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Autore: Medea__    15/06/2011    5 recensioni
Da premettere che sono una Tylorine sfegatata...ho in mente di scrivere una FF da parecchio tempo e finalmente mi sono decisa a farlo. Vi annuncio che sono una romantica,anche se un po' pessimista,perciò l'amore tra Tyler e Caroline lo vedrete costruirsi pian piano,con gli sguardi pieni di dolcezza,le farfalle nello stomaco o le mani sudate per l'imbarazzo. Spero davvero di poter trasmettere le emozioni che io stessa provo quando scrivo :) buona lettura!
Morgana
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo mattina. Le uniche parole che mi venivano in mente erano “perché la notte durava così poco? Perché non potevo stare eternamente nel mio letto e non vederlo?”. Erano le sette e già sentivo spuntare le lacrime agli occhi,possibile che non si fossero ancora esaurite?

Come ogni sacrosanto giorno, da due settimane a questa parte, mi alzavo automaticamente dal mio letto e senza nemmeno guardarmi allo specchio,uscivo per andare a scuola. Odiavo anche quella oltre all’alternarsi del giorno e della notte. Potevo vederlo,lì mentre rideva con i suoi amici,senza degnarmi di uno sguardo. Come se non esistessi. Non si sforzava nemmeno di salutarmi,nemmeno di evitarmi… io per lui ero diventata invisibile. Inesistente.

Sospirando feci partire la mia auto e come una totale deficiente rimasi dieci minuti buoni a guardare la pioggia che,con un ritmo sempre più incalzante,andava a precipitare sul parabrezza. Idiota,Idiota e Idiota! Mi sentivo solo un’idiota!

Continuai a ripetermelo all’infinito fino a quando non arrivai a scuola. Ovviamente in ritardo. Stavo impazzendo,mi bloccavo a fissare il vuoto senza nemmeno riuscire a pensare a qualcosa di veramente concreto. Si… ero necessariamente pazza. 

Entrando in classe trattenni il respiro. Sapevo che lui era lì,intento a scrivere su un foglio qualunque stronzata gli passasse per la testa,sapevo che il suo profumo sarebbe stata la cosa che mi avrebbe colpito per prima e sapevo che sentirlo di nuovo sarebbe stato come se ti gettassero della neve sul viso mentre dormi beatamente al calore di un camino acceso. Non avevo più la forza di guardarlo,i miei occhi non incontravano i suoi da troppo tempo, da troppi giorni ormai mi era stato negato di perdermi nel tono dolce dei suoi “ti amo” sussurrati all’orecchio. Stavo per scoppiare a piangere proprio in quell’istante,sotto gli occhi di tutti i miei compagni (tranne uno) che mi osservavano andare a posto dopo la scocciante ramanzina del professore di matematica. Basta,basta! Dovevo controllarmi!

Quando mi sedetti ebbi il tempo di tornare lentamente a respirare. Lo sapevo. Sapevo che avrebbe fatto male,sembrava che ogni volta fosse più dolorosa della precedente! Ancora la notte mi sembrava di poterlo risentire quel suo profumo,come se fosse ancora lì tra le lenzuola. Come se ci fosse lui al mio fianco. Sospirai rassegnata mentre mi accorsi che Elena aveva allungato il braccio per passarmi un foglio:

Care,come va oggi?

Presi una penna e piano scrissi la prima cosa che mi venne in mente.

Bene! Tu invece?

La vidi scuotere la testa sospirando. Ci avrei giurato! Elena mi conosceva troppo bene,me lo leggeva in faccia all’istante quando una cosa non andava…e avrebbe fatto la qualunque per tirarmi su di morale. Ne ero certa.

