Madness, music &dance.
-estasi-
[Stupida] Bambola.
Mi avevano detto di credere
nella Fortuna,
di non fare gesti avventati, di non sperperare energie a destra e a
sinistra,
di non colmarmi la testa di paranoie, ma di sperare e attendere in
silenzio; Lei
mi avrebbe aiutato.
E così passavo le ore a curare la mia bellezza intatta nella
ceramica, incipriandomi il viso perlaceo e pettinandomi accuratamente
la
frangetta. Il pizzo della gonna ricadeva sulle mie gambe adeguatamente
fasciate
dalla calzamaglia.
Lasciavo che il lucidalabbra si asciugasse a dovere, poi mi
guardavo allo specchio, sorridevo stolta
ammirandomi compiaciuta.
Immaginavo le lusinghe che avrei ricevuto, e di cui non mi colmavo mai
abbastanza, da chi avrebbe alzato
casualmente lo
sguardo sul mio scaffale; le
labbra allora si piegavano in un ghigno quasi biricchino e negli occhi
un
barlume rischiarava la fermezza del mio sguardo vuoto.
Dopo pochi minuti,
non totalmente appagata, riprendevo il trucco in mano.
L’ombretto riprendeva a bruciar i secondi, divorava
ore
eterne in cui il mio pensiero si fissava su quel fanciullo che vedevo
ogni
giorno passare di lì, lo stesso e il solo che non mi aveva
ancora notato. Quotidianamente
ripetevo quelle pratiche di bellezza solo allo scopo di attirare la sua
attenzione.
Non mancavo mai
al mio appuntamento: quando
era il momento giusto rimanevo in silenzio, seduta composta sul mio
scaffale,
con le balze dell’ampia gonna a coprire accuratamente le
gambe e i boccoli
castani cadermi delicatamente a lato del viso.
Le labbra sospese e leggermente socchiuse a trattener parole
e fiato. Solo lo sguardo parlava.
-Ma la gente è capace di ascoltare gli occhi?- continuavo
a chiedermi.
[…]
Probabilmente quel tempo da dedicarmi la Fortuna
non l’ha mai trovato.
Mi sono fidata della mia determinazione, sbaragliando
inconvenienti e ripetuti errori.
Ora, non più schermata da una taciuta e
cerulea ipocrisia, consapevole d’essere più
fragile e scoperta a veritiere
evidenze taglienti quando lame, sento, nel sangue
che scorre sulla pelle
[vera] e quello sguardo eternamente desiderato che
si posa indifferente
sul mio corpo, d’essere
viva.
Grazie a
coloro che hanno recensito le mie altre drabble della raccolta.
Purtroppo non ho tempo (causa esami universitari incombenti) di
soffermarmi a ringraziare a dovere le stesse persone che mi hanno
regalato un sorriso. Ringrazio anche coloro che leggono e che
apprezzano i miei testi.
Spero che anche questa flashfic vi abbia fatto
riflette, c'è poco da dire: un pezzo di vita come gli altri,
quando le situazioni mi portano a ripensare a come ero un tempo e come
sono ora, alle scelte fatte e ai ripensamenti.
A presto.
Ayer.