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Autore: Bloody Alice    19/06/2011    2 recensioni
Più volte mi sono guardata allo specchio. Più volte ti ho immaginato al mio fianco. Sei arrivato troppo tardi. Forse avevi fatto male i tuoi calcoli. Sei partito troppo presto. Forse eri stufo di trovarti in stazione fuori orario e osservare il treno che ormai era già partito, vedendolo scomparire oltre la linea dell’orizzonte. Te ne sei andato senza dire niente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIU' VOLTE ...

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ti ho immaginato al mio fianco.
Sei arrivato troppo tardi. Forse avevi fatto male i tuoi calcoli.
Sei partito troppo presto.Forse eri stufo di trovarti in stazione fuori orario e osservare il treno che ormai era già partito, vedendolo scomparire oltre la linea dell’orizzonte.
Te ne sei andato senza dire niente.
Niente spiegazioni.
Nessun avviso.
Nemmeno un piccolo messaggio.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ti visto accanto a me, per poi scomparire all’improvviso.
Alla fine sei stato passeggero come un soffio di vento.
Eri in grado di far emergere tutti i lati nascosti del mio carattere.
Senza che io me ne accorgessi, riuscivi sempre e comunque a capire cosa offuscasse i miei pensieri.
Potevo tentare e cercare di mentire, ma invano.
Tu scorgevi sempre il problema, semplicemente guardandomi negli occhi.
–Gli occhi sono lo specchio dell’anima- mi ripetevi in continuazione, ogni qual volta tentato disperatamente di evitare la verità, qualsiasi essa fosse.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ti ho visto al mio fianco.
Più volte ti ho visto sparire all’improvviso.
Ce ne sono stati tanti, dopo di te, ma nessuno mai COME te.
Tu vedevi solo ciò che io decidevo di mostrarti e non mi giudicavi mai.
Tanto lo sapevo. Sapevo che vedevi di più, in fondo.
Forse non te ne accorgevi, o forse sapevi nasconderlo molto bene.
Sta di fatto che tutto questo mi fa ricordare un’altra cosa: tu eri un meraviglioso bugiardo.
Avresti ingannato perfino il diavolo in persona.
Probabilmente era anche per questo che non potevo nasconderti la realtà.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Ho ripensato a quando, ogni volta  che facevi quei complessi discorsi sull’esistenza delle persone, ti chiedevi come sarebbe andata se avessi fatto scelte diverse.
Mi assillavi comunque ricordandomi, in maniera quasi paranoica che, se non mi avessi incontrato, forse, la tua vita, sarebbe stata monotona.
Eri sempre perso a pensare i tuoi pensieri. Invisibili. Impossibili da comprendere.
Ti perdevi in un mondo immaginario tutto tuo e nessuno poteva riportarti alla realtà.
Lo facevi da solo e ogni volta che ti svegliavi dai tuoi sogni sfrenati, io ti domandavo cosa ti passasse per la mente e tu, semplicemente mi rispondevi –Niente di importante. Ogni tanto c’è bisogno di staccare un  po’, ma non troppo. Se ti perdi per troppo tempo nel tuo mondo, quando troni indietro la realtà che ti piomba addosso sembra più buia di prima-
Mai positivo.
Nemmeno una volta.
Eri una di quelle persone che andava avanti con la convinzione che la vita fosse una cosa fugace.
L’uomo d’altronde è un essere fatto per morire.
Per questo tu avanzavi convinto per la tua strada, seguendo il semplice concetto “CARPE DIEM”.
Coglievi ogni attimo, lo facevi tuo.
Solo quando lo avevi consumato e ti eri stancato, lo lasciavi andare.
Forse io ero questo per te.
Un attimo della tua vita.
Uno dei tanti.
Non meno importante degli altri, ma nemmeno troppo importante.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ho pensato a te.
Mi hai investito come un’onda anomala, ma poi sei tornato indietro.
Sei tornato al mare, mentre io, ancora bagnata, cercavo di capire cosa fosse accaduto.
Pensavo che in fondo fosse stato uno sbaglio tenderti la mano e entrare nel tuo universo.
Uno sbaglio.
Ma in fondo perché fare qualcosa di sensato ora, quando abbiamo una vita intera davanti a noi?
Sei stato uno sbaglio.
Lo sbaglio peggiore e allo stesso tempo migliore della mia vita.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ho visto il mio riflesso.
Il mio riflesso, e basta.
Tu non c’eri.
Tu, te n’eri già andato.
Eri scappato via.
Eri scappato da tutto.
Eri scappato da me.
Avevi paura?
Ho per caso detto qualcosa di troppo onesto?
Tu però non mi hai mai più chiamato.
E io sono ancora qui, davanti a uno specchio, a fissare il telefono e tu non chiami.
Mi sento male al solo pensiero: tu non sei più qui con me.
