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Autore: Fiamma Drakon    28/06/2011    3 recensioni
«È ancora presto per la riunione, accidenti. Avrei potuto portarmi un libro...!».
Inghilterra era contrariato dal suo insperato anticipo rispetto all'ora stabilita per la riunione degli Alleati: non aveva tempo da perdere inutilmente stando ad aspettare l'arrivo degli altri senza niente per tenersi occupato.
«È inutile stare a lambiccarsi su cose del genere: ormai quel che è fatto è fatto» sentenziò tra sé e sé, fermandosi davanti alla porta.
Mandò un sospiro e posò la mano sul pomello dell'uscio, spingendolo leggermente.
Si trovò a guardare una scena alquanto inattesa: per quanto fosse in anticipo, c'era qualcuno che era arrivato ancora prima di lui.

[scritta per la community casti&puri]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Patatine fritte «È ancora presto per la riunione, accidenti. Avrei potuto portarmi un libro...!».
Inghilterra era contrariato dal suo insperato anticipo rispetto all'ora stabilita per la riunione degli Alleati: non aveva tempo da perdere inutilmente stando ad aspettare l'arrivo degli altri senza niente per tenersi occupato.
La sera avanti aveva iniziato a leggere un così bel romanzo che gli dispiaceva non averlo portato: non vedeva l'ora di poter proseguire nella lettura...!
Se avesse calcolato meglio i tempi richiesti dal viaggio, probabilmente sarebbe arrivato puntuale.
«È inutile stare a lambiccarsi su cose del genere: ormai quel che è fatto è fatto» sentenziò tra sé e sé, fermandosi davanti alla porta.
Mandò un sospiro e posò la mano sul pomello dell'uscio, spingendolo leggermente.
Si trovò a guardare una scena alquanto inattesa: per quanto fosse in anticipo, c'era qualcuno che era arrivato ancora prima di lui. Sul tavolo alle spalle di quel qualcuno c'era un piccolo cumulo di contenitori di cartoncino vuoti che - a giudicare dall'aspetto e dall'odore di frittura tipico di certi fast food super economici - fino a non molto prima contenevano patatine fritte, probabilmente salate fino all'eccesso e grondanti olio.
Solo l'idea gli rivoltava lo stomaco.
«Inghilterra?».
Colui che l'aveva preceduto si era accorto della sua presenza, visto che si era degnato di girarsi a guardarlo, permettendo all'inglese di vedere che cosa stesse facendo, fatto peraltro ovvio dati gli scarti abbandonati sul tavolo.
Tutto ciò che sfuggì di bocca ad Inghilterra fu un irritato: «Americaaa...!».
«Che c'è?» domandò l'americano tranquillo, mangiando un'altra patatina delle tante che sbucavano dal contenitore che stringeva in mano.
Arthur avanzò all'interno della sala ed incrociò le braccia sul petto fermandosi a pochi metri da lui, guardandolo con rimprovero: «Hai idea di quanto tu sia volgare, mangiando in quella maniera?!».
Alfred gli rivolse un'espressione perplessa che si tramutò nell'arco di pochi decimi di secondo in una profondamente indignata.
«Cosa?! Non è vero! Le patatine si mangiano così!» ribatté energico, pescandone un'altra dal pacchetto e leccandosi perfino il sale dalle dita.
Una scena che disgustò nettamente l'ex madrepatria.
«Che schifo. Vergognati! Si vede proprio che sei rozzo nei modi!» continuò ad insultarlo Inghilterra senza minimamente peritarsi nel moderare i termini.
«Almeno io mangio cose commestibili e saporite!» se ne uscì Alfred, indignato.
«Stai dicendo che mangio schifezze, yankee da strapazzo?!» tuonò Arthur, profondamente offeso: era scarso in cucina, okay, ma non accettava di sentirsi dire che aveva pessimi gusti in fatto di cibo!
«Sì, quegli scones che mangi in continuazione, per esempio, fanno schifo!» insistette America, infervorandosi sempre di più col progredire della discussione.
«Perché, tutto quel che mangi te in quei fast food?! Sfido io che ingrassi a vista d’occhio!».
America boccheggiò senza riuscire a trovare nemmeno la voce per ribattere. Inghilterra era andato a toccare il tasto dolente, la cosa che più di tutte lo angosciava: la linea.
Sentì montare la rabbia fino ad un livello tale che avrebbe potuto esplodere ed inveirgli contro a pieni polmoni con una tirata unica da lasciarlo senza parole; invece, tutto ciò che riuscì a fare fu balbettare un offeso: «B-be', e questo c-cosa c'entra c-con il mio modo di mangiare?!».
«Sono le tue abitudini alimentari che sono scorrette!»
«Sei tu che mi hai sempre preparato i pasti quand'ero piccolo. È colpa tua!» gli ricordò America.
Con quell'affermazione riuscì a zittire Inghilterra, il quale, per parte sua, non poté negarlo: se li ricordava bene, i suoi esperimenti di cucina falliti quando andava a trovare Alfred, che però mangiava sempre tutto perché glielo cucinava lui.
Se era diventato quel che adesso era, in parte doveva ammettere che era anche colpa sua.
Abbassò lo sguardo, fortemente a disagio.
«Be'... in effetti è vero...» ammise, evitando di guardarlo.
Sembrava che si stesse pentendo delle sue colpe e l'espressione sul suo viso denotava un disagio ed un imbarazzo tali da spingere America a seppellire l'ascia di guerra.
«Dai, su Inghilterra! Non fare quella faccia!» esclamò con la sua solita energia, avvicinandoglisi e dandogli una violenta pacca sulla spalla.
Gli porse il pacchetto di patatine.
«Tieni. Provale, sono buone. Sono come...» l'americano s'interruppe un momento per riflettere «... come quelle di... come si chiama... ah! Il fish and chips! È inglese, no?».
Gli sorrise incoraggiante, evidentemente intenzionato a tirargli su il morale.
Arthur si lasciò tentare e, vincendo l'istinto di non toccare il cibo unto con le mani, colse una patatina e se la portò alla bocca.
Dovette ricredersi subito: se a priori pensava che fossero disgustose, adesso non poteva che dare ragione ad Alfred. Somigliavano un po' alle patatine del fish and chips, solo che erano un poco più salate e unte.
«È... buona» mormorò, sgranando gli occhi per la sorpresa, prendendone un'altra.
Adesso riusciva un po' a capire l'americano, che di quelle ne mangiava quantità industriali: una patatina tirava l'altra.
Prima di quanto si aspettassero, infatti, arrivarono alla fine del pacchetto.
Presero un'ultima patatina ciascuno nel momento stesso in cui la voce di Francia li raggiungeva da dietro di loro con un sorpreso: «Che cosa state facendo soli soletti, voi due?».
Le due nazioni si girarono per metà con aria complice e colpevole, l'ultima patatina ancora tra le dita, a pochi centimetri dalle bocche aperte.
La loro posizione ed espressione perfettamente simmetrica era qualcosa di deliziosamente ridicolo.
«Niente!» esclamarono all'unisono.
«Avete sporcato il tavolo, aru!» li rimproverò Cina, apparendo da dietro il francese, guardandoli severamente.
«È stato America! Io non c'entro niente!» si difese il britannico.
«Però stavate mangiando in due, quindi pulite entrambi, aru!»
«Non è giustooo!» si lamentò Alfred.
«Sta' zitto, America. Quello dovrei dirlo io!».
   
 
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