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Autore: Siz    05/03/2006    6 recensioni
Le tue parole fanno male/come sei bravo tu a ferire... Ecco come vive il piccolo goku le parole di certo non gentili che il biondo monaco gli riserva...ma ecco come riesce a superare quel dolore e sperare in un gesto di affetto.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una canzone è grande quando la semplicità non pregiudica le emozioni che suscita. (Cesare Cremonini)

 


Le Parole

 

Le tue parole fanno male…

-Ehi Sanzo!! Ho fame!!!-
-Sta zitta scimmia, non rompere-
-Ma Sanzoooo, ho fameeee…-
-Tsk-
-Fameeee…-
-Tsk-
-Fameeee-
-…-
-Ehi Sanzo! Ma mi senti???- purtroppo solo in quel momento il piccolo demone si accorse della quantità innumerevole di vene pulsanti e gonfie sulla fronte candida del monaco. Istintivamente si coprì la testa con le braccia per proteggersi dall’harisen che puntualmente fece la sua dolorosa comparsa. SDENG!
Il kappa, come da copione, scoppiò in una risatina…SDENG
-Ehi! E io cosa centro?!-
-Non ridere, non voglio sentire nemmeno un sibilo da voi due-
-Non è mica colpa mia, prenditela con la scimmia!!-
-Me la prendo con te perché è tuo dovere tenere a bada l’animale-
”L’animale….” Pensò tristemente l’eretico abbassando lo sguardo dorato.
-Pensavo fossi tu il suo padrone, è compito tuo ammaestrarlo!-
”Padrone…”
-Ho detto silenzio!-sibilò puntando la pistola verso il sedile posteriore, il kappa, come sempre, fece moto di nascondersi…ma Goku non fece nulla come ci si sarebbe aspettato da lui, solo in quel momento Sanzo notò il broncio (tenerissimo, ma il pensiero non lo avrebbe neanche mai sfiorato) che stava sulla boccuccia del ragazzino. Cosa diavolo gli era preso? Che avesse la febbre?
Come al solito Sanzo non aveva capito un accidente.

