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Autore: hale_y    27/06/2011    16 recensioni
Dedicato a tutte le Klainers convinte ecco la traduzione di one-shot.
Kurt non ha mai partecipato alle locali. Non è mai andato alle regionali.O non ha mai fatto parte del glee club.
Kurt qualche volta si metteva a pensare a cosa ne sarebbe stato della sua vita se le cose, durante il difficile periodo della sua adolescenza , fossero andate diversamente.
Così a volte non può fare a meno di chiedersi "Cosa sarebbe successo se...?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Avevo promesso che avrei tradotto altre one-shot in parallelo con “Di altalene e parco giochi” ma causa mancanza di tempo non l’avevo ancora fatto.

Questa è una traduzione che avevo iniziato già un po’ di tempo fa e che stasera ho finito , ispirata dal desiderio di rimarcare la mia fede Klaine ( si lo so sembra che stia parlando di una setta XD).

Sarò troppo romantica o esagerata , ma ho sempre pensato che al di là dei personaggi che possono o meno piacere , il messaggio che volesse mandare il telefilm fosse quello di far vedere come chiunque abbia diritto e possa vivere una storia d’amore normale. Che il fatto che tu sia gay non implica che dovrai abituarti alle vessazioni o alle umiliazioni, che tu non debba rassegnarti , che non sei per forza destinato a vivere una storia drammatica , complicata e nascosta.

Ed è così che la penso anche io.

Non credo nemmeno che Kurt si sia innamorato di Blaine perché è capitato nella sua strada nel momento in cui si sentiva più debole ,come a sminuirne il valore. Semplicemente per me incarnano quel tipo di amore solido , sano , felice che in qualsiasi situazione , contesto , universo , anno è destinato ad avverarsi.

Oh Dio scusate il tema che ho fatto , ma ci tenevo a dirlo!

Godetevi questa storia , io me ne sono innamorata a prima lettura, spero che piaccia anche a voi.

L’autrice è inglese ed è FrozenStrawberries, ovviamente mi ha dato il suo consenso a tradurla , e questo è il link alla storia originale.

 

 

 

Note Autrice : Piccola fluff scritta nel cuore della notte. Questa idea in realtà mi perseguita già da un po’ di tempo, così ho praticamente riscritto più volte la stessa scena creando diverse versioni di una stessa one-shot .

Tutte queste diverse versioni , ambientate in tempi diversi, mi hanno un po’ innervosito , perché veniva una storia troppo lunga e impossibile da far combaciare , così ho optato per questa versione.

In ogni caso , enjoy! Spero che vi piaccia e non sia troppo confusa.

Ovviamente non posseggo proprio un bel niente .

 

Qualche volta capitava che Kurt non riuscisse a dormire , e così rimaneva sveglio nel cuore della notte, nel suo moderno ed elegante appartamento di New York , a pensare a cosa ne sarebbe stato della sua vita se le cose, durante il difficile periodo della sua adolescenza , fossero andate diversamente.

Blaine gli ripeteva sempre che creiamo un nuovo destino ogni qualvolta prendiamo una decisione.

Amava discutere con lui di possibili scelte , di futuri paralleli , per accorgersi di quanto in realtà la nostra vita sia in balia delle piccole cose e dipenda da eventi apparentemente insignificanti.

Cosi a volte Kurt non può fare a meno di chiedersi , cosa sarebbe successo se …?

 

 

Kurt quel giorno si dimenticò di portare a scuola le tavole con le quali mostrare ai ragazzi le sue idee per la sfida. Certo , si lamentò per tutto l’incontro del fatto che nessuno prendesse in considerazione le sue idee , ma nessuno dei ragazzi lo sbeffeggiò o lo prese in giro.

Puck non gli disse mai di andare a spiare i ragazzi della Dalton , e il pensiero non gli attraversò minimamente la mente.

