19/06/2011
1 recensioniIce and fire
Il silenzio riempiva in maniera irreale la sala delle riunioni dove ai lati opposti del tavolo stavano seduti rigidamente due uomini.
America e Russia si guardavano in malo modo e sembrava quasi di vedere una sorta di nuvoloni neri solcati da tuoni e fulmini gravare sul poco spazio che li separava.
La guerra fredda infuriava tra loro, un conflitto senz’armi che sarebbe scoppiato con una violenza inaudita da un momento all’altro se qualcuno avesse provato a fare qualcosa di sbagliato ma per il momento si sfidavano soltanto cercando di prevalere con lo sguardo.
Gli occhi azzurri di Alfred, protetti da occhiali dalla montatura sottile, erano piantati in quelli viola di Ivan che non aveva nessuna intenzione di cedere ed abbassare lo sguardo per primo.
Gli altri li avevano lasciati soli in quella stanza per poter chiarire una volta per tutte i loro problemi, poi avevano chiuso la porta a chiave per essere sicuri che non potessero uscire prima di aver risolto tutto quanto.
Non un rumore rompeva il silenzio che si era venuto a creare, non un disturbo toglieva loro la concentrazione di studiarsi attentamente.
All’improvviso Russia si alzò in piedi sbattendo i palmi aperti sul tavolo di noce facendo trasalire l’altro colto alla sprovvista, poi si sporse e prese il biondo per il colletto del giubbotto strattonandolo in alto con espressione rabbiosa per farlo alzare in piedi.
America era sicuro che da li a qualche secondo il pugno dell’uomo dai capelli biondo cenere si sarebbe scontrato con la sua bocca rompendogli sicuramente le labbra in più punti e già sentiva il sapore dolciastro del sangue scivolargli sulla lingua però da buon eroe quale si sentiva, ma più probabilmente per orgoglio, non cercò di proteggersi né chiuse gli occhi per evitare di veder arrivare il colpo.
Successe qualcosa però che Alfred non aveva considerato e capitò così velocemente che all’inizio non lo capì fino in fondo.
Quando il russo entrò in contatto con lui, spalancò gli occhi per la sorpresa.
Mai avrebbe pensato che lo scontro tra loro due si sarebbe evoluto in quella direzione.
Chiuse gli occhi e si perse nelle labbra di Ivan dischiudendo le sue per consentire l’accesso alla lingua dell’altro mentre gli toglieva la sciarpa bianca che gli procurava un certo fastidio lasciandola cadere su un lato del tavolo poi gli cinse il collo con le braccia.
Non credeva possibile che l’uomo proveniente dalla vasta e desolata terra ghiacciata avrebbe mai potuto fare una cosa simile, ancora una volta lo aveva stupito ed era stata una piacevole sorpresa dopo tutto.
Non oppose resistenza quando lo fece stendere sul grande tavolo delle conferenze ed iniziò lentamente a svestirlo.
I due occhi viola erano puntati su di lui mentre a poco a poco iniziavano a scoprirsi piccole parte del suo corpo facendolo sentire lievemente imbarazzato, imbarazzo che veniva fatto sparire dalla promessa di ciò che sarebbe accaduto di li a poco.
Ed Alfred capì che la guerra fredda nata tra loro, da quel momento in poi sarebbe stata bollente.