Di nuovo
mattina. Le uniche parole che mi venivano in mente
erano “perché la notte
durava così poco?
Perché non potevo stare eternamente nel mio letto e non
vederlo?”. Erano le
sette e già sentivo spuntare le lacrime agli occhi,possibile
che non si fossero
ancora esaurite?
Come ogni
sacrosanto giorno, da due settimane a questa parte,
mi alzavo automaticamente dal mio letto e senza nemmeno guardarmi allo
specchio,uscivo per andare a scuola. Odiavo anche quella oltre
all’alternarsi
del giorno e della notte. Potevo vederlo,lì mentre rideva
con i suoi
amici,senza degnarmi di uno sguardo. Come se non esistessi. Non si
sforzava
nemmeno di salutarmi,nemmeno di evitarmi… io per lui ero
diventata invisibile.
Inesistente.
Sospirando feci
partire la mia auto e come una totale
deficiente rimasi dieci minuti buoni a guardare la pioggia che,con un
ritmo
sempre più incalzante,andava a precipitare sul parabrezza.
Idiota,Idiota e
Idiota! Mi sentivo solo un’idiota!
Continuai a
ripetermelo all’infinito fino a quando non
arrivai a scuola. Ovviamente in ritardo. Stavo impazzendo,mi bloccavo a
fissare
il vuoto senza nemmeno riuscire a pensare a qualcosa di veramente
concreto. Si…
ero necessariamente pazza.
Entrando in
classe trattenni il respiro. Sapevo che lui era
lì,intento a scrivere su un foglio qualunque stronzata gli
passasse per la
testa,sapevo che il suo profumo sarebbe stata la cosa che mi avrebbe
colpito per
prima e sapevo che sentirlo di nuovo sarebbe stato come se ti
gettassero della
neve sul viso mentre dormi beatamente al calore di un camino acceso.
Non avevo
più la forza di guardarlo,i miei occhi non incontravano i
suoi da troppo tempo,
da troppi giorni ormai mi era stato negato di perdermi nel tono dolce
dei suoi
“ti amo”
sussurrati all’orecchio.
Stavo per scoppiare a piangere proprio in quell’istante,sotto
gli occhi di
tutti i miei compagni (tranne uno) che mi osservavano andare a posto
dopo la
scocciante ramanzina del professore di matematica. Basta,basta! Dovevo
controllarmi!
Quando mi
sedetti ebbi il tempo di tornare lentamente a
respirare. Lo sapevo. Sapevo che avrebbe fatto male,sembrava che ogni
volta
fosse più dolorosa della precedente! Ancora la notte mi
sembrava di poterlo
risentire quel suo profumo,come se fosse ancora lì tra le
lenzuola. Come se ci
fosse lui al mio fianco. Sospirai rassegnata mentre mi accorsi che
Elena aveva
allungato il braccio per passarmi un foglio:
Care,come
va oggi?
Presi una penna
e piano scrissi la prima cosa che mi venne in
mente.
Bene!
Tu invece?
La vidi scuotere
la testa sospirando. Ci avrei giurato! Elena
mi conosceva troppo bene,me lo leggeva in faccia all’istante
quando una cosa
non andava…e avrebbe fatto la qualunque per tirarmi su di
morale. Ne ero certa.
Smettila
di mentirmi! Magari dire che
stai soffrendo ti farà stare un po’ meglio
dopo… comunque, stasera al grill si
esibisce un nuovo gruppo musicale,credo che sia la cosa migliore che
potesse
capitarci per distrarci! Passo con Bonnie alle otto :)
Ecco. Come
previsto. Avevo sentito qualcosa a proposito di
questa serata ma non ero dell’umore adatto per ballare e
cantare anche se ero
consapevole del fatto che sarei dovuta andare avanti. Anche se mi
feriva
terribilmente. Soprattutto dovevo accettare che LUI
era andato avanti. Aveva sempre il sorriso sulle labbra ed ero
a conoscenza di quanto spesso uscisse con i suoi amici… e di
quante volte si
era preoccupato a chiedere a qualcuno se stavo bene. La risposta era: nemmeno una. Stop. Avevo deciso, non
aveva più senso piangersi addosso in quel modo! Impugnai
forte la penna nera e con
decisione scrissi la risposta.
