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Autore: TheJoker    25/06/2011    2 recensioni
Dopo essermi visto Batman di Tim Burton, Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan ed essermi letto il fumetto Mad Love, ho deciso di scrivere una storia su Harley Quinn, Joker, Batman e tanti altri personaggi.
RECENSITE, please...
Cosa succederebbe se Harley venisse tradita?
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

La follia, come sai, è come la gravità, basta solo una piccola spinta! Hahahahohohihih!

Joker

 

Capitolo 1: Tradimento

 

-Harley...-

La giovane ragazza bionda voltò la faccia rigata dalle lacrime.

-Che cosa vuoi?!- strillò.

-Stai calma, Harley. Voglio solo parlarti-

Un lampo di furore attraversò gli occhi marroni della detenuta. Era una delle poche donne tenute prigioniere in tutto l'Arkham Asylum. L'uomo-pipistrello ci parlava, incurante delle minacce di morte e delle parole che giungevano dalle altre celle.

-Parlare con me?! E perché mai?!-

Una sottile lacrima scivolò fuori dalla maschera del Cavaliere Oscuro.

Solo delle sbarre di ferro lo tenevano lontano dalla “ragazza”, se così poteva essere definita, del suo peggior nemico: il Joker.

Poverina, era stata traviata via da quello psicopatico in meno di 20 minuti e adesso si ritrovava a piangere dentro una cella, nel manicomio di Arkham Asylum, mentre il suo amante era in libertà a Gotham.

Batman dovette ammettere che nonostante tutto, quella ragazza gli faceva pena. Lei poteva anche essere innamorata alla follia di Joker, ma era certo che lui non l'avrebbe mai amata. Ne era certo...in uomini come quello non vi era spazio per un sentimento profondo e sincero come l'amore, eppure Harley era convinta del contrario.

Come poteva dirgli che tutto quello in cui credeva era una menzogna?

Come poteva farle capire di essersi illusa per tutto questo tempo?

Ma soprattutto...

Come poteva dirgli quella cosa?

Già...quella cosa.

Harley era stata catturata due ore fa tramite una strana telefonata alla polizia...solo Batman riuscì a capire di chi fosse la voce, seppur essa fosse stata modificata telefonicamente.

Come poteva dirglielo? Come?!

Lui era il Cavaliere Oscuro, affrontava quotidianamente i sadici e perversi enigmi del dottor Edward Nygma, combatteva all'ultimo sangue col possente Bane o con l'animalesco Killer Croc.

E ancora, lottava contro Prometheus, il suo oscuro alter ego, aveva a che fare con criminali del calibro di Zsasz, uno psicopatico che voleva “liberare” le persone uccidendole...

Ma la sfida peggiore la conduceva quotidianamente col Joker, il più crudele, sadico, perverso, pazzo e imprevedibile criminale che avesse mai visto.

Quel suo perenne sorriso stampato in volto aveva un che di inquietante per le persone normali, ma a Bruce riusciva solo a strappare invisibili lacrime di pietà.

Lui faceva tutto ciò, conduceva una doppia vita...di notte lo sfuggente cavaliere della notte, Batman e di giorno il ricco magnate della Wayne Enterprises, Bruce Wayne.

Faceva tutto questo...e non sapeva come dire a quella povera piangente ragazza la verità.

-Harley...io non voglio che ci sia rancore tra noi due-

-Stai zitto, uomo pipistrello!-

-Harley, non era niente di personale...-

Si portò le mani alle orecchie per non sentire.

-Non ti sento, non voglio, non voglio, non voglio!!!- strillò, i due codini biondi al vento.

Batman la afferrò per le spalle infilando le due possenti braccia tra le aste di ferro rinforzato e la scosse.

-Harleen, devi svegliarti! Ti ha ingannato fin dal principio! Ha accettato di farsi visitare da te solo per agevolarsi la fuga!-

La ex-dottoressa si tolse lentamente le mani dalle orecchie e lo guardò con uno sguardo tra l'angosciato, il triste e il curioso.

