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Autore: misato    11/02/2004    0 recensioni
Ecco il seguito di "Dopo quel giorno qualcosa cambiò" Miyu e Kanata hanno una figlia, Miu, e dal pianeta Otto torna un certo alieno... Il prologo è una ripresa dal Bonus, perchè tutto inizia da lì, no? ^__-
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3:Ritorno alla vita

Capitolo 1: La strana vita di lei…La nuova vita di lui

 

Miu si svegliò chiamata dalla voce della madre: -Miu svegliati! Arriverai in ritardo a scuola!

La ragazza si stropicciò gli occhi, fosse stato per lei avrebbe dormito ancora tre orette, (sonno leggero come l’autrice!NdMisato) ma era il suo secondo giorno di scuola, non se lo poteva permettere. Scostò lentamente le coperte, e guardò la sveglia: erano le sette e trenta.

Miu: -Le sette e trenta?! Accidenti, non ce la farò mai!

Uscì dalla stanza e corse per il corridoio, poi sentì una voce:

-Mamma, ma secondo te è proprio necessario?

Miu si bloccò: chi era? Poi si ricordò, era Lou.

“Un momento, Lou?!” Si guardò le gambe, non aveva i pantaloni! “Accidenti a me e alla mia stupida mania di togliere il pigiama!”

Tornò in camera più in fretta che poté, non poteva rischiare che Lou la vedesse seminuda, altrimenti immaginava già i commenti che avrebbe fatto. Intanto Miyu aveva ripreso a chiamarla, ma la figlia si era soffermata a guardare la sua immagine riflessa nello specchio della sua stanza. Aveva tutti i capelli arruffati, le occhiaie mattutine non se ne erano ancora andate, e aveva le labbra talmente gonfie da sembrare due canotti.

“Così non va, come facevo ogni mattina a presentarmi in cucina così? La mamma poteva anche farmi presente che avrebbe fatto più bella impressione uno zombie!”

Decise di passare prima dal bagno, almeno avrebbe avuto una faccia presentabile. Fece una doccia in cinque minuti, di solito ne impiegava quindici (sempre come l’autrice!NdMisato). Poi si lavò i denti a velocità supersonica, ma mentre faceva il terzo gargarismo, la porta del bagno si aprì.

-Ah Miu!

Miu si voltò, non voleva crederci, non lui, non ancora…

Lou: -Che fai, non sputi più? Hai le guance rosse.

Si sentì uno sputo d’acqua potentissimo, poi Miu si asciugò la bocca con l’asciugamano e prese a sbraitare:

-Lou! Che cavolo…sul pianeta Otto non si usa bussare?!

-Guarda che la porta non era chiusa a chiave, e poi dovevo rispondere a certi stimoli naturali!

-Potevi trattenerteli i tuoi stimoli naturali! Ora mi fai il piacere di uscire?! Non è certo il modo migliore per iniziare la giornata, e poi sono in ritardo a scuola!

-Penso che prima di andare a scuola dovresti vestirti.

-Che…-Miu abbassò lo sguardo, cacchio, era in asciugamano! Tra l’altro era pure uno di quelli più corti, le si vedevano tutte le gambe! Diventò rossa come un peperone -Ahhhhhhhhhhhhhhh! Esci immediatamente da qui!!!!!!!!

-Ok, tanto non c’è niente da vedere -Lou chiuse la porta velocemente, probabilmente aveva capito che stava per arrivare una di quelle urla di Miu che ormai gli erano familiari. Infatti:

-Stupido!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La porta non bastò ad attutire il suono, era troppo anche per le orecchie di un alieno. Lou tornò in cucina.

Miyu:-Cos’è successo? Ho sentito Miu urlare, così sveglierà Kanata. Lou?

-No, niente. Piuttosto mà, perché non le regalate un accappatoio?

Miyu capì subito, e iniziò a ridere:

-Ti prego Lou, già di prima mattina!- risata - Sarà furibonda. E io che volevo dirle che saresti andato a scuola con lei.

-Devo proprio?

-Certo -Miyu tornò seria -Non hai ancora deciso quanto trattenerti, per sicurezza è meglio che tu continui a studiare, sei all’ultimo anno.

-Uffa, per fortuna qui sulla Terra le materie sono più semplici!

-Allora vedi! Dov’è il problema?

