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Autore: njrvanha    27/06/2011    8 recensioni
Dal Capitolo 22- {"...adorabile? Dolce? Carino?" mi suggerì un tre aggettivi.
"No. Lo trovo...cioè, mi piace che sia insopportabile. Ed irritante. Oddio, sono malata" quasi fui tentata di mettermi una mano sulla fronte per controllare se avevo la febbre.
"La verità è più semplice. Lo stai accettando"}-
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When the Moon fall in the Earth

 

Capitolo 1

Migliaia e più

 

 

12 Settembre 2010

 

Di solito settembre era un mese piuttosto soleggiato e tiepido, ma evidentemente il Canada aveva ben poco, di calore. Io venivo dalla California, forse era normale per me trovarmi un pò fuori luogo. Ora non prendetemi per Bella Swan di Twilight, ma non era di certo colpa mia se ero Californiana e avevo la pelle più bianca ed avanescente di uno spettro e non avevo una bella e fluente chioma bionda e occhi azzurri. Ero anonima come i miei vestiti, tendo a non farmi notare. Avevo pochi amici, quasi nessuno, l'unica che mi era sempre stata accanto era Delice, una mia amica d'infanzia. Delice era bella dentro e fuori, credo che era per questo che era la sola con cui sorridevo. Mia madre non c'era, era morta quando ero nata, mio padre era sempre assente con me. Mi voleva bene, lo so, capisco che il suo lavoro era il suo lavoro e va distinto bene dalla famiglia. Ed eccomi qua, Sapphire Diamond, ragazza di sedici anni (vicina ai diciassette) che si ritrova al quarto anno di Liceo in Canada a Stratford perchè il proprio padre aveva deciso di fare un trasferimento per lavoro. Nuova scuola, nuovi compagni, nuova vita. Normalmente questa cosa ecciterebbe le ragazze che prima non erano state nessuno, ma io mi sentivo solo sprofondare.
Ok, ok, cosa direbbero nei film? "Prendi un bel respiro, e vai" o "Segui il tuo cuore" o altre cavolate simili. Credo che nessuna di queste sia in sintonia con la mia situazione, io dico "O la va, o la spacca".
Dalla mia posizione impalata sul cancello delle scuola, di fronte al cartello "High School", mi mossi piano cercando di prendere familiarità col terreno umido che non mi era molto amico, mentre mi dirigevo verso un muretto libero da gruppetti e da studenti. Nessuno sembrava fare caso a me, erano tutti ad abbracciarsi e ridere e scherzare, parlando delle vacanze e di quanto sarà noioso quest'anno scolastico, e mi venne spontaneo chiedermi: e io che ci incastravo qui?
Mi sedetti usando lo zaino per appoggiarmi con la schiena e tirai fuori la mia arma letale contro il mondo e i suo problemi: l'iPod. Non era solo un passatempo, qualcosa per scacciare la noia, ma un oggetto essenziale per la mia calma e tranquillità. Quello che non potevo dire, le canzoni lo facevano per me. Erano sconosciute al mondo, anche a me stessa, alcune erano conosciute, altre non erano canzoni ma solo armonie. Era un bel repertorio, non c'era che dire. Ma un repertorio che non avresti mai associato alla musica che sentono le ragazzine di oggi.
La mia patina di calma fu interrotta quando sentii qualcosa picchiettarmi un ginocchio, e aprii gli occhi.
Mi ritrovai davanti una ragazza minuta, piccolissima e graziosa, con due grandi occhioni azzurri che sorridevano da soli e che mi fissavano allegri. La squadrai bene, un pò stupita. Come faceva a portare un vestito dal taglio quasi primaverile se fuori si gelava? E soprattutto, cosa voleva? Fermai la musica e mi levai le cuffiette.
"Ciao, tu devi essere Sapphire Diamond, che bel nome. Io sono Candice Brookyn, piacere" si presentò. Mentre parlava dondolava un pò, e i corti capelli color miele le rimbalzavano in un modo un pò buffo ai lati del viso a cuore. La osservai scettica, diffidente. Era espansiva, davvero tanto, e per una persona riservata come me non credevo potessimo entrare tanto in armonia. Ad ogni modo, l'educazione era l'educazione.