Qualche giorno più tardi il gruppo aveva raggiunto una cittadina dove riposarsi…ma ognuno aveva un diverso concetto del riposo…
-Cibooooo-
-Donneeeee-
-….Ho bisogno delle sigarette…-
-Eh eh, Hakuryu, finalmente potremo fare provviste e stare tranquilli-
-Kyuuuu!!-
La prima cosa che fecero fu trovare una locanda dove passare la notte, poi, tutti insieme, uscirono per comprare le prime necessità (ovvero sigarette, alcool e cibo). Finite le spese Goku aveva la pancia piena, Hakkai due pesanti sportine piene di approvvigionamenti, Gojyo e Sanzo entrambi una sigaretta stretta tra le labbra.
Hakkai si fermò improvvisamente davanti un grande tendone dalla quale usciva ed entrava un discreto flusso di gente. Un grande cartello in alto diceva “FIERA DEL LIBRO”
-Vi dispiace se entriamo? E’ uscito il nuovo libro di Josè Saramago, la trama mi piace molto…-
Sanzo lo fulminò con lo sguardo e fece per tirare dritto…ma intanto Hakkai era già entrato, seguito a ruota da Gojyo che aveva visto entrare una mora con occhiali da intellettuale ma un corpo mozzafiato…invece era rimasto lì Goku che teneva per la maglia (dato che il caro bonzo non indossava la “divisa” da monaco) nera, afferrandolo come i bambini prendono le gonne delle madri e guardandolo con occhi supplicanti.
-Sanzo, io non ho mai visto una fiera, ti pregooo, entriamo…-
Sanzo fissò stranito quelle pozze dorate che lo guardavano come se fosse un sole in terra, e probabilmente lo vedevano proprio così, ci pensò un lungo momento valutando i pro (ovvero far smettere quella scimmia petulante di rompere) e i contro (rompersi le palle guardando titoli di libri che non avrebbe mai letto, sarebbe stato in mezzo a gente che detestava pur non conoscendola,si sarebbe annoiato a morte…) e stava quasi per voltarsi e tornare alla locanda quando Goku lo tirò un pochino più forte e facendo un leggerissimo broncio con le labbra…sembrava davvero un cucciolo. E sanzo dovette cedere, per non farlo lamentare nuovamente non per altro. Con uno tzè e schiacciando per terra la sigaretta si diresse all’interno mentre un felicissimo Goku gli trotterellava dietro con un gran sorriso.
Era incredibile come gli occhioni di Goku si spalancassero ad ogni enorme scaffale che vedeva, di fronte ad intere distese di libri, possibile che non avesse mai visto niente del genere? Si chiese stizzito Sanzo…poi si rispose da solo: no. Mai. Era comprensibile, quella era la prima volta che viaggiava per il mondo, prima era stato per anni con lui a Cho’An, era quella la prima occasione per scoprire il mondo e la vita, magari per crescere anche un po’…ma questo non lo autorizzava di certo ad essere così moccioso ed entusiasmarsi per tanti fogli di carta messi assieme. Che poi quei fogli tagliati da alberi rigogliosi e fitte foreste contenessero storie, sogni ed emozioni al nostro freddo bonzo non interessava per niente.
Dentro questi pensieri il biondino perse di vista il suo compagno, una venotta gli comparve sulla fronte ma non si preoccupò più di tanto…fino quando non sentì un gran tonfo rumorosissimo e capì che la scimmia aveva combinato qualche guaio, come suo solito. E le vene aumentarono di numero.
In effetti era stato Goku a provocare quel trambusto…ma non aveva mica fatto apposta!! Si era trovato di fronte uno scaffale pieno pieno di libri, dalle copertine colorate e dai titoli più diversi e ne era rimasto incantato, per lui che non aveva mai visto molti libri se non in mano a qualche monaco anni fa la curiosità era tantissima, così aveva provato a prenderne uno ma guarda caso prese uno che era molto in bilico e si sa che e Goku non è il ragazzo più maldestro del mondo poco ci manca…beh, insomma, tutti i libri del ripiano finirono per cadere ai piedi di Goku mentre lui teneva in mano l’unico salvato della serie. Avrebbe voluto sotterrarsi per l’imbarazzo, divenne rossissimo, quasi quanto i capelli di Gojyo, tutti si erano voltati a guardare cosa era successo e qualcuno sghignazzava per la figuraccia…Un addetto della fiera si avvicinò per sistemare tutto dicendogli di non preoccuparsi ma in realtà guardandolo male, Goku si accucciò mortificato aiutandolo a sistemare. Finito quello si rialzò scusandosi di nuovo, non che la cosa fosse così grave, ma sapete come è fatto lui e sapete come ci si sente a fare una figuraccia di fronte a tutti: il fatto si ingigantisce nella propria mente. Non appena si rimise in piedi vide a pochi passi da lui Sanzo che lo guardava gelidamente e con un cenno gli ordinò di andare via con lui. Il più giovane lo seguì a testa bassa…”deve essere davvero arrabbiato…combino sempre casini…”
-Sanzo, mi dispiace, non l’ho fatto apposta- disse quando furono più lontani.
-Tsk, sei solo un combinaguai-
-Lo so…ma volevo solo vedere quel libro…-
A quel punto il biondo si girò di scatto, arrabbiato
-E perché avresti dovuto?! Il tuo cervello non è abbastanza sviluppato per leggere, o solo per muoverti senza combinare disastri??!- gli urlò contro.
Goku lo guardò con occhi sbarrati, perché Sanzo era così così arrabbiato?
Non parlarono più per tutto il tragitto, il monaco fumava sputando il fumo con irritazione mentre Goku se ne stava due o tre passi indietro con la testa bassa e non appena arrivarono alla locanda corse nella sua stanza singola e si gettò sul letto con la testa affondata nel cuscino.
Si sentiva incredibilmente depresso, Sanzo gli aveva dato contro così ferocemente, così come faceva sempre, gli rivolgeva sempre parole cattive e prive di affetto…prive di affetto…Sanzo sembrava davvero non volergli alcun bene.
Sentì le lacrime bruciare in bilico sugli occhi.
Lo sapeva che era solo un moccioso eretico, un combinaguai, rumoroso, fastidioso, stupido…ma l’unica cosa che desiderava era l’affetto di Sanzo, anche solo un gesto, anche solo un abbraccio, una volta nella sua vita sentirsi amato…un ricordo che non riusciva ad afferrare gli fece scorrere un brivido lungo la spina dorsale: dei lunghi capelli biondi e il calore di un corpo contro il suo affettuosamente, delle braccia intorno a lui…la felicità unita alla disperazione. Ma il ricordo svanì velocemente insieme alle emozioni che portava con se e rimasero soltanto i ricordi delle parole di Sanzo, dolorose più delle harisennate che gli riservava.
”Idiota” “Stupida scimmia” “Guarda che ti uccido” e altre che non voglio riportare. Sapeva che non avevano poi molto valore, che Sanzo non era un tipo gentile e quindi quelle frasi erano più o meno nella norma e lui non aveva mai chiesto niente, aveva sempre dato tutto se stesso senza chiedere nulla in cambio dal suo sole…ma dai oggi, dai domani quelle frasi dopo cinque anni possono se non stancare, far soffrire più di quel che dovrebbero se non alternate a gesti che mostrino un minimo di affetto (e quei gesti poteva contarli sulle dita di una mano la nostra scimmietta, non si poteva aggrapparcisi per sempre)…voleva solo dimenticare per un po’ il tono sprezzante di Sanzo mentre diceva quelle cattiverie.
Non si accorse nemmeno di essere scivolato nel sonno.