Lou avrebbe voluto risponderle che non se la sentiva di andare a scuola con Miu. Di sicuro era incazzatissima con lui, ma che ci poteva fare? Stavolta era stato sul serio un caso. Si rincuorò pensando che tanto non sarebbero stati in classe insieme

-E scuola sia. Devo andare oggi?

-No, forse non conviene che tu vada a scuola con Miu. Io inizio il mio nuovo incarico domani, quindi ho ancora una giornata libera. Ti accompagno a fare l’iscrizione quando Kanata sarà andato in studio.

-Ok.

-Bene, sarà meglio che vada a ricordare a Miu che se non si sbriga arriverà in ritardo.

Miyu si avviò verso la stanza della ragazza, rideva ancora. Bussò:

-Miu? Posso entrare?

La ragazza si era vestita, stava per prendere lo zainetto: -Ah mamma! Pensavo fosse quello stupido di Lou.

-Ti ha visto mentre eri in bagno?

-Si, maledetto bastardo.

-Miu!

-Si mamma. ora devo andare, speriamo di farcela prima che suoni la campanella. Ciao

La madre era stupita, pensava che si sarebbe messa a piangere. Si riprese: -Ma non fai colazione?

-Mi è passata la fame. Saluta papà.

Uscì dalla stanza e poco dopo sbatté la porta di casa. Miyu non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi. Nel frattempo, la figlia era arrivata davanti alla fermata dell’autobus: forse prendendolo ce l’avrebbe fatta. Non vide avvicinarsi un ragazzo:

-Saionji!

Si voltò, non ci credeva: che colpo di fortuna!-Ah! Anami, giusto?

-Giusto. Aspetti anche tu l’autobus?

-Si, oggi sono in ritardo.

-Capirai, io esco ogni mattina a quest’ora!

-E arrivi puntuale?

-Praticamente sempre. E’ arrivato l’auto, andiamo?

-Si- Miu non ci credeva ancora: Anami, uno dei ragazzi più famosi della scuola prendeva l’autobus praticamente davanti casa sua, e si era ricordato il suo nome! Il giorno prima l’aveva notato subito, poi le ragazze della classe con cui aveva parlato le avevano detto che era famosissimo essendo il playmaker della squadra di basket dell’istituto. Inoltre, essendo la squadra molto forte, gareggiava anche con altre scuole, e quindi Anami era famosissimo anche negli altri istituti per essere oltre che bello, una delle promesse del basket giapponese. In autobus chiese se si poteva sedere vicino a lei.

Miu: -Certo, figurati- Il cuore le batteva fortissimo, ma rifiutò l’idea di essersi innamorata di un ragazzo senza neanche conoscerlo.

-Beh, ieri quando vi abbiamo portato a visitare la scuola non ci siamo presentati come si deve: mi chiamo Rei. Se vuoi puoi chiamarmi per nome. Qual è il tuo nome?

-Mi chiamo Miu -si sentiva un po’ imbarazzata a dirlo -Se vuoi, mi puoi chiamare anche tu per nome.

-Grazie, non si conoscono belle ragazze tutti i giorni! -Le sorrise, l’aveva detto senza malizia, ma Miu arrossì comunque. Poi continuò -Hai uno strano accento, sei straniera? Dal viso non si direbbe

Miu abbassò lo sguardo, che figura! Chissà come gli era sembrato il suo accento, evidentemente si sentiva la pronuncia americaneggiante: -No, sono giapponese, ma ho vissuto sino a qualche mese fa in America.

Lui non riuscì a contenere il suo entusiasmo: -Hai vissuto in America?! Beata te, non sai cosa darei per poterci passare almeno una settimana! La patria del basket, che meraviglia!- Poi notando il suo sguardo, continuò -Guarda che non devi vergognarti del tuo accento, è carino!

Miu: “Accidenti, non fa che spararmi complimenti, sarò di sicuro diventata rossa come un pomodoro! Però, è veramente carino, quando sorride poi, ha qualcosa di disarmante”

Dopo si risvegliò dai suoi pensieri, e di sfuggita diede un’occhiata all’orologio:

-Le otto?! Come…-Per la prima volta da quando era salita sull’autobus, guardò fuori dal finestrino- Ma dove siamo?

