Più ti guardavo e più mi rendevo conto che la gelosia mi divorava ; mi bastava semplicemente ricordare il tuo sorriso per rodere quel poco del distacco composto che mi imponevo di mantenere, quando non ti ero accanto. Quando eri a soli due passi da me e non potevo passare una mano tra i tuoi capelli.
Non era da me pensare certe cose, né credevo che tu mi avessi stravolto la vita. Ero già stato innamorato, anche di un amore non corrisposto; avevo sì, anche fatto innamorare senza però interessarmi di chi mi amava, a volte persino torturando con le illusioni quella stessa persona.
E dunque ora? Qual era il problema? Quale poteva mai essere?
Era un sentimento corrisposto il mio, un perfetto amore adolescenziale, con le sue tenerezze e il suo sesso ormonale e passionale.
Ho paura.
Me ne resi conto mentre ti fissavo spedire la palla oltre la rete e irradiare gioia, nonché soddisfazione.
Paura che ti annoiassi di me e dei miei modi scorbutici, per una ragazza più semplice e sicuramente più gentile, carina e un po' timida, ma di un timido amabile, non come il mio, bisbetico e impossibile.
Ne ebbi poi la certezza : cosa ti legava a me? L' amore davvero?
Magari era il sesso, la curiosità di farlo con qualcuno del tuo stesso sesso.
Improvvisamente mi mancò il fiato, quasi facesse troppo male.
Beh, sono innamorato.
Ma lo sapevi? Te lo avevo mai fatto sapere?
E quella ragazza? Perché stava tutto il tempo lì, ad aspettare che finiste, per correre prima da te che dagli altri e darti un asciugamano?
Pensava che tu fossi single? Che non ci fosse nessuno per te, ad aspettare? Nessuno che fosse orgoglioso dei tuoi traguardi?
Piccola smorfiosa... Come tutte d'altronde.
Non avevo comunque che da fare una cosa, seppure mi costasse darti questa vittoria.
In fondo erano ormai 3 mesi che ci frequentavamo, era il caso di farti sapere che ti amavo.