Smettila di mentirmi! Magari dire che stai soffrendo ti farà stare un po’ meglio dopo… comunque, stasera al grill si esibisce un nuovo gruppo musicale,credo che sia la cosa migliore che potesse capitarci per distrarci! Passo con Bonnie alle otto :)

Ecco. Come previsto. Avevo sentito qualcosa a proposito di questa serata ma non ero dell’umore adatto per ballare e cantare anche se ero consapevole del fatto che sarei dovuta andare avanti. Anche se mi feriva terribilmente. Soprattutto dovevo accettare che LUI era andato avanti. Aveva sempre il sorriso sulle labbra ed ero a conoscenza di quanto spesso uscisse con i suoi amici… e di quante volte si era preoccupato a chiedere a qualcuno se stavo bene. La risposta era: nemmeno una. Stop. Avevo deciso, non aveva più senso piangersi addosso in quel modo! Impugnai forte la penna nera e con decisione scrissi la risposta.

Credo che tu abbia ragione… sarò puntuale! Ti voglio bene. P.s. mi sento una merda

La vidi prima sorridere e poi incupirsi velocemente leggendo la parte finale del messaggio, stranamente però dirlo mi fece sentire un po’ più sollevata. Come al solito Elena aveva ragione…mi conosceva meglio di chiunque altro.

Le prime tre ore volarono in fretta,non riuscivo a concentrarmi per nulla sulle lezioni. I miei occhi puntavano sempre e solo in una direzione,sicuri che non avrebbero dovuto spostarsi in fretta se lui si fosse girato,perché non l’avrebbe fatto,nemmeno se guardarlo così intensamente l’avesse fatto andare a fuoco. Osservavo la sua espressione compiaciuta mentre si rendeva conto di quanto semplice fosse risolvere quella funzione matematica… ovvio per lui, che in materia era sempre stato un genio!

Appena suonò la campanella che annunciava l’inizio dell’intervallo lo vidi schizzare fuori come un siluro. Non te ne andare,ti prego. Ho bisogno di guardarti! Dio mio… prima o poi quelle parole mi sarebbero realmente uscite di bocca, ronzavano troppo spesso nel mio cervello,avevo quasi preso una vita propria,un proprio controllo,non riuscivo a bloccarle nemmeno per un istante.

                                                                                  ******

La doccia mi aiutò più del previsto a scaricare lo stress accumulato durante la giornata e di certo non potevo negare che la mia disperazione,all’idea di vedere le mie amiche a passare del tempo con loro,un po’ si era affievolita.

Alle otto in punto il campanello suonò ed io ero,miracolosamente,in orario. Non che ci fossi stata molto a scegliere di indossare i miei soliti jeans blu attillati,i tacchi fucsia e un maglioncino bianco,di cui tra l’altro non ne ricordavo l’esistenza, con lo scollo a V.

Entrai in auto stampando su quella mia cavolo di faccia un sorriso a trentadue denti. Ci mancava solo far iniziare la serata con il broncio, non mi sembrava giusto nei confronti della altre…

-Ehi Care! Ma come siamo belle!- mi disse dolce Bonnie con il suo solito sorriso furbo,le sorrisi di rimando senza dire nulla

-e soprattutto puntuali!- aggiunse Elena mentre era intenta a fare retromarcia per uscire dal vialetto di casa mia; - mi ero già preparata mentalmente a dover aspettare almeno tre quarti d’ora in macchina!- ammise ridendo.

Si. Dovevo godermi la serata e per almeno due ore non pensare a ciò che forse ormai si era trasformata in ossessione. Tyler.

-ma la smettete di prendermi costantemente in giro voi due?- non riuscivo a crederci! Avevo risposto loro senza procurare un attacco di depressione fulminante! Wow…questo si che era un passo da gigante!

Il viaggio da casa al grill fu breve ma… divertente. Senza rendermene conto avevo riso perdendo quasi l’aria e di questo potevo ringraziare solo le mie amiche, era ovvio che non riuscissi ad immaginarmi senza loro nella mia vita!

Entrammo nel locale e c’era una confusione assurda! Non me lo sarei mai aspettato,solitamente c’erano sempre le solite quattro facce conosciute,invece adesso c’era la fila per prendere da bere al bancone,c’era una folla davanti al palco che si muoveva a ritmo di musica e c’era anche si era messo a ballare sui tavoli.