Credo
che tu abbia ragione… sarò
puntuale! Ti voglio bene. P.s. mi sento una merda
La vidi prima
sorridere e poi incupirsi velocemente leggendo
la parte finale del messaggio, stranamente però dirlo mi
fece sentire un po’
più sollevata. Come al solito Elena aveva
ragione…mi conosceva meglio di
chiunque altro.
Le prime tre ore
volarono in fretta,non riuscivo a
concentrarmi per nulla sulle lezioni. I miei occhi puntavano sempre e
solo in
una direzione,sicuri che non avrebbero dovuto spostarsi in fretta se lui si fosse girato,perché
non l’avrebbe
fatto,nemmeno se guardarlo così intensamente
l’avesse fatto andare a fuoco.
Osservavo la sua espressione compiaciuta mentre si rendeva conto di
quanto
semplice fosse risolvere quella funzione matematica… ovvio
per lui, che in
materia era sempre stato un genio!
Appena
suonò la campanella che annunciava l’inizio
dell’intervallo lo vidi schizzare fuori come un siluro. Non te ne andare,ti prego. Ho bisogno di guardarti!
Dio mio… prima
o poi quelle parole mi sarebbero realmente uscite di bocca, ronzavano
troppo
spesso nel mio cervello,avevo quasi preso una vita propria,un proprio
controllo,non riuscivo a bloccarle nemmeno per un istante.
******
La doccia mi
aiutò più del previsto a scaricare lo stress
accumulato durante la giornata e di certo non potevo negare che la mia
disperazione,all’idea di vedere le mie amiche a passare del
tempo con loro,un
po’ si era affievolita.
Alle otto in
punto il campanello suonò ed io
ero,miracolosamente,in orario. Non che ci fossi stata molto a scegliere
di
indossare i miei soliti jeans blu attillati,i tacchi fucsia e un
maglioncino
bianco,di cui tra l’altro non ne ricordavo
l’esistenza, con lo scollo a V.
Entrai in auto
stampando su quella mia cavolo di faccia un
sorriso a trentadue denti. Ci mancava solo far iniziare la serata con
il
broncio, non mi sembrava giusto nei confronti della altre…
-Ehi Care! Ma
come siamo belle!- mi disse dolce Bonnie con il
suo solito sorriso furbo,le sorrisi di rimando senza dire nulla
-e soprattutto
puntuali!- aggiunse Elena mentre era intenta a
fare retromarcia per uscire dal vialetto di casa mia; - mi ero
già preparata
mentalmente a dover aspettare almeno tre quarti d’ora in
macchina!- ammise
ridendo.
Si. Dovevo
godermi la serata e per almeno due ore non pensare
a ciò che forse ormai si era trasformata in ossessione.
Tyler.
-ma la smettete
di prendermi costantemente in giro voi due?-
non riuscivo a crederci! Avevo risposto loro senza procurare un attacco
di
depressione fulminante! Wow…questo si che era un passo da
gigante!
Il viaggio da
casa al grill fu breve ma…
divertente. Senza rendermene conto avevo riso perdendo quasi
l’aria e di questo potevo ringraziare solo le mie amiche, era
ovvio che non
riuscissi ad immaginarmi senza loro nella mia vita!
Entrammo nel
locale e c’era una confusione assurda! Non me lo
sarei mai aspettato,solitamente c’erano sempre le solite
quattro facce
conosciute,invece adesso c’era la fila per prendere da bere
al bancone,c’era
una folla davanti al palco che si muoveva a ritmo di musica e
c’era anche si
era messo a ballare sui tavoli.
Il sorriso che
mi si era spontaneamente
dipinto in volto scomparve nell’istante in cui misi a fuoco
ciò che si trovava
a pochi metri da me. Iniziai a sentire il mio respiro corto e quasi
affaticato,mi stavo sforzando con tutta me stessa per non
piangere,sentivo le
mani tremarmi per l’agitazione ed il dispiacere,mentre quel
dannato peso sul
mio stomaco non faceva altro che aumentare.
