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Autore: Edelweiss_    27/06/2011    4 recensioni
si chiude una porta e si apre un portone ...
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero in una stanza d’ospedale seduta vicino a un lettino nel reparto di pediatria, stringendo una manina che, sapevo, non avrei potuto stringere per molto altro tempo. Era la manina del mio fratellino. Aveva un tumore ai polmoni, non potevano fare niente per salvarlo, ormai si era diffuso troppo, i medici gli avevano dato un mese di vita o forse di meno. Lui era nato 10 anni dopo di me, da una madre troppo vecchia e un padre troppo ubriaco, avevamo la stessa madre ma padri differenti ( entrambi dei gran bastardi), lui era un’esserino di dodici anni troppo piccolo e troppo magro e ora con il cancro, non era mai stato felice o forse solo le rare volte che io gli telefonavo o lo andavo a trovare, anche se da quando si era ammalato passavo molte più ore ospedale insieme a lui, si chiamava Johannes, nome che avevo deciso io poiché a entrambi i genitori non interessava una beneamata minchia di lui: tantoché non lo andavano mai a trovare in ospedale. Le giornate si facevano sempre più buie a Helsinki, la neve cadeva soffice sulla strada, sulle case e sulle persone, gli alberi erano spogli, l’inverno era alle porte e ormai mancavano solo due giorni a Natale: la prima volta che gli avevo chiesto cosa desiderava in occasione della festività mi aveva risposto “ non voglio morire “ … successivamente avevo scoperto che voleva un Nintendo Ds, possibilmente con Pokemon, con il mio stipendio da barista sarebbe stato difficile, ma il mio capo mi aveva preso davvero a cuore e aveva deciso di aiutarmi. Vivevo in una villetta che avevo ricevuto in eredità da mio nonno, e lo benedicevo tutte le sere per averlo fatto, altrimenti sarei stata costretta a vivere con i miei pazzi genitori o in un appartamento piccolo e malsano: anche se quella villetta era un po’ grande per una persona, a volte mi sentivo persa … - tesoro devo andare … tra un po’ inizia il mio turno al bar .. - non puoi rimanere? - no, mi spiace tanto … altrimenti stasera non mangio … ci vediamo domani, mangia tutto e riposa bene … domani è la vigilia … Dopo avergli dato un bacino sulla fronte mi rimisi il cappotto presi la borsa e uscì dalla stanza. In strada faceva freddo, ma non avevo una macchina, quindi potevo andare a lavoro solo a piedi, non era tanto distante, ma la neve mi arrivava alla caviglia e io avevo un paio di stivali con il tacco alto, beccai una lastra di giaccio, scivolai e … due mani mi presero al volo, confusa cercai di rialzarmi e i guardare in faccia il mio salvatore, lui mi rimise in piedi - ehm .. Grazie … - si figuri, non potevo mica lasciarla cadere! Doveva avere circa 29 anni, anche se … io l’avevo già visto da qualche parte … lui era … Alexi Lahio … - scusa, ma sai ho un po’ la testa fra le nuvole in questo periodo … ma tu non sei … no, impossibile - sì … sono Alexi dei CoB … vuoi che ti accompagni a … dove stai andando? - oh, io lavoro in un bar qui vicino … vieni con me che ti offro qualcosa Lui mi seguì fino al bar dove gli diedi una birra - grazie, hai una faccia stravolta … c’è qualcosa che non va? Oh … scusa, non è affar mio … - no, non importa … ecco mio fratelli sta male … - mi dispiace … è grave? - ha un tumore ai polmoni incurabile … Dissi queste ultime parole con le lacrime che mi rigavano il volto, dirlo era più terribile che saperlo … - ha solo un mese di vita … Lui inaspettatamente mi abbracciò e iniziò a accarezzarmi i capelli e a cullarmi … era strano vedere quel cantante che aveva tanto l’aria da duro con un atteggiamento così premuroso … sembrava mamma chioccia … ma era proprio quello di cui avevo bisogno, qualcuno che capisse i miei problemi e che non mi scaricasse addosso i suoi - su, su … non fare così … vieni, siediti … parliamo un po’ Ci sedemmo a un tavolino un po’ appartato - non mi hai detto come ti chiami … - giusto! Io sono Arja … e ne sto passando di tutti i colori … Lui fece un sorriso dolce - ascolta, dopodomani è Natale, io non ho intenzione de ubriacarmi a una festa fra amici … credi che potranno dimetterlo il tuo fratellino per un giorno? Gli organizzo qualcosina … così avrà un buon ricordo della vita … - sì, credo che potranno permettermi di portarlo a una festa … grazie … è da tanto che qualcuno non mi aiuta, e poi dicono che i metallari sono cattivi … Si mise a ridere e mi diede un bacio su una mano - bene signorina, io dovrei andare, le porgo i miei saluti .. Ma prima mi dia il suo numero di telefono … ci mettiamo d’accordo stasera - certamente messere … Scoppiammo a ridere, dopodiché gli scrissi il mio numero di cellulare su un tovagliolo e glielo consegnai, lui mi salutò di nuovo e io rimasi a guardarlo mentre se ne andava. Fine del 1° capitolo …. Cosa ne pensate?
  
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