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Autore: zenzero    22/06/2011    1 recensioni
Due ragazze scompaiono nel nulla e viaggiano in un nuovo mondo. D i nuovo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa Fan fiction tratta di un anime, Strange Dawn, che a me piace molto ma che purtroppo è quasi sconosciuto in Italia, anche se stato doppiato in italiano dalla Dynamic Italia. La Rai addirittura ne trasmesse qualche episodio, per poi accorgersi che non era una serie destinata ai bambini, e interromperne la trasmissione. Ora è rintracciabile su Youtube e Megavideo.
In pratica, due ragazze sedicenni, Eri e Yuko, piombano senza spiegazione in un mondo lacerato da una guerra, in cui tutto è molto più piccolo. Sono state evocate da una principessa, Arira, e considerate delle Divinità, dei “Demoni Umani” che con le loro incredibili virtù magiche possono far vincere il Paese che le adopera. Inutile dire che le due ragazze sono ovviamente prive di qualsivoglia potere. Anzi, sono d’ostacolo al paese che le ospita, poiché incapaci di combattere e prese di mira da ogni fazione.
Questa Fan Fiction comincia laddove l’anime finisce: le due ragazze e gli amici che hanno incontrato sono sulla cima di uno strapiombo. Un esercito di nemici minaccia il gruppo di persone che le due conoscono, e alla fine le ragazze sono nuovamente evocate e scompaiono senza spiegazione.
 
 
personaggi strange


La luce di un nuovo giorno. Era apparsa una nuova alba all’orizzonte. E tutti erano rimasti senza parole. Bele, Jyog, Reika, Shar, Mani. E gli stessi soldati nemici.
Guardavano senza parole l’altare di pietra, circondato dagli enormi lastroni caduti. La pietra color amaranto brillava illuminata dalla luce del sole nascente.
Non c’erano. I sommi Demoni Umani, Eri Natsuno e Yuko Miyabe, erano scomparse. Come inghiottite da una luce ultraterrena, bianca e violacea.
Poi però il gruppo si scosse.
I soldati, nelle loro uniformi grigie ripresero a imbracciare le armi. Le puntarono contro Bele, Mani, Reika e Jyog.
“Finiamo quel che dovevamo fare”, disse uno di loro, ridacchiando.
Le ragazze presero a tremare. I ragazzi raccolsero a sua volta le loro armi, pronti a difendersi, anche se la disparità numerica era immane.
Il comandante nemico, però, si frappose tra loro, allargando le braccia.
 
“No. Non avrebbe alcun senso imbracciare le armi.”, disse calmo.
Shar lo guardò strabiliato.
“Il conflitto era nato per prendere possesso dei demoni umani. Ma ora che sono scomparsi, non ha più alcun senso accanirsi sugli abitanti di un minuscolo villaggio come Berzegle.
Ora, torniamo alla capitale. In marcia.”
“Ma…capitano..”, mormorò un soldato, perplesso.
“NON AVETE SENTITO??”, gridò questi, sgranando gli occhi, e turbati i soldati obbedirono. Si misero in fila e marciarono via.
Il gruppetto di amici d’infanzia li guardò svanire lentamente all’orizzonte.
“Forse, con la scomparsa delle somme Yuko ed Eri, la guerra finirà presto”, disse Jyog.
“Ne dubito”, mormorò Shar.
“Somma Yuko..dove sarete finita!!??? SOOOB!”, urlò Bele, angosciato.
“Già..che fine avranno fatto quelle due?” si chiese Mani.
 
Nessuno, nemmeno le dirette interessate, potevano saperlo.
 
In effetti, dopo aver visto la Principessa Arira, ed essere state nuovamente evocate, nemmeno i Sommi Demoni umani, alias le studentesse Yuko Miyabe ed Eri Natsuno, avevano idea di dove si trovassero.
Erano state avvolte da una potente luce bianca e violacea, e avevano perso i sensi.
Si sentivano allo stesso modo tristi,  ma anche contente di aver lasciato il mondo abitato da quegli strani “nanetti”, come li chiamavano.
Tristi, poiché si rendevano conto che forse avrebbero potuto fare qualcosa in più per la  popolazione di quel Mondo. Certo, non risolvere la guerra che imperversava da anni in quel Paese, e che le relegava a ruolo di armi invincibili, e come tali contese da tutti gli avidi esponenti di ogni fazione. Ma avevano fatto amicizia con gli abitanti di quel piccolo villaggio di frontiera, Berzegle, e dispiaceva loro averli lasciati in balia di quei soldati nemici.
Felici, perché almeno il loro ruolo di Demoni Umani era finito. E con esso tutte le responsabilità che ciò implicava.
 
