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Autore: _Syn    18/06/2011    4 recensioni
Gino/Kallen
E nel vento Kallen cade, fin quando due braccia l'afferrano. Il buio, tuttavia, è già sceso sui suoi occhi mentre il Tristan la porta via. Quando si sveglierà forse ricorderà la delicatezza di quella presa, la cura, il calore. Saprà che quel poco spazio che da tempo rimaneva vuoto, tormentandola nel sonno e facendole ricordare la bellezza selvaggia e piena dei giorni perduti, è stato riempito di nuovo. E questa volta non avrà bisogno di innamorarsi nel buio.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kozuki Karen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Eh, sì, sono già tornata con una nuova Gino/Kallen :3 Ho da poco finito di riguardare Code Geass R2 e la voglia di scrivere ancora su di loro si è moltiplicata. Ho avuto modo di rivedere certi particolari, forse di capire meglio questa serie meravigliosa, di amarla ancora di più. E' incredibile la marea di emozioni che provoca sempre dentro di me.

Perciò... eccomi qui con una nuova flashfiction. Sono poco meno di 900 parole e, visto che si tratta essenzialmente di introspezione, non me la sento di definirla one shot. E' più seria della precedente, meno "leggera e spensierata", ma ho intenzione di tornare anche con quel genere. Queste povere stelle meritano anche un po' di felicità, ora che se la sono conquistata.

Buona lettura!

Alexiel.

ps: "Sundrenched World" è il titolo di una canzone di Joshua Radin.




Sundrenched World


C'è poco spazio per il romanticismo e la delicatezza dei sentimenti in battaglia. C'è il clangore dei colpi, ci sono esplosioni, il suono del cuore che batte direttamente nelle orecchie e si mescola alle grida di incitamento e alle provocazioni, agli ordini urlati e ai respiri spezzati il cui silenzio assordante verrà ascoltato, nel cordoglio, solo alla fine, quando la cortina di fumo scenderà all'orizzonte.

Eppure, mentre Kallen si rende conto di aver combattuto valorosamente fino alla fine sconfiggendo Suzaku, il suo avversario, sa che il suo cuore è al posto giusto e la mente può finalmente ritirarsi in un dolce oblio.

Rimane una punta amara, già perduta nei cerchi concentrici che allentano la forza che ha riversato nell'ultimo attacco; una punta amara che pizzica il cuore e le sussurra piano nomi, nomi e nomi. Ce n'è uno che sembra stringerla in mille spire sempre più deboli, ma che soffocano anche le fioche tracce di forza che le sono rimaste.

E' un nome che ha pronunciato con forza, che ha amato con la disperazione e la fede del fiume che si getta nel mare. E' un nome che, per quanto ora possa odiare, resterà in quel posto che gli ha sempre riservato. Tuttavia, non ha il tempo di stringere i pugni e avvertire le lacrime pizzicare gli occhi per quella sensazione piena di frustrazione e impotenza.

Può solo cadere e ascoltare il suono di quei nomi svanire. In quel momento sembra solo il vento. E nel vento Kallen cade, fin quando due braccia l'afferrano. Il buio, tuttavia, è già sceso sui suoi occhi mentre il Tristan la porta via. Quando si sveglierà forse ricorderà la delicatezza di quella presa, la cura, il calore. Saprà che quel poco spazio che da tempo rimaneva vuoto, tormentandola nel sonno e facendole ricordare la bellezza selvaggia e piena dei giorni perduti, è stato riempito di nuovo. E questa volta non avrà bisogno di innamorarsi nel buio.

La luce, invece, colpisce non senza sofferenza lo sguardo di Gino.


C'è poco spazio per la comprensione durante una battaglia, quando i movimenti devono essere rapidi, precisi e la mente ha bisogno di concentrarsi sull'obiettivo.

C'è la maschera bianca dell'avversario anonimo che devi abbattere, la sensazione travolgente all'inizio e quasi fredda subito dopo la sua sconfitta. E poi subito via, in volo verso il prossimo.

Per Gino c'era sempre stato solo questo: Knight of Rounds, nobile, Britanno. Non aveva bisogno di risposte perché credeva di averle scritte davanti a sé quando si inginocchiava davanti al signore che serviva fedelmente per proteggere la patria, quando il patriottismo non era altro che la firma sul suo documento identificativo e uno spicchio di cielo delimitato dai confini nazionali.

Poi era arrivata lei e quel poco spazio che lui non era mai riuscito a riempire da solo aveva invaso il suo sangue, gli aveva fatto scricchiolare le ossa.

L'aveva sbeffeggiata, senza capirla e senza neanche sforzarsi; le aveva chiesto di unirsi a una fazione riflettendo solo su ciò che la superficie rifletteva, senza pensare che i raggi di luce sprofondano fino a livelli sconosciuti che lui non aveva ancora nemmeno sfiorato.

Si era rivelato un fallimento di fronte alla determinazione di Kallen Kozuki. All'inizio non gli era dispiaciuto troppo.

Solo dopo, quando il puzzle delle sue convinzioni si era capovolto disperdendo ogni pezzo, lui si era ritrovato sotto le mani frammenti che, nella sua cecità, aveva creduto si incastrassero perfettamente. Ma il mondo non era tenuto insieme da legami così semplici e perfetti, per questo esisteva la volontà, la forza, la passione e la lealtà verso se stessi.

Il cielo si era trasformato in qualcosa di immensamente più grande, nella sensazione che più in là di esso, dove i confini non sono altro che nuvole spazzate via da un semplice colpo di vento, ci fosse qualcosa di più: il punto in cui il battito del cuore giunge e fa vibrare l'anima, sempre alta, sempre pronta a risvegliarsi.

La percepisce e si domanda se anche Suzaku, così lontano da lui e dalla sua comprensione, l'abbia mai sentita. E' quella la sua punta amara, ma non si disperde. Rimane lì. E' come abbracciare un fantasma. Gino sa che non può più afferrare Suzaku, che il suo braccio non cadrà più sulla spalla dell'amico con la stessa spensieratezza di un tempo. E' così lontano, disperso in una foresta buia, che neanche il suo sguardo limpido può più raggiungerlo. E se lo facesse, finirebbe solo per attraversarlo come aria.

Per questo, mentre Kallen cade e lui l'afferra per trarla in salvo, la vista di Gino diventa improvvisamente più chiara e le sue convinzioni solide come roccia. La luce dovrebbe accecarlo, eppure lui vede ogni cosa.

La disperazione, l'orgoglio, l'ambizione, la nobiltà che non ha niente a che vedere con lo stato di nascita... Poi vede la sua cecità. Già sa perché si trova lì, sa cosa ha abbandonato e cosa ha guadagnato: questo è solo il colpo finale.

Ma ce l'ha fatta. Ha capito.

Ora è solo sollevato dal pensiero che Kallen possa chiudere gli occhi per un po', mentre lui ingloba la luce.

Ora è sollevato dal pensiero che, quando li riaprirà e si guarderanno ancora una volta, lui potrà finalmente rispondere a quel “prego, non c'è di che”, per assicurare a Kallen che ormai ha capito. Sotto una luce nuova in cui possa risuonare la conquista della libertà.

Riposa, ora, valorosa guerriera.”

  
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