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Autore: Dragon Shiryu    25/06/2011    2 recensioni
Il Team Rocket e Akito: come rovinare l'infanzia ad un ragazzino... Come ci riusciranno?
Prequel di "Hitori no Merry Christmas"!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO 1

Smeraldopoli. Base segreta.
Dopo il suono di una sirena assordante, un’immensa folla di uomini e donne vestiti di nero giunsero di corsa in una grande sala al buio illuminata esclusivamente da un grande schermo, il quale, peraltro, aveva anche una bruttissima ricezione.
Tutti, in mancanza di sedie, se ne stavano in piedi e in silenzio in attesa di qualche ordine, che per alcuni minuti non vennero impartiti da nessuno, suscitando perciò perplessità e curiosità sul perché di questa riunione.
Ma, come se fossero robot, i presenti si misero all’unisono sugli attenti quando notarono il televisore funzionare all’improvviso, dando sullo schermo il primo piano di una figura maschile dai corti capelli neri, che vide i presenti inchinarsi al suo cospetto.
- Addetti… - cominciò a parlare in un tono serioso l’uomo, che di nome faceva Giovanni – In questo ultimo periodo molti di voi hanno compiuto il loro dovere egregiamente, mentre altri, purtroppo, falliscono anche delle missioni semplici…  
Sentendo queste parole, i partecipanti alla riunione si guardarono attorno interpellandosi sottovoce su chi poteva averlo deluso… e questo ronzio fece innervosire il capo, il quale, dopo aver attirato la loro attenzione con un potente rumore di pugno dato ad un tavolo posto davanti a lui, alzò sempre di più il tono della sua voce.
- Silenzio laggiù! – e, per calmare i suoi nervi, accarezzò il pelo di un felino giallo che però nessuno riuscì a vederlo – Noi siamo il Team Rocket, la più grande organizzazione criminale del mondo, e dobbiamo assolutamente conquistare tutto, incominciando dai territori vicini a noi…
- Siamo d’accordo! – ci fu un commento generale da parte dei membri in sala.
Sentendo quelle parole, dentro di sé Giovanni riuscì essere orgoglioso di loro, anche se in realtà li considerava solamente degli schiavi in suo potere… delle marionette da controllare a suo piacimento.
- Kanto e Johto saranno presto in nostro potere! – e, con un sorriso sulle labbra, ordinò a tutti di andarsene dalla stanza, fermando però sull’uscio esclusivamente due persone.
Una portava dei capelli neri divisi in due lunghi fin sulle spalle, mentre l’altro ragazzo una lunga chioma arancione racconta con una molla nera in modo da formare una coda che copriva perfino il suo posteriore: ed entrambi, richiamati all’ordine, si inchinarono per la seconda volta davanti a quel grande televisore rimasto ancora accesso.
- Perché volevate parlare solo con noi due, signor Giovanni? - e i due rimasero in quella posizione.
- C’è un preciso motivo, Hiromi… So che io posso fidarmi di entrambi, avendo portato a termine molte missioni, anche quelle più difficili e pericolose, con successo… - e, con una mano invitò i due a guardarlo direttamente – Per questo motivo ne avrei una speciale solamente per voi! Anche perché so con certezza di poter fidarmi di entrambi!
- Siamo pronti per qualunque incarico! – intervenne l’altro Rocket, un30enne dal nome Takeshi – Diteci solo cosa dovremmo fare e noi obbediremo senza esitazione!
- Esatto, capo! – confermò la collega situato proprio accanto a lui – Quali sono le vostre istruzioni?
- Ho saputo da fonti certe che fra qualche giorno ci sarà grande fermento nella città di Borgo Foglianova, nella regione di Johto…
I due si guardarono negli occhi non comprendendo le parole del loro boss, il quale, senza ricevere nessuna domanda o dubbio da parte loro, continuò il suo discorso.
- Dovete sapere che ci saranno dei nuovi ed emozionati ragazzini pronti a partire per il loro viaggio di formazione per diventare degli stupidi allenatori di Pokémon… - e per il disgusto ingoiò della saliva, per passare a toccare il manto del suo animale, che, alzando per un solo istante il muso verso lo schermo,  si scoprì essere un esemplare di Persian.
- Capo, non dovrete disprezzare i bambini… -intervenne la donna – Forse un giorno passeranno dalla nostra parte… Potranno essere future reclute del Team Rocket!
- Esatto! - proseguì il suo coetaneo Takeshi – E chissà… anche dei nuovi…
- So a cosa stai pensando, perciò smettila subito! – e la donna gli diede un pugno talmente forte al braccio che lui urlò dal dolore - Sai che io sarò felice vedendoti al fianco di un uomo che ti ama e ti apprezza per quello che sei, e sto cercando di capire una buona qualità ti te…
- Cosa vorresti dire con ciò? – e si gonfiò le guance offeso, sotto le risatine della collega.
