So,
this is a “goodbye”?
« Addio »
Le parole di N risuonavano roche tra le pareti dell’enorme
stanza semi
distrutta, si scagliavano verso l’esterno per poi balzare
indietro fino ad
insinuarsi nelle orecchie di Black.
Il
sorriso del più grande sparì lentamente mentre la
sua solita espressione
enigmatica prendeva posto sul suo viso.
“Addio? Che cosa? No! Non puoi andartene così, non
ha senso! Fermati!”
Black
voleva urlare quelle parole, voleva alzarsi in piedi e salire sopra la
roccia
più alta delle macerie di quel posto per poter urlare al
mondo intero, a N, quello
che pensava eppure, come se qualcosa lo
bloccasse, non ci riuscì.
Si
limitò a guardare con gli occhi sbarrati il
Pokémon leggendario Zekrom
atterrare vicino al suo giovane padrone dai capelli verdi, per poi
prendere il
volo con N sulla sua groppa.
E il
tutto accadde così velocemente, per lui, che neanche si rese
conto di essere
rimasto li, nel covo del team Plasma, completamente da solo.
«
N?
… N?!»
Sbraitò
il nome del ragazzo al vento, come sperando di vederlo apparire
magicamente
com’era suo solito fare. Per tutta la sua avventura era stato
così, no?
Quando
meno se lo aspettava, nei momenti meno opportuni, N era lì
insieme alle sue
frasi incoerenti e prive di logica che non facevano altro che
confonderlo.
Eppure
adesso che serviva, ora che Black aveva bisogna ancora di lui, il
giovane non era
li.
Se n’era
andato con il suo Pokémon chissà dove e, stando a
sentire quel suo addio,
sicuramente non si sarebbero mai più rivisti.
E in un
certo senso nemmeno dovrebbe importargli no? Chi è N per
lui? Non ha avuto
nemmeno il tempo di conoscerlo che già quello si era
proclamato come “il suo
migliore amico”, l’aveva sfidato la prima volta in
cui si erano incontrati e
aveva iniziato a guidarlo passo a passo verso la risoluzione di un
mistero più
grande di lui .
E la
domanda spuntava spontanea nella sua testa: perché?
Black si
trovava speciale, ovvio, ma non così tanto da entrare a
scrivere un capitolo
della storia dei Pokémon.
Si aspettava, all’inizio della sua avventura, un
percorso pieno di sfide e vittorie fino ad arrivare ai cancelli della
lega Pokémon
e quindi a diventare il campione.
Insomma, i soliti sogni che navigavano nella sua mente da quando era
piccolo.
E
invece cos’era successo? Uno strano ragazzo dai capelli verdi
aveva deciso di
tirarlo dentro alle sue questioni e lui, stolto, non era riuscito a
tirarsi
indietro.
L’aria di avventura, di potere e di intrighi
l’avevano portato a
continuare non solo il suo sogno, ma anche quello di N.
Ciò nonostante, Black, non pensava
che
avrebbe mai sentito la mancanza di quello strano ragazzo che si
reputava
migliore di lui, cosa poi impossibile che dir si voglia!
Strinse i pugni in entrambe le mani, osservò il varco
illuminato da dove era
sparito poco prima l’altro ragazzo, vi si avvicinò
barcollando leggermente e si
appoggiò al muro.
«
Facciamo
che io ti
aspetto qui, ok? Devi darmi delle spiegazioni, ecco!»
Iniziò a
parlare socchiudendo gli occhi e lasciando formare un lieve sorriso
sulle sue
labbra.
« Non
pensare che un campione come me si accontenti di quattro parole dette
in croce!
E sì, sono il campione adesso! E la prossima volta dovrai
sfidarmi!»
Riaprì
gli occhi di scatto e allungò una mano verso il cielo.
« Capito
N?!»
.
Bene, eccoci qui. Una
breve - brevissima- shot sui Pokémon. L'ho scritta un po' di
tempo fa, quando non riuscivo a staccare gli occhi dal videogame di
"Pokèmon Nero", quando disegnavo N sul banco giusto
perché mi annoiavo e, quando con la mia amica parlavamo di
questa "coppia". E allora eccola qui -w-
Mel.