Buonasera adoratissimi lettori *___* Rosita sta esagerando eh? In realtà
questa OS è un regalo ^^ Un regalo per una persona meravigliosa che in questo
momento credo ne abbia davvero bisogno. Valentina, tesoro mio, questo è per te,
spero che il tuo cuore possa gioirne, spero di essere stata all’altezza delle
tue aspettative, spero di poterti regalare attimi di vera emozione ^^
E naturalmente è anche per ognuno di voi
angeli miei che passerà un secondo del suo tempo a leggere o anche solo a dare
un’occhiata, vi adoro <3
Ebbene sì, il concerto mi ha ispirata e
ho sentito il bisogno di mettere tutto su carta XD
La canzone citata nel testo è “beautiful” degli Him ^^
Buona lettura
<3
Just one look into your eyes
One look and I'm crying
Cause you're so beautiful
Ti cerco tra la folla.
Non ricordo il tuo nome, non so se ci sei, ma
percepisco la tua presenza ed è più forte di quanto potessi immaginare.
Mi sento a pezzi, ma sono qui, perché vorrei una
carezzevole immagine dei tuoi lunghi capelli neri, vorrei un accenno del tuo
sorriso e l’emozione dei tuoi occhi che vaga delicata tra le pieghe del mio
cuore.
Vorrei il tuo tocco, quello morbido e tremante di mani
sudaticce e deliziose, le tue gote rosse di imbarazzo sotto il mio sguardo che
non chiede più di quanto può ottenere, perché da una vita come la mia non puoi
aspettarti nulla di ciò che desideri se non soddisfazioni donate da chi ti ama.
E innamorarsi è un rischio fin troppo concreto quando
ritrovi spesso lo stesso sorriso che ti spezza il cuore e racconta storie di
una vita di cui ti piacerebbe far parte sebbene diversa e lontana dalla tua.
Dove sei?
Sto cantando per te, per leggere quell’emozione nei
tuoi splendidi occhi scuri, sto cantando per te.
Dove sei?
Sono tutti meravigliosi, ognuno di loro, non riesco ad
immaginare quanti siano ma so per certo di amarli dal primo all’ultimo, per
essere qui, per essere rimasti a sostenermi, per credere ancora in me
nonostante io stesso faccia fatica a farlo da un po’ di tempo a questa parte.
Ma tutte queste anime unite dalla stessa passione, nel
mio piccolo so, dal battito insistente del mio cuore, che ne sarebbe bastata
solo una per farmi sentire realmente completo e consapevole che non avrei
potuto ottenere di meglio, nemmeno volendo.
Ti sto ancora cercando, non riesco a farne a meno, ho
migliaia di occhi puntati su di me eppure cerco i tuoi, ho migliaia di cuori
uniti in un unico battito eppure cerco il tuo, ho migliaia di anime capaci di
emozioni straordinarie eppure cerco la tua.
Come break me down, bury me, bury me…
I am finished with you…
Sono finito con te, dal sacrosanto giorno in cui ho
incrociato il tuo sguardo ed ho capito che nulla mi avrebbe più permesso di
sfuggirgli.
Cantano tutti con me e per me, non sto bene, so che lo
stai facendo anche tu e vorrei poter riconoscere la tua limpida voce in questo
coro di speranze, mi stanno dando forza.
Sento un nodo stringere prepotente la gola e se anche
potessi non riuscirei a cantare come mio solito, non so in quanti andranno via
delusi di qui stasera, mi si spezza il cuore al solo pensiero, ma tu sai che ce
la sto mettendo tutta, lo sai vero?
Non so perché continuo a pensare a te, non so cosa
dovrebbe accadermi per saziare il senso di vuoto che accompagna il ricordo
sfocato del tuo viso, in pagine e pagine di vita vissuta non c’è nulla che
abbia stampato in modo più netto il suo passaggio.
E tu ci sei, se non in tutte in quelle più importanti,
in quelle incastrate nella mente, in quelle impossibili da liberarsene, sei in ognuna
di loro ed io non posso fare altro che rispecchiarmi impotente nei tratti
delicati del tuo viso.
