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Autore: Shinji Gasai    28/06/2011    9 recensioni
Prisoner//Paper Plane
Prigioniero//Aereoplani di carta.
Canzoni di Rin e Len Kagamine.
-Paul è un ragazzo ebreo, rinchiuso in un campo di concentramento.
alla recencione vede Celeste, se ne innamora e la trasforma nella sua ragione di vita e felicità, anche se non sa niente di lei.
Riuscirà a comunicarle solo grazie a delle lettere piegate a forma di aereoplanino, in grado di superare il filo spinato.
Celeste è malata ed è costretta a letto in un ospedale, ma all'insaputa del padre, comandante delle SS esce tutti i giorni da quando ha conosciuto Paul di cui si è innamorata.
Dedicata a tutti coloro che hanno avuto gli esami quest'anno!
PARiNG: ACCENNi NONAMESHiPPiNG
Genere: Song-fic, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Prisoner
Prisoner



Seconda Guerra Mondiale.
Hitler diede inizio alla "Soluzione finale" per sterminare gli ebrei.
Consisteva nel rinchiuderli nei campi di concentramento e costrigerli ai lavori forzati.
Genitori e figli all'entrata venivano separati, e molto spesso i bambini venivano uccisi.
Solo pochi di loro venivano risparmiati e costretti ai lavori forzati.
Lì le condizioni erano orribili.
Erano malnutriti, picchiati...
Non potevano fuggire in alcun modo: i campi di concentramento erano circondati da filo spinato...









Per Paul il tempo si era fermato.
Viveva in quel mondo orribile, senza amici, separato da suo fratello.
Si reclutava molto fortunato essere sopravvissuto alla selezione all'inizio, ma la sua vita era orrenda.
Lavorava tutto il giorno, stava zitto, rinchiuso lì, senza poter scappare via.
A volte si sedeva a guardare al di fuori del filo spinato.
Fuori c'era il prato, c'erano le montagne, le case... Fuori c'era il mondo, c'era la libertà.
Un giorno, però, notò qualcosa di strano: un comandante delle SS passeggiava da quelle parti tenendo per mano una ragazzina.
Era abbastanza alta, con i capelli castani e mossi e un vestito lungo bianco.
Doveva essere sua figlia, dato che si somigliavano parecchio.
Camminava sorridendo al comandante, mentre il vento le muoveva i capelli.
Era davvero bella.
Ad un certo punto si girò nella sua direzione, mostrando gli occhi azzurri, facendolo arrossire.


"Un giorno, in qualche posto, uno dei prigionieri si innamorò di una ragazza al di fuori del recinto"


Paul scosse la testa: come poteva innamorarsi della figlia del comandante delle SS?
Lui era un povero ragazzo che viveva in un campo di concentramento, non aveva niente da offrirle...
Mentre lei era bella, ricca, e forse era anche nazista come il padre e favorevole allo sterminio degli ebrei.


"Tra me e te c'è solo sporcizia"


Eppure avrebbe voluto conoscerla, sapere qualcosa in più su di lei, parlarle...
Come avrebbe potuto fare?
Iniziò a pensare e gli venne un'idea: perchè non scriverle una lettera?
Quella sera, nel cuore della notte, scrisse una lettera e la piegò a forma di aereoplanino.
Se fosse stato in grado di lanciarla bene, sarebbe volata al di fuori della recinsione.


"Ti ho scritto una lettera e l'ho piegata in un aereo, potrà abbattere il muro tra di noi"


Il giorno dopo, verso mezzogiorno, si recò di nascosto ai bordi del campo.
Lei era di nuovo lì, seduta, senza il padre.
"Ehy tu!" urlò Paul alla ragazza. "Ce la fai a prenderla al volo?" le chiese, mostrandole l'aereoplano.
"Ci posso provare!" rispose lei, sorridendo.
Lui la lanciò in alto, facendole oltrepassare il filo spinato.
"Presa! Hai visto che ci sono riuscita?" esclamò lei, prendendola.
La ragazza controllò l'orologio, per poi gridare: "E' tardissimo, devo scappare! Ci vediamo presto!" e sparì correndo all'orizzonte.


"Se resti al mio fianco, posso anche mentire a me stesso, posso credere che tutto questo sia vero. Per favore, vieni qui e parlami!"


Il giorno dopo, Paul si presentò lì con un altra lettera.
Dopo un po' arrivò anche quella ragazza.
Anche lei aveva un'areoplanino tra le mani.
"Ho letto la lettera e ho voluto risponderti" disse, lanciandogliela.
"E io te ne ho scritta un'altra!" affermò lui, afferrando la lettera della ragazza e lanciando la sua.
"La leggerò molto volentieri! Ma ora devo andare, devo tornare prima che papà ritorni!" esclamò sparendo all'orizzonte.

