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Autore: Unsub    15/06/2011    0 recensioni
Il nuovo team è finalmente tornato a casa. Ognuno di loro ha preso la propria decisione. Ma saranno tutte rose e fiori ? Avranno fatto la scelta giusta? Perchè questo nuovo caso sembra mettere in discussione tutte le loro vite?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emily Prentiss, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Profiler'
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26 Capitolo XXVI. Stuttering

Isabel e Chris corsero all’interno del locale, cercando di raggiungere il resto del team. Videro JJ parlare concitatamente con Prentiss, mentre Hotch continuava a guardarsi intorno come alla ricerca di qualcosa. Irons puntò gli occhi sul bancone del bar alla ricerca del loro sospettato numero uno, notando immediatamente l’assenza del giovane ragazzo biondo.
L’aveva visto tutte e tre le volte che era stata da Carlo’s senza mai notarlo veramente, non che fosse brutto. Semplicemente si tende a non notare le persone che lavorano in posti come quello, specialmente visto la marea umana piena di tipi “interessanti” che circolavano in posti come quello. Ora che ci rifletteva, ricordava vagamente di avergli sorriso dopo che lui le aveva servito il drink e di averlo ringraziato, il fatto che lui balbettasse leggermente era l’unica cosa che le era rimasta impressa di quel giovane.
Si avvicinò a Prentiss che come Jack cercava qualcosa o qualcuno all’interno del locale, notando lo sguardo sconcertato del suo capo e del suo collega. Tornò a guardare verso il bancone, Henry era ancora dove l’aveva lasciato che sorseggiava il suo drink ed aveva attaccato bottone con una bella ragazza mora e formosa. Storse la bocca notando il classico atteggiamento dell’uomo alfa a caccia, decisamente il ragazzo non aveva perso tempo dopo la loro piccola “discussione”… aveva decisamente una faccia di bronzo che lei avrebbe volentieri spaccato.
Si girò verso il resto della squadra quando si rese conto di quello che stavano dicendo.
-    Come sarebbe a dire che stava parlando con lui? – JJ si voltò di scatto verso il bar con gli occhi sgranati.
-    Il ragazzo le ha detto qualcosa e lei gli ha risposto in modo… direi imperioso – rese noto Hotch – Non aveva decisamente un atteggiamento amichevole nei confronti del ragazzo…
-    Di chi state parlando? – chiese Isabel non riuscendo a fare il collegamento.
-    Dopo che hai lasciato il locale, il barista a rivolto qualche parola alla Harper e lei l’ha trattato piuttosto male… - rese noto Prentiss – L’ho vista allontanarsi in direzione dei bagni, poi è sopraggiunta JJ con le ultime novità, ma ormai erano tutti e due fuori dalla nostra visuale.
Chris prese l’iniziativa, avviandosi a passo sicuro verso il bancone.
-    Hotch, dietro i bagni c’è un’uscita di sicurezza. Corri a controllare – il ragazzo attraverso il locale a grandi falcate.
-    JJ vai con lui – Prentiss si voltò verso Isabel – Tu con me, usciamo dall’uscita principale e controlliamo i vicoli qui intorno.
-    Forse il maître a visto qualcosa – disse Irons poco convinta.
-    Chiederemo mentre passiamo… ci mancava solo questa – Emily si avviò verso l’ingresso principale seguita dalla giovane profiler.