Il sorriso che mi si era spontaneamente dipinto in volto scomparve nell’istante in cui misi a fuoco ciò che si trovava a pochi metri da me. Iniziai a sentire il mio respiro corto e quasi affaticato,mi stavo sforzando con tutta me stessa per non piangere,sentivo le mani tremarmi per l’agitazione ed il dispiacere,mentre quel dannato peso sul mio stomaco non faceva altro che aumentare.

-oh mio Dio, Care aspetta…andiamo da qualche altra parte!- si affrettò Elena vedendo quel delizioso spettacolo e prendendomi per un braccio.

No,non poteva essere vero! Stavo facendo un incubo,doveva essere per forza così; ma era troppo doloroso per essere semplicemente uno scherzo contorto e per nulla gradito della mia mente. Era la pura ed amara realtà. Tyler che ballava su un tavolo mentre due squallide bionde gli si strusciavano contro,passando quelle loro sudice mani sul suo viso per poi scendere sul collo,fino al petto,sbottonandogli ancora quella camicia così stretta che sembrava si stesse aprendo da sé.

Ed ovviamente lui non rifiutava,anzi. Poggiava una mano sul fianco di una,mentre con l’altra mano avvicinava al suo viso il volto dell’altra bionda facendo sfiorare i loro nasi. Quello che provavo adesso non era più pura disperazione. Ora la sentivo mescolarsi all’ira,alla gelosia,a quell’istinto animalesco di piombare su quel tavolo,tirare giù per i capelli quelle sgualdrine e staccare loro la testa; nel modo più brutale possibile.

Mi ero stancata di questo suo ignorarmi,forse mi aveva già dimenticata,forse tutto quello che ha provato per me era solo dettato dalla foga del momento ed in realtà non era così forte e profondo. Poco m’importava,anche se l’avevo lasciato,anche se gli avevo detto che non l’amavo più, ci stavo male. Non aveva capito che era una stupida bugia? Che la mia vita senza lui non aveva alcun senso? Sapevo di non potergli stare lontano troppo a lungo pur cercando di farmi forza,magari col tempo sarei riuscita a superare tutto ciò e lasciargli vivere la sua vita,magari non mi sarei più sentita, in sua presenza, come polvere di ferro che viene inevitabilmente attratta dalla calamita. Ma ancora era troppo presto. Lo sentivo ancora mio.

Strinsi i pugni e decisi che era il momento di fare qualcosa. Non potevo sopportare la vista di lui tra le braccia di una donna che non ero io,non tutte dovevano avere  il privilegio di toccare la sua calda pelle e di godere dei suoi baci perfetti. Questo,almeno per adesso,l’avrei impedito.

Facendomi spazio tra la folla davanti al bancone,vi saltai su afferrando una bottiglia di grappa ed iniziai a bere mentre mi muovevo a ritmo di musica. Riuscivo a vedere le facce sbigottite delle mie amiche che assistevano alla scena,provai a sorridere loro per tranquillizzarle e dopo aver abbassato lo sguardo notai che un mucchio di ragazzi si era posizionato davanti a me per potermi osservare meglio. Non osavo guardare in direzione di Tyler,non volevo fargli capire che tutto questo stava succedendo solo perché volevo vedere quelle brutte troie lontane da lui,volevo ignorarlo,proprio come faceva nei miei confronti da due settimane.

Avevo tirato giù quell’intera bottiglia di grappa e in fretta ne afferrai un’altra. Adesso si che si ragionava! Come una stupida iniziai a fissare un ragazzo e gli feci segno con l’indice di avvicinarsi a me,sapevo quanto provocante potesse essere il mio sguardo ed il mio sorrisetto sexy se fatti nel modo giusto;non a caso,il tutto funzionò. Il ragazzo salì sul bancone ed iniziò a ballarmi accanto,poggiandomi una mano sul fianco destro mentre piano mi sfiorava il collo con le sue labbra.