-oh mio Dio,
Care aspetta…andiamo da qualche altra parte!- si
affrettò Elena vedendo quel delizioso spettacolo e
prendendomi per un braccio.
No,non poteva
essere vero! Stavo facendo un incubo,doveva
essere per forza così; ma era troppo doloroso per essere
semplicemente uno
scherzo contorto e per nulla gradito della mia mente. Era la pura ed
amara
realtà. Tyler che ballava su un tavolo mentre due squallide
bionde gli si
strusciavano contro,passando quelle loro sudice mani sul suo viso per
poi
scendere sul collo,fino al petto,sbottonandogli ancora quella camicia
così
stretta che sembrava si stesse aprendo da sé.
Ed ovviamente
lui non rifiutava,anzi. Poggiava una mano sul
fianco di una,mentre con l’altra mano avvicinava al suo viso
il volto
dell’altra bionda facendo sfiorare i loro nasi. Quello che
provavo adesso non
era più pura disperazione. Ora la sentivo mescolarsi
all’ira,alla gelosia,a
quell’istinto animalesco di piombare su quel tavolo,tirare
giù per i capelli
quelle sgualdrine e staccare loro la testa; nel modo più
brutale possibile.
Mi ero stancata
di questo suo ignorarmi,forse mi aveva già
dimenticata,forse tutto quello che ha provato per me era solo dettato
dalla
foga del momento ed in realtà non era così forte
e profondo. Poco
m’importava,anche se l’avevo lasciato,anche se gli
avevo detto che non l’amavo
più, ci stavo male. Non aveva capito che era una stupida
bugia? Che la mia vita
senza lui non aveva alcun senso? Sapevo di non potergli stare lontano
troppo a
lungo pur cercando di farmi forza,magari col tempo sarei riuscita a
superare
tutto ciò e lasciargli vivere la sua vita,magari non mi
sarei più sentita, in
sua presenza, come polvere di ferro che viene inevitabilmente
attratta dalla calamita. Ma ancora era troppo
presto. Lo sentivo ancora mio.
Strinsi i pugni
e decisi che era il momento di fare qualcosa.
Non potevo sopportare la vista di lui tra le braccia di una donna che
non ero io,non
tutte dovevano avere il
privilegio di toccare la sua calda
pelle
e di godere dei suoi baci perfetti. Questo,almeno per
adesso,l’avrei impedito.
Facendomi spazio
tra la folla davanti al bancone,vi saltai su
afferrando una bottiglia di grappa ed iniziai a bere mentre mi muovevo
a ritmo
di musica. Riuscivo a vedere le facce sbigottite delle mie amiche che
assistevano alla scena,provai a sorridere loro per tranquillizzarle e
dopo aver
abbassato lo sguardo notai che un mucchio di ragazzi si era posizionato
davanti
a me per potermi osservare meglio. Non osavo guardare in direzione di
Tyler,non
volevo fargli capire che tutto questo stava succedendo solo
perché volevo
vedere quelle brutte troie lontane da lui,volevo ignorarlo,proprio come
faceva
nei miei confronti da due settimane.
Avevo tirato
giù quell’intera bottiglia di grappa e in fretta
ne afferrai un’altra. Adesso si che si ragionava! Come una
stupida iniziai a
fissare un ragazzo e gli feci segno con l’indice di
avvicinarsi a me,sapevo
quanto provocante potesse essere il mio sguardo ed il mio sorrisetto
sexy se
fatti nel modo giusto;non a caso,il tutto funzionò. Il
ragazzo salì sul bancone
ed iniziò a ballarmi accanto,poggiandomi una mano sul fianco
destro mentre
piano mi sfiorava il collo con le sue labbra.
Quanta
differenza,quanto ribrezzo provai a quel tocco,quanto
desiderai che a toccarmi fossero tutt’altre braccia e labbra.
Avrei voluto
farlo volare via con un calcio,quelle sue mani erano odiose ed
irritanti ma
dovevo resistere. Doveva pur servire a scatenare una reazione in Tyler!