 

 

In seguito all’incidente nello spogliatoio , Kurt non fece altro che chiudersi ogni giorno di più in se stesso , impedendo a chiunque di entrare nella sua bolla di dolore e incomprensione.

Si barricava in macchina ogni mattina, e non lasciava quel porto sicuro finchè la campanella non smetteva di suonare. Solo dopo l’ultimo tocco usciva dalla macchina e si avviava verso la scuola , attraversava i corridoi ormai vuoti ed entrava in classe sempre in ritardo , ad ogni lezione.

Kurt non raccontò mai a nessuno delle minacce subite , e fu così che riaccadde.

Mancavano pochi giorni al matrimonio.

Kurt stava aspettando che Finn finisse i suoi allenamenti di football , dovevano andare assieme a ritirare lo smoking in affitto.

Stava aspettando il fratellastro fuori lo spogliatoio quando all’improvviso Karofsky lo spinse in un angolo e lo mise al muro. Gli mormorava cose oscene all’orecchio e lo insultava con parole orribili ma nessuno sembrava accorgersene.

La sua grossa stazza lo nascondeva alla lenta processione di ragazzi che entravano nello spogliatoio.

Ma fortunatamente Finn si accorse del ragazzo più grande che stava praticamente minacciando la vita di suo fratello e agì con tempismo impeccabile .

Il giorno dopo Karofsky fu espulso, finalmente. Ora nessuno poteva più obiettare sul fatto che Kurt non avesse testimoni. Anche Finn fu sospeso a causa della rissa che ne seguì ma in seguito al suo salvataggio lui e Kurt divennero più vicini.

Ora Finn non esitava a salutarlo ogni qual volta lo incontrava nei corridoi , e spesso gli mostrava il suo amore fraterno in strani momenti imbarazzanti.

Le cose migliorarono , Kurt ottenne l’assolo per le locali e promise al glee club che gli avrebbe fatto avere un bagno di folla, segno che aveva ormai adottato l’atteggiamento da diva tipico di Rachel.

 

Kurt si allontanò dai camerini e passò tutto il tempo a riscaldarsi da solo , tentando di calmarsi e non di farsi travolgere dai drammi che si stavano consumando dietro le quinte.

Si era fatto il giro del teatro chissà quante volte , stringendo nervosamente tra le mani un bicchiere d’acqua.

Al suo terzo ingresso nel bar , era così preoccupato di non ricordarsi la seconda strofa del pezzo che cominciò a ripassare mentalmente tutta la canzone daccapo, senza accorgersi del ragazzo che gli stava davanti.

Gli franò praticamente addosso e tutto il bicchiere d’acqua si rovesciò sulle scarpe e sull’uniforme di quel ragazzo.

“Oh cavolo , mi dispiace così tanto.”

“ Non ti preoccupare è solo acqua. Fortunatamente non è caffè bollente , o altro.”Lo rassicurò quel ragazzo poco più basso di lui.

“ Comunque mi dispiace.”

Quando si scontrò con gli occhi nocciola di quel ragazzo la sua mente iniziò a partorire una serie di oscenità e parolacce che si andarono a sostituire alle parole ben più caste della canzone , mentre quel ragazzo continuava a fissarlo con aria divertita.

“Si asciugherà.” Disse levandosi il blazer e scuotendolo un po’. “È colpa mia che ti stavo davanti e non dovevo mettermi nella tua traiettoria. Ho notato che stai correndo per il teatro da almeno un’oretta e mezza e mi chiedevo se ti saresti mai fermato.”

“Io-ecco…” Kurt potè sentire le sue guancie avvampare.

“Per rimediare posso offrirti qualcos’altro da bere? Magari qualcosa in più di un bicchiere d’acqua?”

Kurt non riusciva a crederci.

Un ragazzo attraente della squadra avversaria stava parlando con lui.

