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Autore: DreamOn    15/06/2011    3 recensioni
ok, è l'ottava volta che riscrivo l'introduzione, visto che non riesco a caricare la storia. Questa è l'ultima, lo giuro!
Ciao a tutti, ecco la mia nuova Wemma, questa è la mia revisione della 2x21, della scena a casa di Will, spero vi piaccia
recensite!!!
DreamOn
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Will Schuester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Wonderwall

 

E questo?- Emma mi porse uno dei miei Gilè, chiedendomi se lo volevo buttare.

Non potevo rifiutare a quel gilè, perché per quanto potesse sembrare irrazionale, quel gilè aveva segnato una specie di..svolta per la mia vita. Era il gilè che indossavo quando avevo conosciuto Emma; la persona che amavo, che desideravo vedere ogni giorno, che mi faceva impazzire con le sue lunghe chiacchierate di cose assurde – come l'importanza di lavare la frutta- e si, mi faceva impazzire anche con quel suo maledetto OCD.

La persona che si aspettava rispondessi affermativamente a quella domanda.

È quello che indossavo quando ci siamo conosciuti, due anni fa...- abbassò lo sguardo, era imbarazzata, non si aspettava che rispondessi con così tanta sincerità, notai che le sue dolci guance arrossirono leggermente, alzò lo sguardo cercando di evitare il mio, guardando uno degli scatoloni che mi aveva procurato per inscatolare la mia collezione di gilè.

Be' sai che c'è? Devi lasciarti tutto alle spalle, stai seguendo troppo i tuoi sogni!- Emma cercò di sorridere per mascherare ciò che quella mia affermazione le aveva fatto tornare in mente, ovvero il ricordo di noi due, insieme.

Mi porse il gilè, per convincermi a metterlo nello scatolone delle cose da buttare.

Non capivo, poteva essere Emma così interessata ai miei sogni, da mettere da parte tutto quello che avevamo fatto insieme, sia da amici che quando stavamo insieme?

Il suo era altruismo? Ci teneva così tanto a me? O forse non ci teneva affatto?

Confuso la guardai pormi il gilè, lo presi e lo misi nello scatolone.

La cosa che più mi sorprese fu che Emma guardò da un'altra parte mentre lo feci, come se non volesse assistere, come se fosse troppo doloroso per lei, e fu questo a farmi capire che il suo non era un gesto altruista, ma ciò che le sembrava “giusto”, ciò che lei giudicava il meglio per noi due.

Will... è meglio che io vada...- infatti non volle trattenersi più del dovuto, che fosse troppo doloroso per lei? O che mi stessi io facendo mille filmini mentali sul fatto che lei ci tenesse ancora a me? Forse sarebbe stato più facile credere il contrario.

Sei sicura di non voler restare? Posso cucinarti qualcosa se vuoi.. ormai sono le 8:00 passate, avrai fame, è dalle 6:00 che sei qui!- provai a convincerla.

No, guarda... veramente, ho degli avanzi di oggi a pranzo da finire..lascia stare- Emma fece per andarsene, ma la fermai prendendole il braccio. Non so perché lo feci, non sapevo cosa pensavo di ottenere prendendola per un braccio ed impedendole di tornare a casa sua, ma so solo che in quel momento mi sembrò la cosa giusta da fare.

Emma mi guardò confusa.

Avrei tanto voler saputo cosa stesse pensando, forse quando l'anno prima la baciai dopo averla presa per il braccio e costretta a restare nonostante volesse fermarsi?

Che quel bacio fosse significato qualcosa per lei?

Valeva la pena riprovarci?

La attirai verso di me, fino ad avere il suo sguardo terrorizzato a pochi centimetri dal mio viso.

Non voglio che tu te ne vada!- dissi, ormai non aveva senso continuare a fingere che tra di noi non ci fosse stato niente, e conoscendola anche lei la pensava come me, ma non avrebbe osato compiere il primo passo.

Will...- sussurrò, con tono malinconico.

Che c'è?- chiesi senza pensarci.

Emma distolse lo sguardo, indietreggiando di alcuni centimetri dal mio viso, ma restando sempre dov'era con il resto del corpo.

La costrinsi a riguardarmi, fissandola.

* * *

Distolsi lo sguardo da Will.

I suoi occhi, così dolci e belli, avevano fatto scaturire in me quella sensazione che provai appena prima del nostro primo bacio.

Quella sensazione di consapevolezza di ciò che stava per succedere, ma allo stesso tempo non rendersene conto, perché persi in quello sguardo.

Sentivo di non poter sfuggire ai suoi occhi, al suo sguardo che mi implorava di degnarlo del mio.

Will continuava a tenermi il braccio con forza, lo guardai pregandolo di mollarmi, non volevo succedesse qualcosa tra di noi, sarebbe stato troppo doloroso dirgli addio, poi, quando mi avrebbe lasciata per andare a Broadway.