-Cosa...cosa vuoi dire?-

La morsa delle mani cessò e la lasciò libera di muoversi.

-Cosa voglio dire, Quinn? Che Joker ti ha fregata! Non ama nient'altro, solo se stesso! Harley, ti ha fatto il lavaggio del cervello! E' ora di svegliarsi! Lui non ti ama! Mettitelo in testa!-

Per tutta risposta scoppiò a piangere.

Bruce sapeva che non sarebbe stato facile...ma doveva sapere la verità. Ne aveva il diritto, dopo tanto tempo in cui aveva sentito solo menzogne.

-Lo ripeto, Quinn...Joker ama solo se stesso! Devi lasciarti tutto alle spalle...devi ricominciare. Ora è il momento di lasciarsi alle spalle tutto questo...-

-No...no...no...NO!!- urlò

Indietreggiò fino alla parete e si distese sul letto, si rannicchiò su se stessa e cominciò a dondolarsi.

Le guardie si precipitarono da Batman col dito sul grilletto.

-Tutto ok, Batman? Abbiamo sentito urlare-

-Va tutto bene...potete anche andare- disse Batman.

-Ok-

Se ne andarono, lanciando occhiatacce ai detenuti.

-Harley...stammi a sentire...ti prego, è importante...-

-Non voglio ascoltarti!-

Per la prima volta l'ira si impossessò del Cavaliere Oscuro.

-Benissimo! Non vuoi sapere cosa ho da dirti? Fai pure! Continua a vivere nella menzogna, nel dolore e nell'insicurezza, a me sta bene! Cercavo solo di aiutarti e vorrei che tu mi ascoltassi solo per una volta! Se non vuoi farlo, non è un problema mio, Quinn-

Sì incamminò verso l'uscita, mentre Harley si alzò e si appoggiò alle sbarre di ferro.

Singhiozzava.

Udì di nuovo la voce di Batman.

-Vuoi sapere chi ti ha intrappolato, Harley?-

Gli occhi le si illuminarono.

-Sì!-

-Allora devi ascoltarmi-

-Ti ascolterò, ti ascolterò! Ma dimmi il nome!-

Batman comparve a testa in giù davanti la cella e Harley non si mosse di un millimetro.

-Il nome, pipistrello, il nome!-

-Vuoi sapere chi ti ha imprigionata? Chi ti ha fatto rinchiudere qui? Chi ti ha tradito?-

Ad ogni domanda il tono di voce saliva sempre di più.

-Dimmi quel fottuto nome!- sbraitò con voce acuta Harley.

Batman si girò e camminò lentamente verso l'uscità.

-CHI E'?!- gridò alla soglia della disperazione.

Cominciò a scalciare e a dare pugni nell'aria, cercando di abbattere quelle stupidissime sbarre. Le guardie tentarono di calmarla, ma fu inutile, sembrava una furia umana.

Gli occhi lanciavano fiamme, i muscoli erano in tensione, la gola bruciava e i movimenti erano guidati più dall'istinto che dalla volontà.

-DIMMI QUEL NOME!- urlò ancora.

Batman incontrò gli occhi marroni della ragazza nei suoi profondi occhi neri.

-Vuoi sapere il nome? Te lo dirò-

Lei si calmò e si appoggiò nuovamente alle sbarre.

-Chi...chi è stato?-

Batman fece qualche altro passo e le porte automatiche si aprirono.

-E' stato Joker. Joker ha telefonato e ti ha fatto arrestare-

Se ne andò.

Un silenzio tombale calò nell'enorme stanza.

I detenuti si concessero altri 5 secondi di calma poi scoppiarono con urla, risate e frasi sconnesse.

Però nessuno sapeva che nel preciso momento in cui Batman aveva pronunciato quel nome, qualcosa dentro Harley Quinn si era spezzato.

  
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