Malgrado non sembrava che lo stesse facendo per qualche secondo fine (magari un informazione extra prima dell’esibizione sul palco), Kurt aveva una Rachel Berry dentro la sua testa che scuoteva decisa la testa e gli intimava di rifiutare.

“N-non posso , devo esercitarmi . Scusa di nuovo.” Perché si stava scusando così tanto? E perché si stava rendendo ridicolo sbattendo le ciglia in quel modo? Non si era comportato in un modo così ridicolo nemmeno durante il periodo della sua cotta per Finn!

“D’accordo. Sai , non dovrei augurare buona fortuna alla concorrenza ma … in bocca la lupo.” Disse quel ragazzo prima di abbagliare Kurt con un sorriso. Dannazione.

Kurt mise a tacere quella dannata vocina stile Rachel Berry che gli assordava il cervello e gli sorrise.

Certo ,quel ragazzo poteva anche avere i capelli stile Jessie , ma Jessie St.Suck non avrebbe mai augurato buona fortuna alla concorrenza , no decisamente quel ragazzo non era come lui.

“Grazie. Buona fortuna anche a voi. Ne avrete bisogno.”

Non aveva appena fatto l’occhiolino vero? Oddio.

Aveva appena fatto l’occhiolino. A un ragazzo.

A un ragazzo appena conosciuto!

Qualcosa doveva essersi appena impossessato di lui, non c’era altra spiegazione.

 

 

Kurt stava ancora lottando contro la tentazione di prendere a calci se stesso quando i Warblers fecero il loro ingresso sul palco.

Ovviamente il ragazzo che aveva appena inzuppato con l’acqua non poteva che essere il cantante solista , cosa che fece imbarazzare ancora di più il povero Kurt.

Erano davvero bravi. Certo, quel ragazzo tendeva ad assumere strane facce mentre cantava , ma a parte questo doveva ammettere che sapeva davvero muoversi bene, per non parlare della sua voce.

Kurt ne era stato rapito .

Non aveva mai pensato di poter avere un debole per i ragazzi in uniforme ma, dannazione!

Con tutta probabilità non era nemmeno gay. Stava facendo un errore , come con Sam , era completamente fuori strada.

Kurt lanciò un’occhiata alla perfetta coppia di biondini alla sua sinistra e resistette alla tentazione di sbuffargli in faccia.

E nonostante i Warblers fossero stati molto bravi , le New Direction lo furono ancora di più. E vinsero.

D’altronde come potevano non vincere con un assolo di Kurt?

Kurt camminava di poco dietro Finn quando adocchiò il ragazzo della Dalton poco lontano . Era appoggiato contro il pullman con attorno tutti i suoi amici. Non sembravano troppo tristi per il fatto di aver perso , anzi ridevano tutti insieme di qualcosa che aveva detto il solista al centro del gruppo.

L’antagonista di Kurt doveva essere probabilmente più di un semplice leader vocale. I loro occhi si incrociarono e il ragazzo della Dalton gli fece un piccolo cenno.

Il suo cuore non stava assolutamente facendo i salti mortali.

“Amico , chi è quel tizio che ti ha salutato?” Sibilò Finn mentre attraversavano il parcheggio .

“ Suppongo uno dei Warblers visto l’uso della divisa, che dici Finn?”

“ E perché ha salutato proprio te? E perché sta venendo qui?”

Aspetta aspetta , cosa?

Il ragazzo della Dalton si stava facendo strada tra i suoi amici , i quali erano tutti intenti a fissarlo finchè non si voltò , mormorò qualcosa e un mare di blazer blu sparì in tutta fretta sul pullman.

Ok , non era il momento di farsi prendere dal panico.

Punto uno: sbarazzarsi del fratellastro rompiballe.

“ Finn credo che Rachel abbia detto qualcosa a proposito di scorte di biscotti celebrativi sul pullman.”

“Hey.” Lo salutò il ragazzo

“Sei stato fantastico sul palco! Cioè lo siete stati tutti ma , il tuo assolo è stato , wow!”

