sangue dal mio collo
procurandomi quel dolore infernale.
Mi dimeno ma le forze mi abbandonano, cerco
di scrollarmelo di dosso ma è più forte di me.
Sento la rabbia invadermi dentro
e la testa girarmi inspiegabilmente.
Il dolore è diventato adesso fuoco e mi
brucia il cervello facendomi inginocchiare a terra.
Poi una paura mi assale.
“Elena” sussurro e la mia voce sembra rimbombare
tra le pareti della stanza.
Apro gli occhi leggermente e finalmente la vedo: i suoi occhi sono
iniettati di
sangue e i denti ben affilati mi sorridono maleficamente.
Si avvicina con passo
disinvolto e in un attimo è di fronte a me. Era Katherine? O
forse Elena?
Mi sussurra qualcosa che non
riesco a
comprendere e anche lei affonda i suoi canini proprio dove poco prima
aveva
lasciato una scia di baci e carezze.
E’
divertente vedere come si è ribaltata la
situazione nel giro di pochi giorni: chi avrebbe mai detto che io Damon Salvatore dovessi trovare un
vampiro per farmi da baby-sitter? Roba da matti!
Chiusi la manovella della
doccia e avvolsi l’asciugamano attorno al mio corpo. Ne presi
un altro per
asciugare i capelli e mi avviai verso il letto. La televisione era
accesa sul
notiziario e Mystic Falls sembrava essere tranquilla visto che da un
po’ di
tempo non si verificavano furti o omicidi.
“Tirate questo
sospiro di sollievo,
tra un po’ Damon Salvatore verrà nuovamente a
guastarvi la festa” dissi a me
stesso indossando i jeans e facendo passare la cinghia attraverso gli
occhielli
dei pantaloni.
Il sorriso che avevo dipinto in volto pian piano scemò alla
consapevolezza di ciò che avevo detto: quel Damon Salvatore
non avrebbe più
fatto del male alle persone di questa città, non avrebbe
più causato problemi e
preoccupazioni a suo fratello, sarebbe stato diverso, un uomo migliore.
Mi
meravigliai di quanto fossi cambiato da quando ero diventato umano e la
cosa
iniziava in un certo senso a seccarmi: non volevo diventare
“Stefan- l’amico
degli animali- il ritorno”! Questo pensiero urtò
gravemente il mio animo così
mi diressi verso la cassettiera alla ricerca di una maglietta.
Aprii il primo
cassetto e con mia grande sorpresa trovai una bella bottiglia di
Tequila il che
mi procurò un leggero sorriso: ahi carramba era da un
po’ che non mi facevo una
sana bevuta…da umano. Posi la bottiglia sul letto e andai
alla ricerca di una
maglietta da mettermi.
Dal secondo cassetto tirai fuori una maglietta grigia ma
mentre lo feci cadde a terra una pacchetto contenente un liquido
rossastro:
sangue. Lo raccolsi e cominciai ad osservarla meglio: era sangue 00, il
mio
preferito, che avevo lasciato nel cassetto in caso di emergenza. La
vista di
quel liquido denso mi procurò una forte fitta allo stomaco e
trattenni un
conato di vomito: avevo dimenticato che da umano ero sensibile al
sangue.
Rigettai la sacca dentro il cassetto e lo chiusi con irruenza facendo
tremare
lo specchio adiacente il che tremò anche la mia figura
riflessa in esso. Quando
lo specchio smise di tremare osservai meglio e mi meravigliai di
ciò che vidi o
meglio di chi.
“Ma guarda, hai così
tante prelibatezze e non ne offri neanche un po’?”
la voce che proveniva alle
mie spalle mi lasciò alquanto sorpreso: che diavolo ci
faceva qui Katherine?
Non mi girai ma un sorriso beffardo comparve sul mio volto.
“Ma che maleducato
che sono, serviti pure…oh già dimenticavo, non
sei la benvenuta qui!” dissi con
sarcasmo voltandomi con ancora in mano la maglietta che non avevo avuto
il
tempo di indossare. Speravo che quella fosse una visita di cortesia
perché
nelle mie condizioni potevo fare ben poco: non
poter uccidere Kat, una delle tante cose che non puoi fare da
umano, da
aggiungere alla lista.
“Ho incontrato Elena prima” disse guardandomi
dritta
negli occhi, giocando con un ricciolo. Ahi, ecco invece una delle cose peggiori che ti può capitare
quando sei
umano. Il mio sorriso di poco prima scomparve, ma mantenni la calma
cosa non
facile visto che ero maledettamente umano e che sentivo le emozioni
riversarsi
come un fiume in piena. Purtroppo si accorse della mia agitazione e si
avvicinò
a me con velocità vampiresca.