Quanta differenza,quanto ribrezzo provai a quel tocco,quanto desiderai che a toccarmi fossero tutt’altre braccia e labbra. Avrei voluto farlo volare via con un calcio,quelle sue mani erano odiose ed irritanti ma dovevo resistere. Doveva pur servire a scatenare una reazione in Tyler! Ci speravo,con tutta me stessa eppure ero quasi certa che questa cretinata non sarebbe servita a molto.

Avvolsi le mani al collo del ragazzo che continuava a muoversi a ritmo di musica cercando di abbreviare la distanza che ci divideva. Continuavo a ballare sotto i fischi e gli applausi dei presenti evitando con tutta la mia forza di non rivolgere lo sguardo nella direzione di Tyler,mi sentivo così stupida ed infantile in quel momento. E assolutamente schifata non appena sentii scivolare viscidamente la mano dello sconosciuto con sui stavo ballando sul mio sedere.

 

Tyler’s POV

Ma che stavo facendo? Queste due bionde non mi attiravano per nulla e mi ricordavano ancor di più un’altra bionda. Mi sarei preso a schiaffi per averla pensata di nuovo. Mi ero avvicinato a queste due sceme solo per evitare di farmela tornare in mente. Non ce la facevo senza di lei,mi sembrava d’impazzire,mi sentivo così vuoto dannazione! Che aveva fatto per ammaliarmi in questo modo?  E perché non funzionava nemmeno il “chiodo schiaccia chiodo”? dove cavolo era finito il Tyler Lockwood di una volta?! Non avevo mai sofferto per una stupida ragazza perché lei aveva totalmente ribaltato la situazione? Con che diritto poi!

Credevo di poter morire in preda ad un infarto,sapevo che era dentro il locale,sentivo l’odore dei suoi capelli ed il suono della sua risata ma non rideva veramente. Poteva darla a bere a Bonnie e forse ad Elena,ma non a me. Quando era felice non rideva in quel modo. Mi rendevo conto che era distrutta ma cavolo aveva detto di non amarmi! Perché stava male? Io ero (apparentemente) tornato alla vita di prima,come se nulla fosse… non era un segno abbastanza evidente del fatto che non dovesse sentirsi in colpa?

Mentre ballavo sentivo i suoi occhi su di me,non avevo la forza di guardarla,l’avrei ignorata anche ora. Era meglio così,per entrambi. O forse per lei. Io avevo solo un desiderio sfrenato di andare lì,prenderla e baciarla di nuovo,sentire le sue labbra sulle mie,il suo corpo freddo contro il mio,volevo risentire qui brividi che provavo ogni volta che mi sfiorava e… basta! Cazzo dovevo dimenticarla,dovevo smettere di sognare ad occhi aperti di prenderla e farla mia! Continuavo a ballare con le ragazze,cercando di essere il più naturale possibile mentre il mio sguardo saettava  veloce verso la sua direzione. Non doveva assolutamente capire che la stavo tenendo d’occhio o tutti gli sforzi fatti in queste due settimane sarebbero andati a farsi fottere.

Non riuscivo a crederci! Ma che cavolo stava combinando? Che ci faceva sul bancone a sculettare sotto gli occhi di quegl’allupati?

Care ti prego,non fare cazzate. Imploravo nella mia mente! Se solo qualche deficiente che le sbavava dietro osava toccarla giuro su Dio che l’avrei portata via. E di certo non avrei esitato a sferrare un pugno ad un suo eventuale “corteggiatore”.

La fissavo mentre quelle stupide oche che mi stavano a fianco continuavano a strusciarsi come gatti,quasi il loro tocco m’infastidiva. Avevo provato l’eccellenza,era ovvio che adesso qualunque ragazza mi toccasse sembrava non esserne all’altezza.