Osservò fuori anche Rei: -Merda! Abbiamo perso la fermata!

Miu si stava facendo prendere dal panico: -Come abbiamo perso la fermata?! Dove siamo?

-Siamo in periferia, accidenti!

-In periferia? E la scuola? La campanella sarà già suonata, che faccio?

-Scusa, mi dispiace.

-E di cosa?

-Ti sei messa a parlare con me, ti ho fatto distrarre. Era il tuo secondo giorno di scuola…

-Non me lo ricordare…ma non ti preoccupare, avrei dovuto essere più attenta io. Però, potremmo entrare alla seconda ora!

-Io posso entrare alla seconda, ma non lo farò: per oggi passo. Tu sei del primo anno, senza giustificazione rimani fuori.

-No!!!!!!!…Aspetta, non potrei entrare con te? Ah scusa, hai detto che non entri.

Miu si risedette con lo sguardo basso, cosa avrebbe fatto ora? Rei invece ci pensò un attimo su, poi disse:

-Ok, è colpa mia e cercherò di rimediare. Entro con te.

Gli occhi di Miu si illuminarono: -Lo faresti sul serio?

-Certo, l’ ho detto. In qualche modo devo pur farmi perdonare no?

-Grazie, grazie veramente.

-Di niente, però ora scendiamo, altrimenti arriveremo al mare!

-Hai ragione!

I due ragazzi scesero velocemente. Attraversarono e aspettarono alla fermata l’autobus che li avrebbe riportati in città, il quale, per fortuna arrivò pochi minuti dopo. Tornati in città, mancava ancora mezz’ora allo scadere della prima ora. Miu si chiese cosa avrebbe fatto nel frattempo, pensava che con Rei si sarebbe incontrata poco prima di entrare.

Miu: -Beh, grazie ancora Rei. Sei stato gentilissimo. Pensare che neanche mi conosci!

-Certo, non saprò quando sei nata e qual è il tuo gruppo sanguigno, ma ci siamo conosciuti un po’ in auto no?

-Comunque mi hai fatto un favore a rinunciare alla tua sega per farmi entrare! Sai, dallo studente responsabile del terzo anno ,non me lo sarei mai immaginata!

-Forse hai ragione, non ci conosciamo così tanto! Senti…- Guardò l’orologio -Manca ancora mezz’ora, ti va di passare a prendere qualcosa in un bar?

-Magari! Non ho fatto neanche colazione oggi!

-Allora andiamo!

Si allontanarono da scuola, prendendo una strada che li avrebbe portati in centro. Poi Rei si fermò davanti ad un locale.

-Sei mai stata qui?

-Veramente no, ma sei sicuro che sia un bar? A me sembra più un locale notturno!

-Diciamo che è anche un locale notturno. Ti do una dritta: questo è il punto d’incontro degli studenti del nostro istituto. Vengono qui principalmente dopo scuola, o nella pausa pranzo, ma di sera ci sono delle band, si canta, si balla…le solite cose. Nel weekend poi è pieno di gente, c’è la discoteca.

-Deve essere divertente! Ci vieni?

-Praticamente mai, la considero una gran rottura. Allora entriamo?

-Ah si!- A dir la verità, Miu non se l’aspettava. Da quello che aveva saputo di Rei, sembrava fosse uno di quelli che fuori scuola si scatenano; insomma, uno di quei ragazzi abbastanza intelligenti da capire che a scuola si decideva il proprio futuro, poi, in particolar modo nelle scuole giapponesi è richiesto un impegno costante sin dalle elementari. Meno ti impegni, meno possibilità avrai di entrare in scuole prestigiose che ti consentano di trovare un buon lavoro.

Probabilmente - pensò Miu -da sfogo alle sue energie nel basket.

Entrati, si trovarono in un ampio locale. Era pieno di tavoli, poi davanti all’ingresso da cui erano entrati Miu e Rei, iniziava una fila di banconi, dove si servivano varietà incredibili di cibi: dal fast-food alla pizzeria, gelateria, caffetteria, e pasticceria: c’era di tutto e di più.

Miu:- Dall’esterno,  non sembrava un locale del genere! Ma dove balli? Non mi sembra che qui ci sia lo spazio.

-Infatti la discoteca è sotto, ma anche lì c’è una zona in cui sedersi.

