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Autore: Ragnarok79    07/03/2006    4 recensioni
I nostri amici tornano al villaggio di Musashi dopo aver affrontato il demone farfalla (ep 52) ma...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti

Ciao a tutti

 

Eccomi qua con il secondo capitolo... buona lettura!!

 

CAPITOLO 2

 

(TRE GIORNI PIÙ TARDI AL VILLAGGIO)

 

“Dove mi trovo…?” si domandò con un filo di voce Inuyasha. Aprì gli occhi, ma non riconobbe quel luogo, anche a causa di un lieve appannamento della vista che però cominciò a sparire quasi subito. Provò ad alzarsi, ma una fitta al costato lo bloccò non appena ebbe staccato la spalla dal giaciglio obbligandolo a tornare alla posizione iniziale.

“Non dovresti muoverti, le tue ferite potrebbero riaprirsi!” lo ammonì con tono amorevole una voce che non fece fatica a riconoscere.

“Kagome…” sussurrò il ragazzo girando la testa per cercare con lo sguardo la ragazza.

“Subito dopo la battaglia ti abbiamo portato al villaggio… Sei rimasto svenuto per tre giorni.” riprese lei “Hai rischiato di morire a causa di quelle ferite” Il tono di voce di Kagome da amorevole si era fatto addolorato  e resasene conto cercò di riconquistare  un’apparente serenità, interrompendosi.

Inuyasha si intromise  nel discorso proferendo parole che per la ragazza furono come una stilettata al cuore: “Forse avrei dovuto impegnarmi maggiormente e uccidermi…” detto questo distolse lo sguardo dalla ragazza, che lo fissava allibita, e cominciò a contemplare la mano che aveva sollevato soffermandosi in particolar modo sugli artigli. “In fin dei conti quello che si agita in me non mi rende molto diverso dai demoni che uccido giornalmente… alla fine non sono altro che un mostro” e fissando nuovamente la ragazza proseguì “Guarda cosa ho fatto a quei banditi l’ultima volta e ancor peggio quello che stavo per fare a te, se non mi fossi…”

Uno schiaffo poderoso lo zittì: Kagome, era rimasta ad ascoltare incredula le sue parole, ma rendendosi conto di ciò che significavano, era andata su tutte le furie assestandogli quel ceffone.“Tu non sei mai stato… non sei… e non sarai mai un mostro!!!” sbottò facendo trasparire la rabbia mista a tristezza che le pervadeva l’animo.

“Quello che hai fatto… non è stato intenzionale! Chiunque ha la capacità di fare del male agli altri, ma è la volontà di causare sofferenze che rende mostri”. Con tono assai più pacato sebbene più triste dopo una breve pausa riprese “Tu non sei così, ed è per questo che io…” la ragazza si interruppe voltandosi e correndo fuori dalla capanna con le lacrime agli occhi.

“Kagome…” sussurrò il mezzo demone chiudendo le palpebre nel tentativo rivolgere il suo pensiero alla giovane, ma furono i ricordi di quanto era successo tre giorni prima ad affiorare, colmando nuovamente di amarezza il suo cuore.

“[Accidenti a me…]” pensò, mentre riapriva gli occhi. “[Devo trovare il modo di non trasformarmi mai più… o Kagome… lei, sarà sempre in pericolo…]” I suoi pensieri vennero distratti dal rumore della tenda all’ingresso che veniva smossa. Sango entrò nella capanna senza dire nulla e si sedette vicino al ragazzo in modo da poterlo guardare in faccia.

“Inuyasha…” iniziò lei, rompendo il silenzio che si era creato.

Cosa vuoi, Sango… non ho voglia di parlare.” ribattè lui distogliendo lo sguardo dalla ragazza.

“Kagome, stava piangendo e si è diretta verso il pozzo…” continuò la sterminatrice incurante dell’affermazione del suo interlocutore, che le rispose prontamente con tono sempre più sgarbato “Lo so da solo che stava piangendo… se sei venuta a farmi la predica, non sono dell’umore adatto per ascoltarne una…” e si interruppe per un istante “Anche perché sono già abbastanza dispiaciuto da solo… ma…” e si fermò nuovamente, mentre Sango ascoltava stupita quelle parole: era da non credere che proprio lui ammettesse di soffrire nel vedere la comune amica in quello stato.

“No, Inuyasha, non sono venuta a farti prediche, volevo solo dirti che Kagome in questi tre giorni ti è rimasta vicina, giorno e notte” disse per impostare il discorso “Non ha mai riposato perché era angosciata per le condizioni in cui versavi…” e concluse con parole che l’hanyou non avrebbe mai voluto sentire “… E perché continuava, e continua, a tormentarsi nella convinzione che sia lei la responsabile di ciò che ti è successo.”

Quelle parole furono una pugnalata al cuore per il ragazzo che rimase immobile nel suo giaciglio a pensare. “[Kagome… responsabile di tutto ciò… come ha potuto pensare una cosa del genere??? Che sia per questo che si è così tanto infuriata sentendo le mie parole??]” Quel pensiero lo stava facendo impazzire, e in un attimo decise: sarebbe andato a cercarla e le avrebbe tolto quella stupida idea dalla testa ad ogni costo.

Che fai Inuyasha? Non devi muoverti!” Sango cercò di bloccarlo ottenendo solo di essere scaraventata contro la parete.

