Un péché de gourmandise
La
tovaglia bianca dal bordo ricamato ricopre il carrello della
colazione fin quasi a sfiorare il pavimento lucido della suite.
Sono
incredibilmente affamato ed anche un po' assonnato. Quando sollevo il
coperchio di metallo dal piatto più grande trovo un'allegra
famigliola di croissants ad aspettarmi, caldi e friabili, ed il sonno
svanisce come d'incanto.
Una
pioggia di briciole cade sulla tovaglia, quando ne spezzo uno al
centro. Potrei anche mangiarlo senza averlo prima farcito, ma
c'è un
tale assortimento di confetture a disposizione che mi sembra un
peccato non approfittarne: fragola, albicocca, arancia, mirtillo.
Non
c'è quella di more, purtroppo.
-
Cosa c'è di buono? -
-
Mhm... Croissants, marmellata, caffé lungo, mezza
baguette... -
-
Bien sûr, la baguette. -
-
… e del jus d'orange. -
Non
credo di poter riportare questo dialogo nel mio prossimo articolo. Se
rivelassi l'identità del mio ospite probabilmente andrei a
finire
dal Guardian alle pagine del Sun, il che sarebbe un tantino
degradante.
Però
mi piacerebbe. Non tanto per la pennellata di rosa che questo piccolo
dettaglio darebbe alla rubrica, ma perché lui meriterebbe
che io ne
scrivessi.
Le
sue mani abbronzate hanno lo stesso colore lievemente brunito della
sfoglia dei croissant; i suoi capelli sono in disordine, di un biondo
dolce che ricorda un po' la sfumatura del caramello a cottura
ultimata; le sue labbra sono così rosse, come delle fragole,
delle
ciliegie.
Un
uomo da mangiare, insomma... Che la mia sia solo deformazione
professionale?
-
Mhm... Mi accontento di un po' di jus d'orange. -
-
Ma come? Neanche un petit morceau di pane avec
la
confettura di fraises? -
-
Io non amo particolarmente les fraises. -
-
Allora mettici del burro. -
-
Ma è grasso. -
-
E tu sei magrissimo. Direi che si tratta di un connubio perfetto. -
-
Mi vuoi ciccione, dunque? Potevi pensarci qualche anno fa! -
-
Stupido... Non eri ciccione, eri normopeso e adorabile. E ora apri la
bocca. -
Non
potrei pubblicare neanche la cronaca di questo momento, ma posso
scegliere le parole giuste per non dimenticarlo e rendere giustizia
alla sua bocca che, mentre lo imbocco con un pezzettino di baguette
appena sporcata di burro, riesce anche a sfiorare la punta delle mie
dita. Ovviamente, l'ha fatto apposta.
-
Allora? -
-
Mhm... Pas mal. -
-
Te lo dicevo... Ne vuoi un altro po'? -
Tolgo una briciola che gli è rimasta sul mento, fra la
barba
leggera.
-
… solo se mi imbocchi. -
-
Affare fatto. -
Detto ciò, non mi appartengono, non mi stipendiano e non voglio calunniare nessuno. Cheers!