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Autore: Ayer    14/06/2011    5 recensioni
[Dalla raccolta: Madness, music & dance.-estasi-]
"Solo lo sguardo parlava.
-Ma la gente è capace di ascoltare gli occhi?- continuavo a chiedermi."

Poche righe a descrivere una lotta eterna tra la Fortuna e il Carpe Diem. Sperare o agire? Silenzi o sospiri? Fermezza o sorrisi? Freddezza o emozioni?
Quante domande affollano la mente di una bambola...
Bambole stupide o persone pulsanti?
Grazie.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Madness, music &dance.

 

-estasi-

 

[Stupida] Bambola.

 

 

Mi avevano detto di credere nella Fortuna, di non fare gesti avventati, di non sperperare energie a destra e a sinistra, di non colmarmi la testa di paranoie, ma di sperare e attendere in silenzio; Lei mi avrebbe aiutato.
E così passavo le ore a curare la mia bellezza intatta nella ceramica, incipriandomi il viso perlaceo e pettinandomi accuratamente la frangetta. Il pizzo della gonna ricadeva sulle mie gambe adeguatamente fasciate dalla calzamaglia. 
Lasciavo che il lucidalabbra si asciugasse a dovere, poi mi guardavo allo specchio, sorridevo stolta ammirandomi compiaciuta. Immaginavo le lusinghe che avrei ricevuto, e di cui non mi colmavo mai abbastanza, da chi avrebbe alzato casualmente lo sguardo sul mio scaffale; le labbra allora si piegavano in un ghigno quasi biricchino e negli occhi un barlume rischiarava la fermezza del mio sguardo vuoto. Dopo pochi minuti, non totalmente appagata, riprendevo il trucco in mano.
L’ombretto riprendeva a bruciar i secondi, divorava ore eterne in cui il mio pensiero si fissava su quel fanciullo che vedevo ogni giorno passare di lì, lo stesso e il solo che non mi aveva ancora notato. Quotidianamente ripetevo quelle pratiche di bellezza solo allo scopo di attirare la sua attenzione.
Non mancavo mai al mio appuntamento: quando era il momento giusto rimanevo in silenzio, seduta composta sul mio scaffale, con le balze dell’ampia gonna a coprire accuratamente le gambe e i boccoli castani cadermi delicatamente a lato del viso.
Le labbra sospese e leggermente socchiuse a trattener parole e fiato. Solo lo sguardo parlava.
-Ma la gente è capace di ascoltare gli occhi?- continuavo a chiedermi.

 

[…]

 

Probabilmente quel tempo da dedicarmi la Fortuna non l’ha mai trovato.
Mi sono fidata della mia determinazione, sbaragliando inconvenienti e ripetuti errori. 
Ora, non più schermata da una taciuta e cerulea ipocrisia, consapevole d’essere più fragile e scoperta a veritiere evidenze taglienti quando lame, sento, nel sangue che scorre sulla pelle [vera] e quello sguardo eternamente desiderato che si posa indifferente sul mio corpo, d’essere viva.








Grazie a coloro che hanno recensito le mie altre drabble della raccolta.
Purtroppo non ho tempo (causa esami universitari incombenti) di soffermarmi a ringraziare a dovere le stesse persone che mi hanno regalato un sorriso. Ringrazio anche coloro che leggono e che apprezzano i miei testi.
Spero che anche questa flashfic vi abbia fatto riflette, c'è poco da dire: un pezzo di vita come gli altri, quando le situazioni mi portano a ripensare a come ero un tempo e come sono ora, alle scelte fatte e ai ripensamenti.
A presto.

Ayer.

  
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