-Capisco. Cosa prendiamo?

-Io prendo un gelato, tu?

-Ehm…lo prendo anch’io.

Arrivarono i due gelati, e un quarto d’ora dopo Rei e Miu si incamminavano verso scuola. Arrivarono puntuali per l’inizio della seconda ora, e Miu entrò senza problemi. Dopo aver ringraziato ancora Rei, si avviò tutta contenta verso la suaclasse.

Intanto al tempio Saionji, Lou aspettava la madre seduto sulle scale. Quando Miyu uscì, scesero insieme e in macchina si recarono all’istituto.

Miyu:-Ascolta bene Lou. Prima di uscire ho parlato con Kanata, e mi ha detto che entro domani riuscirà a preparare dei documenti da falsificare con il tuo nome (un bravo avvocato non lo fa!NdMisato). Da oggi, ti chiamerai Lou Kozuki. Avrai diciassette anni, e sei figlio di una mia cugina che vive in America. Ovviamente sei ospite al tempio, ok?

-Non sarà difficile da ricordare.

-Meglio così.

A causa del traffico, impiegarono mezz’ora per arrivare all’istituto. Lou si guardava intorno: sul pianeta Otto, le scuole non erano così! Davanti all’edificio, c’era un grande spiazzo, e ai lati di alcune aiuole delle panchine. Entrati, vennero guidati dalla segretaria in direzione. Il preside stava giocando una partita a scacchi su internet, con un avversario islandese, ma interruppe tutto per parlare con Miyu. Così, pochi minuti dopo, Lou era iscritto a scuola. Assieme alla madre, si recò poi nel negozio in cui vendevano uniformi scolastiche. A Lou il dover indossare una divisa scocciò non poco. La divisa del liceo, era costituita da una camicia bianca, un maglioncino con scollo a v per l’inverno, una giacca e i pantaloni sempre blu. Per l’attività fisica, c’erano pantaloni e felpa acetati (rigorosamente blu con una striscia bianca), e due magliette bianche con stampata la classe di appartenenza. Per la stagione calda invece, pantaloncini (sempre blu con la striscia biancaNdMisato Che fantasia eh!NdSanachan). E ovviamente, su ogni capo era impresso il simbolo della scuola. La commessa lo informò sul fatto che se avesse voluto iscriversi a qualche club sportivo, sarebbe dovuto tornare a prendere il necessario. Lou pensò che non sarebbe tornato in quel posto neanche sotto tortura. Mentre aspettava di provare tutto, osservò anche la divisa femminile: giacca e minigonna blu, camicia bianca, maglioncino blu per l’inverno, calzettoni che arrivavano sin sopra il ginocchio, e tuta sportiva che comprendeva felpa e pantaloncini (anche per l’inverno, poverine!NdMisato). Rifletté sul fatto di non aver mai visto Miu con la divisa. Certo, durante il loro primo incontro la indossava, però era una situazione un po’ particolare, e lui non aveva guardato certo com’era vestita!

Intanto, a scuola Miu seguiva la lezione di economia domestica. Nel giro di due giorni, aveva già stretto amicizia con tutta la classe, ma in particolar modo con una ragazza: Sakura. Era molto egocentrica e aveva un forte senso dell’umorismo. Miu l’aveva notata subito perché era una kogal. Infatti aveva i capelli schiariti e una carnagione più scura, ma in seguito venne a sapere da lei stessa che era naturale, e non aveva fatto nessuna lampada. Sakura riscuoteva molto successo tra i ragazzi, anche con quelli più grandi. Non sembrava che si impegnasse molto a scuola, ma due giorni erano comunque pochi per giudicare.

Miu: -In America non seguivo lezioni di economia domestica!

Sakura: -Per forza! Solo in Giappone possono farti seguire certi corsi!

Mikage:(altra compagna di classe con la quale Miu aveva fatto amiciziaNdMisa) -Non vi lamentate troppo, quando vi sposerete vi tornerà molto utile.

Sakura:-Si si, come no! Più che a sposarmi, io penso a trovare un fidanzato degno di me ora!

Miu:-Hai ragione, ma non è mica semplice!

Sakura: -Senti chi parla! Tu non hai proprio voce in capitolo!

Miu:-E perché scusa?

Sakura:-Stamattina ti ho visto, sei entrata con Anami!

