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Autore: Mari24    22/06/2011    12 recensioni
-“Quando Alexis aveva 4 anni siamo andati a fare un po’ di shopping natalizio in un centro commerciale. Stavo provando degli stupidi cappelli di feltro. Mi sono voltato e lei non c'era più. Svanita nel nulla."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-“Quando Alexis aveva 4 anni siamo andati  a fare un po’ di shopping natalizio in un centro commerciale. Stavo provando degli stupidi cappelli di feltro. Mi sono voltato e lei non c'era più. Svanita nel nulla.

Ho cercato ovunque, insieme agli agenti di sicurezza, alla polizia.

L'abbiamo trovata solo dopo un'ora.

Non bisognava essere scrittori per immaginare il peggio.”-

 

Mi stai raccontando questa storia. Vedo tutt’ora l’angoscia nei tuoi occhi. Perdere il proprio bambino dev’essere un’esperienza orrenda. Spero di non viverla mai.

Un bambino è imprevedibile, soprattutto quando sono molto piccoli. Non sai cosa gli passa per la mente. Ti giri un attimo e l’attimo successivo lui è sparito.

E non è difficile immaginare la reazione disperata di un genitore. L’angoscia di non sapere dove sia, con chi sia, se sta bene e se gli hanno fatto del male.

È la stessa preoccupazione che vedo nel tuo sguardo quando Alexis non risponde subito a un tuo sms o al secondo squillo di una chiamata. Anche se tu non lo dai a vedere, e ti atteggi a padre moderno, so che c’è sempre un po’ di preoccupazione.

Ma questa storia mi è familiare. Così vicina, come un ricordo, un sogno sbiadito.

“Dimmi Castle, perché io so come va a finire questa storia?”- penso.

“Perché questa storia mi suona stranamente familiare, come se io vi avessi partecipato?”- continuo a pensare.

“Cappelli di feltro e shopping natalizio… Se Alexis aveva 4 anni io ne avrò avuto all’incirca 20”- il mio ragionamento non si ferma.

La mia mente sta cercando faticosamente di ricordare, ma io non… e poi dal nulla ho un’illuminazione.

Numerosi flash si alternano nella mia testa.

Chiudo gli occhi, massaggiandomi le tempie. Avevo già un forte mal di testa e ora non sta facendo altro che peggiorare.

-“Ehi, tutto bene?”-  sento che mi chiedi preoccupato, appoggiando la tua mano sul mio braccio, accarezzandolo lentamente, come se volessi calmarmi.

Ma non ti rispondo, continuo a tenere gli occhi chiusi. Sento che è una cosa importante, e devo recuperarla.

I flash continuano. E vedo tutta la scena come se fossi un fantasma, in cerca del suo perdono, della sua questione irrisolta, per poter andare avanti.

E poi ricordo.

Un ricordo chiaro e nitido, come se l’avessi vissuto solo pochi giorni fa.

Sorrido.

 

-“Dove l'avete trovata?”- ti chiedo. Ho bisogno di sapere se tu ricordi qualcosa, o se come me avevi dimenticato tutto.

-“Dietro a un attaccapanni con dei cappotti. Si annoiava, si era accovacciata lì x addormentarsi. Tutt'oggi ho ancora degli incubi su quell’episodio.”-

 

No, non ricordi. Sorrido debolmente e riprendiamo il caso.

Ma nella mia testa continuano ad affollarsi quelle scene, quelle immagini, tutte complici di un solo ricordo.

 


-“Ma no mamma, non c’è bisogno che mi regali qualcosa di carino per Natale! Sai cosa desidero!”-

-“Certo tesoro, ma voglio comunque regalare un vestito carino a mia figlia. E poi tu sai bene cosa voglio io da te!”- disse Johanna con uno sguardo severo.

-“Si, si lo so, lo so! Vorresti che vendessi la moto, ma sai quanta fatica e sudore mi sono costati!”- rispose una giovane Beckett un po’ infastidita che la madre faticasse ancora ad accettare la moto in famiglia.

-“Oh so benissimo che hai lavorato. Onestamente quando io e tuo padre ti abbiamo detto di pagartela tu non pensavamo che l’avresti presa per davvero! E comunque non mi impedirai di comprarti questo vestito!”- rispose a tono la signora Beckett, mettendo addosso alla figlia uno splendido vestito.