Punto due: mostrarsi disinvolto.

“Grazie.” Disse Kurt inclinando la testa, mostrando una calma che in realtà non provava.

“Senti io di solito non sono così, non so da dove iniziare , io… la verità è che…..” Fece una pausa e si leccò le labbra in un modo che mandò in tilt tutto il suo sistema nervoso di Kurt , mentre una morsa gli stringeva lo stomaco.

Il ragazzo della Dalton gli tese una mano. “ Blaine. Mi chiamo Blaine.”

“Kurt.” Disse il soprano stringendogliela.

“Dimmi la verità , Kurt. “ Non era strano che già gli piacesse così tanto il modo in cui pronunciava il suo nome? Si , decisamente strano.

“ Vedi per caso un mucchio d’idioti con la faccia schiacciata sui finestrini dell’autobus?”Blaine fece un cenno dietro di sé e Kurt guardo oltre la sua spalla dove appurò che si , c’erano effettivamente almeno dieci ragazzi che stavano cercando di diventare tutt’uno con i finestrini del pullman.

“Non si rendono conto di quanto sia poco igienico?” Commentò scuotendo la testa e tornando a guardare il ragazzo davanti a lui che sembrava … in imbarazzo?

“Questa è solo una delle tante gioie del frequentare una scuola esclusivamente maschile. Totale assenza del concetto di igiene.”

Poiché non sapeva bene cosa avrebbe dovuto rispondere Kurt si limitò a mordicchiarsi le labbra e ad annuire. Non aveva dubbi sul fatto che i suoi amici sapessero fare anche di peggio , per non parlare di Finn.

“Bè , è meglio se vada, mi aspettano. E ancora scusa per prima.”

“Si a proposito di questo.” Un luccichio malizioso illuminò gli occhi di Blaine che gli rivolse un largo sorriso. “ Non hai idea di quanto in realtà l’acqua danneggi questo tipo di tessuto.”

Kurt lo guardò confuso , cosa stava cercando di dirgli?

“Ma hai detto che non faceva nulla. Che era colpa tua se ti ero venuto addosso.”

“Infatti , ed è ancora colpa mia visto che non mi hai lasciato rimediare.” Blaine gettò una rapida occhiata intorno , poté vedere quasi scivolar via la sua fiducia. Era per caso … nervoso?

“Così ti volevo proporre di andare a prendere un caffè assieme qualche volta per farmi perdonare.”

Kurt gli concesse un piccolo sorriso.

Mezz’ora dopo stava ancora fissando il nuovo numero memorizzato sul suo cellulare : Blaine.

 

 

 

 

 

  

Il lancio nel cassonetto stavolta fu più violento del solito e gli costò caro.

Gamba rotta una settimana prima delle locali. E anche se Karofsky era stato espulso Kurt comunque non potè parteciparvi.

Le nuove direzioni pareggiarono.

Se Kurt non andò nemmeno alle regionali la colpa stavolta fu tutta di Finn. Se lui non avesse fatto tutto quel casino con Quinn lei non si sarebbe decisa ad andare a tutti i costi alla festa di Rachel ,anche se aveva ancora addosso i postumi dell’influenza.

La colpa fu anche di Rachel che propose quel dannato gioco della bottiglia, per cui quando al turno di Quinn la bottiglia si fermò indicando Kurt lei sul serio osò andargli addosso e baciarlo.

Fu così che rimase bloccato a casa con la febbre e si perse anche il secondo round della competizione.

Anche se fu un anno lungo e difficile Kurt decise comunque di lavorare durante l’estate e trovò un impiego in coffee shop della zona , mentre nel tempo libero continuava a dare una mano nell’officina del padre.

Aveva bisogno di tutti i soldi che riusciva a racimolare se voleva salvarsi e andare a frequentare un college a New York.