Un millesimo di secondo. Solo uno e non ci vidi più dalla rabbia. Quel grandissimo figlio di puttana che stava ballando con lei aveva fatto scivolare quella schifo di mano sul suo sedere. Non riuscii a trattenermi e balzai a terra fregandomene di quelle due troiette,con i pugni serrati camminavo dritto,facendomi spazio tra la confusione a gomitate. Ero lì. Pochi centimetri di distanza da lei. Mi mancava,mi mancava troppo,volevo solo sentirla mia,quella vicinanza mi elettrizzava come non mai; così saltai anche io sul bancone e allontanai da lei quell’essere infimo e lo colpì in pieno volto con un pugno.

Mi voltai e finalmente potei guardarla negli occhi. Come avevo fatto a resistere tutto questo tempo senza guardarli? Mio Dio.. Caroline Forbes mi aveva totalmente rincoglionito!

Senza pensarci due volte la presi di peso e la portai fuori dal locale; la sentivo imprecare e dimenarsi per essere lasciata andare. Poteva pure prendermi a morsi ma non l’avrei mai fatto.  Non avrei rinunciato ad averla tra le braccia seppur per pochi secondi. Finalmente la toccavo di nuovo,finalmente dopo due schifosissime settimane sentivo quel mio vuoto colmarsi. Dio quanto ti amo Caroline! Volevo dirglielo,ma cosa avrei ottenuto? L’umiliazione di essere rifiutato. Di nuovo. Sentendomi un completo fallito.

 

Caroline’s POV

Sentivo la sua presa ferrea alle gambe mentre gli sferravo pugni sulle spalle,sbraitando di lasciarmi andare. Non mi aspettavo facesse una cosa del genere,anche se,dopotutto,era il mio intento ma ero più che certa che mi avrebbe ignorata.

Non riuscivo a pensare lucidamente. Il suo tocco era peggio di una droga e ne ero stata lontana troppo a lungo. Provavo a fargli capire quanto fossi arrabbiata ma non ero per credibile nemmeno a me stessa… stavo ringraziando tutti i santi del cielo per il fatto di poter sentire di nuovo il mio corpo a contatto col suo.

Mi mise nella sua auto e mi legò con la cintura di sicurezza.. Come se fosse bastato quello a non farmi scappare! Ma chi voleva farlo? Non avrei voluto abbandonare quell’auto per nulla al mondo,non mi sarei persa lui accanto me … di nuovo così vicino,vicino abbastanza da poterlo sfiorare ancora una volta e sentire quel brivido che mi scuoteva fino al midollo spinale.

Lo guardai. Era furioso ma non riuscivo a slegare il mio sguardo dal suo,era ipnotico dannazione!  Desideravo sentirmi stretta nelle sue braccia,solo un’altra volta e giuro che la smetterò con tutto ciò! Il mio cervello stava diventando così odioso! Non potevo farlo,non potevo dargli retta, avrei rovinato tutto.

-Guai a te se parli!- da quando la sua voce era diventata così tagliente? E poi,cos’era una minaccia forse?

Rimasi sorpresa da quel suo ordine ma,nonostante ciò, continuavo a fissarlo, stringendo i pugni pur di impedire alle mie mani di iniziare a toccare ogni centimetro della sua pelle;stavo in silenzio mentre l’unica cosa che mi passava per la testa era “Ti amo Tyler,non capisci che ho mentito?

Durante il viaggio dovetti voltarmi e guardare la strada ma con la coda dell’occhio spiavo ogni suo movimento. Perché non mi guardava? Perché se ne stava zitto e rigido attento a non sfiorarmi nemmeno per un nanosecondo? Dopo questa serata avrei perso l’ultimo briciolo della mia sanità mentale,ne ero certa!

Mi aveva portato a casa sua. Bene, avevo fatto impazzire anche lui! Perché mi aveva portato lì?

 –Scendi!- era ancora dannatamente furioso. Non mi andava di vederlo così,non volevo vedere un’espressione quasi schifata sul suo volto e i pugni stretti mentre evitava di guardarmi negli occhi. Gli facevo così schifo? Così tanto da provocargli ribrezzo nel guardarmi?