L’abito sembrava quello di una principessa, o forse anche meglio. Era lungo, azzurro, più chiaro nella parte superiore e poi via via più scuro fino a un blu notte. Il corpetto era aderente e la seta fasciava tutto il busto, così come il petto.

La fasciatura sui seni formava una scollatura a cuore e in mezzo vi era un inserto con delle paillette di Swarovski e una decorazione di pietre al centro.

Dalla vita in poi la stoffa dell’abito creava un drappeggio morbido e soffice che proseguiva fino alla fine del vestito.

La stoffa era raccolta all’altezza del fianco sinistro e creava uno spacco sotto il quale vi era altra seta drappeggiata.

-“Mamma non devo andare a un ballo studentesco! Questo non lo compri! Se proprio vuoi comprarmi qualcosa ho visto un bel giubbotto di pelle nera!” – rispose Kate, rimettendo apposto l’abito che Johanna voleva assolutamente comprarle.

-“Assolutamente no. Quest’anno voglio che sia una cosa elegante. Non ti voglio vestita come un maschiaccio alla cena di Natale. Ci manca solo che ti tagli i capelli! E poi, vuoi far crollare ai tuoi piedi questo Jason o no?!”-

-“Mamma! E tu che ne sai?”- chiese Kate colpita sul personale e diventando rossa.

Non aveva mai parlato alla madre di Jason anche se in effetti stavano insieme da quasi 8 mesi.

-“Io so tante cose Kate.”- rispose sorridente, e poi continuò:-

-“Dovresti invitarlo per la cena di Natale.”-

-“A casa?”- chiese scioccata.

-“Certo! Dove lo vuoi invitare, sulla luna?”-

Beckett stava per rispondere quando intravide una bambina dai capelli color carota guardarsi intorno in cerca di qualcuno.

Doveva essere molto piccola, ma quando Beckett la fissò, la bambina le fece un sorriso rassicurante. Era come se non avesse avuto paura di niente.

Kate lasciò una Johanna ancora intenta a parlare del suo ragazzo, e si avvicinò.

-“Ciao! Stai bene?”- chiese Kate sorridendo.

La bimba si limitò ad annuire, e Beckett pensò che non sembrava spaventata.

-“Sei sola?”-

La bambina scosse la testa, ma ancora non parlava.

-“Sai che sei davvero molto carina? Come ti chiami?”-

-“Alexis.”-

-“Ciao Alexis. Io sono Kate.”-

La bambina ancora sorrideva, ma Kate venne interrotta da Johanna che la chiamava a gran voce.

-“Kate ma dove ti eri cacciata?”- chiese Johanna scocciata che sua figlia si fosse allontanata lasciandola a parlare da sola.

-“Ero qui. C’era questa bambina da sola…”- rispose Kate voltandosi dalla madre.

-“Quale bambina?”- chiese Johanna piuttosto confusa non vedendo nessuno alle spalle di Beckett.

Kate si voltò di nuovo e con sua enorme sorpresa quella bimbetta non c’era più. Sparita, volatilizzata nel nulla.

-“Oh Kate, ogni scusa è buona pur di non provarti i vestiti! Guarda questo credo che sia di tuo gradimento!”-

Beckett guardò sconsolata il vestito, ma in effetti le piaceva molto.

Decise comunque di non dare troppa soddisfazione alla madre.

-“Mamma…”-

-“No, non accetto un no!”- disse risoluta Johanna.

Kate pensò che Johanna era l’unica persona che riusciva a metterla in riga, neppure suo padre ci riusciva così, e alla fine non volendo deluderla, decise di arrivare ad un compromesso:

-“Va bene. Se lo misuro, per Natale mi prendi un paio di pattini da ghiaccio nuovi. Ne ho visto un paio laggiù luminosi. Oppure potresti comprarmi un libro. Ho sentito di un certo autore emergente. Un certo Richard qualcosa…”-

Johanna avrebbe fatto di tutto pur di vedere addosso quel vestito a sua figlia, tranne prendere qualcosa per la moto. Così acconsentì.

La spinse nel camerino e si diresse verso lo scaffale dei libri.

Kate indossò il vestito.

