I dreamed it for you Dad
Sono le
cinque del pomeriggio e l’orologio appeso al muro sembra essere fermo.
Il tempo non
passa mai, è come se tutto fosse sospeso in attesa di qualcosa.
Anche io sto
aspettando che qualcosa avvenga.
Ti vedo qui,
di fronte a me, disteso su un letto d’ospedale, in questa stanza dalle pareti
bianche. La luce che proviene da una piccola finestra illumina il tuo volto
senza espressione e mette in evidenza delle piccole rughe, che dimostrano la
tua età adulta e la tua saggezza.
La cosa che
mi fa più male è non poter fare niente.
In questi
casi l’uomo è impotente, deve solo saper aspettare e sperare.
Molti
pregano, ma io non ci riesco. Come può esserci qualcuno a cui rivolgersi per
chiedere aiuto se in questo momento ti sta tenendo lontano da me, papà?
Alcuni
ragazzi del Glee mi hanno detto che pregheranno per te,
anche se io la ritengo una cosa inutile.
Però, almeno
dimostrano di voler stare vicino a te e sostenere me, quindi devo accettarlo.
Mercedes mi
ha perfino chiesto di andare in chiesa con lei domenica scorsa.
Ti hanno
dedicato l’intera messa, cantando e pregando.
Nonostante i
miei dubbi sull’esistenza di Dio ho sentito tutto il loro affetto e la loro
fede. E’ stato un bel momento.
Afferro la
tua mano con dolcezza, sperando che tu possa sentire la mia vicinanza.
Tante volte
tu mi hai tenuto per mano, ora è arrivato il mio turno.
Mi hai
aiutato a rialzarmi quando imparavo ad andare sulla bicicletta per la prima
volta e, come tutti, sono caduto.
Molte altre
volte lo hai fatto.
Il momento
più importante è stato al funerale di mia madre: in quell’occasione la tua mano
mi ha dato la forza di affrontare un evento che era più grande di me, ancora
troppo piccolo per capire certe cose.
Ma ora
comprendo che il tuo gesto aveva un significato, ed era questo:
“Fatti forza figlio mio. Supereremo anche questa, ti proteggerò sempre, con me sarai al sicuro, non aver paura.”
Da
quell’istante ho capito che avrei sempre potuto contare su di te, e così è
stato.
Il
nostro rapporto è andato avanti tra alti e bassi, è vero, ma questo non vuol
dire che non sia stato fondamentale per me.
Anche
se spesso mi sono comportato male con te ti ho sempre voluto bene.
Solo
ora mi rendo conto di quanto possa essere stato difficile per te crescere un
figlio senza la presenza di una madre e portare avanti il tuo lavoro
contemporaneamente.
L’ultima
volta che ci siamo parlati mi hai detto che non pensavi potessi deluderti così
tanto, perché volevo andare alla serata karaoke e saltare la cena del venerdì,
che ormai è sacra per la nostra famiglia.
Non
voglio che le nostre ultime parole siano quelle, non potrei sopportare un
dolore così grande.
Se
solo potessi sentirmi, papà.
Siamo
così vicini eppure così lontani da non riuscire a comunicare.
Vorrei
soltanto farti sapere quanto mi dispiace.
Ci
tengo veramente a te e a mia madre, anche se ormai non è più con noi, ma è come
se ci fosse.
La
vedo ogni volta che fisso i tuoi occhi, pieni di dolore per la perdita
dell’amore della propria vita.
Un
dolore che rimarrà per sempre, purtroppo.
Insieme
però possiamo farcela e l’abbiamo dimostrato arrivando fin qui, io e te da
soli.
So
di non essere il figlio che avresti voluto: sono gay, mi piace la moda e non lo
sport, preferisco andare a vedere un musical piuttosto che fare il tifo ad una
partita di football.
Però
so anche che tu mi hai accettato per quello che sono, ed è la cosa più bella
che un padre possa fare per il proprio figlio.
All’inizio
non è stato facile per te, e lo capisco.
Ma
hai dimostrato di poter passare sopra al giudizio della gente e a tutte le
conseguenze che la mia omosessualità avrebbe portato.
Hai
dato prova di essere un vero padre, ed
io non lo dimenticherò mai.
Non
sei mai stato così bravo con le parole ma, nonostante ciò, ho sempre recepito i
tuoi sentimenti e il tuo affetto nei miei confronti.
Spesso
hai tentato di comprendere il mio stato d’animo quando ancora dovevo accettare
la mia vera identità e mi sei stato vicino, eri preoccupato per me.
Io
ero convinto di potercela fare da solo ed ero quasi certo che tu non mi avresti
capito.
Poi
mi sono reso conto di non poter affrontare una situazione del genere senza il
sostegno di qualcuno e mi sono confidato con te.
Questa
alleanza ci ha resi più forti.
Grazie
a te non ho avuto più paura di essere giudicato per quello che ero.
Ed
è solo grazie a te se ora sono diventato più maturo.
Non
mi interessa il giudizio degli altri, l’importante è avere il sostegno anche di
una sola persona, e so che tu ci sarai sempre.
Ti
parlo stringendoti la mano e fissandoti con intensità, come se volessi entrare
nella tua mente per capire cosa sta succedendo, se mi stai ascoltando.
Improvvisamente
sento le tue dita grandi muoversi nella mia mano.
Mi
alzo dalla sedia e ti guardo speranzoso, con occhi lucidi.
Qualcosa
è accaduto, finalmente.
“Papà?”
dico, con voce tremante dall’emozione.
Aspetto
che succeda di nuovo, sperando che non sia soltanto un sogno.
Infatti,
sento ancora le tue dita muoversi e non ho più dubbi.
“Bentornato
papà!” sussurrò tra le lacrime “Sono qui con te, non preoccuparti!”.
Note
dell’autore
Avevo
troppa voglia di parlare di Burt e Kurt. Il loro rapporto padre-figlio è
fantastico e mi piace come è stato sviluppato nel corso dei vari episodi.
Spero
vi piaccia e, come sempre, accetto suggerimenti! =)
Ilaryf90