Capitolo
6 Il
Primo Incarico
Alla
fine era successo l’ultimo ponte che mi legava
al passato era caduto nell’oblio, forse era un bene, ma di
certo mi era
sembrato come perdere una parte dell’anima, dopo quel giorno
avevo avuto un
sonno agitato e pieno di cupe visioni di morte, vedevo me stesso, ma
non ero
io... ero come un mostro bruciavo e uccidevo senza pensarci due volte e
non
provavo pietà né rimorso. Mi svegliai, ero nella
mia cabina, le pareti
sembravano girare e le tende proiettavano delle ombre oscure alla luce
del sole
del primo mattino, mi soffermai per un attimo a pensare alla mia vita
recente,
stavo per trarre delle conclusioni forse completamente errate quando
fui
richiamato alla realtà da un secco colpo alla porta. Scattai
d’istinto verso
Vortice, in fondo quando si hanno dei nemici come i miei anche solo un
attimo
può esserti fatale, ma quando aprii la porta mi
tranquillizzai una volta tanto
non era qualcuno inviato per uccidermi. Mi comparve davanti Jenny
Darnel, una
figlia di Eris, la cui presenza a bordo della principessa Andromeda
faticavo
ancora a spiegarmi, ma forse essendo la figlia della Discordia, alla
quale
assomigliava in maniera incredibile per gli occhi viola, la pelle scura
e i
capelli rosso mogano, voleva
soltanto
approfittare della situazione per crearne un bel po’. Non avevo mai avuto modo
di parlare con lei,
ma dalle descrizioni di Luke mi era stata presentata come una
mangiatrice di
uomini, spero sia figurato dissi
fra
me e me gettando il pensiero ai lestrigoni << Allora cosa
ci fai qui?
>> dissi freddamente per mantenere il tono di comando
<< sono stata
mandata qui dal comandante... >> al sentire il nome di
Luke mi preparai
psicologicamente a qualche furiosa battaglia, ma poi quella
ricominciò a
parlare << sono stata mandata qui per dirle di passare
dal comandante e
per informarla che da questo momento in poi sono ai suoi ordini per
soddisfare
i suoi bisogni... di ogni genere >> pronunciò
l’ultima parte squadrandomi
i pettorali con aria bramosa, a quel punto la guardai meglio e non
potei fare a
meno di vedere la vistosa scollatura che sembrava gridarmi “Dai Percy
gettaci un occhio dentro”.
Passarono alcuni secondi imbarazzanti poi finii di vestirmi e andai da
Luke, a
metà strada mi voltai, lei era ancora dietro di me, arrivati
alla porta la feci
rimanere fuori a fare la guardia e mentre entravo non potei fare a meno
di
pensare che con lei mi sarei divertito parecchio.
Appena
entrai mi vidi arrivare incontro un Luke
sorridente quasi di buon umore e la cosa mi sembrava talmente
innaturale che
per un attimo lo guardai come fosse stato un alieno. In mano aveva un
mantello?
O forse era una cappa? Sembrò leggermi nella mente infatti
mi guardò in faccia
e mi disse << Questa è per te amico mio
è una corazza, ma anche un
oggetto di incredibile potenza, infatti è una cappa
d’ombra dì αόρατο
e ti renderà invisibile dì Πούδρα σκιάς
e nessuna serratura sarà abbastanza
per te, io posso fare queste cose per la mia insulsa parentela con il
dio dei
Ladri, e ti sto offrendo questo potere per necessità e...
per amicizia >>
ci fu un breve silenzio poi ricominciò a parlare ma con un
tono molto diverso
da quello solenne e pomposo di prima << allora che ne
pensi della tua
nuova attendente ? L’ho scelta apposta per te, una sola notte
con lei fa
miracoli e ora non ti inventare patetiche scuse, conosco il corpo di un
diciottenne e le sue necessità >> Presi l’armatura
per un po’ di tempo la
guardai immobile alla fina mi decisi a parlare <<
immagino che questa non
sia solo una visita di piacere o sbaglio? >> lui riprese il tono serio
e continuò al posto
mio << Non sbagli, stanotte avrai il tuo primo incarico
attaccheremo le
cacciatrici di Artemide è un attacco intimidatorio, ma senza
di loro la dea
sarà poi una facile preda >>
allora Artemide sarebbe stata la prima a cadere. << stanotte
attaccheremo, forma un
commando e stai pronto >>
Era
stato molto chiaro
doveva essere una cosa furtiva, così iniziai a scervellarmi
su chi potesse
essere abbastanza capace da affrontare una missione così
rischiosa, arrivai
nella sala d’armi e fu quasi come un illuminazione: un
guerriero esperto come
Anthony, un minotauro, la cui forza bruta sarebbe servita, e due
arcieri
lestrigoni per gli attacchi dalla lunga distanza, mentre accennavo ad
andarmene
un semidio, forse un altro figlio di Hermes mi diede un fiala di
veleno, esitai
ad accettarla poi ripensai alle cacciatrici ogni aiuto era il benvenuto.