Ho incrociato il tuo sguardo poche ore fa ed è stato
come non riconoscerti, è stato come essermi perso un fondamentale passaggio che
ti ha trasformata in una donna meravigliosa, dov’ero io mentre il mondo si
accorgeva di te rendendoti la creatura più straordinaria alla quale sia stato
dato il permesso di camminare su questa terra?
Dov’ero io?
Spesso sento il bisogno di essere molto più
insignificante, per avere il permesso di perdermi nella potenza di un attimo di
emozione senza dovermene tirare fuori prima di esserne compromesso.
Tu sei la mia dannazione, perché con te è fin troppo
difficile mantenere il controllo, con te ogni proposito va a puttane, con te il
desiderio di essere normale diventa
talmente intenso da risultare insopportabile.
Meccanicamente smetto di suonare, faccio loro qualche
complimento che si meritano e riprendo con i primi accordi riadattati alle
possibilità limitate della mia voce che mi passano nel cervello.
Un ruggito di gioia scoppia tra la folla quando la
comprensione raggiunge i loro cuori attraverso le mie note, cominciano
immediatamente a cantare, prima che possa farlo io, mi si riempie il cuore di
un’emozione quasi del tutto indescrivibile, è come avere finalmente la piena
consapevolezza che ci sono migliaia e migliaia di persone che per me sarebbero
pronte a qualsiasi cosa, che desiderano solo farmi sentire quanto è forte il
loro amore, la loro passione, il loro orgoglio.
Hanno scelto di credere in qualcosa con me e non
smettono mai di farlo sebbene spesso e volentieri io stesso dimostri quanto sia
difficile.
Night of the Hunter,
sprigiona una forza inverosimile che si irradia come onde nei cuori di tutti
gli echelon, li sento metterci l’anima, li sento molto più vicini di quanto mi
sia mai capitato, li sento vivi e li sento miei.
Pray to your God.
Open your heart.
Whatever you do don’t be afraid of the dark.
Cover your eyes.
The devil inside.
Mi si scioglie l’anima e il mio cuore perde un
battito.
Ti ho sentita!
Io sono sicuro di averti sentita! La tua voce ha attraversato qualsiasi
distanza per giungere chiara e forte dentro di me, sconvolgendomi senza darmi
alcuna possibilità di scappare o di prepararmi alla cosa.
La sento ancora forte gridare la sua presenza come per
attirare le mia attenzione su di sé e su di te che ne sei fiera proprietaria.
Seguo il suono o, più
correttamente il cuore, faccio scorrere lo sguardo verso sinistra ed
eccoti lì, lontana da me, troppo lontana da me, eppure perfettamente
riconoscibile in mezzo ad una massa insensata di volti sconosciuti e amati, è
come vederti brillare, unica luce in questo buio, unico punto di riferimento.
Le tue braccia tese verso di me e il tuo viso distorto
in un’espressione di emozione pura mentre lasci che le parole vengano fuori da
te come preghiere.
Ti ho trovata angelo del Paradiso, sei lì pronta a
salvarmi.
Mi si blocca il respiro e la voce cede impedendomi di
continuare a cantare, mi allontano dal microfono lasciando l’arduo compito di
portare a termine la canzone al resto della mia famiglia, mentre lo sguardo non
fa altro che tornare su di te, una, due, tre volte, ma non sembrano mai
bastare, nemmeno quando mi impongo di comportarmi in modo corretto, nemmeno
quando ti spio dal backstage senza dar la minima retta ai medici che mi
implorano di smettere presto di cantare prima che possa essere troppo tardi e
compromettermi per sempre.
Esisti solo tu, non so se lo hai compreso, non so se
te ne sei accorta, so che ancora una volta sento di avere pochissimo tempo per
farti capire quanto la tua impronta abbia lasciato solchi profondi alle
estremità del mio cuore di stoffa.
Vorrei poterti trasmettere il mondo, ma devo
accontentarmi di uno sguardo.