Erano in strada da circa dieci minuti, come supposto da Emily il maître all’ingresso non aveva visto ne la Harper ne il barista. Isabel sentiva il sudore colarle lungo la schiena mentre perlustrava i vicoli vicini al ristorante.
Sentì dei passi correre nella sua direzione e si girò di scatto con la pistola spianata. Vide Reid alzare le mani in segno di resa per poi girarsi verso il loro capo.
-    Il barista ha staccato dieci minuti fa. Una volta arrivato il cambio si è diretto alla porta di servizio senza dire niente a nessuno.
-    Dobbiamo trovarlo – disse Emily estraendo la pistola – ma soprattutto dobbiamo trovare la Harper. Se gli ha risposto male…
-    Lei sarà il suo prossimo bersaglio – finì Chris estraendo l’arma a sua volta – Dobbiamo avvertire la polizia?
-    Ci penso io. Voi due continuate a perlustrare la zona.
Si avviarono fianco a fianco lungo il vicolo buio, sperando di arrivare in tempo. Di JJ e Hotch neanche l’ombra, forse si erano incamminati nella parte opposta. Se il barista avesse seguito la solita procedura, alla Harper rimanevano si e no ancora dieci minuti prima di essere uccisa…
Appena voltato l’angolo, notarono un movimento appena dietro i cassonetti dell’immondizia e poi un rantolo soffocato. Reid scattò in avanti con la pistola puntata, mentre Isabel lo aggirava lentamente per non incrociare il fuoco con lui.
-    F.B.I.! Lasciala andare – Chris teneva sotto tiro il giovane biondo che si faceva scudo dietro il corpo di Eilen Harper.
Irons non riusciva a capire se la donna fosse solo svenuta o cosa, il corpo floscio era tenuto in piedi dall’S.I. che le teneva il braccio intorno al collo. Nel buio del vicolo non riusciva a notare se la donna respirasse ancora, nonostante tutto il male che aveva cercato di fare loro sperava che il vice-procuratore fosse ancora viva.
-    Hai sentito cosa ti ho detto? – Chris alzò ulteriormente la voce, forse nella speranza di essere sentito dagli altri – Lasciala andare. ORA!
-    E’ una d-d-d-d-donna ca-t-t-ttiva! Ma io le ho d-d-d-d-dato una b-b-b-bella lezione!
-    Lasciala andare – si intromise Isabel cercando di tenerlo sotto tiro – Possiamo aiutarti, ma tu devi lasciarla andare.
-    Aiutarmi? Io n-n-n-non ho b-b-b-bisogno di aiuto! Tutti mi temono! Io s-s-s-s-sono il m-m-m
-    Tu sei solo un patetico, piccolo insignificante barista – lo interruppe Irons – Senza neanche la spina dorsale di affrontare queste donne a viso aperto. Hai bisogno di nasconderti nel buio di un lurido vicolo per trovare la forza di avvicinarle.
-    Non è vero! – il ragazzo ora era furioso con lei e la sua balbuzie gli rendeva impossibile comunicare.
-    Balle! Se tu fossi veramente uno con le palle avresti provato ad adescarle nel ristorante, davanti a tutti… Fammi indovinare. Con lei hai usato la scusa di avere qualche informazione sul caso, vero? – lo schernì ancora Isabel – Solo una stupida come lei poteva cascarci.
-    I p-p-p-p-poliziotti…
-    Ti hanno interrogato? E tu credi di essere un vero duro solo perché non hanno capito chi avevano davanti? Scommetto che sono stati Lavigne e Morelli… due veri geni! Lavigne ha addirittura permesso alla figlia di venire qui perché tu potessi ucciderla… Non ti sei reso conto che sono solo due perdenti? – abbassò la pistola e si sforzò di ridere, sperando di essere convincente – Noi siamo quelli che prendono i malati come te, infatti ti abbiamo smascherato. Con i veri professionisti non hai scampo, puoi vantarti solo con quegli stupidi detective…
Il ragazzo ormai era furioso, scaraventò lontano il corpo della Harper e si avventò contro la ragazza. Isabel perse l’equilibrio mentre Chris premeva il grilletto, la detonazione risuonò per tutto il vicolo.