La
notte era arrivata e
noi con essa, ci eravamo appostati, dopo un lungo volo su delle Arpie,
in
prossimità di un fiumiciattolo in una foresta da qualche
parte nel Montana,
contammo le tende, le cacciatrici c’erano tutte, la loro
padrona doveva essere
fuori a caccia, cagne ecco cos’erano sottomesse a qualcuno
che non le avrebbe
potute apprezzare, ma convinte di essere libere...
c’è qualcosa di più assurdo
dell’ipocrisia umana? Forse solo quella divina. Altri tre
minuti esatti e
avremmo attaccato, Luke e i due Lestrigoni si erano appostati a
Nord-Est della
nostra posizione e stavamo aspettando il loro segnale per avviare
l’attacco,
nell’attesa squadrai i miei uomini, Anthony aveva assunto la
feroce espressione
di Ares e nella sua corazza rossa incuteva un certo timore, ma non era
nulla a
confronto del Minotauro che era acquattato affianco a noi, gli occhi
piccoli,
gonfi di adrenalina, il respiro affannoso tutto coronato da una pesante
ascia
in bronzo; Ad un tratto mi sentii chiamare con il pensiero, altro dono
della
cappa, era Luke << Percy aspetta il segnale e non fare
cose avventate, e
soprattutto non farti trascinare dall’entusiasmo dei
“ragazzi” >> disse
poi rivolgendosi alle truppe.
L’attesa
sembrava
interminabile, poi le cacciatrici si riunirono per la cena e per loro
quello
sarebbe stato l’ultimo pasto, Luke mosse una fiaccola... il
segnale! Passai il veleno sulla spada e
ci gettammo all’attacco, la prima a cadere una ragazza di
forse 14 anni, fu
trafitta da una freccia nel collo e l’urlo che
scaturì da quella seduta accanto
a lei mi fece capire, mi fece capire che anche le cacciatrici di
Artemide all’apparenza
spavalde e invincibili erano ragazzine spaventate.
Ci
lanciammo all’attacco,
sulle prime esitai per controllare la situazione della battaglia, ma
poi vedere
il Minotauro che fendeva con l’ascia la schiena di una di
loro mi
risvegliò,pensai che anche quell’altra fosse
spacciata, ma con mia sorpresa si
voltò estrasse il pugnale e ferì il mio compagno
sul costato, certo sarebbero
morte tutte ma se ne sarebbero andate con stile... Una si
gettò contro di me ed
allora mi dimenticai che erano ragazze, mi ricordai che erano nemici,
il mio
corpo fu pervaso da un tremito di rabbia e fui più bestia
che uomo, tentò
di pugnalarmi il collo, feci un balzo
indietro e mi scansai a quel punto contrattaccai menando un fendente
mirato al
suo cranio doveva finire in fretta, lei parò
l’attacco ma la mia lama continuò
e le colpì un polpaccio lei arrancò,poi pensai al
veleno per lei era giunta la
fine... mi sembra ancora strano come una guerriera possa cadere per un
misero
taglietto, ma era una guerra non c’era tempo per pensare
troppo, parai
svogliatamente altri due o tre attacchi e infine la vidi soffocare con
una
smorfia sul volto e così morì...
nell’ignoranza di cosa l’aveva uccisa.
Ho
ucciso centinaia di
persone e di mostri, ma non mi potrò mai dimenticare il suo
sguardo.