Ebbi il tempo di sentirgli chiudere la porta alle mie spalle,un sospiro e credevo di essere definitivamente morta. Le spalle contro il muro dell’entrata,le sue mani strette sui miei fianchi e le sue labbra che si muovevano frenetiche sulle mie. Dovevo necessariamente essere morta,poteva anche essere una specie di allucinazione eppure lo sentivo. Sentivo le sue mani insinuarsi sicure sotto il mio maglione,accarezzarmi veloci la pancia e salire ancora più su. Fu impossibile trattenere un gemito non appena sentii la sua presa sul mio seno,mentre le nostre lingue si spingevano una dentro la bocca dell’altro. Sapevo che ancora pochi secondi e non avrei veramente risposto delle mie azioni. Solo i suoi baci mi stavano mandando all’altro mondo.

Avevo paura che da un momento all’altro potesse staccarsi da me e mandarmi via, lo strinsi forte, gettandogli le braccia al collo e cingendo automaticamente i suoi fianchi con le mie gambe. Sentivo entrambe le sue mani sulle mie cosce e poi sul sedere,tenendomi ed iniziando a camminare verso le scale. Camera sua,sapevo che mi stava portando lì e sapevo che quello che stava per succedere era più che sbagliato,ma lo volevo. Volevo sentirmi esclusivamente sua almeno una volta nella mia vita. Ed io volevo sentirlo solo mio. Solo per questa notte,solo per questa volta. Almeno una volta.

Mi ritrovai stirata sul suo letto,avevo il fiato sempre più corto per l’eccitazione e la voglia di continuare,sentivo il suo battito accelerare inesorabilmente mentre mi toglieva il maglione e lo gettava per terra,mentre le sue labbra non si staccavano dalle mie ed una sua mano scendeva in basso fino a sfiorare la mia intimità. Volevo con tutta me stessa che continuasse,volevo spogliarlo anche io e fare l’amore con lui ma… entrambi ci arrestammo.

I suoi occhi erano lucidi e ancora più profondi per la foga di quel momento,non sapevo decifrarli,non avevo idea di cosa volesse dirmi con il suo sguardo e mi maledissi nel momento in cui pronunciai quelle parole,praticamente in un sussurro –Ti amo,Tyler- avrebbe dovuto mandarmi a quel paese dopo tutto quello che gli avevo fatto,si sarebbe dovuto allontanare e poi mandarmi via ed invece mi sorrideva mentre mi scostava i capelli dal viso.

-Quanto mi è mancato sentirmelo dire- mi baciò di nuovo,con una dolcezza che non avrei mai immaginato potesse più appartenergli e poi si avvicinò al mio orecchio –Ti amo anche io- avrei giurato di sentirlo rabbrividire nel momento esatto in cui pronunciò quelle parole. Ovvio che mi sentissi disperata senza lui. Non avrei dovuto lasciarlo,non potevo! Lo strinsi più forte, non riuscivo a credere di poter ascoltare di nuovo quelle parole uscire dalle sue labbra morbide, così dolci e così intense.

Le sue labbra incontrollabili nuovamente sulle mie m’inebriarono completamente,non riuscivo più a formulare un periodo che avesse un senso,sapevo solo che non ci sarebbe stato più bisogno di parlare. Iniziai a far scorrere le mie mani sul suo petto,lo allontanai poco dal mio corpo mentre con gesti veloci e decisi,sbottonavo la sua camicia. L’odore della sua pelle sembrava ancora più forte,mi annebbiava completamente la mente e mi rendeva totalmente appagata. Sentivo le sue mani scendere dal mio seno fino al bottone dei jeans,volevo che si muovesse a sbottonarli e toglierli definitivamente,avvertivo la mia eccitazione crescere a dismisura mentre le sue labbra e la sua lingua si divertivano a tormentare il mio collo.