Just one kiss and I'm alive
One kiss and I'm ready to die
Cause you're so beautiful
“GRAZIE A TUTTI”
Mi precipito fuori dal palco, distrutto ma soddisfatto, ho come
l’impressione di stare per svenire, sento indistintamente alcune braccia
sorreggermi e mi getto di peso su di esse perché il sostegno è quello che mi ci
vuole ora per non perdere completamente i sensi.
Come farò con il meet? Probabilmente darò il
peggio di me stesso e questo mi spezza il cuore in due, ho già deluso
abbastanza stasera senza contare in quanti andranno via di qui con un magone
tremendo allo stomaco, certo non più forte di quello che ho io ora.
“Signor Leto deve seguirci in ambulanza!” esclama il paramedico dal forte
accento italiano, scuoto la testa.
“Sto bene!” vorrei essere molto più convincente e vorrei avere molta più
voce invece che questo filino rauco che non fa altro che rendermi poco
credibile.
“Datemi solo qualcosa da bere e una sedia, resto per il meet
e poi andiamo dove volete” i medici mi guardano perplessi e poco convinti
pronti a ribattere, per fortuna arriva Shan a salvare la situazione, mi posa
una mano sulla spalla e leggo la preoccupazione nei suoi occhi ambrati.
“Pensi di farcela?” sussurra, so quanto debba costargli fingersi
tranquillo.
Annuisco anche se so benissimo quanto debba risultare stravolto il mio viso
in questo momento.
“Pochi minuti ed è finita, se preferisci facciamo in modo di non farli
avvicinare troppo a te” propone Tomo.
“No, ce la faccio ragazzi davvero, devo solo evitare di parlare” sono
febbricitante e un po’ deluso di non aver potuto dare il meglio come invece
avrei voluto, mi guardo intorno con un disperato nodo che mi stringe la gola
senza darmi tregua.
Mi volto leggermente alla mia destra e il cuore si ferma all’istante
consapevole dei tuoi occhi scuri e preoccupati fissi nei miei.
Vi stanno spingendo via dal palco, ma io non voglio che tu te ne vada,
faccio per raggiungerti ma lo sguardo di mio fratello mi fa desistere per un
millisecondo che mi costa caro, ti perdo di vista immediatamente.
Eri ad un passo da me, come hai fatto a raggiungermi senza che me ne
accorgessi?
Il meet dura troppo, troppi sorrisi, troppi
abbracci, troppi autografi e decisamente troppe foto.
Non sono cattivo, sono solo malato e in quanto tale privo di forze per
poter affrontare al cento per cento la cosa, non vorrei che qualcuno mi
fraintendesse, io amo stare a contatto con gli echelon, solo che ora come ora
il mio cuore è stanco.
Io sono una
completa delusione, loro sono la più
grande delle soddisfazioni.
Cosa li spinge a restare ancora qui?
Sono felice di non avere annullato questo show, davvero felice.
“Jared, dove pensi di andare?” il rimprovero di Shan mi giunge forte e
chiaro prima che riesca a sparire.
“A fare quattro passi” rispondo giustificandomi e lui ricambia con
un’occhiataccia.
“Non mi sembra il caso, considerate le tue condizioni!”
“Non ci sto molto” lascio il discorso a metà e l’aria fresca della notte
m’investe non appena sfuggo al disordine e al trambusto.
Non so perché sono qui, ma stranamente è come se una bolla di silenzio si
posizioni tranquilla ad illuminare questa notte italiana.
Sospiro e tiro le somme di una serata disastrosa, nessuno di questi
meravigliosi echelon meritava di assistere ad uno spettacolo pietoso,
nonostante la potenza emotiva non sia stata del tutto indifferente.
Mi passo una mano sul viso, chiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie,
inavvertitamente sbatto contro qualcuno.
“Oh mio Dio, mi dispiace!” non conosco la lingua ma il suono di quella voce
mi blocca il respiro.
Non può essere davvero lei.