"Piacere, Candice. Anche, anche il tuo è un bel nome..." bhè, ricambiare un complimento mi sembrava carino. La vidi illuminarsi tutta, e mi chiesi se quella ragazza non avesse qualche luce da scena o qualche neon. Un pò strana, ma a primo impatto sembrava piuttosto simpatica.
"Grazie, grazie, grazie! Oh, mi stavo per dimenticare" si ricordò, e estrasse dallo zainetto fucsia un foglio e me lo porse sorridente. Guardai prima lei poi il foglio, ed esitante lo presi. Era il foglio delle lezioni. Come faceva ad averlo? La guardai interrogativa.
"Come fai ad avere il foglio delle mie lezioni?" chiesi sospettosa, mentre lei sorrideva tranquilla. Fermò di dondolarsi e si sedette accanto a me, prendendo tra le braccia lo zaino come un orsacchiotto di peluches.
"Mia madre è la segretaria, e così le ho chiesto se potevo portarti il foglio. Così non perdevi tempo e non ritardavi il primo giorno" disse, mentre lanciava sassolini a terra, lasciandomi interdetta. Era stata veramente gentile a fare questo, specialmente per una sconosciuta, ma tutta quella preuccupazione nei miei confronti mi era estranea.
"Non importava" forse fui un pò troppo brusca, ma lei non sembrò prendersene a male, e continuò a lanciare sassolini allegra. Io intanto guardavo il foglio.
Il prossimo Lunedì iniziavano i corsi, evidentemente quella settimana non avremmo fatto niente se non conoscere gli insegnanti e sapere i materiali scolastici. Io almeno.
Speravo che i professori sarebbero stati gentili con una nuova arrivata e mi avrebbero spiegato il programma, altrimenti non mi sarei più raccapezata. Scrissi il mio nome sulla cima del foglio e lo infilai nello zaino nero. Tutti qua avevano gli zaini e le cartelli dei più strambi colori, io ero l'unica che indossava solo colori neutri, e mi faceva sentire a disagio, tutto questo.
Sospirai, lanciando un'occhiata al cortile che si stava riempiendo di alunni, e notai una folla piuttosto animata al centro del parcheggio.
Candice seguì il mio sguardo, smettendo di tirare sassolini, e ridacchiando scese dal muretto. La guardai curiosa.
"Hai mai sentito parlare, credo di sì, come non potresti?, di Bieber?" chiese allora, e io annuii. Avevo letto vagamente qualcosa di quel ragazzo sulle riviste ma non mi ero mai soffermata. Odiavo i gossip, non ero il tipo di ragazza che tutti i mesi controllava se fosse uscita la sua rivista preferita su quello o quell'altro. Oltretutto già il fatto che scrivessero "siamo contenti per A che si sia rimessa dopo le cure, eccetera eccetera..." stava a significare quanto fossero false quelle persone che scrivevano. Non gli interessava realmente, erano solo notizie per vendere di più.
"Bene. Sono felice di annunciarti che Justin quest'anno ha deciso di ritornare qua e finire gli studi da liceale. Non è un gesto carino?" ora si dovrebbe vedere la protagonista che sputa l'acqua o il caffè dalla sorpresa, ma la cosa in realtà non mi toccò più di tanto.
"Ah" che entusiasmo.
Candice mi guardò come se avesse visto un alieno.
"Tutto qui? Pensavo che...no, lascia perdere. Solo che è strano, sei la prima che non si stupisce" la sorpresa trapelava un pò dalla voce della bionda minuta davanti a me, ma credevo fosse normale.
Lanciai uno sguardo al display dell'iPhone: mancavano dieci minuti esatti all'entrata.
Tornai a guardare la folla, e notai che piano piano si dissipava di fronte ad un uomo di colore piuttosto robusto, che precedeva evidentemente Bieber. Oddio, anche la guarda del corpo, che star. Già non sopportavo le folle, le star, e tantomeno le star montate. Bhè, forse in quella situazione serviva la body guard, ma cavolo, secondo me se lo portava dietro anche per fare la spesa. Se la faceva, la spesa.