I due ragazzi andarono avanti così per mesi.
Quelle lettere erano il loro modo per comunicare.


"Da allora, quegli aerei sono diventati la mia... Gioia!"


I giorni passarono felici per Paul. Quelle lettere erano diventate tutto per lui.
Era proprio grazie alle parole di quella misteriosa ragazza che trovava la forza per andare avanti.
Però, un giorno, vide quella ragazza con una strana espressione sul volto.
Gli occhi erano rossi, segno che aveva pianto.
Il suo sorriso sembrava forzato, quasi come se non volesse far notare al ragazzo la sua tristezza.
Gli lanciò la sua lettera, sorrise e andò via.
Appena Paul aprì la lettera e la lesse, iniziò a piangere: c'era scritto che lei sarebbe partita e che non sarebbe più tornata.


"Improvvisamente mi dicesti che dovevi andare via. Se restassi al mio fianco, anche con tutta questa malasorte, credo che riuscirei anche a sorridere. Ti ho incontrata e non conosco nemmeno il tuo nome, ma sentivo di poter guardare al futuro. Non posso chiamarti! Non posso seguirti! Non posso uscire!"



Paul stette molto male per la partenza della sua amata.
Però aveva ancora le sue lettere.
Le leggeva e le rileggeva, e non si stancava mai.
Erano la sua vita, erano tutto ciò che gli restava di lei.
Un giorno, mentre stava leggendo le lettere, entrò un gruppo di soldati tedeschi.
"Facci vedere immediatamente cosa stai leggendo ragazzino!" urlò uno di loro.
Paul gli tese timidamente una lettera, che l'uomo gli strappò dalla mano con violenza.
"Bene bene bene... Allora sei tu il ragazzo che inviava le lettere alla figlia del comandante?"
Il ragazzo annuì.
Il soldato allora prese tutte le lettere, gli diede un'occhiata e le stracciò, davanti ai suoi occhi.
"No! La prego! Si fermi! Quelle lettere sono tutto per me, vivo per quelle lettere, la prego no!" urlò Paul, piangendo.
L'altro gli rispose dandogli un pungno in faccia.
"Portatelo alle camere a gas, subito!" urlò, mentre gli altri due lo afferrarono per le braccia.
"No! La prego! Erano solo delle lettere!"
Il soldato rimase impassibile a quelle parole, e lo lasciò trascinare via.


Si sentì riecheggiare il passo dei soldati lungo tutta la strada.
Si sentì il pianto disperato di Paul che piangeva.
Si sentì l'urlo di un amore represso.

Il ragazzo venne chiuso in una strana stanza, insieme a tanti altri ebrei.
Intorno a loro iniziò ad apparire uno strano fumo...
Un fumo che non faceva riuscire a respirare.
Un fumo che uccideva.

L'ultimo suo pensiero andò a quella ragazza.
Quella ragazza che lo aveva fatto sorridere.
Quella ragazza le cui lettere erano diventate il suo motivo di vita.

"I giorni con te mi hanno regalato tanti dolci ricordi che mi passano davanti agli occhi.
Me li hai regalati a uno a uno, ora sono cibo per la mia mente e la mia vita.
Chiuso in una piccola camera buia, sento il mio pianto risuonare triste.
Il mio cuore e il mio respiro, sono nel dolore!
Almeno avrei voluto sapere quale fosse il suo nome!"




Spazio Autrice :3333

Salve a tutti! Eccovi con la mia nuovissima long-fic strappalacrime!
Vi dico che, nonostante sembri finita, manca ancora un capitolo.
Avrete notato che la ff si rifà alla saga "Prisoner" di Len e Rin Kagamine (si, sono una stalker di quei due gemellini x°)
Questo capitolo narra la storia dal punto di vista di Len (Paul) e il prossimo dal punto di vista di Rin (Celeste) e spiega perchè lei è partita, come hanno fatto i soldati a scoprirli e cosa fece lei una volta scoperta la morte di lui.
Questa (anche se parla di Seconda Guerra mondiale e Campi di Concentramento) è dedicata a tutti coloro che hanno fatto l'esame.
Un consiglio per chi l'avrà l'anno prossimo: NON ABBiATE PAURA SONO FACiLiSSiMi! i PROF Vi AiUTERANNO TANTiSSiMO! E ALMENO DA NOi NON HANNO FATTO DOMANDE SU TUTTO iL PROGRAMMA (i prof si divertono a dire che lo faranno, quando invece ti faranno dire metà tesina, credetemi.
Un bacione, al prossimo capitolo**
CèH <3

   
 
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