Mi guardò con quel suo sguardo che non perdona, che, se hai fatto qualcosa di sbagliato, te lo fa bruciare come se avessi pugnalato alle spalle il tuo migliore amico; forse perché io avevo fatto di peggio...
Poi, mi parve quasi che sorridesse, ma mi sbagliavo, stava leggendo la mia paura ed era felice del mio rimorso; non era più una sottospecie di robot in stile “Dart Fener”, ed era tornato il bellissimo ed intoccabile  ragazzo della stagione prima. Intoccabile, già. Insensibile.  Impossibile...
“Stupida” mi dissi, anzi, mi gridai nella mente. “Hai preferitoun milione di dollari a un ragazzobello come il sole per cui le donne ucciderebbero, e il milione non l’hai avuto alla fine”. Lui mi guardava.
Ero rimasta immobile fino a quel momento, non avevo nemmeno respirato, avevo cose più importanti a cui pensare. Era così sicuro di ciò che doveva fare, ma così incerto di dove cominciare... Mi porse una mano. Lo guardai attentamente prima di stringerla. Mi tirò su. Cercai di imitare l’espressione della sua faccia: sicura e impenetrabile... Non mi riuscii molto bene, credo, perché si mise a ridere. Heather così goffa?! Ma cosa cavolo stavo facendo? Mi stavo facendo suggestionare da queglio occhi che, anche se di pietra, sono gli occhi che.... Ehm.. No... Meglio continuare... Poi, di punto in bianco, smise di ridacchiare e mi sorrise.
 -Cosa vuoi? Vuoi farmela pagare?!
 -No- si limitò a dire.
 -E allora perché sei venuto da me? Cosa cerchi? Cosa vuoi?!
 -Niente, adesso...
 -E allora alza le tende, smamma!!- cercavo di non guardarlo negli occhi, sarebbe stato troppo difficile se no...
La miatestaera piena di domande che avrei tanto voluto fargli: “Sei ancora arrabbiato con me?” o “Pensavi davvero quello che hai detto o era solo “strategia?”. Lui mi mandava ancora più in tilt non rispondendo alle poche e futili che gli facevo.
Con una mano mi cinse i fianchi, con l’altra mi sciolse i capelli dalla coda.
 -Mi ero ripromesso che te l’avrei fatta pagare, ma proprio non ci riesco...
Continuò la frase, ma non ci feci molto caso: ero incantata dal vento che gli scompigliava i capelli (o dai suoi capelli che si lasciavano scompigliare dal vento?).
Tutto d’un tratto la sua testa s’ingrandì, no.. si stava avvicinando.
Ero ancora rimbambita dai suoi capelli, quando me lo sentii addosso, sentii le sue labbra sulle mie. Appena me ne resi conto lo strinsi il più forte possibile, per assicurarmi che non scappasse. Lo abbracciai con tutta la mia forza; non avrei ripetuto Lo Sbaglio...