Ci
speravo,con tutta me stessa eppure ero quasi certa che questa cretinata
non
sarebbe servita a molto.
Avvolsi le mani
al collo del ragazzo che continuava a
muoversi a ritmo di musica cercando di abbreviare la distanza che ci
divideva.
Continuavo a ballare sotto i fischi e gli applausi dei presenti
evitando con
tutta la mia forza di non rivolgere lo sguardo nella direzione di
Tyler,mi
sentivo così stupida ed infantile in quel momento. E assolutamente schifata non appena sentii
scivolare viscidamente la
mano dello sconosciuto con sui stavo ballando sul mio sedere.
Tyler’s
POV
Ma che stavo
facendo? Queste due bionde non mi attiravano per
nulla e mi ricordavano ancor di più un’altra bionda. Mi sarei preso a schiaffi per
averla pensata di nuovo. Mi
ero avvicinato a queste due sceme solo per evitare di farmela tornare
in mente.
Non ce la facevo senza di lei,mi sembrava d’impazzire,mi
sentivo così vuoto
dannazione! Che aveva fatto per ammaliarmi
in questo modo? E
perché non
funzionava nemmeno il “chiodo schiaccia chiodo”?
dove cavolo era finito il
Tyler Lockwood di una volta?! Non avevo mai sofferto per una stupida
ragazza
perché lei aveva totalmente ribaltato la situazione? Con che
diritto poi!
Credevo di poter
morire in preda ad un infarto,sapevo che era
dentro il locale,sentivo l’odore dei suoi capelli ed il suono
della sua risata
ma non rideva veramente. Poteva darla a bere a Bonnie e forse ad
Elena,ma non a
me. Quando era felice non rideva in
quel modo. Mi rendevo conto che era distrutta ma cavolo aveva detto di
non
amarmi! Perché stava male? Io ero (apparentemente) tornato
alla vita di
prima,come se nulla fosse… non era un segno abbastanza
evidente del fatto che
non dovesse sentirsi in colpa?
Mentre ballavo
sentivo i suoi occhi su di me,non avevo la
forza di guardarla,l’avrei ignorata anche ora. Era meglio
così,per entrambi. O
forse per lei. Io avevo solo un desiderio sfrenato di andare
lì,prenderla e
baciarla di nuovo,sentire le sue labbra sulle mie,il suo corpo freddo
contro il
mio,volevo risentire qui brividi che provavo ogni volta che mi sfiorava
e…
basta! Cazzo dovevo dimenticarla,dovevo smettere di sognare ad occhi
aperti di
prenderla e farla mia! Continuavo a ballare con le ragazze,cercando di
essere
il più naturale possibile mentre il mio sguardo saettava veloce verso la
sua direzione. Non doveva assolutamente capire che la stavo
tenendo d’occhio o tutti gli sforzi fatti in queste due
settimane sarebbero
andati a farsi fottere.
Non riuscivo a
crederci! Ma che cavolo stava combinando? Che
ci faceva sul bancone a sculettare sotto gli occhi di
quegl’allupati?
Care
ti prego,non fare cazzate. Imploravo nella
mia mente! Se solo
qualche deficiente che le sbavava dietro osava toccarla giuro su Dio
che
l’avrei portata via. E di certo non avrei esitato a sferrare
un pugno ad un suo
eventuale “corteggiatore”.
La fissavo
mentre quelle stupide oche che mi stavano a fianco
continuavano a strusciarsi come gatti,quasi il loro tocco
m’infastidiva. Avevo
provato l’eccellenza,era
ovvio che
adesso qualunque ragazza mi toccasse sembrava non esserne
all’altezza.
Un millesimo di
secondo. Solo uno e non ci vidi più dalla
rabbia. Quel grandissimo figlio di puttana che stava ballando con lei
aveva
fatto scivolare quella schifo di mano sul suo sedere. Non riuscii a
trattenermi
e balzai a terra fregandomene di quelle due troiette,con i pugni
serrati
camminavo dritto,facendomi spazio tra la confusione a gomitate. Ero
lì. Pochi
centimetri di distanza da lei. Mi mancava,mi mancava troppo,volevo solo
sentirla mia,quella vicinanza mi elettrizzava come non mai;
così saltai anche
io sul bancone e allontanai da lei quell’essere infimo e lo
colpì in pieno
volto con un pugno.
