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Autore: HeltenD_    23/06/2011    2 recensioni
Ecco, un altro capitoletto random, sembra Achele, ma non lo è, in realtà narra la piccola e melanconica storia di un amore andato a male tra la nostra Lea e un piccolo Warbler, let's enjoy!
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tour of love.'
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Non era mai stata una ragazza cattiva, non che ricordasse, ne tantomeno aveva mai sognato di esserlo. Ma questo era quello che stava succedendo a Lea Michele: desiderava un uomo che non poteva avere, fino a qui una cosa semplice direte voi, ma non era perché magari era una star più famosa di lei, o perché fosse un uomo adulto che non la calcolasse minimamente, con lui aveva un buon rapporto, parlavano, scherzavano insieme e si trovava a fare l’inchino alla fine di ogni spettacolo; ma un piccolo dettagli poco trascurabile si imponeva tra i due: una splendida ragazza dai capelli rossi che aveva catturato il cuore di quel ragazzo, e con esso, la possibilità per la nostra Diva di poggiare le labbra sulle sue cercando la posizione migliore per non far scontrare i loro nasi.
«Leeeea!» la riportò sulla terra con la sua vocina aggraziata e talvolta da scaricatrice di porti la ragazza ispanica che era seduta di fronte mentre stavano cenando velocemente con qualche panino, una cosa leggera prima di andare in scena.
«Ci sei? Rispondi! Pianeta Terra chiama Lea» prese a dondolare la mano davanti al suo volto mentre lei riprendeva coscienza e abbozzava un sorriso mentre tutti la guardavano abbastanza preoccupati «sono un paio di settimane che ti comporti così, possiamo sapere cos’è successo?» fu la volta della dolce Dianna seduta al suo fianco che gli accarezzò il volto decisamente più preoccupata degli altri, ma con loro due era così, nonostante tra loro non ci fosse niente erano comunque una piccola fortezza, una protezione, l’una per l’altra.
«Non preoccupatevi niente, è solo un po’ di stress» cercò di rimediare alla situazione, facendo in modo che nessuno sapesse i particolari, ma ormai era troppo tardi, lo aveva capito lei: lo sguardo d’intesa tra Amber e Dianna non lasciava speranza, l’avrebbero torturata fino a quando qualcosa non fosse trapelata, quindi, era meglio mettersi l’anima in pace, e sperare che se lo tenessero per loro. La cena continuò liscia per neanche cinque minuti che qualcosa smosse ancora l’intestino della povera Lea che fu messa a dura prova, quando il piccolo esercito formato dai cinque fringuelli più compatti si avvicinò al loro tavolo sorridendo e salutandoli con qualche cenno. Si poté notare lo sguardo di Lea soffermarsi su uno di loro, ma, solo una persona del gruppo era concentrata su lei, mente gli altri appunto stavano salutando i ragazzi. Dianna non poté fare a meno di notare il sorrisetto scialbo della ragazza seduta vicino a lei e la sua aria sognante, gli diede una piccola botta sulla gamba con il piede per attirare la sua attenzione sorridendo e tornando a prendere un boccone del tramezzino tonnato. Era probabile ora, che la signorina Riley sarebbe rimasta fuori dai giochi, alla bionda sarebbe bastata anche solo una conferma per non indugiare oltre. «Pronti pronti pronti?» uno dei macchinisti si avvicinò ai ragazzi indirizzandoli verso i camerini, e loro così fecero, soprattutto perché non gli garbava di far aspettare i loro fan all’esterno; era semplice come ragionamento, anche loro lo avevano fatto da giovani, andare ad un concerto ed aspettare, e quando partiva il ritardo diventata tutto così deprimente. Poteva essere anche un sacrificio –non essere riusciti a finire la cena- ma lo accettavano con il sorriso sul volto, era solo per un paio di mesi, era un peso sopportabile.
Come entrarono nei camerini, tra le ragazze si diffuse un leggero boato che subito fu interrotto dallo sguardo truce di Dianna che fece sbollire la loro eccitazione mentre da sola si avvicinava a Lea dedita a vestirsi «tesoro…» le prese le spalle girandosela verso di se e potendo osservare il suo volto leggermente attonito e con lo sguardo segnato dal rimorso «è come penso?» non ricevette risposta, almeno non verbale, solo un cenno affermativo con la testa. Si allontanò da lei farfugliando un «dimenticalo» e andando a prendere i suoi abiti di scena. Poteva anche sembrare una sgualdrina, per via del suo personaggio, ma se c’era una cosa che Dianna sapeva bene era quanto forte poteva essere l’amore, e quanto potesse far soffrire chi non faceva parte di quel circolo vizioso, perciò, da buona amica non voleva che Lea si illudesse per qualcosa che era morto prima di nascere.