Si trovò dentro un mondo coloratissimo e strano, tutto era un prato infinito costellato di fiori e solitari alberi, al centro un sentierino in terra battuta e in lontananza una casetta dove si vedeva della gente di fronte, e lui era in piedi su quel sentiero. L’erba era del verde più brillante che possiate immaginare, i fiori dei colori più disparati, rosso, giallo, viola, fucsia, azzurro… il cielo era dell’azzurro più limpido mai visto, e poi il sole, luminoso e caldissimo che illuminava tutto, che faceva risplendere tutto, l’aria frizzantina e profumata, la casetta era circondata da aiuole fiorite, il muro bianco candido, il tetto rosso, la porticina di legno scuro e due finestrelle azzurre; sembrava di essere dentro un cartone animato. E si stava così bene che un sorriso dolcissimo comparve sul suo viso giovane, poi, in lontananza, di fronte all’abitazione vide un ragazzo alto dai capelli color del grano...non gli servì molto per riconoscerlo.
Una musica dolce si espanse nell’aria.
”Le tue parole fanno male,
sono pungenti come spine,”
E intorno a lui rose di tutti i colori sbocciarono mentre le loro spine risplendevano sotto i raggi del nostro caldo astro. Fece due passi avanti, a poco a poco più vicine alla casetta delle fiabe.
”sono taglienti come lame affilate
e messe in bocca alle bambine,”
Ancora parole cantate da una voce dolce e triste, Goku si guardò intorno ma non capiva da dove provenisse quella musica……..Poi si accorse che era lui stesso a cantare, cantava una canzone di cui non conosceva il testo o la musica, ma non poteva fermarsi perché tutto gli veniva da dentro.
Si rese conto solo in quel momento che si trovava dentro un sogno.
” possono far male, possono ferire, farmi ragionare sì.
ma non capire, non capire!”
Abbassò lo sguardo tristemente, gli facevano male ogni volta le parole cattive della persona più importante per lui…ma non capire, perché lui si riteneva troppo stupido per capire…non capire.
” Le tue ragioni fanno male,
come sei bravo tu a colpire!”
I motivi per cui lo aggrediva sempre, crudeli…ingiuste…dolorose…razionali…irritabili…ma il modo in cui aggrediva era la cosa peggiore. Quella era la cosa più tormentosa.