Sobbalzai quando lo vidi girarsi nella nostra direzione e aprirsi in uno scintillante sorriso. Usava la varichina, quello lì? Portava anche gli occhiali da sole, manco fosse estate. Il cielo era solo grigio e lattiginoso. Possibile che stesse guardando noi? Mha.
I miei dubbi si insospettirono quando cominciò a correre verso il nostro muretto, e lanciai un'occhiata d'aiuto a Candice, ma lei sorrideva quasi lo stesse attendendo a braccia aperte. Quando fu davanti a Candice, abbracciò la mia quasi amica facendola addirittura girare in aria. Inarcai un sopracciglio stupita. Mi sa che ero l'unica a non sapere chiaramente cosa stesse succedendo.
"Juss, sei tornato! Come stai? Tutto bene? E Kenny? E Scooter? E Usher? E Patty? E..."
"Okay, okay, Candy, fammi respirare! Tutto bene, stanno tutti bene, tranne io...mi stai strozzando!" Candice sgranò gli occhi e lo lasciò andare dal suo abbraccio stritolante, e il suo sguardo si posò su di me. Mi sentii al centro dell'attenzione. Mi strinse nella felpa, diffidente.
"Oh, non vi ho presentato! Juss, lei è Sapphire Diamond, è nuova. Saph, lui è Justin Bieber" ci presentò con gesti concitati delle mani.
Dovetti mordermi la lingua per non aggiungere un "Ma dai" alle sue ultime parole. Bieber mi sorrise e quasi mi accecò (no no, quella era candeggina) e mi porse la mano. Osservai prima lui e poi la sua mano tesa, scettica. Insicura, la strinsi un pò, e notai che io ero più bianca di lui. Oddio, ero più bianca di un canadese, cosa ci mancava ora?
"E' un piacere conoscierti, Sapphire."
Odiavo quando dicevano il mio nome, lo detestavo. Era un nome che aveva un abbreviativo stupido, e di per sè non mi piaceva nemmeno un pò. Serrai la mascella, annuendo un pò a disagio. Guardai altrove, e mi accorsi che la buona parte delle ragazze in cortile mi fissavano truci. Sembravano assatanate, oddio.
"Allora, Juss, com'è andato il tour?" chiese a quel punto Candice, rompendo il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare da quando avevo riportato gli occhi su Bieber, che era di fronte a me e occupava quasi tutto il mio campo visivo.
"Benissimo. L'Italia è davvero splendida, e fanno dell'ottima pizza!"
"Ma certo, tu pensi alla pizza ma scusa..."
"Sei andato in Italia?" che bella che doveva essere, avevo sempre sognato andarci. E non solo nella grandi e famose città, ma anche nei paesini, nelle cittadine più piccole che altri trascuravano.
Bieber riportò la sua attenzione su di me.
"Sì, a Roma, Milano e Torino ed altre località" rispose sorridente, e la cosa un pò mi infastidì. Che aveva così tanto da sorridere? "Tu invece da dove vieni?"
"Dalla California" lo vidi spalancare un poco la bocca "Attento, Bieber, ti entrano le mosche".
"Davvero? Cioè, non si direbbe. Sei così pallida, ed hai i capelli neri e..."
"Vuoi anche il mio numero di scarpe?" chiesi sarcastica. Ci mancava solo che dicesse che ero magra e piuttosto bassa per i canoni delle ragazze californiane, e che non avevo occhi azzuri truccati di matita ombretto e mascara, ma erano viola (colore assurdo, odioso) e puliti come tutto il mio viso. Sbuffai.
Lui sembrò in imbarazzo, ma poi mi sorrise e mi sentii scossa. Non era un sorriso accecante come quelli di prima, non sembrava appena uscito dalla pubblicità di un dentifricio, ma era quasi...normale. Sincero, pulito. Mi piacque.
"Bhè, tu sei più bella" mi trovai piena di imbarazzo fin nelle tasche, e mi strinsi nella felpa larga e calduccia, mentre Candice ci guardava sbalordita. Poi sorrise un pò nervosamente.
E la campanella suonò.