“Tranquillo stanno
bene, lei e la sua amichetta”.
“Oh ma che gentile, volevi farmi un regalo?”.
“No perché mi hanno dato una
notizia interessante che volevo assolutamente verificare” mi
sussurrò avvicinando
le sue labbra alle mie che automaticamente si dischiusero.
Di male in peggio:
quando Katherine voleva verificare
non era mai per buoni motivi.
Accarezzai la sua nuca fino a poggiare le mie
mani sui suoi fianchi modellandoli e palpandole i glutei.
Fu un attimo
che mi
fece girare la testa: lei mi sbatté con violenza contro il
muro provocandomi un
leggero dolore alla schiena, impaziente di rincollare le nostre labbra.
Ero
consapevole del fatto che non avrei potuto batterla nel mio stato
attuale
perciò tanto valeva accontentarla: tanto una volta tornato
vampiro sarei venuto
a cercarla e le avrei staccato la testa a morsi così come
era giusto che fosse.
Le nostre lingue si scontrarono in un turbinio di emozioni forti, le
nostre
labbra erano legate indissolubilmente. Chiusi gli occhi mentre rimanevo
intrappolato tra lei e il muro, le sue gambe aperte si erano
aggrovigliate alle
mie. Non ricordavo più cosa fosse significato per me
Katherine quando ero
ancora umano, forse perché non era stato vero amore o forse
perché lei
continuava a soggiogarmi. Non riuscivo più a ricordare cosa
avessi provato
quando lei sfiorava solo la mia pelle e adesso riuscivo a sentire
tutto, ancora
una volta, di nuovo da umano.
Pensai veramente di finirla, ormai aveva
controllato abbastanza e non c’era bisogno che quella
sceneggiata continuasse
oltre, nonostante non mi desse alcun dispiacere. La alzai facilmente e
lei
incrociò le mie gambe dietro la schiena. Voleva
fare un checkup completo a quanto pare.
Un ricciolo mi solleticò la guancia
e per un momento pensai al sogno e ad Elena, ai suoi capelli morbidi e
i suoi
occhi dolci esattamente in quella stessa posizione, in quello stesso
luogo:
probabilmente sarei stato diverso, felice
forse.
A quei pensieri poco puri, l’inquilino del piano di sotto si
fece
sentire e mostrò tutta la sua contentezza
al riguardo. Non era di certo quello
l’orario dell’alzabandiera!
“Oh
merda” imprecai tra un bacio e l’altro.
Lei
stupita si staccò da me ed entrambi riprendemmo fiato. La
allontanai subito da
me tentando di riprendere il controllo di me stesso. Da quando in qua
io
perdevo il controllo?
“Ora che hai verificato, comincia a scappare
perché
quanto prima ti verrò ad uccidere”.
Mi
guardò con i suoi occhi marroni e quasi
avvertii un senso profondo di tristezza.
Poi sorrise come una bambina.
“Ma
abbiamo un letto grande qui e dovremmo approfittarne” disse
inclinando la testa
in direzione del letto e sorridendomi maliziosamente.
Uscii dalla
stanza,
sapendo che tanto mi avrebbe sentita lo stesso.
“Sai bene che
non ho problemi
riguardo ai posti in cui farlo” scesi velocemente le scale,
chiudendo la zip
dei pantaloni.
Mi diressi verso il salone, ma lei fu lì prima di me.
“Oh
andiamo Damon, non farne una tragedia: in fondo ora che sei umano
è un po’ come
essere ritornati ai vecchi tempi!” mi disse bloccandomi e
piantando il palmo
della sua mano proprio sul cuore.
“Già devo anche
ricordarti che fine ho
fatto?” dissi sarcasticamente afferrandola per il polso e
togliendo la mano dal
mio petto.
“Che cosa hai combinato di così grave per
ridiventare umano?”.
“Oh
niente ho cercato di portarmi a letto una donna, ho bevuto il sangue e
puff
sono diventato umano” dissi mentre mi versavo un
po’ di wisky nel bicchiere e
aggiungevo un po’ di verbena che tenevo nella tasca dei
pantaloni.
“I soliti
disastri alla Damon” concluse e si fermò davanti a
me.
Bevvi un sorso e poi
allungai il polso nella sua direzione, mostrando la linea bluastra
delle vene.
“Vuoi provare?”. Katherine mi guardò
torva con la braccia strette al petto, i
boccoli cascanti sulle spalle seminude.
“Nei tuoi sogni
forse” mi uccise con lo sguardo.