Il secondo abito che le aveva proposto sua madre era decisamente più semplice. Era corto fino a metà coscia, color bianco panna. Più aderente sul petto, scendeva poi morbido a partire da sotto il seno, dove vi era una cintura nera.

Kate uscì dal camerino cercando la madre, ma non la trovò.

Stava per andare a cercarla quando un forte spintone la fece cadere per terra.

-“Oddio! Scusami non ti ho visto! Ti sei fatta male?”- chiese una voce maschile.

-“Beh, stavo meglio prima!”- rispose Kate piuttosto seccata.

L’uomo l’aiutò ad alzarsi, e quando Beckett si fu sistemata vide che in effetti era davvero un bell’uomo.

Dal canto suo, l’uomo restò affascinato dalla bellezza di quella ragazza. Dal suo viso si capiva che era una donna semplice, non le piacevano le cose complicate, e lo dimostrava anche quel vestito.

I capelli erano raccolti in una coda bassa di lato, lasciando qualche ciuffo libero, con una frangia storta.

Nell’insieme le sembrava una Dea.

Se non fosse stato preoccupato per la sua bambina sicuramente ci avrebbe provato spudoratamente. Infondo chi poteva resistere al suo fascino?!

-“Scusami davvero. Ho perso mia figlia, non la trovo più! Scusami ancora!”- disse con l’angoscia di un padre che ha perso la figlia, voltandosi per andare via.

Ma Kate gli bloccò il braccio:

-“Aspetta… tua figlia ha i capelli rossi e si chiama Alexis?”-

-“Si! L’hai vista? Dove?”- chiese con più apprensione.

-“L’ho vista poco fa laggiù, mi ha detto solo il nome. Ma poi mi sono girata un attimo e lei non c’era più. Mi spiace.”-

-“Grazie. Grazie mille!”- rispose frettolosamente.

-“Se mi dai un attimo, mi tolgo questo vestito e ti aiuto a cercarla!”- continuò Kate che si sentiva un po’ in colpa per averla avuta così vicina ed essersela fatta sfuggire.

In altre circostanze se le avessero fatto una proposta simile, Richard, avrebbe risposto che gliel’avrebbe sfilato lui stesso quello splendido vestito, per vedere ed assaggiare la sua pelle morbida, ma ora voleva solo ritrovare Alexis.

-“Va bene. Grazie davvero. Io inizio ad andare da quella parte!”- disse indicando un punto dietro di lui.

-“Ok, quando ho finito, io inizio da qui.”- rispose Kate rientrando nel camerino.

Pochi secondi dopo arrivò anche Johanna.

-“Tesoro, ti sei già cambiata? Te lo volevo vedere almeno una volta addosso.”-

-“Non ti preoccupare mamma! Lo prendo! Ora devo cercare quella bambina con i capelli rossi. Il padre è disperato.”- disse mettendole in mano il vestito bianco.

-“Quale bambina?”-

Beckett stava per spiegarglielo quando sentirono un lamento provenire da un altro camerino.

Kate spostò la tenda, e sotto una pila di cappotti si intravedeva la testolina rossa di Alexis.

-“Mamma, vai a chiamare gli agenti di sicurezza. Io resto qui!”-

Johanna si allontanò velocemente, mentre Kate prese in braccio la piccolina.

Era mezzo addormentata, sicuramente come Kate l’aveva presa, si era svegliata.

Solo allora aveva visto le lacrime sul volto della bambina.

Non capiva, quando l’aveva vista le era sembrata sorridente, e ora stava piangendo. Forse aveva fatto un incubo.

Cullandola le sussurrò:

-“Shh, Alexis. Tuo padre arriverà presto.”-

Ma Alexis rispose ancora in dormiveglia:

-“Mamma.”- e si aggrappò ulteriormente alla maglietta di Kate.

Beckett non sapeva cosa fare. L’aveva chiamata mamma, ma non era lei la sua mamma.

Voleva tranquillizzarla almeno finché non fosse arrivato suo padre.

E poi si ricordò di quella ninna nanna spagnola che le avevano insegnato a scuola.

Non la ricordava tutta, solo il ritornello, così decise di cantarlo fin quando non si fosse addormentata completamente.