“Quante parole sai trovare, mentre io non so che dire... “
E a quelle parole lui non sapeva cosa rispondere, come fare a rispondere…a salvarsi da quel dolore.
” Le tue parole sono mine,
le sento esplodere in cortile,
al posto delle margherite, ora
ci sono cariche esplosive!”
Fece altri passi avvicinandosi sempre di più alla casetta, ma teneva sempre lo sguardo a terra. Dei suoni forti intorno a lui, degli scoppi. Guardò il prato intorno a lui e vide che come nella canzone che cantava delle bombe scoppiavano tra l’erba, ma la terra magicamente ritornava a posto, intonsa, subito dopo che il fumo della detonazione era svanito…

” Due lunghe e romantiche vite divise...” il piccolo demone alzò di scatto la testa, sapeva che non era stato lui a pronunciare quelle parole…parole che non avrebbe mai osato nemmeno pensare o sognare…troppo belle per farlo. Ma allora chi…?
Si accorse solo ora di essere ormai di fronte alla casetta e che proprio davanti a lui c’era Gojyo con, per una volta, un sorriso dolce sul suo viso e uno sguardo tenero.
”…Da queste rime” continuò mentre la musica si diffondeva ancora nell’aria attorno a loro.
” Le tue labbra stanno male, lo so,
non hanno labbra da mangiare,”
Per un momento non capì cosa diceva quella frase, pensava fosse un modo di prenderlo in giro per il suo appetito…ma poi spalancò gli occhi quando ebbe compreso la prima parte. Labbra…
Gli vennero in mente labbra fine e chiare…labbra che spesso pronunciavano parole che lo facevano star male…ma che avevano anche detto “Ti porterò con me” salvandolo.
”oh ma la fame d'amore la si può
curare, dannazione! Con le parole,”
Continuava Gojyo…che sembrava avergli letto nel cuore più a fondo di quanto non avesse fatto lui stesso…se si fosse ricordato che quello era solo un sogno avrebbe capito che il rossino impersonava il suo subconscio che da tempo capiva l’affetto per Sanzo. Quell’affetto che nonostante tutte la parole dolorose che uscivano da quelle labbra continuava a costringerlo accanto a lui.
Poi riprese Goku a cantare, senza che fosse lui a comandarlo al suo corpo.
” Con le parole,
sì, che fanno male, fanno sanguinare,
ma non morire!”
Perché ogni volta che Sanzo gli dava contro il suo cuore sanguinava…ma non moriva, perché la speranza è l’ultima a morire. La speranza di avere finalmente una prova concreta e duratura di un possibile affetto di Sanzo.
Alzò un braccio verso il suo amico e prese una ciocca, sorrise nel sentirla calda come il fuoco tra le sue mani...
Dopodichè proseguì di qualche passo lasciandosi alle spalle il mezzodemone e continuando a cantare.
”Ah!Le tue parole sono mine,
le sento esplodere in cortile,
al posto delle margherite, ora
ci sono cariche esplosive!”
E intorno a lui ci fu un grande spostamento d’aria, frutto delle bombe che nuovamente scoppiavano tra i fiori delle aiuole di quel giardino ma che si ricomponevano magicamente intorno a lui. Si era sentito avvolgere da un vento caldissimo e tumultuoso, ma ora era ritornata la quiete.
Di fronte a lui ora stava Hakkai che lo guardava con un sorriso sincero, non con il solito ipocrita, non aveva nemmeno il monocolo e i suoi occhi sembravano stare bene ed essere felici. Anche Goku sorrise nel vederlo così.
” Due lunghe e romantiche vite
due lunghe e romantiche vite!
Due lunghe e romantiche vite divise...
... dalle parole!”
Cantò con voce dolce il demone gentile. E quella frase gli fece capire una piccola cosa: che Sanzo non sapeva esprimere i suoi veri sentimenti,che molto probabilmente quelle parole nascondevano un affetto verso la sua scimmietta (che potesse essere un affetto anche solo di un padrone per il suo animale domestico non importava poi molto), che non voleva ferirlo, che i pochi gesti di affetto dovevano valere molto più delle angherie di ogni giorno…che Goku non poteva volere meno bene al suo sole solo perchè questo era freddo all’esterno…all’interno una piccola luce doveva ardere. E se ardeva di amore per lui allora quella sarebbe stata la gioia più grande per lui, avrebbe sopravvissuto solo per quello, l’avrebbe tenuta accesa, protetta dai venti gelidi che soffiavano nel cuore ferito del bonzo. E se fosse riuscito a farla crescere e divampare allora molto meglio, ma per il momento bastava tenerla in vita e continuare lui ad ardere alla luce. Perché due vite unite dal destino non possono essere divise dalle parole.