Inuyasha si girò faccia a terra e strisciando raggiunse Tessaiga, che usò come appiglio per sollevarsi e iniziò a incamminarsi, barcollando, fuori dalla capanna usando la spada come bastone.

 Sango era rimasta incredula all’interno della casa cercando di capire esattamente cosa fosse successo, mentre Miroku che era venuto in cerca di lei aveva sbarrato la strada all’amico ferito, con l’intenzione di riportarlo indietro.

“Dannato bonzo… non metterti sulla mia strada… o non avrò pietà” Ruggì il ragazzo contro il monaco, che non potè che rimanere stupito dalla forza di volontà dimostrata dal compagno.

“Inuyasha, ragiona… se continuerai a muoverti le ferite si riapriranno e…” ma non ebbe nemmeno il tempo di finire il suo pacato discorso, che ricevette una furibonda risposta: “Che vuoi che mi importi di questi stupidi graffi… io devo andare!!!”

Dunque, vuoi tornare a cercare Naraku? O è solo la raccolta di altri frammenti della sfera il tuo obiettivo, per il momento?” ripartì Miroku, cercando nuovi appigli per imbastire un discorso con cui tentare di far ragionare Inuyasha, il quale, sentendo quelle parole, invece di placarsi, si infuriò ulteriormente e appoggiandosi più a Tessaiga che sulle gambe, saltò addosso al monaco buttandolo a  terra e afferrandolo alla gola.

“Maledetto… In questo momento quella dannata sfera o Naraku non mi interessano minimamente… E ADESSO LEVATI DI MEZZO!!!” Gridando si trascinò oltre il corpo dell’amico rimasto immobile per lo stupore e si rialzò nuovamente facendo leva sulla sua spada.

Mentre camminava, il dolore che le ferite gli provocavano era intensissimo, ma Inuyasha non se ne curava minimamente e anche quando iniziarono a riaprirsi per lo sforzo, continuò ad avanzare lentamente sorreggendosi alla sua fedele Tessaiga.

“[Kagome, presto sarò da te…]” pensò ed era  quel pensiero che lo rendeva così resistente, proteso nell’unico singolo sforzo di raggiungere il pozzo. Ma quando giunse alla radura, il ricordo di quello che era avvenuto lì riaffiorò nuovamente: un dolore lancinante pervase il suo corpo, facendolo stramazzare al suolo. Quei ricordi avevano instillato nel suo cuore un'altra volta  il dubbio.

“Dopo quello che ho fatto, come posso andare da Kagome, per convincerla a tornare, e metterla così ancora in pericolo??” Il ragazzo fu quasi sul punto di rinunciare, ma pensando a Kagome sorse dentro di lui un unico desiderio, al di là di ogni altra cosa: la voleva rivedere.

“Kagome…” Inuyasha strinse i denti e tentò di rialzarsi facendo ricorso alle sue ultime energie per raggiungere il pozzo.

Lo raggiunse a fatica, cadendo e rialzandosi più volte, mentre dalle ferite ormai completamente riaperte  perdeva molto sangue. Si appoggiò al bordo della struttura con il ventre e si lasciò cadere al suo interno, svenendo.

Passò all’epoca moderna senza accorgersene, rimanendo riverso sul fondo del pozzo del tempio Higurashi per molte ore, prima di riprendere conoscenza e tentare di uscire da quel buco umido e buio. Ma per quanto tentasse non riusciva nemmeno a sollevarsi: aveva perso troppo sangue e il dolore prodotto dalle ferite lo costringeva all’immobilità. finchè, con un ultimo disperato tentativo, riuscì a sollevare un braccio verso la scaletta di corda e gridò: “KAGOME!!!”. Lo sforzo lo svuotò completamente facendolo svenire subito dopo.

La sua invocazione tuttavia non cadde nel nulla: Sota stava giocando proprio nei pressi del pozzo percependo chiaramente la voce dell’hanyou entrò nel tempietto guardandosi attorno.

Fratellone, sei tu??... Dove sei fratellone??” disse il bambino con voce cauta, non sentendosi per nulla a suo agio in quel posto così tetro.

Non ricevette tuttavia risposta e quindi rimase per un istante fermò a pensare: quella situazione lo lasciava quantomeno perplesso, era certo di aver sentito la voce del “ragazzo cane” provenire dal tempietto, ma di lui non vi era traccia. Decise così di dare un’occhiata al fondo del pozzo per sicurezza, per poi tornare a giocare: quello che vide lo fece rabbrividire e correndo fuori iniziò ad urlare a squarciagola: “MAMMA… NONNO… AIUTO!!”.

I due accorsero prontamente, visibilmente preoccupati, non capendo il motivo di tutta quella agitazione da parte di Sota, che balbettando tentò di spiegare loro l’accaduto. Non riuscendoci, decise di trascinarli al tempio per mostrare loro direttamente la sua terribile scoperta.

A quella vista, anche il nonno perse totalmente la calma, ma la madre di Kagome restò fredda e organizzò il recupero del mezzo demone dal fondo del pozzo, cosa tutt’altro che semplice, visto il suo peso e le poche forze a loro disposizione. Con un po’ di ingegno tuttavia, riuscirono nell’impresa e lo trasportarono nella stanza di Kagome.

 

 

 

Ringrazio Ichigo wehara, Lalla86, Luchia nanami e Shikon93 per i commenti!!

 

Ci vediamo al prossimo capitolo... mi raccomando i commentiiiii!!

 

Ragnarok79

  
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