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Autore: bitchyheartkiller    10/03/2006    0 recensioni
Il racconto di una chiave ed un vampiro. Eterni.
Genere: Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dawn Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KNIFE PARTY (cap.3)

Capelli lungo cuscini bianchi. Gambe nude accavallate. Ancora stretti in procinto di svegliarsi. Palpebre che incespicano tra il sonno e la veglia. Mettono a fuoco lentamente. Movimenti progressivi alla ricerca dell’altro e sospiri nel trovare ciò che stanno cercando.
“Buon giorno,Sunrise!”.
Un bacio a fior di labbra. Una stretta al cuore. Sanno che quello che è successo è un punto di non ritorno. Ma non se ne pentono. Basta rimpianti. Basta rimorsi. Solo bolle di sapone e petali di rose mentre acqua riscalda la loro pelle. Non vogliono pensare più a niente. Mai più. Solo alla vicinanza dei loro corpi. Dipendenza morbosa e quasi infantile. Ma così dolce. Non vogliono più nascondersi. E gli altri hanno ormai perso ogni diritto su di loro. Se mai l’ hanno avuto. Non importa.

Per la notte stellata. Tetto di speranze incerte. Di altre morte. Può essere che anche lei li stia osservando dagli stessi puntini luminosi che fanno vibrare il manto nero del cielo. Forse non sarà contenta di saperli insieme. Ma forse,solo forse,sta sorridendo. E lei preferisce immaginarsela così. Come l’ultima volta che la vista ridere. Più di un anno fa. Molto,troppo tempo fa. Quando ancora la sua vita era zucchero filato e smalto rosa-baby.

C’è l’homecoming tra poco. Non ha ricevuto nessun invito. Ma sa già chi sarà il suo cavaliere. Non un principe azzurro,ma del colore dell’ossidiana. Agognata voglia di vedere le cheerleaders crepare d’invidia. Vederle trotterellare verso di lui per attaccare bottone. E osservare le loro facce sbiancare mentre le manda a farsi fottere con il più efficace giro di parole sarcastiche mai esistito. E allora godrà. E le guarderà dall’alto. Almeno una volta.

Stanno andando a comprare il vestito. Negozi aperti fino alle nove di sera in occasione delle feste natalizie. Sta un’ora chiusa nel camerino uscendo solo per fare piroette danzanti ed effervescenti davanti a Spike. Lui sorride vastamente ogni volta. Fino all’ultima prova. Seta nera che fascia il suo corpo. Pizzo dello stesso colore. Tormento per la vista. Tormento di voglie. Gli si illuminano gli occhi e la bocca si schiude. Allora lei capisce che è quello ciò che vuole. Perché è quello ciò che vuole anche lui.
“Sei bellissima,Passerotto”.
“Grazie”.
Arroscise e non sa neanche lei il perché. L’ ha vista nuda. Ma diventa pudica in un momento. Per i complimenti. Mai fatti. È sempre stato un linguaggio retorico,il loro. Mai espresso a voce alta. Sempre con gesti. Con il linguaggio del corpo.
Paga il conto. Escono dal negozio mano nella mano. Tra fasci di luce colorati e festoni multicolore. Il momento della sua vendetta sta per arrivare.

Una settimana dopo,fresca di bagno,va per indossare l’abito. Shampoo e schiuma alla fragola aleggiano nell’aria. Davanti alla toletta a truccarsi. Specchiarsi. Rosso sangue la sua bocca. Nero il contorno degli occhi. Come i suoi capelli d’altronde. Tinta fatta il giorno prima. Per lui. Per lei.
Quando scende dalle scale il mondo si ferma. Gli muore il respiro in gola. Se di respiro si può parlare. Lo sguardo è fisso. Una venere nera. La sua. Completamente sua,finalmente. È alla sua altezza. E tocca a lei baciarlo. Lui non ne ha la forza.
“Dai Spike,dì qualcosa!”.
“Io..bloody hell,Cucciolo,sei davvero tu o ho ingoiato centomila maledette pillole e non ci ho neanche fatto caso?”.
“Si sono io stupido uomo cockney!adesso andiamo prima che pensi veramente che tu sia fatto!”.
Nessuna limousine ad attenderli. Ma lui ha messo a lucido la De Soto e per lei è perfetto.

Arrivano prima gli urli di Corey Taylor che loro. Stupide fighettine con i loro quarterbacks a braccetto guardano lo spettacolo schifate.ma quando lui esce,tutte le oche diventano delle bombe di ormoni impazzite. Bello e dannato. Letteralmente. Con quel passo lento e sinuoso mentre va ad aprire l’altra portiera. Mano nelle mano l’aiuta a scendere. E allora la vedono. Lei,un’outsider. In’idiota qualsiasi. E lui. Invidia lancinante per loro. Vendetta sfavillante per lei. Deve essere servita fredda,è vero. E non c’è niente di meglio che un bello schiaffo in faccia per renderla dolce.