Mi voltai e
finalmente potei guardarla negli occhi. Come
avevo fatto a resistere tutto questo tempo senza guardarli? Mio Dio..
Caroline
Forbes mi aveva totalmente rincoglionito!
Senza pensarci
due volte la presi di peso e la portai fuori
dal locale; la sentivo imprecare e dimenarsi per essere lasciata
andare. Poteva
pure prendermi a morsi ma non l’avrei mai fatto. Non avrei rinunciato ad
averla tra le braccia
seppur per pochi secondi. Finalmente la toccavo di nuovo,finalmente
dopo due
schifosissime settimane sentivo quel mio vuoto colmarsi. Dio
quanto ti amo Caroline! Volevo dirglielo,ma cosa avrei
ottenuto? L’umiliazione di essere rifiutato. Di nuovo.
Sentendomi un completo
fallito.
Caroline’s
POV
Sentivo la sua
presa ferrea alle gambe mentre gli sferravo
pugni sulle spalle,sbraitando di lasciarmi andare. Non mi aspettavo
facesse una
cosa del genere,anche se,dopotutto,era il mio intento ma ero
più che certa che
mi avrebbe ignorata.
Non riuscivo a
pensare lucidamente. Il suo tocco era peggio
di una droga e ne ero stata lontana troppo a lungo. Provavo a fargli
capire
quanto fossi arrabbiata ma non ero per credibile nemmeno a me
stessa… stavo
ringraziando tutti i santi del cielo per il fatto di poter sentire di
nuovo il
mio corpo a contatto col suo.
Mi mise nella
sua auto e mi legò con la cintura di
sicurezza.. Come se fosse bastato quello a non farmi scappare! Ma chi
voleva
farlo? Non avrei voluto abbandonare quell’auto per nulla al
mondo,non mi sarei
persa lui accanto me … di nuovo così
vicino,vicino abbastanza da poterlo
sfiorare ancora una volta e sentire quel brivido che mi scuoteva fino
al
midollo spinale.
Lo guardai. Era
furioso ma non riuscivo a slegare il mio
sguardo dal suo,era ipnotico dannazione!
Desideravo sentirmi stretta nelle sue braccia,solo un’altra volta e giuro che la
smetterò con tutto ciò! Il mio
cervello stava diventando così odioso! Non potevo farlo,non
potevo dargli
retta, avrei rovinato tutto.
-Guai a te se
parli!- da quando la sua voce era diventata
così tagliente? E poi,cos’era una minaccia forse?
Rimasi sorpresa
da quel suo ordine ma,nonostante ciò, continuavo
a fissarlo, stringendo i pugni pur di impedire alle mie mani di
iniziare a
toccare ogni centimetro della sua pelle;stavo in silenzio mentre
l’unica cosa
che mi passava per la testa era “Ti
amo
Tyler,non capisci che ho mentito?”
Durante il
viaggio dovetti voltarmi e guardare la strada ma
con la coda dell’occhio spiavo ogni suo movimento.
Perché non mi guardava?
Perché se ne stava zitto e rigido attento a non sfiorarmi
nemmeno per un
nanosecondo? Dopo questa serata avrei perso l’ultimo briciolo
della mia sanità
mentale,ne ero certa!
Mi aveva portato
a casa sua. Bene, avevo fatto impazzire
anche lui! Perché mi aveva portato lì?
–Scendi!-
era ancora
dannatamente furioso. Non mi andava di vederlo così,non
volevo vedere
un’espressione quasi schifata sul suo volto e i pugni stretti
mentre evitava di
guardarmi negli occhi. Gli facevo così schifo?
Così tanto da provocargli
ribrezzo nel guardarmi?
