24/06/2011
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Los Angeles, 4 giugno 2020
so che non avrei nessun diritto di scriverti nove anni dopo il nostro fallimento, ma ne sento il bisogno.
Oggi sono andato a prendere a scuola mia nipote e indovina dove l’ho trovata? A giocare con un bambino paffutello, bellissimo, con un sorriso contagioso, la teneva per mano, dovevi vedere come si guardavano. Lui ha la tua stessa fessura tra i due incisivi, mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, di una quindicina d’anni, quando per la prima volta di incontrai. Vorrei che mia nipote potesse fare del bene dove io ho fatto del male, che potesse rimediare ai miei errori, ma so che non sarà così. Le nostre vite sono diverse, la sua deve essere migliore, la loro lo deve essere.
Tuo figlio è fantastico Demi, pensa che appena mi ha visto mi ha sorriso ed è corso ad abbracciarmi, eppure non mi conosce, non mi ha mai visto, ormai non abito qui da anni e l’unico che conosce di noi è Nick, papà di Luise. Non sai quanto possa invidiare mio fratello, per avere avuto coraggio di chiederti scusa per le sue assenze quando avevi bisogno, io non ne sono stato capace, l’orgoglio era troppo e credevo che tu mi odiassi per tutto quello che ti avevo fatto passare.
E ora? Dove lo trovo il coraggio per chiederti scusa? Ora che sono passati nove anni, ora che hai un figlio magnifico, un marito che ti adora e che non ti fa mancare niente, che non ti abbandonerà mai come ho fatto io. Ora come faccio a dirti che mi manchi? Che tornerei indietro, che pagherei con la mia stessa vita per averti con me ancora solo per un giorno, per poterti ancora abbracciare e guardare un film, magari cucinarti qualcosa di italiano e poi ridere alle tue battute, anche se magari non sempre hanno un senso. Come faccio a dirti che ti amo ancora? Che non ho mai smesso di farlo, ero solo stupido. Ma ora è tutto perso, vero? Ora hai qualcuno che ti ama più di me, che ti rende felice, che non ti tradirà mai.
Io non posso più sperare neppure in un tuo perdono, Nick è stato chiaro su questo quando ho parlato con lui di te e di quello che ancora provo. Dice che orami è una causa persa, che non posso rovinare una famiglia, che non posso farti ancora stare male.
Infatti questa lettera non la spedirò mai, la conserverò in un cassetto, come tutte le altre. Magari chissà, un giorno le potrai leggere, ma non ora. Ora mi basta vederti sorridere da lontano, vederti riflessa negli occhi e nel sorriso di tuo figlio.
Per sempre tuo,
Joe.