Salgono la scalinata della palestra.una favola dell’ottocento. Quando è vissuto lui. Il suo mondo in versione cyber-punk. Oltraggioso.
Arrivano nella sala da ballo. Addobbi natalizi. Finta neve agli angoli delle pareti,delle vetrate. L’unico modo di vederla in California. Chiudendo gli occhi e immaginandosela.
Ritmi impietosi soffocati da risate cristalline. Gioventù che si diverte. Generazione di fenomeni da baraccone. Lui la guarda.
“Vuoi ballare cucciolo?”.
Non risponde ma sorride,raggiante. E la sua sicurezza allora vacilla. Ma solo per un attimo. La porta verso la pista. “best sunday dress” delle Hole come lenta dolce-amara colonna sonora. Continuando,poi,con “Pale blue eyes” dei Velvet Underground. Che descrive i colori dei loro occhi. Zaffiri tristi. Perle impolverate. E allora,per non piangere su quello che hanno perso e quello che hanno trovato,si baciano. Un bacio che rinchiude lacrime amare. Si sbranano per non cadere per terra con le mani sul viso. E ora la musica non esiste più. Le mille facce che li circondano diventano macchie sfumate. Solo loro e nient’altro.
Tatto estremo. Sensi diluiti in bisogno. Ma lei necessita il respiro. Cosa che lui si è dimenticato da molto tempo. Si allontana e lo guarda. Perfettamente imperfetto. Il ballo d’inverno si è trasformato in un altro modo per cadere nei loro clichès personali.
“Dunque,amore,tutti I bei propositi,il vestito,il ballo e finiamo a piangerci addosso? Non c’è pericolo! Mantieni gli occhi asciutti e continua a volteggiare sulla pista!” “Ricordi quelle inutili,fottute,cheer-maledette-leaders?dobbiamo far loro il culo,Briciola,giusto?”.
“Giusto,e sono pronta a farle sentire stupide puttane con dei cazzo di pompons ..far loro provare ciò che sono realmente..e questo le porta a un nuovo livello di stupidità,penso!”.
“Ricorda,Cucciolo,tu stai solo aprendo loro gli occhi! Sei una maledetta Madre Teresa di Calcutta,amore,stai facendo del bene! Lasciami essere il tuo papa!”.
E finalmente ridono. Cambi d’umore repentini. Immaginarsi Spike vestito di bianco su un balcone dello stesso colore tentando di fare sermoni,la fa piegare a mezzo dalle risa. Assurdo e fuori luogo. Quasi sacrilego. Un papa-vampiro con i capelli alla Billy Idol.
“Che hai amore?”.
“Oh,niente!”.
Non riesce neanche a respirare ormai.
“Niente di niente! Solo tu vestito come un uomo di chiesa?! Disgustoso”.
Sorride anche lui a quella visione di se stesso.
“Solo un po’ ,si,ma potrei essere il papa più bello di tutti i tempi,pensaci!”.
“Si,si,come vuoi! Questa conversazione è sempre peggio!”.
“Bene,allora possiamo continuare a ballare?”.
“Certo mio cavaliere dall’armatura scintillante!”.
“Si,vedi,Biscotto,questa è quasi peggio di quella del papa!”.
E continuano,attaccati,a volteggiare. Musica rock che condisce il momento. Alle volte fanno delle richieste al dj. Altre vanno a bere del paunch che lui ha già pensato bene di correggere con la sua fedele fiaschetta di Bourbon. Gli sembra di riavere diciotto anni. Da umano. Certo,questo non è il ballo d’apertura alla società,ma bensì un ballo di metà anno,ma l’effetto è più o meno lo stesso. Eccetto che si sta divertendo molto più ora di che in quell’occasione alla fine dell’ottocento in un’Inghilterra industriale al carbone.
I tempi sono cambiati. E lui ha visto questo mutamento davanti ai suoi occhi. In prima persona. L’avvenuta dell’auto. L’invenzione della tv. La musica rock. Le inserzioni giovanili. I miti. Due guerre mondiali. Sono avvenute più cose nel ‘900 che in tutti gli altri secoli. E anche se da una parte essere un vampiro può essere una maledizione,dall’altra permette di vivere le evoluzioni e questo,è un privilegio per pochi. Gli ha permesso di conoscere Dawn. Di innamorarsene. Ed è riconoscente a Dru per questo. Certo,gli ci è voluto un secolo per trovare la donna giusta ma alla fine ci è riuscito. È sempre stato lento in queste cose. E non ne fa segreto.
Il ballo va avanti. I ricordi affluiscono prepotenti. D’effetto.

Circoncisione di timori. Acquavite leggiadra sulle loro teste. Non sentono la fine pioggia mentre s’incamminano verso la macchina. Verso il loro mondo al sapor di nicotina. Accende il motore e così “The hunger” dei Distillers. Promesse vaganti in quegli urli squarcianti. Brody Dalle e la sua bocca piena. Rossetto disfatto. Come la sua voce. Potenza in carta vetrata. Lucidità illogica. Per sempre in quelle note si sono cercati durante quell’estate infinita.
È il loro tacito accordo. Il loro sfiorarsi indiscriminato. Distrutti i sorrisi di plastica,riscoprono la violenza appena entrano in camera. Ma è una violenza dolce. Voglia di combattere per aversi. Guardarsi con una punta di terrore mentre bocche insaziabili si trovano. Mani che colpiscono a fondo con solo una carezza. Non c’è nessuno ad ascoltarli. Li assorderebbero con il loro non troppo tacito coito.
“I’ll be your lover, I’ll be forever, I’ll be tomorrow, anything when I’m heigh”, canta il primo Manson. Quando ancora non si tagliava per I soldi. Ma giusto per il gusto di farlo. Per dimostrare di non sentire niente. Come aveva fatto lei dopo aver saputo di essere la Chiave. Le ha lasciato una cicatrice d’avorio. Un ricordo perlaceo del suo non essere nulla. La lama affondato nella carne come le zanne di Spike in quell’istante. Mentre sta succhiando via la sua linfa vitale dal suo collo nudo. Il morso del possesso. Così terribilmente eccitante. Così dolorosamente delizioso. Zuccherato di aggressività. E lei è ben felice di essere sua per sempre.
La sveglia dal quel sogno offuscato un violento orgasmo al gelato. Freddo. Glaciale nel suo calore spumoso. Nervi che si paralizzano per poi rilassarsi dopo pochi secondi.
Si distendono sul letto matrimoniale soddisfatti e stanchi dalla loro danza accattivante. Per poi addormentarsi abbracciati.
  
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