Imparò ben presto i volti e i nomi di quelli che erano i clienti abituali.

C’era Jimmy , un veterano dell’ultima guerra , che puntualmente andava lì a chiedere un goccio di whiskey e puntualmente doveva spiegargli che erano un coffe shop e non un bar.

Poi c’era una donna di nome Marge , che ogni mattina entrava di corsa nel coffe shop , come se andasse di fretta , e poi rimaneva seduta tre ore , ogni mattina , a fissare la finestra.

Il capo di Kurt l’aveva poi messo in guardia su Mike , un uomo d’affari a quanto pare capace di precipitarsi in negozio , prendere il caffè , pagare e precipitarsi di nuovo fuori in tre minuti netti.

E poi c’erano i ragazzi della Dalton.

Kurt aveva fatto amicizia con Chloe , la ragazza che lavorava con lui il sabato , la quale gli aveva confessato che avrebbe voluto vederli tutti senza uniforme. C’era poi un ragazzo con i capelli ricci che catturava sempre lo sguardo di Kurt e con il quale Chloe flirtava sempre in modo spudorato.

Dopo l’ultima imbarazzante tentativo , in cui Chloe aveva sbattuto talmente tanto le ciglia da far imbarazzare perfino Kurt , decise di interrogarla un po’.

“Oh , caro penso che sia gay. Gli scrivo praticamente il mio numero di cellulare sul caffè ogni settimana e guarda.” Si lamentò la cameriera indicando il ragazzo che il quel momento era seduto e stava guardando il suo bicchiere. Il ragazzo si voltò verso di loro e Chloe ritirò la mano mentre il ragazzo arrossì fino alla radice dei capelli.

“Ogni settimana e non una sola chiamata . E hai visto che fa? Ogni volta guarda sempre per primo te.”

Terminò dandogli un pizzicotto sul fianco che fece guaire Kurt il quale si vendicò colpendola con uno strofinaccio e risero assieme.

La seguente settimana Kurt fece il turno del lunedì sera da solo.

Il ragazzo coi capelli ricci arrivò intorno alle sei e prima che potesse aprir bocca Kurt lo anticipò , aveva già un bicchiere a portata di mano.

“Cappuccino medio con latte scremato?” Allo sguardo sorpreso del ragazzo si affrettò a spiegare.

“ Conosco tutti gli ordini dei clienti abituali. Mi dispiace c’è da spettare un po’ stasera. Mi dai il tuo nome così ti chiamo quando è pronto?”

Il ragazzo annuì e gli rispose con un tono di voce più basso di quel che Kurt s’aspettava. “ Blaine.”

Kurt lavorò con facilità nonostante fosse da solo , aveva già affrontato l’uomo d’affari e ora stava riordinando i tavoli lasciati liberi. Il caffè era ormai vuoto , tranne che per quel ragazzo dai capelli ricci che se ne stava seduto a leggere un libro da almeno un buon paio d’ore.

Kurt sparecchiò il tavolo vicino al suo facendo più rumore del necessario, cercando di svegliarlo dalla sua bolla.

“Oh , mi dispiace , state chiudendo? Ho perso completamente la cognizione del tempo.” La sua voce era come un calmante per Kurt.

“Beh, si mi dispiace.” Gli sorrise Kurt.

“Se non è troppo disturbo , posso prendere un ultimo caffè da portar via?”

“Certo.” Kurt tornò dietro il bancone ed eseguì il suo ordine.

Mentre il ragazzo armeggiava con i soldi a Kurt venne un’ idea, con una penna scarabocchiò a lato del bicchiere il suo numero con un messaggio.

“ Non volevo rompere la tradizione.”

Quella sera stessa ricevette una telefonata.

 

 

 

 

 

 

 

 

Kurt non si iscrisse mai al glee club. In compenso faceva parte dei Cheerios , e ne fece parte per tutti gli anni del liceo. I lanci nel cassonetto erano ormai un ricordo del passato e le persone lo invidiavano quando lo vedevano camminare nei corridoi circondato da ragazze e con indosso l’uniforme più popolare della scuola.