La fisso sbalordito mentre alza gli occhi verso di me in un’espressione di
pura innocenza, arrossendo visivamente per la sorpresa.
“Non scusarti, è stata colpa mia” le sorrido tenendola ancora tra le
braccia, la voce mi ha completamente abbandonato ormai, sono molto stanco e
credo che tutto questo traspaia senza alcun tipo di problema.
“Jared” sussurra abbassando il viso scarlatto e allontanandosi appena da
me, l’improvvisa mancanza del suo calore mi destabilizza, mi tendo verso di lei
automaticamente prima di accorgermi che potrei spaventarla.
Deglutisco a vuoto realizzando che è ancora più bella di come la
ricordassi, spesso e volentieri la nostra mente tende a crearci immagini
concrete di persone un po’ astratte, la mia immagine di lei non corrisponde al
vero, non le rende minimamente giustizia.
I lunghi capelli neri avvolgono setosi la sue spalle coperte da una
semplice magliettina blu, si stira nervosamente le pieghe del jeans chiaro che
avvolge le sue forme ed evita accuratamente il mio sguardo senza rendersi
minimamente conto che incrociare i suoi occhi potrebbe fare molto più male a me
che a lei.
Tossisco, colpito da una brutta crisi d’asma, mi tengo la mano sullo
stomaco, potrei vomitare anche l’anima, ho lasciato il distanziatore sul tourbus e non ho assolutamente intenzione di usare
l’inalatore da solo, anche se lo porto sempre con me.
“Jared! Stai bene??” esclama preoccupata, mi appoggio impotente alle sue
spalle e lei mi sorregge con un po’ di fatica, vorrei dirle qualcosa ma fatico
anche a respirare, parlare è un’utopia in questo momento.
“Tranquillo, ci penso io a te. Vieni con me” la osservo, dolce e
determinata, completamente rapito.
È una piccola donna che mi ha fatto perdere la testa e mi ha rubato il
cuore, sento di poter vivere per sempre così, tra le sue braccia, cullato dalle
sue amorevoli cure.
Ci siamo solo noi nel buio parcheggio, non riesco a spiegarmi come mai
d’improvviso sono spariti tutti, anche il mondo sembra trattenere il respiro di
fronte al nostro ritrovarci, anche se fosse dopo anni e anni saprei di dovermi
aspettare sempre la stessa morsa allo stomaco.
Mi fa sedere sul marciapiede accovacciandosi davanti a me, sono ancora
scosso da tremiti e tosse e lei tira fuori un fazzolettino di carta
asciugandomi il sudore dalla fronte, mi costringe a guardarla.
“Respira” sussurra, rilasso i muscoli del viso e le palpebre tendono quasi
a chiudersi “lentamente” obbedisco e l’effetto è immediato, i conati di vomito
cessano “continua a respirare” ribadisce senza staccare mai il suo sguardo dal
mio, la tosse pian piano si calma, lei passa di nuovo delicatamente il
fazzoletto sul mio viso e sento il calore sconvolgente delle sue mani a
contatto con la mia pelle.
“Va meglio?” domanda sorridendo quando ciò che resta della crisi è solo un
leggero affanno, annuisco consapevole di non poter fare di più, sono
completamente assuefatto dalla sua presenza, il suo profumo, il suo modo di
fare, la sua dolcezza, immaginarla accanto a me per tutto questo tempo non è
stato mai abbastanza, me ne rendo conto solo ora.
Non ricordo il suo nome, vorrei ricordarlo per ringraziarla nel modo
giusto, nel modo che si merita, lei mi lancia una breve occhiata e sorride di
nuovo.
“Valentina, io sono Valentina”
Sei bella Valentina, molto più bella di quanto immagini, molto, molto di
più.
“Perché mi guardi in quel modo?” domanda imbarazzata lasciandosi sfuggire
una risata cristallina che mi riempie il cuore di una gioia indefinita, mi concedo
anche io un sorriso ma non distolgo lo sguardo.