Ebbi il tempo di
sentirgli chiudere la porta alle mie spalle,un
sospiro e credevo di essere definitivamente morta. Le spalle contro il
muro
dell’entrata,le sue mani strette sui miei fianchi e le sue
labbra che si
muovevano frenetiche sulle mie. Dovevo necessariamente essere
morta,poteva
anche essere una specie di allucinazione eppure lo sentivo. Sentivo le
sue mani
insinuarsi sicure sotto il mio maglione,accarezzarmi veloci la pancia e
salire
ancora più su. Fu impossibile trattenere un gemito non
appena sentii la sua
presa sul mio seno,mentre le nostre lingue si spingevano una dentro la
bocca
dell’altro. Sapevo che ancora pochi secondi e non avrei
veramente risposto
delle mie azioni. Solo i suoi baci mi stavano mandando
all’altro mondo.
Avevo paura che
da un momento all’altro potesse staccarsi da
me e mandarmi via, lo strinsi forte, gettandogli le braccia al collo e
cingendo
automaticamente i suoi fianchi con le mie gambe. Sentivo entrambe le
sue mani
sulle mie cosce e poi sul sedere,tenendomi ed iniziando a camminare
verso le
scale. Camera sua,sapevo che mi stava portando lì e sapevo
che quello che stava
per succedere era più che sbagliato,ma lo volevo. Volevo
sentirmi
esclusivamente sua almeno una volta nella mia vita. Ed io volevo
sentirlo solo
mio. Solo per questa notte,solo per questa volta. Almeno una volta.
Mi ritrovai
stirata sul suo letto,avevo il fiato sempre più
corto per l’eccitazione e la voglia di continuare,sentivo il
suo battito
accelerare inesorabilmente mentre mi toglieva il maglione e lo gettava
per
terra,mentre le sue labbra non si staccavano dalle mie ed una sua mano
scendeva
in basso fino a sfiorare la mia intimità. Volevo con tutta
me stessa che
continuasse,volevo spogliarlo anche io e fare l’amore con lui
ma… entrambi ci
arrestammo.
I suoi occhi
erano lucidi e ancora più profondi per la foga
di quel momento,non sapevo decifrarli,non avevo idea di cosa volesse
dirmi con
il suo sguardo e mi maledissi nel momento in cui pronunciai quelle
parole,praticamente in un sussurro –Ti amo,Tyler- avrebbe
dovuto mandarmi a
quel paese dopo tutto quello che gli avevo fatto,si sarebbe dovuto
allontanare
e poi mandarmi via ed invece mi sorrideva mentre mi scostava i capelli
dal
viso.
-Quanto mi
è mancato sentirmelo dire- mi baciò di nuovo,con
una dolcezza che non avrei mai immaginato potesse più
appartenergli e poi si
avvicinò al mio orecchio –Ti amo anche io- avrei
giurato di sentirlo
rabbrividire nel momento esatto in cui pronunciò quelle
parole. Ovvio che mi
sentissi disperata senza lui. Non avrei dovuto lasciarlo,non potevo! Lo
strinsi
più forte, non riuscivo a credere di poter ascoltare di
nuovo quelle parole
uscire dalle sue labbra morbide, così dolci e
così intense.
Le sue labbra
incontrollabili nuovamente sulle mie
m’inebriarono completamente,non riuscivo più a
formulare un periodo che avesse
un senso,sapevo solo che non ci sarebbe stato più bisogno di
parlare. Iniziai a
far scorrere le mie mani sul suo petto,lo allontanai poco dal mio corpo
mentre
con gesti veloci e decisi,sbottonavo la sua camicia. L’odore
della sua pelle
sembrava ancora più forte,mi annebbiava completamente la
mente e mi rendeva
totalmente appagata. Sentivo le sue mani scendere dal mio seno fino al
bottone
dei jeans,volevo che si muovesse a sbottonarli e toglierli
definitivamente,avvertivo la mia eccitazione crescere a dismisura
mentre le sue
labbra e la sua lingua si divertivano a tormentare il mio collo.