Ma la costrizione della divisa aveva spento a poco a poco anche la sua passione per la moda, e così una volta fuori dal liceo , anziché inseguire il sogno di Brodway o di fare da stagista per vogue , decise di andare a studiare in un college di New York , grazie alla borsa di studio ottenuta con i Cheerios.

Il suo primo giorno a New York lo passò a svuotare gli scatoloni. Le stanze erano tutte per lo più vuote , la maggior parte delle persone trascorse la prima sera in giro per le città , ma Kurt preferì rimandare e rimanere in stanza a completare il lavoro , piuttosto che ritrovarsi dopo con un coinquilino che si aggirava fra la sua roba.

Verso le otto qualcuno bussò , e quando aprì la porta si ritrovò davanti un ragazzo da ricci capelli neri e una maglietta marrone che metteva magnificamente in risalto i suoi occhi.

“Ciao. Sono della stanza affianco , ho passato l’intero pomeriggio a riordinare le cose impacchettate come credo anche tu a giudicare dalla musica a tutto volume che sentivo dal corridoio, e ora sto praticamente morendo di fame , e ho pensato che potevamo andare a mangiare qualcosa assieme?”

Aveva parlato in così modo veloce e stralunato da sembrare strano per uno che vestiva in modo così ordinato. L’aveva quasi scambiato per una persona tranquilla ,gli disse Kurt scherzando.

“Scusa è che sono terribilmente affamato e anche un po’ nervoso. E poi ho passato tutto il pomeriggio a sentire la musica che proveniva dalla tua camera. “ Gli rispose stando al gioco.

Kurt ha riso. “ Touchè. Spero che almeno tu abbia buon gusto. Che avevi pensato di mangiare?”

“Tailandese. Io sono Blaine Anderson comunque.”

“Ottima scelta mister Anderson. Kurt Hummel.”

 

 

 

 

 

In ogni scena che Kurt ricreava nella sua mente , ogni qual volta si fermava a pensare ai mille possibili incroci del destino , era sicuro che prima o poi avrebbe incontrato Blaine lungo la sua strada.

Qualche volta diventavano prima amici , altre volte tutto cominciava per caso.

Qualche volta Blaine appariva all’improvviso nella sua vita , altre volte si conoscevano sin da bambini.

“Kurt. “ Una voce gli parlò piano direttamente in un orecchio , facendolo rabbrividire mentre un respiro caldo gli accarezzava la spalla. “ A cosa stai pensando?”

Kurt si voltò verso Blaine e si perse per un attimo nei suoi occhi.

Gli stessi occhi che aveva incontrato vicino a un pullman , davanti una tazza di caffè o dietro la porta di un dormitorio.

Gli stessi occhi che aveva incrociato per la prima volta per caso davanti un opera d’arte , in un bar mentre suonava un piano , o durante uno spettacolo di Brodway.

Gli stessi occhi che lo avevano guardato con paura quando gli aveva detto che tornava al McKinley, con passione bruciante ogni qualvolta che lo baciava , con orgoglio quando si era laureato.

Gli stessi occhi  che furono la prima cosa che cercò mentre camminava in quella stanza di quel appartamento in vendita, convinto che fosse quello il posto perfetto in cui passare la vita assieme.

Gli stessi occhi che , ne era sicuro, avrebbe guardato ogni mattina , davanti a un caffè e alle frittelle della colazione , magari ancora annebbiati dal sonno.

Gli stessi occhi che lo accolgono quando torna a casa o che sente addosso ogni volta che si esibisce su un palco.

Kurt sentì il peso rassicurante dell’anello infilato nel suo anulare sinistro e sorrise a Blaine , che lo guardava ancora confuso.

“ A noi.”

 

 

  
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