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Autore: La X di Miria    21/06/2011    2 recensioni
Questo racconto si ispira ai personaggi dell'anime Claymore. L'avevo già pubblicato due anni fa, ma ho deciso di spostarlo sulla categoria "Claymore" (prima era su "Fantasy"). Buona lettura ;)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il deserto dell'illusione 1

Sabbia. Sabbia e ancora sabbia per chilometri difronte e altrettanta dietro di me. Il peso dell'armatura mi sfascia il corpo, Claymore tintinna incessante contro gli spallacci lucenti e la punta della spada tocca terra, disegnando una sottile linea nella sabbia, traccia del mio passaggio. Sangue cola dalle molteplici ferite non ancora rimarginate e si secca al sole, così come la mia pelle diafana. Il mio corpo è sfibrato dallo sforzo eccessivo a cui è stato sottoposto tre giorni addietro.

Quel dannato Yoma! Se solo non mi si fosse parato davanti ora sarei dove dovrei essere. E invece quel maledetto ha deciso proprio in quel momento di uscire in cerca di budella. Ma era forte, dannatamente forte... . Forse ho sbagliato io, forse non avrei dovuto salvare quel povero idiota dalle sue fauci fameliche. Sarebbe stato solo un umano in meno, un'altra famiglia in preda al dolore, un'altra vita spezzata da quelle infami creature... niente che avrebbe scombussolato le leggi del mondo intero... . Sospiro. Ma cosa dico... . Come posso pensare questo cose? L'Organizzazione è stata concepita per questo scopo, io sono stata concepita da lei per portarlo a termine: Proteggere gli umani. Altrimenti che senso avrebbe la mia vita?

Proseguo, incespico, cado, mi rialzo, tutto in un ciclo interminabile, camminando come un'ombra in un mare d'ocra verso il sole sull'orizzonte, che mi brucia, mi uccide, mi prosciuga di tutte le mie forze. Mi umetto le labbra secche, ma non ne ricavo nessun sollievo e decido di non fare più moventi inutili. Non mi scosto nemmeno i capelli biondi e insabbiati dagli occhi, anche se mi danno fastidio. Ringrazio un improvvisa quanto provvidenziale folata di vento che me li scosta, anche se mi fa inghiottire sabbia e riaccende il bruciore alla gola. Il mio mantello logoro e strappato alle mie spalle si gonfia come la vela maestra del veliero Croce dei Venti, quando tutto era agli inizi e molte di noi respiravano ancora l'aria pulsante di questo mondo.

Mi fermo.

All'improvviso vedo qualcosa di distinto, qualcosa di vivo venire verso di me.

Sguaino la spada in un impeto di lucidità e la stringo con tutte le mie forze. Sgrano gli occhi, incredula, e inizio a tremare convulsamente senza riuscire a fermarmi. Possibile? Possibile che sia ancora vivo?

Il piatto della mia lama riflette i raggi crudeli di quel sole assassino. Il mio simbolo riluce debolmente. Il mio cuore salta un battito.

La figura prosegue e io grido, ma non ce la faccio, cerco di intimargli di andarsene, lo minaccio, ma è inutile. Sono impotente. Poi ad un tratto, lo vedo. I suoi occhi argentei mi scrutano, impassibili, la sua folta criniera ondeggia al vento. Se ne sta ritto, in piedi su due zampe. Muove le dita, facendo emergere gli artigli retrattili, pronti a macellare ogni fibra, secca e tormentata, del mio corpo. Rabbrividisco. L'arma mi cade di mano e rimango lì, impalata, i mie occhi color luna fissi nei suoi. Ridgardo, il Re Leone dagli Occhi d'Argento. Improvvisamente mi torna alla mente il momento in cui lo vidi per la prima volta, quando emerse dalle gelide nebbie del Regno del Nord, massacrando i nostri capitani uno dopo l'altro, come i più infimi degli insetti. Io fui l'unica di loro a tenergli testa, anche se per poco tempo. Se solo non fosse stato per Claire non sarei sopravvissuta, mi avrebbe ucciso. Quel giorno lei lo macellò con la sua Claymore e di lui rimasero solo alcuni pezzi di carne insanguinata. Vidi con i miei stessi occhi il suo corpo felino esplodere sotto la Spada Veloce della numero quarantasette, eppure ora siamo di nuovo faccia a faccia come quella volta. Ma adesso Claire non è con me, sono sola contro di lui. Non ce la faccio! Non ce la faccio nemmeno a rimanere in piedi! Come posso? Come posso sperare di... batterlo?

L'emozione è talmente forte che cado a terra, esanime, il volto immerso nella sabbia e la Claymore al fianco. Alzo lo sguardo verso di lui. Voglio vedere il mio nemico negli occhi prima di morire. Inaspettatamente però, Ridgardo inizia a scomparire nel nulla da cui è venuto, inghiottito dalle correnti millenarie che battono incessanti le dune di questo deserto. La sua immagine sfuma, si distorce e infine svanisce. I suoi occhi mi fissano duri e paiono esortarmi a non mollare ora, a vivere, ma non ce la faccio, sono stanca... forse quello sguardo è solo una mia impressione, già un'illusione, un miraggio nel miraggio. Ma in quel momento quell'immagine mi pare così vera e quegli occhi così brillanti che un ultima lacrima scende sul mio volto segnato dal vento, dalle fatiche e dal dolore. Ah! Che fine indegna! La numero sei in graduatoria, Miria del Miraggio, morta per mano di un'illusione, di un ombra, di un miraggio appunto.... . Non avrei mai creduto che la sorte fosse così beffarda!

 



 
  
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