***

 

La prima ora era passata con un discorso del preside che non avevo ascoltato neanche un pò. Tutti come me erano distratti, si facevano gli affari propri e ignoravano bellamente l'ometto seduto sul palchetto della sala video.
Candice si era seduta accanto a me, e mi stava tartassando di domande senza neanche darmi il tempo di rispondere che partiva subito con un'altra raffica.
"Quindi gli piaci" disse infine, dopo il suo discorso traballante ed euforico. Mi congelai sulla sedia, e mi girai lentamente a guardarla. Che diamine diceva? Oddio!
"Candice, sono sicura che ti sbagli" "io non piaccio a nessuno, avrei voluto aggiungere, ma mi trattenni. Candice spalancò gli occhioni celesti per poi spalancare la bocca, boccheggiare e poi richiuderla con uno scatto facendola diventare una seriosa linea.
"Io non mi sbaglio mai, e poi mai dire mai" la guardai male. Odiavo quel proverbio. So che è bello credere nei sogni e nelle proprie possibilità, ma c'è qualcosa che nella vita ti dirà che la tua strada è quella, che è quella che ti renderà felice. E smetterai di illuderti. Perchè è vero che i sogni sono gratis, ma ci sono cose che nella vita vanno affrontate con la testa. La speranza è qualcosa di bello, l'illusione no. Quindi, la speranza è l'ultima a morire, mi piace molto di più.
"Non dire quel proverbio" sibilai. Oltretutto io e Bieber non stavamo nè in cielo nè in terra, a me non piaceva in quel senso (non che mi piaceva in altri, siamo chiari) e io non piacevo a lui proprio in nessun senso. Era solo che la mia quasi amica ci vedeva un pò male, tutto qui.
"Ma come? E' così bello, pieno di sogni e di speranza e..."
"...di illusioni." mormorai cupa. Ero dura, forse, ma ero fatto così. La natura, per quanta disciplina ci si imponga, rimane sempre la stessa.
"Non essere negativa, Saph" sorrise lei.
In quel momento mi venne in mente, all'entrata di scuola, l'abbraccio volante che si erano dati Candice e Bieber, e pensai che, in confronto, loro due erano molto più affiatati.
"Secondo me sei tu quella che gli piace" ero sincera, mi era sembrato che ci fosse qualcosa di molto bello tra di loro. Candy arrossì fino alle punte dei capelli, e, dopo aver scosso il capo energicamente facendo ballonzolare i capelli da una parte all'altra, mi guardò mordendosi il labbro.
"Che vai dicendo, Saph! Io e Juss siamo solo amici!"
"Molto uniti, a quanto vedo" dissi, senza voler essere maliziosa.
"Ma no, cioè, io...lui...tu dici?" chiese alla fine.
"Cosa?"
"Che gli piaccio?"
"A me è sembrato di sì. E poi tu sei molto carina" abbozzai un sorriso, ma non essendo abituata, mi uscì una smorfia. Lei sembrò apprezzare comunque il gesto, perchè ricambiò con più enfasi.
"Oh, ma tu lo sei di più, Sapphire!" mi strinsi nella felpa, un pò spaventata. Questa ragazza faceva complimenti a chiunque.
"Non è vero".
Candice sorrise ancora "Come no? Hai dei bellissimi capelli, sono neri e pieni di boccoli. Mi chiedo come
fai. E hai degli occhi molto particolari e affascinanti" mi riempì ancora di lodi che non mi appartenevano, sproloquiando su quanto fossero luminosi i miei graziosi bulbi oculari a quanto fosse delicata la forma del mio viso a quanto fossero affusolate le mie mani. Io cercavo di nascondermi, imbarazzata a morte, perchè tutti avevano cominciato a lanciare occhiate a me e a Candy, che intanto parlava di ogni insignificante parte del mio corpo.

