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Autore: heyitsgeorgia13    27/06/2011    3 recensioni
questa è la mia prima CrissColfer quindi abbiate pietà di me.
comunque mi è venuta l'ispirazione dopo che la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso è stata approvata a New York. è leggermente smielata, non è da me, ma amen!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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questa è la mia prima CrissColfer quindi abbiate pietà di me.
comunque mi è venuta l'ispirazione dopo che la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso è stata approvata a New York. è leggermente smielata, non è da me, ma amen! 


Digitai le ultime parole sul mi iPhone e premetti il tasto tweet;  finalmente quello che avevo scritto comparve sulla home.
- Hey che fai? – Chris mi saltò letteralmente addosso aggrappandosi alle mie spalle.
Gli sorrisi dolcemente e gli porsi l’aggeggio che avevo in mano. Lui lesse attentamente e vidi dipingersi sul suo volto il mio stesso sorriso – La legge è stata appena approvata e già state dando tutti di matto – disse con voce squillante.
Faceva finta di non essere elettrizzato ma, lo conoscevo come le mie tasche, era quello più eccitato di tutti.
- Ehm Darren, tu saresti solo soletto in camera – disse ridacchiando con fare alquanto malizioso.
Io mi ripresi il cellulare e rilessi quello che avevo scritto.
“As if i didn’t already have enough to celebrate and enjoy today. A big hug for New York from my lone hotel room in London. #MarriageEquality”.
Beh non era propriamente la verità. Ma non potevo mica scrivere: “Finalmente la legge è stata approvata e io mi ritrovo qui a festeggiare con l’uomo della mia vita: Chris Colfer”. Mi avrebbero preso per pazzo, o forse no. Come minimo tutte le amanti della CrissColfer avrebbero dato di matto, le vedevo già saltare per tutta la casa, vomitando arcobaleni.
No forse era meglio tenerle all’oscuro di tutto ancora un po’, dovevamo essere pronti alle conseguenze. E io forse non lo ero ancora.
Cioè, alla fine avevo appena scoperto che, da etero convinto com’ero, ero attratto dagli uomini.
No aspettate, io non ero attratto dagli uomini in generale. Io ero attratto da un uomo in particolare: Christopher Paul Colfer.
Era entrato nella mia vita, così, all’improvviso, e ne aveva fatto subito parte. Lo ammetto: non mi ritrovai subito attratto da lui, la cose successero e si evolsero con il tempo, ma, quando dovetti baciarlo sul set, capii che quello che provavo per lui non era solo una semplice amicizia, ma qualcosa di più.
All’inizio devo dire che la cosa era più fisica che altro, non riuscivo a stargli lontano. Ora invece ci sono di mezzo anche i sentimenti, veri e puri, e lui è diventato tutta la mia vita.
Mi sto leggermente rincretinendo per colpa sua, lo so, ma che ci posso fare, io l’amo.
- DC c’è qualcosa che non va? – mi chiese preoccupato e io scossi la testa ridestandomi dai miei pensieri – No tutto a posto, stavo solo pensando – confessai.
Chris alzò un sopracciglio e io scoppiai a ridere – Quanto sei tenero quando fai così – dissi mentre le sue guance candide cominciavano a prendere colore – Comunque è davvero strano che tu non sia così felice per la notizia – scherzai.
Lui mi diede un leggerissimo pugno sul braccio e mise il broncio. Quando vidi la sua faccia non riuscii a trattenermi dall’accarezzargli la guancia con un dito – Io sono più che felice, sono felicissimo – urlò saltandomi ancora una volta al collo.
Questa volta però riusci a farmi cadere sul letto e io, con uno scatto, me lo tirai dietro.
I nostri volti erano maledettamente vicini e non cercai neanche di trattenermi dal far sfiorare le mie labbra con le sue. lo baciai delicatamente, cercando di trasmettergli tutto l’amore che provavo nei suoi confronti, e lui fece lo stesso.
- Ti amo Darren – mi sussurrò a fior di labbra – Anche io – gli risposi riprendendo a baciarlo con più passione.
E in bacio tira l’altro, ci ritrovammo a fare per l’ennesima volta l’amore, più consapevoli, però, che quello che stavamo facendo ci avrebbe legato, forse, per l’eternità.
 