 

“A la nanita nana nanita ella nanita ella 
Mi niña tiene sueno bendito sea, bendito sea”

 

Nel mentre che Kate cantava per Alexis, Richard era nel panico più totale. Sua figlia era scomparsa nel nulla.

Poi udì un paio di persone:

-“Hanno ritrovato la bambina nei camerini!”-

Come una furia iniziò a correre, per raggiungere l’altra parte del centro commerciale. Quando arrivò era tutto sudato e con il fiatone, ma la scena che gli si presentò fu bellissima.

Alexis era completamente addormentata fra le braccia di quella ragazza che aveva incontrato prima, e le sussurrava dolcemente una ninna nanna.

Kate alzò gli occhi, accortasi della presenza di qualcuno.

Quando lo vide si bloccò di colpo e smise di cantare.

Sorrise e alzandosi mise in braccio al padre la piccola Alexis.

-“Ti ringrazio. Per averla ritrovata.”-

-“Figurati. È stata una coincidenza che fosse nel camerino affianco al mio.”-

-“Davvero non so come ringraziarti. E non so neanche il tuo nome.”-

-“Mi chiamo Kate.”- disse sorridente allungando la mano per presentarsi.

-“Piacere. Io sono Richard.”- disse stingendole la mano.

-“Beh ora ti conviene portarla a casa. Prima mi ha chiamato mamma. Credo che in quel momento la stesse sognando.”- disse sorridente accarezzando i capelli della bambina.

-“Oh Alexis.”- disse Castle baciando sua figlia.

-“Io e sua madre stiamo divorziando. Forse l’ha presa peggio di quello che mi aspettavo.”-

Beckett era colpita. Quella povera bambina si era allontanata dal padre e per di più i suoi genitori stavano chiudendo il matrimonio. Ecco perché piangeva.

-“Mi spiace molto!”- disse mettendogli una mano sul suo braccio.

-“Ora devo andare. Mia madre mi sta aspettando.”-

-“Grazie ancora Kate. E, se posso permettermi, quel vestito ti sta d’incanto.”-

-“Grazie Rick.”- rispose arrossendo e allontanandosi da lui per raggiungere sua madre.

 

 

Ricordo tutto quello che è successo. Com’è possibile che lui non ricordi nulla?

Che sia stato lo spavento? Io non riesco a spiegarmelo, e non capisco come mai proprio ora abbia ricordato.

Quella canzone, quel vestito e Alexis piccolina.

Ho tenuto in braccio la figlia dell’uomo che amo, l’ho cullata e l’ho stretta a me, come se fosse mia, e lui non lo ricorda neppure.

Ci siamo incontrati per caso tanti anni fa, poco prima della morte della mamma. Mi ricordo di quel vestito e di quei pattini luminosi. Alla fine mi ha anche comprato “A rose for everafter”. 

-“Tutto apposto?”- mi chiedi ancora.

Ti sorrido.

-“Certo! Pronto per il caso?”-

Non sono pronta a rivelarti questo ricordo. Forse lo ricorderai a tempo debito.

Oppure ci rincontreremo in un’altra vita.


ANGOLO MIO: Ciao gente.... eccomi di nuovo qui con un'altra delle mie folli follie... dunque com'è nata questa shot? bene l'altro giorno ero al Carrefour e c'era una madre disperata perchè non trovava più suo figlio...quando l'hanno ritrovato io ho pensato: "e se fosse stato Castle a perdere Alexis?"..e sempre nella mia testolina: "Ah no! ma l'hanno già detto nel tf!"... e poi mi sono detta: "E se scrivessi quel momento, e per coincidenza Kate fosse stata lì?!"... ed ecco com'è nata!!

la ninna nanna credo sia una delle più belle in assoluto, e ringrazio franci091 per averla nominata un giorno e per avermi permesso di usare "la sua ninna nanna"... ;)

per le descrizioni dei vestiti invece ringrazio Amy Wendys, che mi aiuta sempre tantissimo visto che io mi incarto spesso... xD

e ovviamente i ringraziamenti vanno al my Rick ivi87 e alla mia hermanita Angol!! 

ok, dopo questo mega sproloquio vi lascio le foto dei vestiti che ho fatto indossare a Beckett... ;)

mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!

a presto!

kateRina24 ;>



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