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Autore: PotterWatch    20/06/2011    0 recensioni
[Origin - Spirits of the Past]
“La Luna...”
L'uomo si voltò a guardarla, il rimorso più profondo dipinto negli occhi. L'astro li guardava sofferente, dilaniato e avvolto da una nuvola di frammenti lattiginosi.
“Papà...
cosa è successo alla Luna?”
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ~ 调和之音~
Chouwa Oto ~ With Reflection


Toola!”
Dall'angolo di confusione in cui era rannicchiata, la giovane alzò gli occhi a guardare la porta. Il battente si spalancò – il buio della stanza fu trafitto da lampi di una luce intollerabile.
Tra gli spasmi delle sue pupille ferite, una sagoma la raggiunse con le mani.
Papà...”
Toola, alzati... dobbiamo andare!”
Le dita avvinghiate alle sue, singhiozzando di angoscia, si lasciò trascinare dal padre sul grande ponte di alluminio collegato al laboratorio. Tenne gli occhi chiusi finché l'agitazione glielo impedì; e allora, alla vista delle strade, la stessa emozione la paralizzò sul ciglio del vuoto.
Milioni di persone le correvano sotto i piedi, allagando i viali come formiche spaventate. I grattacieli fremevano e cigolavano in ogni lamina d'acciaio, quasi dovessero reggere il peso del mondo – e le grida di terrore salivano fino al cielo, ad alimentare il maestoso spettacolo inscenato dalla morte.
Nella notte, sui capi spaventati della gente, si intrecciavano fuochi d'artificio surreali, bagnati dalla luce degli astri. Si spandevano in scie solide e luminose, ancorandosi alla Terra come all'ultima fonte della loro linfa vitale.
Cosa... cosa sono quei...”
Non c'è tempo di spiegare. Corri!”
Il corridoio le sembrava infinito, a dispetto dell'estrema rapidità delle loro falcate. Rimase impotente a guardare la città, massa lucente che schizzava sotto i suoi occhi – e i cavi elettrici gemettero in un cigolio dolente, lasciando milioni di persone nel buio e nel terrore più completi.
Lassù, nel fondo del cielo, un pallido fantasma ferito la guardò, stringendole in mano il cuore.
La Luna...”
L'uomo si voltò a guardarla, il rimorso più profondo dipinto negli occhi. L'astro li guardava sofferente, dilaniato e avvolto da una nuvola di frammenti lattiginosi.
Papà... cosa è successo alla Luna?”
Toola... ti prego... entra!”
Volarono giù dalle scale dei laboratori, diretti ai sotterranei. Dalle finestre tra le stanze, Toola vide i ricercatori correre impazziti all'esterno o svenire sulle sedie. Chiuse gli occhi, lasciandosi dietro una lunga traccia di lacrime.
Siamo arrivati... vieni!”
I sotterranei erano enormi, tanto che Toola non riusciva a vederne le pareti, oscurate dalle tende del buio. Il centro della stanza era dominato da un enorme cilindro bianco, verso cui suo padre la guidò – ne sporgeva una capsula di vetro vuota, predisposta ad ospitare un essere umano.
Toola, stenditi qua dentro... è venuto il momento di salutarci”.
La ragazza sgranò i grandi occhi, tesa nello sforzo di trattenere le nuove lacrime .
C-che cosa?”
L'uomo la abbracciò convulsamente, stringendo i denti.
Toola... perdonami se ti costringo a questo. Io...”
La ragazza lo fissò in volto, ancora tremante. Dalle pareti esterne venivano colpi e schiocchi – provette, microscopi e strumenti cadevano in quel pozzo, dai vetri ormai infranti dei laboratori.
Non puoi sapere ora... mi auguro, però, che tu possa saperlo in futuro. Io... è stata tutta colpa mia”.
Che stai dicendo? Papà!”
Tu devi vivere, per il futuro di questa Terra... Toola, ascoltami bene!”
Lo scienziato aprì il coperchio e le tese una mano, aiutandola ad entrare.
Dormirai qui, senza paura né affanni, fino al giorno del tuo risveglio. Non so quando questo avverrà, non lo posso sapere; ma, mi raccomando... non perdere mai il tuo Raban, fino a quel momento”.
Toola si sfiorò il collo, incontrando l'alluminio viola dello strumento. Annuì in silenzio, lasciando scorrere il pianto sul tessuto sintetico della capsula.
Buona fortuna, figliola”.
Addio, papà. Grazie...”
Le dita calde del padre le lasciarono le guance, mentre il vetro già la imprigionava in un bozzolo bianco.
Grazie... per avermi dato la vita”.


Noi sorgiamo a riprendere il nostro ruolo usurpato.
Noi siamo gli spiriti guerrieri della foresta, venuti a liberare la nostra madre.
Noi veniamo a voi, creature irriverenti, violati ed offesi nel profondo, per risanare le vostre menti perdute.
Scendiamo dalla Luna, portandovi le sue lacrime per la sorella maggiore.
I nostri draghi celesti strangoleranno il vostro mondo morto, alimentato dalla vostra insensibilità.
Ci fermeremo quando ci saremo nutriti del vostro pianto, voi del nostro.
E allora, solo allora, avremo imparato di nuovo ad essere fratelli.

***
Non so quante persone, in questo sito, conoscano questo bel film d'animazione. Non originale come svolgimento, ma splendido per ambientazione e disegni. Il mio piccolo omaggio, dedicato a Thomas come ringraziamento per avermelo fatto scoprire.
Il titolo, con la trascrizione in kanji, è il titolo della canzone che accompagna la magnifica intro, che trovate qua.
Grazie!

   
 
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