Si sveglio di scatto, ansimante come dopo un incubo, ma con un sorriso sul viso eternamente giovane. Si girò supino sul materasso morbido rabbrividendo accorgendosi di aver dormito scoperto.
Stette un attimo così, recuperando il fiato e ripensando al suo strano sogno…quando il suo stomaco ricordò che era quasi ora di cena. Ridacchiò nel sentire quel suono così familiare.
Poi qualcuno bussò alla porta e il piccolo eretico si alzò dal letto rispondendo un “avanti”.
Una chioma bionda come l’oro fece la sua comparsa oltre la porta lasciandola socchiusa alle sue spalle. Goku guardò il suo sole con occhi enormi mentre si avvicinava a lui di qualche passo.
-Sanzo…-
Il monaco lo guardò con occhi gelidi tanto che Goku chiuse gli occhi pensando che volesse ancora dirgli su per il casino che aveva combinato oggi. Ma la cosa che fece invece lo lasciò totalmente spiazzato.
Sentì una mano tiepida che si posava sulla sua testa. Senza accarezzare le ciocche castane, soltanto lì, con le dita immerse nei fili morbidi, soltanto lì, ferma nel tepore fresco dei suoi capelli. Goku alzò gli occhi sorpreso, non se lo sarebbe mai immaginato in quel momento, ma sorrise dentro di se perché ogni volta era così: quando meno se lo aspettava Sanzo gli donava un po’ della sua luce.
Dopodichè il biondo levò la mano da quel luogo dal calore familiare e si allontanò di un paio di passi guardandolo ancora con occhi gelidi.
-Scimmia, fra poco è pronta la cena, scendi subito e vedi di mangiare decentemente almeno per stasera, non vorrai combinare altri casini per oggi.- detto questo se ne andò dalla stanza senza aspettarlo.
Appena fuori la porta si fermò un attimo accendendosi una sigaretta. Mah- si disse- non aveva fatto poi tanto male a fargli quella carezza…in fondo quel pomeriggio era stato fin troppo duro (e se se lo diceva da solo significa che è vero)…anche perché non è che ce l’avesse con Goku, ma solo con quegli idioti che continuavano a guardare e ridacchiare della sua scimmia. Maledetti, gli sarebbe venuto da tirare fuori la shoreiju e…possibile che non sapessero farsi i fatti loro?! Boh…alla fine non erano fatti suoi. Chi se ne frega. E scese in sala.

Goku rimase per un po’ imbambolato e sorridente lì fermo. Sanzo aveva…Che bellezza!!!
Si precipitò fuori dalla porta sentendo già il profumino del cibo e sorridendo ancora di più perché poco prima, al centro del petto del suo bonzo, aveva visto distintamente una piccola scintilla di sole brillare.



 
Aaaaaah, che bello scrivere una one-shot breve!! L’ho fatta in tre giorni a malapena (Sigh pensare che tempo indietro mi bastava una serata ç_ç). Ringrazio chiunque la leggerà e vorrà commentare ^^
La dedico a Cesare Cremonini perché sa farmi emozionare con ogni sua canzone e perché trovo che sia cresciuto artisticamente tantissimo.
PS=i personaggi apparengono a Kazuya Minekura e la canzone a Cesare Cremonini. Un abbraccio e un bacio con schiocco a tutti.

  
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