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Autore: divinakanza    16/06/2011    0 recensioni
{Cabal Online}
Cortissima Shot senza pretese. Una Force Blader, danza all'entrata di Lakeside, e il suo unico pensiero è salvare Nevareth.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Per essere una palude, Lakeside è un vero spettacolo della natura.

Tramonto rosso come il sangue e vegetazione selvaggia. Le sponde del lago offrono dei giochi di luce  più spettacolari  di qualsiasi magia che Nevareth abbia visto.

Daster, ammirava quei colori incantati generati da un sole che non tramontava mai. Ad accompagnare la sua danza, c’erano gli stridii e le urla acute, emesse dalle arpie nelle vicinanze.

Daster ballava; doveva recuperare energia, altrimenti non sarebbe stata in grado di alzare un protezione magica attorno a lei. Sapeva che Lakeside, per lei era un luogo rischioso. Non era ancora una spadaccina tanto abile, da riuscire ad attraversare incolume quel luogo irto di pericoli e trabocchetti. Con la magia non se la cavava male, ma era ancora piuttosto inesperta, e provava un pizzico di invidia, quando vedeva passare guerrieri, che camminavano senza fretta in mezzo a quelle masse di mostri infernali.

C’era un Capella che uscì dal Warp. Daster interruppe il suo ballo, anche se le forze non le erano tornate del tutto. In quanto Procyon, avrebbe dovuto difendersi in caso di un attacco.

Lei ed il Force Shielder avversario si guardarono, ma lui, al contrario di ogni previsione, distolse lo sguardo ed incantò il suo scudo, per tuffarsi poi in mezzo agli orchi, ancora sporchi del sangue dei precedenti coraggiosi guerrieri, che avevano osato valicare quelle lande desolate e nostalgiche.

Daster si rilassò, poiché il Capella non era interessato ad uno scontro. Vide lo Shielder in difficoltà, ma si trattenne dall’intervenire, poiché era cosciente, che se avesse estratto la sua spada, entrambi sarebbero morti. Riprese quindi il suo ballo incantato.

Capella e Procyon. Una guerra davvero stupida: stesso obiettivo ma ideali differenti. Ecco ciò che la differenziava dall’altro guerriero, ormai cadavere.
Se solo i Capella si fossero resi conto che solamente un leader fermo, forte e deciso avrebbe riportato l’equilibrio nel suo amato mondo, questa insensata guerra sarebbe giunta a conclusione.

Un’educazione alla magia e alle abilità di spada uguale per tutti, avrebbe rallentato lo sviluppo di un’elite di combattenti, davvero in grado di riportare pace e serenità in quei continenti ormai dimenticati da dio.

Un uomo od una donna, con i giusti requisiti, alla guida di un esercito potente, avrebbe per fino potuto fermare una seconda venuta del Signore della Distruzione.

Ma l’assurda sottospecie di democrazia idealizzata dai Capella, frenava l’avvento di quell’uomo o quella donna.

Lei amava Nevareth. Amava la sua città natale; la verdeggiante, seppur umida, Green Despair. Amava i suoi abitanti. Aveva sempre combattuto per tenere alla larga dalla città Le grandi mosche, oltre il torrente. Per non parlare delle gigantesche mantidi, che anche se deboli, causavano non pochi danni. Ma le sue sfide più importanti erano state quelle contro i grandi alberi incantati che girovagavano sulla pianura poco distante dal cancello di Lakeside. Sorrise al pensiero, che quelle creature una volta, riuscivano a metterla in seria difficoltà.

Interruppe la sua danza. Ormai le forze le erano tornate del tutto. Estrasse la sua spada, e vi gettò sopra tutti gli incantesimi di protezione più potenti che conosceva. Scansò da davanti i suoi occhi azzurri, i capelli rossi come il tramonto, la cui luce si infrangeva sulla sua divisa dello stesso colore dello stendardo in cui credeva.

Con lo sguardo sfidò l’orizzonte, ed oltre il lago vide il suo obbiettivo.

Il suo unico pensiero ora andava a Faello, una gigantesca creatura con fattezze di minotauro. La sua missione era distruggerlo. Non avrebbe deluso Kallua. Non un’altra volta.

“Il resto del team mi aspetta!” Si ricordò. E pregando per se stessa, cominciò a correre a perdifiato per raggiungere i suoi compagni.

   
 
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