Non
passò molto che mi trovai davanti un'altra
avversaria, stavamo combattendo furiosamente da qualche minuto quando
mi resi
conto di essere circondato, non sapevo cosa fare eravamo sette contro
uno, poi
arrivarono Anthony e Luke ci mettemmo schiena contro schiena e
iniziammo una
tetra danza con le nostre avversarie, il veleno faceva il suo lavoro e
credo
tutt’ora che molte cacciatrici mi maledicano ancora
dall’Ade per averlo usato,
forse non era sportivo,ma era efficace. Dopo un po’ non seppi
più cosa mi
circondava, guardavo e pensavo soltanto ad una cosa, il sangue che mi
macchiava
le mani e la scia di morte che portavo dietro di me, ma continuavo ad
uccidere
senza rimorso, finché non ne vidi una più piccola
delle altre avrà avuto una
decina d’anni, forse non era neanche una vera cacciatrice
ancora, ma il
minotauro non fece distinzioni, vidi tutto come al rallentatore la
incornò, la
poverina colpita dal mostro cadde in ginocchio, solo per poi essere
decapitata.
Non
mi sono mai ripreso da quella vista.
P.O.V.
Luke
Quello
non poteva essere Percy, ma lo
era fino a quel momento ero stato zitto, ma vederlo inflessibile di
fronte ad
un tale spettacolo mi sconvolse, non potevo sapere cosa pensava, ma per
avere
una tale freddezza, quegli esseri immortali che osano farsi chiamare
dei,
nonostante le loro orrende abitudini e i loro vizi, dovevano avergli
fatto
qualcosa di orribile che forse nemmeno lui comprendeva a pieno. La
battaglia
era quasi finita ormai era rimasta una sola cacciatrice, proprio LEI
Thalia
Grace. Mi avvicinai a lei con la spada bassa feci segno a tutti gli
altri di
starle lontano, lei era mia. Ci sfidammo con i colpi più
difficili che ci erano
stati insegnati, Vipera iniziava a pesarmi fra le mani, ma dal sudore
sulla sua
fronte capii che anche lei si era stancata, duellando eravamo ormai
arrivati ai
limiti del campo delle cacciatrici, soli. Fui stupito nel vedere che si
mise in
ginocchio, era esausta ma non intendeva arrendersi,avrei potuto farla
finita,
ma non lo feci, la guardai a lungo negli occhi, poi sentii dei rumori
Percy e
gli uomini avevano finito,dovevo prendere una decisione, ucciderla come
una
nemica o farla fuggire come un’amica, avevo sempre meno tempo
dovevo prendere
una decisione, alzai Vortice.
Abbassai
un colpo formidabile davanti
alla sua faccia, lei sbiancò << scappa e non
farti vedere, posso solo
augurarti buona fortuna >> le dissi, lei per un attimo mi
guardò
altezzosa, stava forse pensando a come l’avevo delusa in
passato? Mi appoggiò
le mani sul volto per un attimo pensai al peggio, poi mi
fissò negli occhi e
disse solo << sapevo che in te c’era ancora del
buono, lo sentivo
>> Poi se ne andò libera nella foresta.
Tornai
vicino al Falò, il Minotauro era
gravemente ferito, uno dei lestrigoni era morto, trafitto da tre frecce
argentee, Anthony era ammaccato ma stava bene, aveva radunato tutti i
corpi e
li stava bruciando, ma ne mancavano due all’appello, poi li
vidi ce li aveva
Percy... uno era il corpo di quella bambina di 10 anni
l’altro apparteneva ad
una ragazzina di 14 con il volto contratto in uno strano ghigno di
stupore; Mi
avvicinai per parlargli,ma lui mi precedette << Questo li
porto con me...
ho compreso davvero la crudeltà di quello che faccio glielo
devo... >>
dapprima credetti che avrebbe fatto qualche strano incantesimo di
negromanzia,
ma al contrario si sedette sulla riva di un ruscello, gli
pulì le ferite e
ricompose i cadaveri, li voleva davvero portare con sé...
mentre salivamo sulle
arpie per tornare alla nave il lestrigone rimasto si leccò i
baffi << il
comandante ha rimediato la cen.... >> non poté
finire la frase Percy gli
aveva trapassato la testa con il pugnale, i nostri compagni mi
guardarono come
a chiedere se dovevano immobilizzarlo, ma non dissi nulla io avrei
fatto lo
stesso.