“Grazie…Valentina” sussurro il suo nome sperando
di vederla arrossire, ed è proprio quello che accade un secondo dopo, mi
avvicino impercettibile al suo viso prendendolo tra le mani, osservo intontito
i suoi occhi scuri dilatarsi sorpresi e increduli e poi farsi lucidi.
“Ho l’impressione di conoscerti da sempre” soffio sulle sue labbra parole
che escono dal più profondo del mio cuore, non so perché lo sto facendo ma so
che il tempo stringe e ho bisogno di lasciarle qualcosa da tenersi stretto
tutto il tempo in cui non ci sarò e potranno essere anni.
“Ma noi ci conosciamo da sempre” trema come la sua voce, poso gli occhi
sulle sue labbra carnose ed invitanti e mi trattengo solo per paura di
spaventarla.
Il cuore batte a mille in perfetto sincrono con il suo.
“Pensi di potermi perdonare?” domando cedendo all’istinto.
“Per cosa?”
“Per questo” la bacio delicatamente e il suo sapore è dolce esattamente
come me lo aspettavo, le sue labbra morbide e umide, è come baciare per la
prima volta, un lento avvicinarmi alla metà senza chiedere mai più di quanto
lei stessa è disposta a darmi.
Un lento danzare di lingue che si incrociano, si cercano, si inseguono.
E’ il Paradiso, nel mio personale inferno, che molti si ostinano a definire
vita.
Sento di poter morire, ora, in questo preciso istante.
Just one touch and I'm on fire
One touch and I'm crying
Cause you're so beautiful
La attiro verso di me desiderando molto più di quanto mi sia concesso,
troppo, la voglio, voglio sentire il suo sapore, il suo odore, le sue urla,
voglio sentirla sotto di me, voglio sentirmi protetto, voglio proteggerla. La
costringo a sedersi a cavalcioni su di me e lei obbedisce senza alcuna remora
passando le sue calde mani tra i miei capelli, sento di poter diventare
decisamente troppo cattivo se continuo ad assaggiarla in questo modo, agisce
come una droga, più ne ottengo più ne desidero fino a condurmi lentamente alla
pazzia.
Infilo incurante le mani al di sotto della sua maglia a contatto con la sua
pelle morbida e liscia, un brivido mi attraversa il corpo, un brivido di puro
desiderio.
“Jared” per la prima volta la sento desistere e capisco immediatamente di doverla lasciare
andare.
Si allontana da me come se si fosse appena scottata, si sistema la maglia e
si morde le labbra carnose visibilmente arrossate a causa dei miei baci.
“Non…non dovremmo” balbetta imbarazzata, mi
rimetto in piedi preoccupandomi di nascondere l’esagerata eccitazione, lei
automaticamente si allontana nello stesso istante in cui mi avvicino.
“Tu…tu non puoi farmi questo” trema da capo a
piedi, vorrei stringerla tra le braccia e sussurrarle che mi dispiace, che sono
uno stupido egoista e che, sì è vero, non potrò mai capire.
Ma non è la verità.
“Non puoi neanche minimamente immaginare quello che significhi per me” le
sue parole leggere intrise di pianto trattenuto mi spezzano il cuore in due, se
glielo dicessi forse nemmeno mi crederebbe.
“Perdonami” mi limito a sussurrare, questa distanza tra noi scava il vuoto
dentro di me.
Vedo una lacrima solitaria solcarle il viso e mi sento tremendamente geloso
del suo privilegio, voglio morire sulle sue labbra per un’ultima volta prima di
uscir fuori da questo sogno.
“Tu sai cosa vuol dire Jared?” alzo di scatto il viso verso di lei
incastrando i miei occhi di cielo nei suoi pozzi scuri di infiniti segreti.
“Passare la metà della tua vita perdutamente innamorata di un uomo che non
saprà mai della tua esistenza? Sai cosa vuol dire desiderarlo ogni giorno,
sognarlo ogni notte, pregare Dio perché almeno qualcosa nella tua vita, solo una, vada nel verso giusto,
continuare a credere in sogni che portano solo delusioni. Sai cosa vuol dire
svegliarsi ogni santa mattina sperando che le ore di luce passino presto,
perché non si sa più dove trovare le
armi per affrontare questa guerra. Lo sai cosa vuol dire?”