Finalmente gli tolsi quella dannata camicia di dosso ed istintivamente lo avvicinai ancora di più a me. Sembrava tutto così perfetto, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia,consapevole che al mondo non esistesse posto migliore. Continuavo a baciarlo,lasciando andare alla passione ogni singola cellula del mio corpo; lo vedevo armeggiare con i miei jeans e tre minuti dopo ero sotto di lui completamente nuda.

Avevo fatto l’amore molte volte nella mia vita prima di adesso, ma nemmeno la prima  avevo provato tutta questa agitazione e questa paura di non essere abbastanza per l’uomo che avevo davanti e nel contempo non avevo mai avuto tutta questa voglia di essere una cosa sola con un'altra persona. Guardandolo negli occhi,perdendomi dentro di essi,cercando di controllare il mio respiro,di concentrarmi sul suo, scesi con le mani spogliandolo del tutto.

E poi altri milioni di baci,di carezze,di sospiri e lui dentro di me. Sembrava che i nostri corpi combaciassero alla perfezione,che si completassero a vicenda. Era questo che significava fare l’amore con lui? Non mi ero mai sentita così,avevo completamente perso la cognizione del tempo e dello spazio,quasi non capivo dove mi trovavo; riuscivo a percepire solo lui ed il suo respiro sempre più forte,a stento sentivo i miei stessi gemiti ad ogni sua spinta. Desideravo solo che non smettesse di stringermi forte contro il suo petto. Volevo solo che quella notte non finisse,non ancora almeno.

Era quasi sorto il sole quando entrambi raggiungemmo l’apice del piacere;quando accadde ero seduta sopra di lui,reggendomi alle sue spalle mentre mi circondava in un abbraccio che non mi aveva mai regalato. Ero esausta,volevo dormire restando ancora stretta a lui e dimenticandomi del gelo del mio corpo,lasciandomi cullare dalle sue carezze,un battito dopo l’altro.

Lo guardai mentre cercava di regolarizzare il suo respiro e mi fissava dritto negli occhi. Dio, era l’uomo perfetto! Non volevo andare via e far finta che tutto questo non fosse mai successo,era inutile girarci attorno.. io e lui ci appartenevamo, nonostante le minacce e le torture. Lo amavo e cercare di reprimere questo sentimento per lui mi avrebbe solo uccisa,in modo lento e doloroso. E forse avrebbe ucciso entrambi.

-Perdonami Tyler,non avrei dovuto dirti quelle cose quel giorno,sono stata così stupida!- certo… non erano le parole migliori da dire dopo una notte d’amore ma non potevo fare altrimenti,si meritava tutte le spiegazioni del mondo e a breve le avrebbe avute.

- Non dire niente, abbiamo appena finito di fare l’amore e adesso voglio solo continuare a sentirti mia mentre ti guardo dormire accanto a me- la sua voce era così dolce e calda che quasi non mi sembrava  familiare; mi fece stirare poggiando la testa sul suo petto e guardandomi negli occhi – dormi bene tesoro mio.. non te ne andare-

Come potevo dormire se le sue parole mi fecero provare un fremito al cuore e l’unica cosa che mi facevano desiderare era stare con lui all’infinito? Lasciarlo era stato lo sbaglio più grande che avessi potuto commettere. Io  volevo poter riascoltare il battito del suo cuore indeterminatamente,volevo che mi facesse sua e che possedesse interamente il mio corpo altre milioni di volte,volevo continuare a dirgli che lo amavo,volevo addormentarmi all’alba sul suo petto sicura che a stringermi ci sarebbe stato solo lui.

-Se adesso me ne vado muoio.. sono stata lontana da te troppo tempo- lo strinsi più forte e chiusi gli occhi dopo aver assaporato un altro suo sorriso. Dio com’era bello. Dio quanto lo amavo.

NOTE DELL’AUTRICE: ciao a tuttiii :) scusate il ritardo ma purtroppo il pc mi ha mandata a quel paese e finalmente ho potuto scrivere  quello che avevo in mente! Spero vi piaccia!!! Un bacio. Morgana.

   
 
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