4 ANNI DOPO
 
- Buongiorno raggio di sole – dissi baciandogli la spalla nuda – Uhmm – fu l’unico verso che uscì dalla sua bocca prima di sentire il suo braccio stringermi ancora di più a lui.
Sorrisi divertito – Dai dormiglione, devi andare all’intervista. Non vorrai mica fare tardi? Sono già le 10:30 – lo rimpreverai sghignazzando.
A quel punto si tirò su di scatto e mi guardò malissimo – Tu sei completamente impazzito, io devo essere agli studi per le 11:15, non ce la farò mai ad arrivare in tempo. Oddio che casino, devo lavarmi, mettermi a posto i capelli e di sicuro ci sarà traffico per strada. Io ti uccido Darren, potevi svegliarmi prima – urlò mentre ficcava la testa nell’armadio alla ricerca dei vestiti.
Io rimasi sul letto a contemplare la sua immensa bellezza. Erano passati quattro anni e lui era sempre bello, come quando aveva 21 anni, o forse lo era ancora di più.
Tra alti e bassi la nostra storia era si era evoluta: ormai facevamo coppia fissa e tutti sapevano della nostra relazioni, e le ragazzine impazzivano ancora nel vedere le foto che i paparazzi ci scattavano mentre passeggiavamo per le strade di Los Angles o New York, mano nella mano.
E se la nostra storia si era evoluta, anche i nostri sentimenti l’avevano fatto. Amavo Chris ogni giorno di più e stavo cominciando a prendere in considerazione l’idea che non mi sarebbe dispiaciuto, un gioro, diventare suo marito.
Lo vidi correre a più non posso verso il bagno e, dopo essermi concesso ancora qualche minuti per ripensare alla favolosa serata appena passata, mi stiracchiai e lo raggiunsi in bagno. Lo trovai avvolto nell’accappatoio che, concentratissimo, si sistemava i capelli.
Mi appoggiai allo stipite della porta e sospirai – Già fatta la doccia? – gli chiesi sorridendo.
Lui si voltò si scatto e mi fulminò con lo sguardo – Si, ho fatto in fretta, se non te lo ricordassi, sono in ritado per colpa tua – disse con voce stridula.
Ridacchiai – E non guardarmi così. O sinceramente arriverò tardi all’intervista – lo guardai con fare malizioso – E mettiti almeno una maglietta o mi costringi ed arrivare tardi – concluse passandomi accanto e mordendosi il labbro.
Lo vidi indossare i suoi amati jeans, strettissimi (quelli non li avrebbe mai abbandonati), e la camicia, per poi infilarsi le scarpe.
- Ecco qua: iPhone, portafoglio, patente, chiavi della macchina e chiavi di casa – gli dissi porgendogli il borsello, dopo averlo riempito accuratamente con tutto l’occorrente.
Chris lo prese sorridendo e se lo mise al collo – Mi mancherai – disse poi posando le mani sui miei fianchi – Andiamo tesoro, ci rivediamo stasera – lui mi guardò accigliato – Anche tu mi mancherai, da morire – gli dissi allora baciandolo dolcemente.
- Okay io vado, tu vedi di fare quello che ti ho detto ieri sera. Devi finire quella maledetta canzone così finalmente il tuo terzo album uscirà e poi devi passare al negozio a ritirare lo smoking per gli Oscar – disse battendo le mani e io alzai gli occhi al cielo sorridendo.
Vista la scena mi tirò un leggero pizzicotto sul braccio – Devi ritenerti fortunato ad essere fidanzato con un candidato all’Oscar – disse vantandosi mentre io scoppiai a ridere – Mi sento fortunatissimo – lo presi in giro – E ora vai o farai veramente tardi. A stasera, ti amo – dissi prima di baciarlo per un’ultima volta e spingerlo fuori di casa.
Aspettai di vedere la macchina abbandonare il vialetto, e scomparire dietro l’angolo, prima di rientrare in casa.
Mi guardai in torno: la canzone era finita da un paio di giorni e lo smoking stava già nell’armadio, ora dovevo solo pensare alla sorpresa.
Passai tutta la giornata a scervellarmi su come fare e cosa preparare e alla fine, stremato, decisi che mi sarei fatto aiutare da Ashley o Lea, e quindi decisi di rimandare tutto.
Mi sedetti sulla poltrona di legno in terrazzo, a guardare il tramonto, quando sentii la porta di casa aprirsi e richiudersi con un tonfo.
Pochi secondi dopo Chris comparve davanti a me. Aveva i capelli tutti scompigliati ed era bianco cadaverico in faccia.
Lo guardai preoccupato – Chris tutto a posto? – gli chiesi immesiatamente – Si amore, sono solo..stanco morto – disse accasciandosi sulla poltrona accanto a me.
- E non mi guardare così, sono orrendo – si lamentò – Smettila di dire cavolate, sei bellissimo – gli dissi prendendogli la mano e stringendola forte.
Sospirò profondamente e guardò verso l’orizzonte, dove il sole si incontrava con il mare – Che bello – esclamò mentre i suoi occhi si illuminarono. Io rimasi li a fissarlo e sorrisi, “Darren è ora” mi dissi poi.
Ne ero convinto, dovevo farlo.
Mi schiarii leggermente la voce attirando la sua attenzione; mi guardò confuso e la cosa mi diede ancora più coraggio.
Non ci pensai due volte e mi inginocchiai davanti a lui. Con un sospiro ravanai nella tasca dei miei pantaloni della tuta e ne tirai fuori un piccolo cofanetto di velluto color blu notte. Poi alzai gli occhi per incontrare quelli color cielo di Chris resi lucidi dalle lacrime imminenti.
Sospirai un’altra volta e mi decisi a parlare – Lo sai io con le parole non sono un granchè e questo di certo non è il momento migliore per chiederti quello che sto per chiederti. Ci conosciamo orami da quattro anni e sai che per me le cose sono successe in modo più graduale rispetto a te. Mi hai sempre confessato di essere innamorato di me da ancora prima che ci conoscessimo. Purtoppo io ho capito tutto questo solo dopo il nostro primo bacio, ma credimi Chris, da quel momento ho compreso di amarti con tutto il mio cuore e fidati, ogni giorno che passa ti amo sempre più. So che voglio passare il resto della mia vita con te quindi…Christopher Paul Colfer mi vuoi sposare? – gli chiesi con le lacrime agli occhi.
Lui mi guardò posandosi una mano sulla bocca per la sorpresa – Si, Darren Everett Criss, si. Ti voglio sposare – urlò gettando le braccia al mio collo e scoppiando a piangere.
Lo strinsi forte a me passandogli una mano tra i capelli e cercando di farlo calmare. Chris si staccò piano da me e mi mise la mano davanti alla faccia.
Io scoppiai a ridere e aprii piano la scatoletta che conteneva due anelli completamente identici. Presi quello più piccolo e lo infilai al suo dito mentre lui lo ammirava raggiante.
Passò qualche secondo poi afferrò l’anello che era rimasto nel cofanetto e me lo mise al dito per poi avventarsi sulle mie labbra e baciarmi con passione. Non c’erano parole per descrivere come stessimo in quel momento: ci amavamo ed eravamo felici.
 
