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Autore: winry8827    24/06/2011    7 recensioni
Poesia dedicata ad un cucciolo di cane ormai morto.
Poche parole che nascono da un suo ricordo.
Estratto:
"È semplicemente un solco,
Una linea che delinea una storia,
Una vita, un ricordo, un sorriso"
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vena Poetica'
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 L’amarezza di un dolce ricordo
 














È semplicemente un solco,
Una linea che delinea una storia,
Una vita, un ricordo, un sorriso
Nato su un volto sereno, intenerito
E di letizia, per l’affetto provato, intriso.
È solo una poesia per rammentare un cucciolo smarrito
Nell’oblio della vita, perché l’amore
Non è sufficiente per crescere,
Ma è solo l’inizio di un arduo percorso.
E così scrivo, ricordando ancor con dolore
E leggera amarezza un triste destino.

 

















 A Meggy; perché la memoria a volte è meschina,
Poiché dalla sua prima e apparente
Dolcezza scaturisce poi la più grande nostalgia.

 























 









































Note autrice:


Meggy è un cagnolino, precisamente era un cucciolo; il cane delle mie vicine di casa, una ragazzina di tredici anni e una bimba di appena dieci.
Un misto chiwawua di soli quaranta giorni, affetto da gastrite (curabile con una sana alimentazione e dei medicinali, precisamente un paio di siringhe) e morto dopo soli 14-15 giorni il suo acquisto.
Il punto è che è morto a causa di ben due cadute che gli hanno causato un’emorragia interna, dopo un attacco epilettico dovuto allo stress e alla lesione di non ricordo quale organo a causa della prima caduta.
Le bambine per quanto le volessero bene non hanno saputo crescerla, hanno giocato con lei come se fosse stata una barby e questo è stato il risultato.
Ciò è accaduto qualche mese fa, io ancora ci penso (sarà che ho un cane da quasi tre anni e mi sento coinvolta), ma loro hanno voltato pagina comprando un pincer una settimana dopo.
Non voglio fare la morale, ma ho visto quel cucciolo in preda alle convulsioni con tanto di schiuma alla bocca, l’ho sentito guaire per il dolore per ore intere, fino alle tre del mattino (si è calmato solo con un sedativo) e sanguinare addirittura dalle orecchie (oltre che per bocca e sederino) per l’emorragia, infine l’ho salutato sul tavolo accarezzandolo poco prima che fosse soppresso perché la padrona (la mamma delle bambine) non ci riusciva, nessuno merita di morire o soffrire solo, almeno questo è qullo che penso io, e visto che le bambine, appunto sono bambine, il cane nel travaglio è stato con la mia famiglia, dato che siamo tutti adulti.
Insomma, tutto sto sproloquio per dire che non basta l’amore per curare e crescere un cane.
Il sorriso di cui parlo nasce dal suo ricordo che prima mi rallegra per l'affetto che provavo, poi m’intenerisce, per diventare amaro pensando a com’è morta.
La poesia è nata di getto e non sono riuscita a migliorarla perché, credetemi, mi fa una gran rabbia ripensare all’accaduto.
 
Sentimentalismi, che possono piacere o meno (così come l'amore per gli animali) spero che ciò non capiti a nessuno.
Ringrazio di core che ha aperto questa pagina e ha letto.
 



 

  
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