“Forse nei miei
incubi, non definirei sogni quelli in cui ci sei tu” ribattei
io riuscendo a resistere al suo sguardo truce.
Si
liberò in una risata
cristallina e si buttò a peso morto sul divano.
“Oh Damon, Damon, Damon”.
Le
offrii un bicchiere che lei non rifiutò.
“Astuto
da parte tua assumere verbena
per non farti soggiogare”.
“Prendo sempre delle
precauzioni, sai non sono più
ingenuo come una volta” le presi il bicchiere semivuoto e
bevvi quello che era
rimasto.
“Stefan ti ha lasciato solo soletto con
Elena” disse accavallando le
gambe e giocando con un soprammobile posto sul tavolino accanto.
“Sai come è
fatto Stefan: aiutare i gatti a scendere dagli alberi, far attraversare
i bambini
a scuola e salvare i fratelli cattivi” dissi gesticolando
anche se
effettivamente la sua costatazione mi aveva turbato: Stefan mi aveva
lasciato
solo con Elena? Forse non rappresentavo più una minaccia nei
suoi confronti o
forse è sicuro che Elena non provi qualcosa per
me…o forse non ci aveva pensato
neanche lontanamente.
Mi ammutolii, rimuginando su questo pensiero.
Poi mi
venne un dubbio.
“Di la verità: a te fa comodo
questa situazione, non è così?”
chiesi con fare circospetto. Katherine è furba e sicuramente
aveva trovato dei
vantaggi in questa situazione, vantaggi a suo favore.
“La
piccola Elena ha
firmato la sua condanna a morte conoscendo i fratelli
Salvatore-” si alzò e
sinuosamente mi si parò davanti “-peccato che tra
i due uno solo vivrà in
eterno, ed Elena deve rimanere umana”.
“Cosa stai
cercando di dire?”.
“Sto dicendo:
Elena può ancora salvarsi dalla vostra maledizione se
sceglie il fratello
umano”.
All’improvviso mi spinse facendomi cadere sul tappeto mentre
lei mi
sovrastava parlando a pochi centimetri dalla mia faccia.
“Peccato Damon eri un gran
bel vampiro” mi sussurrò all’orecchio.
Sentimmo aprire la porta e ci girammo
contemporaneamente verso l’ingresso: Elena entrò
seguita da Caroline. Mi guardò
fisso per un momento: aveva gli occhi vacui e distanti.
“Mi
dispiace per te
Damon ma non intendo ridiventare umana. Senza di te, Stefan ed io
potremo stare
finalmente insieme, per l’eternità”
calcò l’ultima parola e fuggì senza
voltarsi indietro.
Non ebbi neanche il tempo di alzarmi che fui scaraventato
dall’altra parte della stanza. Imprecai mentalmente sentendo
le schegge di
legno conficcarsi nel palmo della mano.
Quella sera Elena mi avrebbe sentito e
nonostante l’amassi nel modo più sbagliato
possibile avrei dovuto arrabbiarmi
con lei per essere stata così pazza e incosciente.
E forse
poi la bottiglia di
Tequila mi avrebbe aiutato a fare sogni migliori.
Ma salve
cari lettori,
come vedete ho pensato bene di creare questa raccolta di one-shot
ognuna con un punto di vista diverso da quello di Elena! Le one-shot
saranno un po' i missing-moments della long fic "Within a man's heart"
e in ognuna di esse verrà indicato anche il capitolo a cui
fa riferimento, ovviamente in ordine cronologico (così se
qualcuno volesse leggerlo, io non mi offendo xD). In questa prima shot
il punto di vista è di Damon (forse
un tantino OOC?) u.u la parte in
corsivo all’inizio è il sogno che fa Damon dopo
essere stato trasformato in
umano ed essendo un sogno non deve avere per forza una spiegazione
logica. Per
il resto il capitolo mostra le vere intenzioni di Katherine, che si
scopre essere una sostenitrice Delena e
finalmente si
scopre cosa è successo mentre Elena e Caroline erano in
viaggio verso casa
Salvatore. Bene spero vivamente che questo capitolo abbia suscitato un
po’ il
vostro interesse! Il prossimo è già pronto,
datemi il tempo di ricontrollarlo ;) Se volete posso anche
accettare richieste: mentre leggete Within a man's heart e vi domandate
"ma mentre Elena sta pensando/ è lì con quello/
dorme ilpersonaggiodavoiscelto che cosa sta facendo?", potete
informarmi e io vedrò di scriverci qualcosa di azzeccato o
altrimenti proseguire per non dilungare troppo la storia ;)
Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la
storia tra i preferiti e seguite e coloro che recensiscono.
Alla prossima
dreem