Quella mattina a casa Phantomhive il piccolo conte chiamò Sebastian. Ordinò al maggiordomo -Sebastian ho sete, portami qualcosa-.

Sebastian inchinandosi proferì -Preparo subito il tè, boc-chan-.

Il maggiordomo si diresse in cucina e spalancò il frigo, rendendosi conto con orrore di essersi dimenticato di fare la spesa. Non pensate male, cari lettori, la colpa va attribuita ad uno splendido micio che sfortuna vuole passasse ignaro sulla strada del demone. Quest'ultimo caduto nell'ennesimo attacco di gattite acuta, era rimasto a gingillarsi con l'animale fino all'ora del tè. Pensando a come risolvere l'ardua questione, un'idea malsana balenò nella sua mente. Frugò in tutti gli anfratti della cucina, fino a ricavarne strani ingredienti. Mescolandoli ingegnosamente ne scaturì una strana bevanda che concluse potesse andar bene e la portò al signorino. Entrò nello studio, dicendo -Beva, è una bevanda molto speciale- disse sperando che potesse piacergli e non facesse le solite storie.

-Cosa c'è dentro?- chiese sospettoso il conte, scrutando il liquido marrone che friggeva nel bicchiere. Già il fatto di non essere servita in una tazza da tè lo inquietava e dava al fluido un aspetto alquanto losco. -Vuoi per caso avvelenarmi, Sebastian?!- esclamò esasperato Ciel.

Sebastian -Non sia mai, boc-chan- rispose, con il solito sorriso beffardo sulle labbra. Ciel domandò, guardando il demone di sottecchi -Qual'è il suo nome Sebastian?-

Sebastian -Si chiama...mm... si chiama: la fantastica bevanda di Sebastian...oh oh oh- * risata alla Tanaka-san * ridacchiò, nel tentativo di lodare se stesso e spostare l'attenzione del ragazzino su altri argomenti.

Ciel si portò una mano al volto, esasperato -Perché non l'ha chiami...mm...coca cola?-

Sebastian annuì pensieroso -Come ha fatto a pensare a un nome così, boc-chan?-

Il ragazzino si lisciò il mento, dicendo -Colpo di genio, Sebastian- disse spavaldo -A proposito... il mio tè, dov'è?- aggiunse secco.

A quel punto non v'erano più scuse -L' ho dimenticato...- confessò Sebastian, in un sussurro. Il demone pensava che il signorino se ne fosse dimenticato ed esclamò -DOH!-.