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Autore: Kuruccha    26/06/2011    7 recensioni
Azula e il fulmine.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Azula
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azzurro elettrico
Capitolo unico



La saetta blu serpeggiò attraverso l'aria immobile del primo mattino e andò a colpire uno dei cespugli di rovi poco distanti, incendiandolo all'istante. Azula curvò appena le labbra, le dita ancora tese in avanti, osservando il fumo che si alzava verso il cielo.
Udì un fruscìo alle proprie spalle; con una capriola si voltò e ripeté gli stessi gesti di poco prima. Non lo fece meccanicamente; ogni folgore, con tutta la rabbia che rappresentava, le partiva dal cuore - dall'irritazione, dall'odio. Anche questa non mancò il proprio obiettivo; un'innocente lepre-furetto cadde a terra in preda agli ultimi spasmi.
Azula osservò le zampine dell'animaletto muoversi un paio di volte per poi rimanere inesorabilmente ferme. Sorrise ancora.
Meno uno.
Dall'alto dei suoi nove anni - e non importava se erano otto e mezzo; una volta passati gli otto, erano già nove, per lei - si sentì incredibilmente potente. Poteva intuire anche da sola, senza che nessun altro la adulasse, che i passi da gigante fatti nei mesi precedenti erano degni del migliore dei Dominatori esistenti. Lo avvertiva in quel crepitare di elettricità tra le dita; lo capiva dalla scia di morte che poteva lasciarsi alle spalle semplicemente desiderandolo.
Erano passati ormai due anni da quando aveva lanciato per la prima volta - per caso, ma non certo per errore - una saetta durante uno dei soliti allenamenti; ora quasi rideva al ricordo di quando, a quel tempo, aveva temuto anche solo di pronunciarne il nome.
Una forza che porta un nome è già una forza indebolita, aveva pensato allora, in una sorta di rispetto ancestrale.
 - Tsk. Ridicolo - si disse, avvicinandosi alla sua ultima vittima.
In fondo, quel pensiero era solo una versione appena più evoluta di ciò che le dicevano sempre da bambina. Ah, com'era? "Se racconti a qualcuno i sogni che hai fatto, poi non si avverano più"?
Stupidaggini da bambini. Illusioni.
Ricordava di averne avuto paura, in un primo momento. Nel vedere la propria saetta raggiungere quel grappolo di malverose - quei fiori così irritanti, che aveva voluto bruciare per i loro colori sgargianti, per l'arroganza del loro apparire - e distruggerlo senza alcuna pietà, si era domandata se davvero quella forza non fosse troppo grande per essere controllata da mano umana.
Poi aveva lanciato il secondo lampo, come lo chiamava allora, e tutto era cambiato.
Tsk. Come se un nome potesse davvero fare la differenza. Com'ero sciocca.
Con quella seconda saetta aveva aperto una fossa nel prato.
Con la terza era riuscita a muovere una pietra; con la quarta a spezzare un grosso ramo.
Con la quinta aveva ucciso la sua prima lepre-castoro. Con la sesta era riuscita a centrare una cavalletta; con la settima aveva staccato una foglia da un albero - una e una sola. Proprio quella a cui aveva mirato.
In tre mesi aveva domato il lampo blu.
Si era chiesta se non fosse meglio tenere nascosta a tutti quella dote e lasciare che le folgori non si risvegliassero mai più. Erano fin troppo irreali nella loro potenza; e poi, se non lo raccontassi a nessuno, avrei un asso nella manica.
Dopo sei mesi, per la prima volta, qualcuno aveva per caso assistito a quel miracolo, e l'aveva poi lodata per quella grande dote. E quell'adulazione era diventata balsamo per il suo autocompiacimento. Aveva così cominciato a considerare la saetta non più come qualcosa da temere, ma come un'arma da sfruttare. L'aveva chiamato per la prima volta con il nome che tutti usavano, fulmine. Il rispetto per la potenza di quell'evocazione si era trasformato nel puro desiderio di domare qualcosa di troppo grande e potente. Quell'equilibrio sottile si era spezzato.
Aveva temuto, a volte, che quel fulmine si potesse ribellare e rivoltare contro il proprio creatore; bastava però un semplice scuotere della testa a cacciare quei pensieri.
Le adulazioni riuscirono ad accantonare ogni timore.
Nemmeno il fulmine può battermi.

Quando il lampo azzurro colpì Zuko, il cuore di Azula sobbalzò di gioia.
I fulmini penetrano gli esseri umani proprio come fossero conigli.
Attese, smaniosa di controllare se anche suo fratello avrebbe agitato le gambe e le braccia. Non lo vide muoversi; poco importava.
Le dita tese in avanti, osservò la Dominatrice dell'Acqua poco distante da lei; si concentrò per lanciare un'altra folgore. La ragazzina cominciò a correre qua e là.
Ingenua. Non puoi sfuggirmi. Questa potenza non perdona, si era detta, sogghignando compiaciuta, inseguendola come se fosse una preda.

Incastrata in quel blocco di ghiaccio, mentre Katara le incatenava le braccia, Azula cercò con tutte le proprie forze di evocare una saetta. Non ci riuscì.
Il fulmine si era preso la propria rivincita; non si fece dominare, né in quel momento, né mai più da allora.
Non aveva perdonato nemmeno lei.


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26.06.2011
YAY!
Sono contentissima del mio secondo posto. E' stato un contest davvero entusiasmante, pur essendomi ridotta a scrivere e consegnare quasi all'ultimo momento. XD Per chiunque volesse saperne di più, questo è il link al contest "Di fiori e paesaggi".
Ringrazio moltissimo MyPride per il curatissimo giudizio e per i meravigliosi banner. *_*
Scrivere di Azula è probabilmente la cosa che preferisco in assoluto. Ogni storia su di lei è una nuova conferma. XD
Questa storia è tutta per Scrapheap_sama. Decisamente. E' una dedica che ti meriti oltremodo :D
Grazie a tutti per aver letto :)
Kuruccha
   
 
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