Ma ora, era di vitale importanza capire dove fossero finite.
Al loro risveglio si erano trovate in un bosco. Gli alberi erano altissimi e completamente spogli, anche se di colore verde acceso.
“Ma dove cavolo siamo?”, chiese Yuko Miyabe col suo solito tono arrogante, osservando il panorama circostante.
“Non ne ho idea..” mormorò Eri Natsuno.
“Dovremmo essere nella nostra città. O almeno, era così che avevo capito. Saremmo tornate solo desiderandolo intensamente, e così abbiamo fatto quando siamo andate fuori di testa, nel tentativo di salvare quei piccoletti.”
Eri arrossì, ricordando che la prima, ad essere uscita di senno dalla rabbia era stata lei (le capitava sempre così: tratteneva sempre le proprie emozioni per poi esplodere nei momenti meno opportuni).
“Comunque, non ricordavo ci fosse un bosco simile nella nostra città”
“Già”, asserì Natsuno.
Camminavano nel fitto bosco da ore, quando parve loro di udire uno strano suono. Come un gracidio.
Si faceva sempre più forte. Le due ragazze continuarono ad avanzare, finché non udirono una voce femminile strillare.
Allarmate, si avvicinarono.
“Aaaah! Che schifo! Aiuto!”, gridò la voce.
Eri e Natsuno finalmente giunsero al limitare del bosco. E videro una scena strana.
C’era un lago, alla fine del bosco. Un lago incredibilmente vasto.
E sulle sue sponde, si agitava una minuta figura. Una ragazzina. Doveva avere poco più di dodici anni. Indossava un vestitino rosa (totalmente inappropriato in un luogo umido e fangoso come quello). I suoi folti capelli biondi ondeggiavano, e la ragazzina pestava i piedi, mentre  gli occhi piccoli e verdi mostravano chiaramente disgusto.
Era enorme. Alta più di tre metri.
“E  dire che il sogno era chiaro.” , continuò la ‘piccola’, “ Sarebbero giunte in questo lago, oggi. Quelle due. E invece…sono arrivate solo queste sudice rane. Mi hanno assalito e hanno insozzato il mio vestitino.”
A queste parole, non si sa bene il perché, Eri Natsuno non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
L’enorme ragazzina la udì e voltò la testa verso di loro, scorgendole. I suoi occhi s’illuminarono. Corse verso di loro, facendo tremare la terra sotto i piedi delle due ragazze.
Quest’ultime, impaurite, cercarono di defilarsi, ma la ragazzina le raggiunse in due balzi, bloccando loro la strada. Capirono che quel che avevano scambiato per un folto bosco di alberi spogli era in realtà un canneto. La bambina si chinò su di loro.
Yuko ed Eri temettero il peggio, ma la bimba sfoggiò un sorriso con qualche dente mancante.
“Siete voi! Allora siete venute!”, gridò, all’apice dell’emozione.
“D-Di che parli?”, chiese Eri, anche se stava per svenire.
“Dovreste saperlo, visto che vi ho evocate”.
“Evocate??” , chiese stavolta Yuko.
“Ma certo. Tramite quella piccola pietra rossa, no? L’ho trovata in una soffitta e ho capito che serviva per esaudire i desideri. Ho fatto uno strano sogno in cui una fanciulla vestita con uno strano cappello a due punte bianco mi sorrideva e mi chiedeva cosa volessi”
‘Arira’ si dissero le due ragazze, mentre la piccola gigantessa continuava.
“Così ho chiesto quel che desideravo. Vedete, non ho amiche, e la mamma e il papà sono sempre via per lavoro. Io mi sento sempre sola. Avevo due belle bambole per giocare ma si sono rotte. Così ne ho chieste due, con cui parlare. E la bella fanciulla ha sorriso, e mi ha detto che in questo lago sarebbero giunte due Infimi Demoni Umani.”
Eri e Natsuno si guardarono. Cominciarono a capire.
“E ora che il mio desiderio è stato esaudito sono al massimo della felicità. Finalmente ho due piccole Infime con cui giocare. Saremo insieme per sempre”. Disse sorridendo, e le prese entrambe in braccio.
“NOOOOOOO!” gridarono entrambe le ragazze, ma non avevano scampo. Toccava di nuovo loro risolvere le controversie legate a quel mondo. Ma cosa aveva in testa, Arira?
 
 

   
 
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