Venezia non è una città ostile se segui la politica dei potenti. La vita delle persone trascorre tranquilla tra i canali. I commercianti vendono la loro mercanzia, i medici i loro intrugli medicamentosi e i menestrelli spazientiscono i passanti con le loro melodie che riecheggiano per i vicoli.
 Ezio odiava quei maledetti menestrelli, tutti stonati e chiassosi, i tipi ideali per mandare a monte una missione.
“L’ora è suonata per quei cani, maledetti marrani!
Quando il sole sorgerà, il campion trionferà!”
“Adesso gli pianto una lama in gola se non la smette”sussurrò a mezza bocca l’uomo incappucciato all’amico che sorrideva divertito dalla sua reazione esagerata e che gli batteva ritmicamente la mano sulla spalla, non facendo altro che aumentare il suo nervosismo.
“Siete il campione, trionfatore dell’agone!di tutte le guardie fa strame
Conquista il cuore delle dame!!”
Ezio Auditore scoccò un’occhiata truce all’uomo che continuava a cantare imperterrito, nonostante fosse costantemente minacciato dallo sguardo dell’assassino, il cui contegno era davvero precario, e la sua pazienza  lentamente andava esaurendosi come i granelli di una clessidra “Spero che se ne vada altrimenti lo uccido davvero, e se anche voi non la finite vi taglio la mano con la lama nascosta”detto questo Ezio afferrò per il polso l’amico, che mormorò un “uhhh” di finto spavento, ma il fiorentino  cominciò a camminare velocemente allungando sempre di più il passo e cercando di confondersi tra la gente, trascinando con se Leonardo che non faceva che ridere divertito e sollevato, per alcuni secondi, infatti, aveva davvero temuto che il suo sangue fosse versato. “Voi due messeri dove state andando? Non vi aggrada la mia musica?Vi prego solo qualche fiorino in cambio dei miei servigi!” gridò il menestrello inseguendo i due e cominciando a strimpellare una nuova canzone, agitando anche le braccia al vendo e suonando con ampi gesti della mano.
“Guardie, preti, cortigiani,
tutti uccisi come cani!
La giustizia divina lo guida e speriam
Che la sorte gli arrida”
“Nessuno ve li ha chiesti! E adesso toglietevi dai piedi o anche voi verrete ucciso come una cane!” rispose di rimando il ragazzo “Ezio, lasciategli qualche fiorino e vedrete che se ne andrà, da quando siete diventato così attaccato al borsellino? Spendete troppo in cortigiane caro mio!”costatò Leonardo continuando a sghignazzare sotto il cappello piumato, non si era mai trovato in una situazione così divertente, sarebbe dovuto tornare più spesso a Venezia. “E voi da quanto non tenete più alla vostra vita?”Improvvisamente Ezio si fermò, costringendo Da Vinci a urtare contro la propria schiena “Voi! Venite, scusate mi sono comportato davvero come un villano, però devo dirvi che trovo le vostre note incantevoli e le parole sublimi, quasi simili alla poesia” chiamò il menestrello voltandosi verso di lui e facendogli un cenno con la mano, oltre che lusinghe con le parole. “Finalmente! Vi pare questo il modo di trattare un povero diavolo come me? Davvero messere vi piace la mia melodia?” gli chiese speranzoso il cantore con un piccolo alone brillante davanti agli occhi “No!”affermò cupo Ezio estraendo la spada, una volta appartenuta al suo antenato Altair,  con un semplice e fluido movimento del braccio “ e se non ve ne andate alla svelta vi ridurrò in tanti piccoli pezzi!” alla vista della lama scintillante e nel sentire il tono basso e minacciose dell’uomo, il menestrello lasciò cadere il proprio strumento con un urlo da donnetta, scappando terrorizzato. “Tsk, di questi tempi bisogna usar man forte per essere rispettato”sorrise trionfante l’assassino verso l’amico, e i due si allontanarono scomparendo nell’ombra.