Anche se una parte di me urlava “Emma, bacialo, adesso!”, l'altra mi implorava di andarmene a piangermi addosso a casa mia, ad affrontare il mio sconforto da sola.

* * *

Perché Emma non diceva o faceva niente?

Che stesse aspettando che facessi qualcosa io?

Il mio istinto di uomo innamorato della donna da cui ora dipendeva il suo sguardo, mi diceva di baciarla.

Ma sapevo che avrei commesso un errore a farlo, sarei partito a breve per Broadway, avrei lasciato la mia Emma in questa triste città dell'Ohio, sola.

E 'avrei lasciata con il ricordo di questo bacio, che le avrebbe reso impossibile dimenticarsi facilmente di me.

Ma allo stesso tempo non potevo resistere.

Mi avvicinai a lei fino a trovarmi così vicino da poter sentire il suo respiro agitarsi.

Le accarezzai la guancia, scostandole i capelli dal viso ed appoggiandoli dietro l'orecchio.

Mi guardava, mi implorava di lasciarla tornare a casa, ma non ne ero capace.

Quando mi resi conto che continuavo a stringerle il braccio, la lascia andare.

Ma come immaginavo, lei non si mosse. Restò esattamente dov'era da prima che la mollassi.

Mi lasciai scappare un sorrisetto sghembo; che fece leggermente alzare gli angoli della mia bocca.

Emma invece restò passiva, davanti a me, scrutava con quei suoi bellissimi occhioni marroni ogni singola parte del mio viso.

Il momento si stava prolungando, ma non stava diventando imbarazzante, anzi, più si prolungava, più mi sentivo a mio agio e sentivo di volerlo fermare per farlo restare così, per sempre.

Mi avvicinai sempre di più a lei, e quando mi trovai abbastanza vicino a poter toccare la sua fronte con la mia, lei chiuse gli occhi.

Chiuse gli occhi, perché capii che la stavo per baciare.

Chiuse gli occhi, perché voleva essere baciata.

Chiuse gli occhi, perché non le importò, in quel momento, delle conseguenze di quel bacio; della difficoltà nel dirsi addio.

Baciai le sue dolci labbra con tutto l'amore che provavo per lei.

La baciai come mai l'avevo baciata prima.

La baciai perché l'amavo e, come lei, credevo che quel momento sarebbe stato infinito.

Improvvisamente mi resi conto di quanto il mio sogno fosse superficiale, idiota, degno di un vero e proprio sognatore privo di razionalità.

Non era quello il mio sogno, era solo un desiderio, una esperienza che mi sarebbe piaciuto vivere, ma non qualcosa per cui valesse la pena mollare tutto e tutti.

Il mio vero sogno era lei.

Emma ricambiò dolcemente il mio bacio.

Sicuramente anche a lei stavano scaturendo un susseguirsi di pensieri confusi.

Will..no.. noi non dovremmo...-abbassò lo sguardo staccando le sue labbra dalle mie.- non posso... non...- indietreggiò sperando non facessi nulla per attirarla a me.

Lo so... non dovremmo.. ma non credo di..- non sapevo come esprimermi senza sembrare troppo passionale.- Emma, ti prego non andartene...

Devo Will, non è giusto che stia qui.. non è giusto per noi... due!- sapevo che stava facendo questo contro la sua volontà e che per lei era più difficile di quanto lo fosse per me.

No! - esclamai, mettendo una mano sulla schiena per attirarla a me.

Quando fummo nuovamente abbastanza vicini, la strinsi; in modo che i nostri corpi si toccassero

Non voglio che tu te ne vada, e non voglio andarmene neanche io. Io resto qui, a Lima, con te, perché... Ti Amo!- riuscii finalmente a dirle tutto ciò che avevo capito durante questo nostro ultimo bacio.

Will, non puoi fare tutto questo per me, non è giusto! Devi inseguire i tuoi sogni..devi..- Emma non sapeva come concludere la frase.

Forse perché non trovava un motivo per farlo.

Sei tu il mio sogno!- sussurrai.

Lei sorrise, scuotendo il capo ed arrossendo, leggermente, io invece, misi una mano fra i suoi bellissimi capelli rossi e la baciai.

Quel bacio fu la risposta a tutte le domande che mi ero posto e che sicuramente si era posta lei durante quei lunghi attimi confusi tra sguardi e parole espresse contro la propria volontà.

Si, sarei rimasto a Lima, per lei.

Si, non ci saremmo detti addio.

Si, avevo capito cosa volessi veramente dalla mia vita, ed era lei.

Lei, Emma Pillsbury, quella bellissima rossetta.

Quella dolcissima maniaca dell'igiene.

Quella goffa, tenera ed ingenua donna che tanto avevo amato in quegli ultimi due anni, e che ora speravo di poter rendere felice, per sempre.

   
 
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