Finalmente gli
tolsi quella dannata camicia di dosso ed
istintivamente lo avvicinai ancora di più a me. Sembrava
tutto così perfetto,
mi sentivo al sicuro tra le sue braccia,consapevole che al mondo non
esistesse
posto migliore. Continuavo a baciarlo,lasciando andare alla passione
ogni
singola cellula del mio corpo; lo vedevo armeggiare con i miei jeans e
tre
minuti dopo ero sotto di lui completamente nuda.
Avevo fatto
l’amore molte volte nella mia vita prima di
adesso, ma nemmeno la prima avevo
provato tutta questa agitazione e questa paura di non essere abbastanza
per
l’uomo che avevo davanti e nel contempo non avevo mai avuto
tutta questa voglia
di essere una cosa sola con un'altra persona. Guardandolo negli
occhi,perdendomi dentro di essi,cercando di controllare il mio
respiro,di
concentrarmi sul suo, scesi con le mani spogliandolo del tutto.
E poi altri
milioni di baci,di carezze,di sospiri e lui
dentro di me. Sembrava che i nostri corpi combaciassero alla
perfezione,che si
completassero a vicenda. Era questo che significava fare
l’amore con lui? Non
mi ero mai sentita così,avevo completamente perso la
cognizione del tempo e
dello spazio,quasi non capivo dove mi trovavo; riuscivo a percepire
solo lui ed
il suo respiro sempre più forte,a stento sentivo i miei
stessi gemiti ad ogni
sua spinta. Desideravo solo che non smettesse di stringermi forte
contro il suo
petto. Volevo solo che quella notte non finisse,non ancora almeno.
Era quasi sorto
il sole quando entrambi raggiungemmo l’apice
del piacere;quando accadde ero seduta sopra di lui,reggendomi alle sue
spalle
mentre mi circondava in un abbraccio che non mi aveva mai regalato. Ero
esausta,volevo dormire restando ancora stretta a lui e dimenticandomi
del gelo
del mio corpo,lasciandomi cullare dalle sue carezze,un battito dopo
l’altro.
Lo guardai
mentre cercava di regolarizzare il suo respiro e
mi fissava dritto negli occhi. Dio, era l’uomo perfetto! Non
volevo andare via
e far finta che tutto questo non fosse mai successo,era inutile girarci
attorno.. io e lui ci appartenevamo, nonostante le minacce e le
torture. Lo
amavo e cercare di reprimere questo sentimento per lui mi avrebbe solo
uccisa,in modo lento e doloroso. E forse avrebbe ucciso entrambi.
-Perdonami
Tyler,non avrei dovuto dirti quelle cose quel
giorno,sono stata così stupida!- certo… non erano
le parole migliori da dire
dopo una notte d’amore ma non potevo fare altrimenti,si
meritava tutte le
spiegazioni del mondo e a breve le avrebbe avute.
- Non dire
niente, abbiamo appena finito di fare l’amore e
adesso voglio solo continuare a sentirti mia mentre ti guardo dormire
accanto a
me- la sua voce era così dolce e calda che quasi non mi
sembrava familiare;
mi fece stirare poggiando la testa
sul suo petto e guardandomi negli occhi – dormi bene tesoro
mio.. non te ne
andare-
Come potevo
dormire se le sue parole mi fecero provare un
fremito al cuore e l’unica cosa che mi facevano desiderare
era stare con lui
all’infinito? Lasciarlo era stato lo sbaglio più
grande che avessi potuto
commettere. Io volevo
poter riascoltare
il battito del suo cuore indeterminatamente,volevo che mi facesse sua e
che
possedesse interamente il mio corpo altre milioni di volte,volevo
continuare a
dirgli che lo amavo,volevo addormentarmi all’alba sul suo
petto sicura che a
stringermi ci sarebbe stato solo lui.
-Se adesso me ne
vado muoio.. sono stata lontana da te troppo
tempo- lo strinsi più forte e chiusi gli occhi dopo aver
assaporato un altro
suo sorriso. Dio com’era bello. Dio quanto lo amavo.
NOTE
DELL’AUTRICE: ciao a tuttiii
:) scusate il ritardo
ma purtroppo il pc mi ha mandata a quel paese e finalmente ho potuto
scrivere quello che
avevo in mente! Spero
vi piaccia!!! Un bacio. Morgana.