7 MESI DOPO
 
- Okay Hannah mi sto letteralmente cagando addosso – disse Chris saltellando sul posto.
La sorella scoppiò a ridere – Mamma mia, viva la tua finezza Christopher. Dai vedrai che andrà tutto bene. Oramai vivete insieme già da un po’ e vi amate da più o meno cinque anni, queste sono solo formalità – disse sorridendogli per incoraggiarlo.
Lui sospirò e ritorno a girovagare per la stanza senza meta.
Ci trovavamo a New York e quello era il fatidico giorno. I nostri amici si trovavano già tutti in comune: c’erano i vecchi Stardkids, tutto il cast di Glee e soprattutto Ryan Murphy che tanto ci aveva odiato quando avevamo deciso di rendere la nostra storia pubblica.
E io me ne stavo li, in piedi, a fissare la porta da dove, pochi minuti dopo, sarebbe entrato l’uomo della mia vita.
Ero agitato? Molto ma sapevo che sarebbe stato veloce e indolore, e alla fine saremmo stati felici per sempre.
Pochi secondi dopo lo vidi entrare dalla porta, accompagnato dalla sorella, camminando, o dovrei dire ancheggiando.
Mi si accostò e mi strinse forte la mano – Sei bellissimo e ti amo – gli sussurrai – Grazie anche tu. Ti amo anch’io – rispose diventando leggermente rosso.
Dopo alcune parole pronunciate dal sindaco, che sinceramente non stetti a sentire, ci venne posto la fatidica domanda - Vuoi tu Darren Everett Criss, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Christopher, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute ed in malattia, finchè morte non vi separi? -  - Si, si lo voglio – dissi tutto d’un fiato.
Il sindaco ci sorrise – E vuoi tu Christopher Paul Colfer prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Darren, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, nella buona e nella cattiva sorte, in salute ed in malattia, finchè morte non vi separi? - - Si lo voglio, subito – cinguetto facendo ridere tutti.
Ci scambiammo le fedi e a quel punto al sindaco non resto che dire – Quindi vi diachiaro marito e marito – disse sorridendo.
Non gli diedi tempo di finire la frase che strinsi Chris a me e lo bacia sulle labbra.
Finalmente era mio marito e avremmo passato insieme il resto della nostra vita.




spero vi sia piaciuta, fatemi sapere!
besos,

-Georgia
  
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