Soccombo sotto le sue parole, perché posso capire, solo che lei
faticherebbe a credermi, tiro un profondo respiro e mi faccio coraggio.
“Sei diventata la mia ossessione, dal primo giorno in cui i miei occhi si
sono posati su di te. Non sapevo chi fossi, non ricordavo il tuo nome, eppure
ogni volta che ti incrociavo sul mio cammino capivo di essere stato
inevitabilmente compromesso da qualcosa di incomprensibile” il silenzio cade
pesante, sta a lei la scelta di credere o meno alle mie parole, l’istinto mi ha
convinto ad essere sincero, il bisogno mi ha costretto.
I suoi occhi si spalancano sorpresi fino a riempirsi di lacrime che sfociano
in singhiozzi dei quali sembra non vergognarsi.
“Non…puoi dire sul serio” mi avvicino di slancio
a lei avvolgendola tra le mie braccia.
Accarezzo gentile i suoi capelli scuri e le lascio un debole bacio sulla
testa.
“Sai che puoi credermi” sussurro.
Non so per quanto tempo restiamo lì stretti in un abbraccio che è tutto ciò
che abbiamo per non dimenticarci, finché lei non smette di tremare.
Questa storia resterà per sempre intrappolata in un sogno.
“Ti ho sempre amato Jared, ti amerò per sempre”
Mi lascio sfuggire una piccola ed insignificante lacrima e so con certezza
di aver appena segnato la mia condanna.
Sei bellissima angelo mio.
Me la tengo ancora stretta al cuore per ricordarmi per sempre del suo
respiro caldo e profondo.
“Vorrei che non restassero solo parole” confesso, un nodo tremendo mi
stringe la gola.
“Va bene così” sussurra sul mio petto, non credo di meritarmi una come lei,
non credo minimamente di esserne all’altezza.
“Portami nel tuo cuore. Tu sai che un giorno tornerò” poso leggermente le
mani all’altezza del suo cuore ma lei se ne impossessa stringendole tra le sue
e portandole sul mio.
“Ti verrò a cercare anche in capo al mondo” la sua determinazione mi
riempie il cuore di tenerezza.
“Te lo prometto” le faccio un occhiolino.
“Cosa?” domanda lei perplessa.
“Che realizzerò tutto quello che ti porti nel cuore un giorno”
Per ora basta il suo sorriso.
Just one smile and I'm wild
One smile and I'm ready to die
Cause you're
so beautiful
Non si sceglie di stare male per propria volontà, è la vita a decidere per
noi.
Ogni tipo di sofferenza agisce come motore del mondo, contribuendo a farlo
girare in un continuo susseguirsi di cadute.
Se non fosse così non esisterebbe nulla di tanto profondo da renderci unici
nella nostra semplicità di azioni e complessità di sentimenti.
Io sono di nuovo qui, chiuso nel mio piccolo mondo fortunato e dare un
senso a ciò che sento e trasformarlo in arte, la mia arte.
Se non fossi stato segnato da dolori e sofferenze avrei avuto ben poco da
raccontare, ben poco in cui sperare, ben poco in cui credere.
Forse non sarei qui, forse non avrei fatto musica, forse non sarei stato
tanto fortunato da conoscere persone meravigliose, forse non avrei avuto
l’occasione di imbattermi in lei.
È bastato un solo sorriso.
La sofferenza agisce da carburante in un mondo sede di continue battaglie.
Inutile biasimare chi coscientemente sceglie di star male con un pizzico di
coraggio che manca alla maggior parte di noi uomini.
Ma io no, non ora, io ho scelto di sorridere.
Finché non sarai di nuovo tra le mie
braccia.
Oh and you're so beautiful
My Darling
Oh you're so beautiful
You're so beautiful
Spero di cuore che vi sia piaciuta ^^
Un bacione fortissimo e alla prossima =*
Rò