Ciao a tutti :)

Questa è la mia seconda ff su Merlin, la prima era una Gwen/Lancelot, questa invece è dedicata all'amore con il principe.

Adoro questa coppia, anche se non vado pazza per la Ginevra di Merlin

(sono strafan di Re Artù, ho preferito altre Ginevra)

Comunque mi avevano già chiesto di scrivere una Gwen/Arthur, quindi eccola :)

Spero vi piaccia, e sarei molto contenta se lasciaste un commento, anche piccolo piccolo,

per sapere cosa ne pensate.

Se piacerà, scriverò ancora, magari una Merlin/Freya *-*

Beh, che altro, se volete leggere la mia prima ff con Lance, fatemelo sapere che vi do il link.

Alla prossima.

Ginevra.

;stay

“Chi è?”

“Sono Ginevra.”

“Certo, entra pure Gwen” adoravo il modo in cui pronunciava il mio nome, era come una cura alle ferite del mio cuore.

Entrai nelle sue stanza con le lenzuola pulite tra le mani, e lo trovai seduto a tavola alle prese con diverse carte e libri; era dannatamente bello come sempre. Fece un gran sorriso, che cercai di evitare, dirigendomi direttamente verso il suo letto, che mi affrettai di sistemare; sentivo il suo sguardo su di me, ma non potevo cedere, non dovevo cedere.

Terminato il mio lavoro, presi le coperte sporche e mi avviai verso la porta, la quale, però, non raggiunsi mai.

“Non te ne andare” la sua voce non era normale, era una supplica. Il mio cuore mi diceva “resta”, le mie gambe erano dalla sua parte, ma la ragione mi implorava di scappare.

“Sapete che non posso”

“Non è che non puoi, tu non vuoi” ogni parola mi pungeva come uno spillo.

“Non posso, Sire.. io non posso”

Presa d'assalto dalle mie emozioni, non mi accorsi che si era alzato, ora era dietro di me, riuscivo a sentire il suo respiro sul collo.

“Sai che odio essere chiamato Sire, da te in modo particolare” si avvicinò ancor di più “Gwen, resta stanotte”

Qui iniziò una tortura. Mi spostò i capelli e iniziò a baciarmi il collo, per poi seguire per il profilo del mento e tornare alle spalle; le sua mani erano ferme sulla mia schiena, ma quando anche quelle presero a muoversi, tutto cambiò.

Sentii come una spinta, come se il mio cuore si ribellasse, così mi voltai e fui incatenata dai suoi bellissimi occhi blu.

“Artù.. io non posso..”

“Shh” mi zittì posandomi delicatamente un dito sulle labbra, mi stava facendo impazzire.

Io non potevo rimanere lì, io, una serva, non potevo aver niente a che fare con il principe; io non ero niente. Lui un giorno sarebbe diventato un Re, un Grande Re, mentre io l'avrei guardato diventarlo, nulla di più.

I pensieri vorticavano nella mia mente, ero confusa, troppo confusa.; Artù notò la mia perplessità, ma non si fermò.

“Resta, Ginevra. Resta.” era uno dei pochi che continuavano a chiamarmi con il mio intero nome, avevo quasi dimenticato come questo suonasse.

Volevo rimanere, ma contemporaneamente non volevo.

Lui era il mio più grande sogno, ma anche il mio più grande incubo.

Lo riguardai negli occhi e una lacrima, silenziosa ed invisibile, scese lungo le mie guance e sparì al lato della bocca; presto Artù raggiunse quella lacrima con le sue labbra, e sentii la sua lingua cercarla.

Dopo di ciò, caddi in un altro mondo, mentre continuava a baciarmi, mentre mi appoggiava delicatamente sul suo letto. Mi strinse a sé, ci unimmo in quel sentimento talmente forte, da rompere ogni barriera, l'amore.

Ero con lui. Ero Ginevra, non una lady, non una serva.

Era con me. Era Artù, non un cavaliere, non un principe.

Io ero me stessa, lui era se stesso. Il resto era il niente.