"Candice, smettila, ci stanno guardando tutti" borbottai imbarazzata. Lei sbuffò, e si rimise bene sulla sedia.
"Come avete potuto certamente notare, oggi e per questi due ultimi anni scolastici, per finire gli studi, il signor Bieber..." disse il preside, e dal pubblico si levarono squittii eccitati che mi fecero salire la pelle d'oca sulla schiena. Oddio, sembravano oche e galline in un pollaio "...insomma! Volevo dire, che il signor Bieber finirà gli studi nel nostro Liceo e che mi aspetto da voi integrità con chiunque si trovasse a disagio". Sai che bella integrità, pensai. Con Bieber non c'era da preuccuparsi, piuttosto nessuno aveva fatto caso a me oltre a Candice. Certo non volevo essere al centro dell'attenzione, ma speravo che un pò di cortesia l'avrei ricevuta anch'io, essendo nuova.
"Quest'anno la scuola ha deciso, in quanto la possibilità dataci dai fondi scolastici a cui ha contribuito il nostro nuovo studente..." e ammiccò a Bieber, tra la folla. Che sfacciato! Bei favoritismi, cavolo. "...di poter fare in questi due ultimi anni in questo Liceo, di festeggiare finalmente eventi che fin'ora non avevamo potuto fare per colpa della situazione economica, come il Ballo d'Autunno, di Inverno, di Primavera e d'Estate! Saranno tutte feste che la scuola ha proposto per divertirsi e fare piccole gare scolastiche che aiuteranno tutti a fare amicizia!"
Ma dove viveva questo qui? Gara, per le oche della scuola, era qualcosa da vincere senza alcuno straccio di sportività! Non c'avrebbero pensato due volte a ricorrere a trucchetti o cose simili.
Il microfono oscillò e produsse un rumore simile a quello dell'acciaio su una lavagna, e mi tappai le orecchie infastidita. Sentii il preside e degli insegnanti confabulare tra loro, e poi il preside prese di nuovo la parola: "Ora prego di far salire sul palco la signorina Viktoria Melbourne, che deve fare un annuncio. Prego...".
Una ragazza alta, esageratamente alta che sembrava una cicogna, bionda, così bionda da sembrare bianca di capelli e forme molto prosperose (avrei potuto metterci la mano sul fuoco che qualche ritocchino se l'era fatto) salì sul palco e prese il microfono.
"Ci tenevo a salutare tutti gli studenti della Stratford High School, augurando un buon anno scolastico a tutti. E ci tenevo anche, a fare un annuncio: per Halloween ho deciso di invitarvi tutti nella mia casa, per stare tutti insieme in un atmosfera di gioia e allegria. Ci saranno giochi e divertimenti, spero che veniate tutti"
Quel tono da santarellina mi infastidì moltissimo. Odiavo le persone così finte, come pezzi di carne precofenzionata. Plastificata, come una statua di cera. La voce era insopportabile, tipica da Barbie. Ero sicura che non avrebbe aspettato un attimo per accalappiarsi la star ascesa tra di noi, facendola diventare il suo Ken. E pensare che non mi erano mai piaciute le bambole, al massimo le impiccavo.
Sospirai. Di sicuro Candice avrebbe voluto andarci, e non ero proprio nella posizione di rifiutare un invito dalla regina della scuola. Quella cicogna se la sarebbe presa a morte.
Ci fu qualche annuncio, cavolate senza nessuna importanza e il preside ci mando alla terza ora nelle nostre classi, per fare conoscenza con gli insegnanti.