- Ma i ragazzini lasciali stare, intesi? – divenne poi un po’ seria.
- Ma se aspetto la loro maggiore età, allora potrei…
- Smettetela voi due! – alzò la voce Giovanni, arrabbiato per essere stato ignorato dai due - Non ho nessuna intenzione di vedervi litigare!
E, spaventati dall’umore dell’uomo, interruppero le loro discussioni per poi abbassare la testa in segno di vergogna.
- Sapete che odio vedervi bisticciare… - e il suo tono si abbassò man mano che continuava a parlare, segno che finalmente si era calmato – Ma adesso ascoltate molto attentamente: il professor Elm, nonché famoso ricercatore e collega del professor Oak di Biancavilla, consegnerà a loro nuovi Pokémon, ancora inesperti del mondo esterno…
- Perciò? – domandarono i due.
- Quelli ancora privi di esperienza sono più facili a renderli cattivi, perciò il vostro compito è quello di dirigervi verso la città e rubare quanti più Pokémon possibili… E non importa in quale maniera riuscirete a completare il lavoro!
- L’importante è che tutta l’operazione vada in porto! – sghignazzò la donna.
- Faremo molto casino, non si preoccupi! – disse con fermezza la persona accanto a lei.
- Ne sono convinto… - e sul viso di Giovanni si stampò un sorriso – Adesso andate… e cercate di non fallire, anche se so di potermi fidare di voi!
E lo schermo si spense all’improvviso, lasciando le due reclute al buio completo, anche se riuscirono a trovare la porta d’uscita, che la superarono chiudendosela subito alle loro spalle.
I due continuarono a camminare accanto ed in silenzio, pensando a dei possibili piani in per completare la missione, ma in realtà avevano talmente tante idee nelle loro teste che non fiutavano quella migliore.
- L’unica cosa sicura è che avremo bisogno di armi potenti ma maneggevoli…
- Sono d’accordo, Hiromi… - rispose l’altro Rocket – E credo che la mia adorata stia scalpitando in attesa di essere usata!
Ad un tratto si ritrovarono davanti alla porta della loro camerata, dove, all’interno, oltre a trovarsi due letti ed una scrivania, in un angolo erano posizionati alcuni oggetti misteriosi, tra cui alcune pistole di varie dimensioni e delle Pokéball appartenenti ai due.
- Credo che ci anche loro ci ritorneranno utili… - sorrise la donna prendendo in mano una sfera – Sono sicura che ci metteranno i bastoni fra le ruote!
- Sono perfettamente d’accordo! – e anche l’amico la imitò, poi si avvicinò alla finestra.
Aprì completamente i vetri che si affacciavano all’aeroporto personale del Team Rocket e fece un fischio rivolto verso l’altro, poi rimase in attesa di qualcosa.
- Ci raggiungerà il più presto possibile! – disse Hiromi completando la sua vestitura mettendosi sulle spalle un fucile – E infatti eccolo!
I due osservarono un oggetto viola volante che planava verso di loro, ma nessuno dei due pare spaventarsi da ciò, tant’è che Takeshi, una volta ritrovateselo davanti , lo accarezzò.
- Crobat, abbiamo una nuova missione. Sai già dove andare, vero?
E il Pokémon volò dritto verso la destinazione, seguita a ruota dai due che, dopo aver aspettato che il 30enne ricaricasse la sua amata pistola, uscirono di corsa dalla loro stanza.
I loro passi erano così veloci che il resto degli uomini li videro passare all’improvviso davanti ai loro occhi, anche se poi ritornarono alle loro normali attività: in fondo tutti erano abituati a questi movimenti.
- Ditemi quando siete pronti per partire… - cercò all’improvviso risposta un pilota, vestito anch’egli di nero, vedendoli correre verso di lui
- Non vedi che siamo già qui? – si irritò la persona coi capelli arancioni fermandosi accanto a lui davanti all’entrate delle scale di un grosso elicottero.
- Cerca di calmarti… - poi la donna si rivolse all’altro uomo – Ora saliamo, anche se non sarà facile discutere di una missione delicata come questa!
-  E anche prepararci non è mica semplice! Bisogna parlare di ogni minimo dettaglio…
-  Invece di perdere tempo a chiacchierare, salite! Non ho tempo da perdere! – si stava stufando il conducente - Per fortuna che io vi devo solo accompagnare…
I due lo guardarono in modo minaccioso, ma non ebbero tempo di discutere perché dovettero obbedirgli, perciò, con passo deciso, i tre entrarono nel mezzo di trasporto, che si sollevò da terra per portarli nel luogo desiderato, sotto lo sguardo vigile e attento degli altri rimasti alla base.
- Chissà quale sarà la loro missione…  - commentarono fra di loro dei nuovi seguaci vedendo poi l’elicottero comparire nel cielo.

  
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