Aspettavo.
Aspettavo e pregavo disperatamente che sul display del mio cellulare comparisse il tuo nome.
Ti sei dimenticato tutto?
Ti sei dimenticato quando ci siamo conosciuti?
Io lo ricordo bene.
Era un martedì, quando in biblioteca mi sei venuto addosso per sbaglio e io ti ho dato una mano per rialzarti.
Tu per scusarti mi hai invitato a prendere “qualcosa da bere”.
Forse era stato destino, o forse sei stato tu a venirmi incontro con i tuoi soliti trucchi.
Probabilmente mi consideravi una tra le tante prede che sono cadute nella tua trappola.
Credo comunque di essermi difesa in modo discreto.
Non sei mai riuscito a trascinarmi nei tuoi folli progetti e ogni volta che tentatavi il mio secco “NO” dipingeva sul tuo volto un triste sorriso.
Mentivi anche lì.
Ti fingevi deluso, in questo modo pensavi, speravi di vedermi cambiare idea.
Non è mai successo.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ho pensato alla nostra canzone.
Una sera, in estate, in riva al mare, con la fioca luce della luna che illuminava i nostri volti, ti ho detto –Noi non abbiamo una canzone-
Tu invece mi hai risposto –La nostra canzone è una porta a vetro che sbatte, uscire tardi di nascosto, battere alla tua finestra, quando siamo al telefono e parli veramente piano, perché è tardi e la tua mamma non sa. La nostra canzone è il modo in cui ridi, quando al parco i bambini ci guardano storto perché andiamo sull’altalena, quando dopo il primo appuntamento ho detto al mio amico “Non l’ho baciata, ma avrei dovuto farlo”. E ogni sera, prima di addormentarmi, chiedo a Dio di far ripetere tutto daccapo-
Così quella sera ho afferrato una penna e un vecchio tovagliolo e ho scritto la nostra canzone, mentre tu beatamente già dormivi sulla sabbia.
Ora però non ci sei più.
Te ne sei andato e con te anche la nostra canzone è scomparsa.
Ma io ricordo ancora quando tu mi hai detto –Sempre e per sempre-
Lo scrivevi sui muri e sugli alberi, sulle panchine e continuamente nei tuoi lunghi sms.
Ricordo che lo hai scritto anche sulla ciotola del mio gatto.
Eravamo a casa mia, e stavamo giocando a carte quando all’improvviso tu ti sei alzato, hai preso un pennarello indelebile nero e con fare serio ti sei avvicinato alla ciotola.
Ti sei chinato e hai iniziato a scrivere.
In quel momento ho riso come mai in vita mia.
Ora la ciotola è vecchia e anche quella scritta è scomparsa.
E io mi ritrovo qui con quella ciotola in mano a osservare il mio gatto che miagolando piano reclama cibo.
“Sempre e per sempre” … mentivi anche in quei momenti?
Quindi alla fine mi sono lasciata abbindolare dalle tue parole?
Come tutte le altre?
Chissà quante ne hai avute …
Ho sempre pensato di conoscerti, ma ora non ne sono più così sicura.
Adesso tutto si è dissolto.
Adesso c’è solo un silenzio che mi ferisce fino in fondo.
Io ero un girasole.
Uno stupido girasole e giravo intorno a te.
Intorno a te, che eri il mio Sole.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ti ho immaginato accanto a me.
Accanto a me, mentre io scrivevo la nostra canzone e tu mi ripetevi quella frase “Sempre e per sempre” che ora mi rimbomba nella testa come un ritornello cantato troppe volte, per paura di dimenticarlo.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte ho ripensato a tutte le nostre avventure, a tutte le situazioni strane e spesso imbarazzanti in cui mi ritrovavo per causa tua.
Per colpa tua, sì.
Sempre per colpa tua, che adoravi vedermi arrabbiata.

Più volte mi sono guardata allo specchio.
Più volte mi sono detta che tu non sei più accanto a me.
Più volte mi sono detta che la nostra canzone in realtà era solo l’unione di rumori e immagini prive di senso compiuto.
Più volte mi sono detta che niente dura per sempre.

Non mi hai più chiamato e il vuoto dentro me forse non si colmerà mai.
Ora che te ne sei andato è come se piovesse nella mia stanza e tutto sembra andare storto.
Piove ora che te ne sei andato, ma non importa.


Pioveva anche quando c’eri.
 













*Angolo autrice*
Ehilà! Salve a tutti =)
Questa è la mia prima storia originale, quindi non credo che sia il massimo
Spero comunque che vi sia piaciuta
E' completamente inventata, non ho fatto riferimento a nessun fatto accaduto a me o ad altri che conosco
Vorrei sapere cosa ne pensate, quindi lasciate qualche recensione
Anche una piccola piccola
Le recensioni critiche sono ben accette
Spero di poter scrivere nuovamnete in questa sezione
Bloody_Alice97 

  
   
 
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