Lo spettacolo finì e la troup, dopo essersi data una rinfrescata si era data appuntamento per una piccola serata in albergo all’insegna di alcool e giochi videogames, anche se alla fine non andò in porto: Darren, Dianna, Amber, Chris e Mark erano scomparsi dalla circolazione; i rimanenti si erano dati appuntamento in una delle camere delle ragazze, ma avevano perso Cory per la via, quindi alla fine si erano fermati giusto una mezz’oretta per parlare un po’.
Ma parliamo appunto delle persone assenti, due in particolare. La nostra Lea si era andata a rifugiare sul terrazzo dell’albergo, lontana da tutto e tutti, ma il suo piano non aveva funzionato: erano passati pochi minuti che poté udire un leggero frastuono provenire dall’entrata dell’Hotel: erano i warblers che con Darren stavano uscendo per una delle loro strane e disgustose abbuffate notturne, e tra loro c’era anche lui, bello e sorridente come non mai, si morse un labbro portandosi le mani sui gomiti e stringendosi nelle spalle cercando disperatamente di guardare altrove, ma spostò il suo sguardo sul soggetto sbagliato, infatti dalla porticina in ferro che portava all’interno dell’albergo spuntò la testolina bionda di Dianna che lentamente le si avvicinò prendendo le sue mani «vuoi raccontarmi tutto?» l’altra sospirò continuando a guardarla negli occhi rassegnandosi. Entrarono dentro scendendo fino ad un piccolo salottino che era presente ad ogni piano, si sedettero una di fronte all’altra e Lea iniziò a raccontare.


Era stanca, avevano provato tutto il pomeriggio e queste prime esibizioni erano davvero dure, anche se la soddisfazione a fine serata era davvero infinita, erano in tour da nemmeno una settimana e già si sentiva distrutta, come se stesse lavorando ininterrottamente da un mese senza mai fermarsi o riposare. Ora stava seduta su una sedia a leggere qualche giornale, quando un ragazzo si avvicinò a lei sorridendo, in un primo momento cercò di fare mente locale su chi potesse essere, poi lo riconobbe inquadrandolo tra i warblers, i poveri disgraziati che dovevano fare da coretto a Darren. Quando lui si sedette di fronte a lei si limito a salutarlo e a sorridere «sei davvero bravissima, mi emoziono spesso quando canti» confessò cuore a cuore il ragazzo ridendo e contagiando lei che posò il giornale sulle gambe e rise con lui «grazie, beh si, quando canto cerco di trasmettere tutte le mie emozioni, e poi amo cantare, è la cosa che più mi piace e quindi ci metto sempre tutta la mia grinta»
I due continuarono a parlare in modo confidenziale per una mezz’oretta buona, più o meno fino a quando lei non stava per crollare a terra, e quindi si vide costretto ad accompagnarla fino alla sua camera. Fino a qui era una cosa abbastanza normale direte voi, avevano semplicemente dialogato in modo amabile «tu sai il mio nome, ma io ancora non so il tuo» chiese sulla porta guardandolo sorridere, ma prima che lui potesse rispondere una voce echeggiò per il corridoio «Curt, c’è tua moglie al telefono!» lo avvisò un ragazzo dalla pelle olivastra che Lea ricordava fosse il loro coreografo; il ragazzo alzò le spalle «si, sono Curt, e devo andare!» le donò un ultimo sorriso girandosi e correndo verso la camera dalla quale l’altro era spuntato.


Aveva ascoltato tutto il racconto con molta attenzione, persino ogni loro singolo botta e risposta e quando Lea finì di esporre il tutto non poté fare a meno che avvicinarsi a lei e abbracciarla calorosamente «allora? Che ne dici di cercarne uno più bello, e soprattutto single?»
«non lo so…» confessò amara la scura «sono stupida, mi sono illusa solo perché ci siamo fermati a parlare per un po’»
«abbastanza» confessò l’altra sorridendo «ma dai, sei Lea Michele, la ragazza più dolce e spettacolare che conosco, vedrai che lì fuori ce ne sono decine migliori di lui»
Annuì sorridendo e alzandosi «sono anche fortunata, perché ho te come amica!»




Note:
-i caratteri degli attori sono completamente inventati, perché purtroppo non ho la fortuna di averli incontrati, non ancora.
-so che Lea è fidanzata, ma ecco, ignoriamo questo piccolo dettaglio xD
-il personaggio di Curt, è appunto Curt Mega.
   
 
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