La strada era illuminata dai lampeggianti della polizia e delle ambulanze. Prentiss stava parlando con i poliziotti, rilasciando una dichiarazione sugli ultimi avvenimenti. Isabel non la perdeva di vista un momento, visto che di lì a poco anche a lei avrebbero posto delle domande su quello che era successo.
Era seduta sulla sponda di una delle ambulanza, mentre un paramedico che medicava la tempia. Nel tentativo di schivare l’attacco di Lawerence, il barista del Carlo’s, aveva perso l’equilibrio cadendo in malo modo e battendo la testa contro una grondaia. La ferita era superficiale, ma i paramedici insistevano perché andasse in ospedale per un anti-tetanica.
Come l’uomo la lasciò sola, Reid si mise a sedere accanto a lei coprendole le spalle con la propria giacca. Irons si voltò verso di lui e gli sorrise, appoggiando poi la testa sulla sua spalla, mentre lui la stringeva con un braccio.
In quel momento sopraggiunsero JJ, Hotch e il detective Morelli. Si fermarono a pochi passi da loro e il poliziotto cominciò a grattarsi la testa, in evidente imbarazzo.
-    E pensare che l’avevamo anche interrogato… Ce lo siamo fatti scappare da sotto il naso – ammise di malavoglia.
-    Cosa vi aveva detto? – Irons lo guardava insistentemente.
-    Beh, ecco…
-    Era il principale accusatore di Reid, vero?
-    Come fa a saperlo? – l’uomo la guardò stralunato.
-    Quello che ha fatto alla Johanson. Doveva aver assistito alla scena ed esserne rimasto colpito.
-    Già… - Morelli si schiarì la voce – Non l’abbiamo interrogato a fondo… io avrei voluto, ma…
-    La sua balbuzie irritava il detective Lavigne – finì per lui Chris.
-    E’ sempre così parlare con voi profiler? Finite sempre le frasi degli altri? – chiese un po’ indispettito.
-    Solo a volte – si intromise JJ con un sorrisetto soddisfatto stampato sul viso – E solo quando le risposte sono ovvie.
-    Come sta la Harper? – chiese Jack voltandosi verso Prentiss.
-    L’hanno portata in ospedale. Pare che l’abbia conciata piuttosto male. Ha una brutta commozione celebrare ed ha rischiato il soffocamento – il detective riportò di nuovo la sua attenzione sulla coppia seduta sul bordo dell’ambulanza – Uno dei camerieri a sentito Lawerence dire alla Harper che aveva delle informazioni sul maniaco. Credo che non sapremo mai tutta la verità su come abbordava le sue vittime… visto che è morto.
-    E così l’ha convinta a seguirlo in questo vicolo – constatò Reid con un sospiro – Decisamente la Harper è un tipo caparbio. Ha rischiato la vita pur di mettersi in mezzo.
-    Già… effettivamente lei è un po’… al diavolo! Tanto non lavorerò più con lei. E’ una vera stronza, di un’arroganza che rasenta il limite – sorrise soddisfatto di aver vuotato il sacco – Comunque dopo questa storia non penso che neanche i “suoi amici” riusciranno a tenerla fuori dai guai.
-    Cosa intende dire? – JJ corrugò la fronte.
-    E’ stata aperta un’inchiesta interna sul suo modo di lavorare ai casi… Dopo quello che è successo, persino Lavigne ha smesso di proteggerla. Abbiamo vuotato il sacco sul tipo di ordini che ci impartiva.
-    Passerete dei guai anche voi – fece notare Isabel.
-    A me mancano un paio di mesi alla pensione, probabile che mi mandino in pensione anticipata… Lavigne… dopo quello che è successo a sua figlia, dubito fortemente che gli importi qualcosa del suo lavoro. Agente Hotchner, agente Jordan… vi devo chiedere di seguirmi e rilasciare una dichiarazione. Per quanto riguarda voi due – disse indicando con il mento Reid e Irons – Potete andare in ospedale per l’anti-tetanica, uno dei miei verrà a raccogliere la deposizione con calma.
-    Grazie – Chris accentuò la stretta sulle spalle di Isabel.
Appena rimasti soli il ragazzo punto i suoi occhi verdi sulla bionda seduta al suo fianco.
-    Ora mi dici come ti è venuto in mente di provocarlo in quel modo? – sembrava divertito.
-    Tuo nonno.
-    Mio nonno?
-    E il killer del sentiero.
-    Non ti seguo – ammise il ragazzo.
-    Quando il killer del sentiero prese tuo nonno… beh, il tipo era armato con un fucile a pompa, mentre Jason era disarmato. Sai come ha fatto a fermarlo?
-    Dovrei cominciare a leggere i vecchi dossier come fai tu – disse con una mezza risata – Come ha fatto?
-    Visto che soffriva di balbuzie, l’ha provocato fino a fargli perdere il controllo. In questo modo la balbuzie è aumentata e nel tentativo di concentrarsi su quello che doveva dire…
-    Si è lasciato distrarre – finì il ragazzo moro con un sorriso – Decisamente devo mettermi a studiare i vecchi casi.
-    Decisamente – Isabel gli sorrise, prima di sporgersi per baciarlo.


Continua…

   
 
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