Prof: -Rokubu, invece di spettegolare, pensa a spostare quella pentola dal bollitore!

Sakura:-Si prof! …Dunque, stavo dicendo…ero affacciata alla finestra alla fine della seconda ora, e ti ho vista entrare con lui.

Mikage:-Sei sicura di non sbagliarti?

Sakura:-Certo! Riconoscerei Anami tra mille!

Miu rise, e per poco non fu ripresa anche lei dalla professoressa. Alla fine della lezione Sakura riprese il discorso: voleva assolutamente sapere come e dove si erano incontrati, Miu le raccontò la loro conversazione sino al bar, ma si guardò bene dal dirle che Rei prendeva l’autobus davanti casa sua. Mikage le pregava di smettere, perché le stava venendo mal di testa, ma Sakura per tutta risposta le disse che nel pomeriggio l’avrebbe accompagnata a comprare due tappi per le orecchie. La giornata trascorse veloce, e ad ora di pranzo Miu e Sakura uscirono da scuola, mentre Mikage si tratteneva al club.

Miu:-Pensi di iscriverti a qualche club?

Sakura:-Sinceramente, non ci ho ancora pensato…però mi piacerebbe fare sport.

-Io pensavo ad atletica, ma non sono sicura, gli allenamenti tolgono un sacco di tempo allo studio e…mamma?

-Cosa?

-C’è mia madre davanti al cancello, mi chiedo perché sia…- Si fermò -E no! Cosa crede di fare portandolo qui?

-Ma di chi stai parlando?

-Lou.

- E’ quel ragazzo biondo affianco a tua madre?

-Già.

-Sai che è proprio carino? Me lo presenti?

-Ma sei matta? Ti avverto, non ti far ingannare dal visetto d’angelo,è solo uno stupido e pervertito…

Sakura non l’ascoltava più: aveva avanzato e si dirigeva verso Miyu e Lou:-Buongiorno signora Saionji! Mi chiamo Sakura Rokubu e sono un’amica di sua figlia.

-Piacere

Miu:-Sakura, mamma!

Miyu:-Ciao Miu! Com’è andata oggi a scuola?

-Bene sino ad adesso!-Fulminò Lou con lo sguardo.

Sakura:-Miu, ma lui chi è, tuo fratello?- Miu aveva capito a che gioco stava giocando Sakura; era proprio testarda!

Lou:-No, sono il cugino. Mi chiamo Lou Kozuki, ma puoi chiamarmi Lou.

Sakura:-Molto piacere!Non sei iscritto nella nostra scuola vero?

Lou:-Da oggi si.

Miu:-Cosa?! Mamma è uno scherzo!

Lou:-Non ho ancora capito perché devi sempre mettere in dubbio tutto quello che dico. E’ da ieri che lo fai!

Miu:-Vuoi sapere il perché?! Dici cose talmente tanto stupide che stento a crederci!

A Miyu apparve una gocciolina (stile Sailor Moon NdMisato) sulla fronte:-No Miu, mi dispiace ma è vero. Siccome non ha ancoradeciso quanto rimanere, Lou frequenterà la tua stessa scuola.

Miu:-Ma questo è un incubo!

Sakura capì che la situazione sarebbe degenerata entro poco, perciò si affrettò a dire qualcosa: -Ah! Signora Saionji, volevo chiederle se Miu può venire a pranzo da me.

Miu la guardò stupita, ma la madre non se ne accorse: -Se per te non è un problema, oggi non hai molti compiti vero Miu?

 -No mamma.

Miyu:-Allora ci vediamo stasera?

Miu:-Si

Miyu:-Beh, allora ciao Sakura! E comportati bene Miu!

Lou:-Ciao Sakura! Ci vediamo domani a scuola!- Poi fece una linguaccia a Miu, che stava per esplodere

-Maledetto bastardo!

-A me sembra tanto simpatico! Comunque dovresti ringraziarmi, ti ho portato fuori casa per un po’!

-Grazie. Ma i tuoi genitori saranno d’accordo?

-Nessun problema, vivo sola!

-Sul serio?!

-Si, però non mi va di cucinare oggi, ti va se pranziamo fuori?

Miu dimenticò tutto quello che era successo fino ad allora, con Sakura si sarebbe divertita di certo!

 

  
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