***

 

"Allora, ragazzi. Io sono la vostra nuova professoressa di letteratura, mi chiamo Arianna Gheryfind. Quest'anno sarò la vostra insegnante, poichè la professoressa Hanglestain ha avuto gravi problemi di salute" e scrisse il suo nome alla lavagna. Sembrava simpatica, forse era anche brava "Mi hanno informato che c'è una nuova alunna. Chi è?" Ritiro tutto.
Odiavo presentarmi, facevo sempre figuracce. Alzai la mano, sperando non la notasse e mi spacciasse per assente.
"Oh! Sei tu. Prego, presentati pure. Il tuo nome?" chiese, distruggendo ogni mia speranza.
"Sapphire Diamond" borbottai sottovoce, ma lei sembrò udirmi e mi sorrise materna.
"Bene, Sapphire. Spero ti troverai bene e se hai qualche problema non esitare a chiedere" Ma certo che no, non mi sognerei mai di avere qualche problema.
Mi riaccomodai meglio sulla sedia, mentre mi sentivo fissata da tutti gli studenti della classe. Persino le piantine mezze secche sembravano guardarmi.
Ero rossa di vergogna.
La professoressa Gheryfind continuò la sua spiegazione del programma di letteratura, mentre io guardavo fuori dalla finestra, dal mio ultimo banco sul lato sinistro della classe.
"Bene, ora passo all'appello." Ora ci pensava, eh?
Iniziò a chiamare un sacco di nomi e cognomi, e tutti rispondevano "presente". Chi mai sarebbe mancato il primo giorno?
"Bieber?"
Gettai uno sguardo ai banchi, ma non notai nessun casco di capelli biondo cenere. Ecco, chi.
La prof. domandò un'altra volta, e mentre stava per segnare assente sul registro, la porta si spalancò.
"Mi scusi!" esclamò, col fiatone. Ma che diavolo aveva fatto? Oddio!
"Oh, Bieber. Justin Bieber, per la precisione. Oddio, Justin Bieber? Tu, tu..."
Fu una scena davvero disgustosa vedere la prof. chieder un autografo a Bieber per le sue bambine Carla e Evangeline. Ma la professionalità, dov'era, in quella scuola?

***

 

Dopo l'arringa di tutti i professori possibili e vari spostamenti in varie classi, arrivò la campanella di fine lezioni.
Finalmente potevo staccare.
L'unica volta che avevo visto Candice era stato alla penultima ora, e lei mi aveva sorriso e mormorato un "ciao" a cui io le avevo fatto un cenno.
All'uscita ci chiaccherai un pò, ed infondo non era così male. Non era un tipo con cui mi sentivo al massimo della simpatia, ma era piacevole e sapeva far passare il tempo.
Candice dopo un pò se ne andò, dicendo di dover andare da sua madre in segreteria a svolgere del lavoro.
Stavo per andarmene, quando sentii afferrarmi gentilmente per un braccio. Mi girai, già pronta a dire qualcosa allo sconosciuto, ma mi ritrovai davanti Bieber.
"Ehi" dissi io.
"Ehi" disse lui, sorridendomi.
"Uhm, che c'è?" chiesi interrogativa. Che voleva? Oltretutto da me, poi? Ci potevano essere migliaia e più di motivi, ma ora come ora non me ne veniva nessuno in mente.

"Faresti la modella?".
"Eh?!"

 

 

 

 

 
§§§
Allora, tornata con una nuova storia.
Questa volta ho deciso di finirla, perchè
mi piace proprio.
Spero in qualche commento, perchè
mi danno voglia di continuare.
Qualunque critica, commento, io
li leggerò volentieri.
Baci,
       
Moonlight.

 

 
  
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